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Savani e Verona: una stagione al retrogusto di casa

Di Roberto Zucca

L’entusiasmo per il suo approdo alla Bluvolley è stato palpabile già dai primi giorni, quando centinaia di tifosi hanno commentato la notizia apparsa sulle principali testate sportive o quando, in occasione dell’avvio della campagna abbonamenti, in tanti sono accorsi a rendergli omaggio. Cristian Savani giocherà la sua diciottesima stagione a Verona e per lui il senso di questo approdo ha il sapore di casa:

“È stata una scelta fatta con il cuore e con l’obiettivo di ritrovare una stabilità che il nomadismo del volley dopo tanti anni ti fa perdere di vista. Verona rappresentava la possibilità di respirare l’aria di casa ed io e la mia famiglia sentivamo di averne bisogno”.

La società veronese non ha nascosto un grande entusiasmo per la sua scelta.
“Ho apprezzato molto il lavoro fatto da Verona per portarmi a bordo e ringrazio la società e il presidente per avermi così fortemente voluto. Noto grande fervore nell’ambiente veronese per la squadra e tutto ciò non può essere che positivo”.

L’effetto Savani ha già portato la corsa agli abbonamenti. Come se lo spiega?
“In realtà è un’ottima squadra, non solo per il mio contributo. La pallavolo a Verona suscita sempre grande interesse agli appassionati. L’AGSM è un posto in cui mi è sempre piaciuto giocare anche da avversario e sono sicuro che quest’anno con la casacca gialloblu sarà ancora più emozionante giocarci”.

Che stagione sarà?
“Sfidante. Ci ritroviamo in un campionato nel quale ogni compagine, anche non di testa, si è rafforzata con acquisti di pregio. Inutile dirlo che con l’arrivo di Leon e Leal in Italia, il livello è cresciuto maggiormente. Noi faremo il nostro in ogni comparto e in ogni occasione”.

A 36 anni come ci si sente ad affrontare un campionato così?
“Cercando sempre di affrontare ciascuna gara dimostrando di essere lì per qualcosa e con un proprio obiettivo. Col tempo senti meno l’emozione dell’esordiente ma senti comunque la pressione del momento. Non ci si dovrebbe mai stancare di pretendere qualcosa da sé stessi e dal proprio lavoro”.

Cosa significa giocare a pochi chilometri da casa?
“Vivere per la prima volta dopo tanti anni gli affetti familiari giorno per giorno. Magari avere qualche amico storico alle proprie partite la domenica sera. Ma soprattutto pensare ad un futuro ormai non troppo lontano in cui le radici della tua vita saranno importanti tanto quanto le esperienze di vita vissuta a migliaia di chilometri da casa”.


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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