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Arrivabene rivela i problemi della Ferrari sulle piste a medio-alto carico


Quali sono i problemi della Ferrari SF71H? E’ Maurizio Arrivabene a rispondere a questa e ad altre interessanti domande, durante un’intervista esclusiva a Carlo Vanzini di Sky Sport F1.

Il Team Principal della Ferrari ha parlato della stagione in corso e ha fissato l’obiettivo della Scuderia di Maranello per Mondiale F1 2018 ormai agli sgoccioli.

Il Mondiale non è finito

“Mondiale tirato, ma non è certo finto. Mancano cinque gare e non neghiamo che nelle ultime ci sono stati dei problemi. Ci sono gare, come detto in tempi non sospetti, ci sono gare dove la nostra macchina è molto forte e altre dove te la giochi con Mercedes. Su circuiti come questo (Suzuka, ndr), con carichi molto alti, ci sono problemi come loro ne hanno avuti lì dove noi siamo nettamente più forti. In quelli dove te la giochi siamo riusciti a portare a casa i punti che volevano. Detto questo, la macchina ideale deve ancora arrivare. E quella ideale è l’obiettivo, come nel 2002 e del 2004, dominante, forte e che ti permette di lottare con gli avversari più forti. Ciò premesso, il campionato non è finito e nessuno ha intenzione di mollare”.

I problemi della Ferrari SF71H

“Ci sono gare, come Suzuka e le due precedenti, ad alto carico e qui si soffre di più sulle curve lente, dove fai fatica a trovare la performance e perdi decimi. Non mi nascondo, i motivi possono essere di varia natura: può essere la downforce, perché non trovi la giusta finestra di gomma. Basta anche una di questa complicazioni e, in una macchina molto complessa ma molto forte come quella cha abbiamo oggi, fai fatica ad estrapolare il massimo della performance. Come finisce il Mondiale? Non sono la maga Ornella. Per me finisce con una Ferrari vincente, ma occorre essere realisti: abbiamo 50 punti da recuperare, Suzuka non è una gara facile, ma arrendersi oggi è sbagliato. Devi lavorare in maniera dignitosa e altrettanto focalizzata. Non devi mollare mai, non devi mollare mai. Anche quando i numeri ti dicono che sei più debole di altri, non conta e devi metterci qualcosa in più. Perché la mattina ti deve alzare e guardarti allo specchio per dire ‘Ok me le hanno suonate, ma ho dato il massimo“.

Sui due sensori

“Il progetto della nostra batteria è piuttosto complesso – spiega Arrivabene -. Sono state fatte verifiche in passato, prima e durante la stagione e di comune accordo con la Federazione internazionale sono stati aggiunti sensori per andare ancora più incontro a loro dopo che qualcuno aveva fatto delle illazioni e quindi per fare controlli ulteriori. Questo non ci ha fatto perdere in peformance. Detto ciò, c’è un discorso importante da fare: questo progetto è complesso, ma è una proprietà intellettuale della Ferrari. Se oggi tutto il paddock sa che la FIA ci ha fatto una richiesta, e di comune accordo abbiamo accettato di mettere il secondo sensore, mi auguro che un domani un progetto nostro venga conosciuto da tutto il paddock. Perché quello sarebbe grave”.

Sulle performance dei piloti Ferrari

“Se ne parla tanto, ma ricordate anni fa, quando Seb era a -31 punti, a 6 GP dalla fine, e poi c’è stato quel recupero pazzesco? Era un anno in cui poteva fare ciò che volva e ed essendone consapevole aveva un altro spirito, un’altra carica. Come Hamilton adesso. Ciò non toglie nulla a Lewis, che è un gran pilota. Detto questo ci sono situazioni in cui magari stai cui rincorrendo e il morale va giù, altre in cui stai guidando per cui fai un po’ il fenomeno. Ma ci sta, è il gioco dello sport”.


Fonte: http://www.circusf1.com/2018/feed


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