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Paolo Cozzi intervista Marco Bracci: atleta, allenatore e membro di una storica generazione

Marco Bracci FOTO FILIPPO RUBIN

Di Paolo Cozzi

Il Mondiale bussa alla porta delle migliaia di appassionati italiani e mentre tutti sono in trepidazione per Zaytsev e compagni, chi meglio di Marco Bracci, tre volte campione del mondo, un argento e un bronzo Olimpico, per introdurci nell’atmosfera magica del mondiale?

Partiamo dal Marco di oggi….52 anni un fisico ancora da atleta (l’ho visto all’opera a maggio in una partita di beneficenza e la tecnica è ancora cristallina!) e tanta voglia di ripartire dopo le ultime stagioni in A1.
“Dopo la stagione in A1 femminile sono senza squadra perché non ho trovato una soluzione di mio gradimento, un progetto importante e con un futuro certo da sposare”.

La sensazione è che oggi si privilegino, a parte pochi club, soluzioni low cost e con poco progetto, manca la capacità di fare programmi a lungo termine, per poi lamenarsi che non si vince più.
“Esatto, non ho trovato squadra anche perché, a parte le prime 3-4 società che ovviamente sono molto ben strutturate e hanno un rispetto nei confronti dell’allenatore che è importante, per il resto prima fanno la squadra e poi dopo pensano al coach e quindi se l’allenatore viene così poco considerato ritengo che non vada bene”.

E aggiungo io, fa perdere di credibilità l’allenatore nei confronti dello spogliatoio. Restando in tema, arrivi da esperienze importanti nel femminile, ma con la tua competenza potresti essere un ottimo allenatore anche nel maschile….
“Se mi si presentasse anche l’occasione di allenare il maschile sarei contento lo stesso, mi piace allenare, mi piace stare in palestra e quindi voglio continuare a farlo, l’importante è che ci sia un progetto serio”.

Guardando ai Mondiali imminenti, mi sento in obbligo di chiederti cosa ne pensi di questa grande manifestazione organizzata in casa.
“E’ una cosa bellissima poter giocare in Italia, la nostra generazione non ha mai avuto la fortuna di disputare un grande torneo in casa salvo qualche finale di World League, mi auguro di tutto cuore che i nostri ragazzi riescano a trarre quel beneficio in più per arrivare a un traguardo prestigioso che è alla loro portata. Penso che giocare in casa con il palazzetto pieno, che fa il tifo per te, sia positivo e se i nostri ragazzi sapranno approfittare di questa situazione ci sarà da divertirsi”.

Firenze ancora una volta prepara una super accoglienza alla nazionale maschile…. World League prima, Mondiale e la serie A1 femminile. I fiorentini sono pronti alla Superlega….magari allenata da Marco Bracci.
“Sicuramente per Firenze sarebbe importante perché è una città che ama molto la pallavolo (voglio ricordare che ogni qualvolta la nazionale italiana ha giocato a Firenze c’è sempre stato pienone e passione). In Toscana, come in molte altre regioni, la pallavolo è uno sport molto praticato. Ogni piccolo o grande paese ha la sua squadra di volley, spesso sia maschile sia femminile, tutti la conoscono e tutti la seguono e quindi il pienone al PalaMandela è assicurato!”.

Chi vedi favorita nella corsa all’oro al Mondiale? Io vedo un Brasile sottotono dopo tanti anni ai vertici…
“Ogni volta che c’è un cambio di generazione, è sempre molto difficile riuscire a emulare chi ti ha preceduto, soprattutto se chi c’era prima di te, ha vinto così tanto. E’ successo qui in Italia, sta succedendo in Brasile. Credo che la nazionale russa sia una delle grandi favorite, sia dal punto di vista fisico che tecnico, ci sono dei giocatori molto validi, molto dotati e giovani e se la giocheranno con tutti”.

Dopo la parentesi obbligatoria sul Mondiale italiano mi piace soffermarmi su Marco Bracci e la solidarietà. Questo maggio abbiamo giocato una partita di beneficenza organizzata da Damiano Pippi e Jack Sintini e raccolto oltre 4000 euro….so che anche tu ne stai organizzando una a cui tieni molto.
“Quello che vogliamo fare è un evento benefico, esclusivamente fatto per solidarietà. Abbiamo intenzione di organizzare una partita con la vecchia nazionale e i miei ex compagni di squadra per raccogliere un po’ di soldi da dare in beneficenza a un’associazione fidata”.

In conclusione di questa piacevolissima chiacchierata, c’è un nuovo Marco Bracci nel volley moderno? Io da avversario ti ho sempre visto come un grande atleta, soprattutto un gran lavoratore in palestra e con una mentalità vincente…
“In quegli anni moltissimi giocatori, altrimenti non avremmo vinto così tanto, avevano la mentalità giusta, quella del non sapersi mai accontentare ma soprattutto con la voglia di analizzare quanto accaduto sia quando si vinceva sia quando si perdeva. Questa era l’idea, la volontà, la mentalità che ci ha accompagnato in quegli anni li. Non so se ci siano nuovi Marco Bracci, credo che ogni giocatore abbia il suo approccio e la sua idea di come stare in palestra. Naturalmente mi auguro che tutti quanti cerchino di dare il massimo da quando aprono gli occhi la mattina a quando li chiudono la sera prima di addormentarsi: fare, durante la giornata, tutto in funzione della propria prestazione sportiva, quindi curare il fisico, stare attenti a ciò che si mangia e soprattutto avere la testa sul pezzo come si dice quando si va in palestra”.

Parole sante, che andrebbero affisse in ogni spogliatoio e fatte imparare a memoria come un mantra!


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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