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    Roger Federer brilla sulla passerella degli Oscar: una leggenda del tennis sul red carpet di Hollywood

    Roger Federer con la moglie Mirka – Foto Getty Images

    Roger Federer, leggenda del mondo del tennis e dello sport, ha fatto la sua apparizione alla cerimonia di premiazione più prestigiosa del mondo cinematografico: gli Oscar. L’ex tennista ha sfilato sul grande red carpet indossando un elegante abito con giacca bianca e pantaloni neri. Con un’eleganza degna di uno degli eventi più importanti al mondo e accompagnato dalla moglie Mirka Federer, lo svizzero ha calcato il grande tappeto rosso di Hollywood.
    E come se fosse una star del cinema, il vincitore di 20 tornei del Grande Slam è stato uno dei più acclamati al suo arrivo al Dolby Theatre, luogo che ospita tradizionalmente la cerimonia degli Oscar.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Roger Federer visita Rafael Nadal nella sua accademia a Manacor

    Roger Federer e Rafael Nadal nella foto

    Oggi abbiamo avuto l’opportunità di assistere a una fotografia che renderà felici molti appassionati di tennis.
    Rafa Nadal e Roger Federer, insieme! L’ex tennista svizzero ha fatto visita al suo grande amico presso la Rafa Nadal Academy a Manacor. Lì hanno trascorso del tempo insieme, come dimostra un’immagine condivisa da uno dei giovani tennisti che si allenano lì. È sempre un piacere vedere questi due campioni insieme e sicuramente lo spagnolo avrà aggiornato l’amico sui suoi prossimi piani.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic su Federer e Nadal: “Non siamo amici perché siamo rivali”

    In una recente intervista concessa al programma ’60 Minuti’ della CBS News, il numero uno del mondo nel tennis, Novak Djokovic, ha parlato apertamente di vari argomenti, tra cui spicca la sua relazione con Rafa Nadal e Roger Federer, due dei suoi più grandi rivali in campo.L’intervista ha offerto uno spaccato sulla personalità e sulle opinioni di Djokovic, mostrando un atleta concentrato non solo sulle sue prestazioni in campo, ma anche attento alle dinamiche umane e personali che giocano un ruolo cruciale nella sua carriera. Nel contesto di una delle più grandi rivalità dello sport, Djokovic emerge non solo come un campione in campo, ma anche come una figura complessa e riflessiva fuori dal campo.
    Una Rivalità Storica con RispettoNonostante la rivalità storica con Nadal e Federer, Djokovic ha sottolineato la mancanza di una vera amicizia con entrambi, attribuendola alla natura della loro competizione. “Non siamo amici perché siamo rivali ed è difficile essere vicini essendo concorrenti per la vittoria nei torneo più importanti”, ha spiegato Djokovic. Tuttavia, non ha escluso la possibilità che in futuro possa svilupparsi un rapporto simile a quello tra Martina Navratilova e Chris Evert dopo il ritiro. “Abbiamo condiviso tanti anni insieme sul palcoscenico, e il massimo rispetto è sempre presente, almeno da parte mia”, ha aggiunto.
    Djokovic e la Vaccinazione COVID-19Durante l’intervista, Djokovic ha chiarito anche la sua posizione sulla vaccinazione COVID-19, una questione che lo ha visto al centro di polemiche. “Le persone hanno cercato di dire che sono contro i vaccini, cosa che non sono. Non sono neanche pro-vaccinazione, sono semplicemente a favore della libertà di scelta”, ha affermato Djokovic.
    La Forza Mentale e l’Amore per la VittoriaRiguardo alla sua forza mentale, un aspetto fondamentale del suo successo, Djokovic ha sottolineato che non si tratta di un dono innato, ma qualcosa che si sviluppa con il lavoro. Inoltre, ha espresso apertamente il suo amore per la vittoria: “Amo vincere. I record mi ispirano e mi motivano. È completamente normale per me. Sono solo onesto, autentico e esprimo ciò che sento”.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Sinner e la… “maledizione” del Masters

    Jannik e Novak, di nuovo di fronte oggi pomeriggio

    Non solo Novak Djokovic… Jannik Sinner nella sua prima finale alle ATP Finals (0re 18) dovrà affrontare di nuovo il n.1 del mondo, in grandissimo spolvero ieri sera in semifinale contro Alcaraz, ma anche un altro scomodissimo “avversario”: la temuta “maledizione del Masters”. Nella storia della manifestazione infatti è capitato ben 20 volte che all’atto conclusivo si siano affrontati due tennisti che già si erano sfidati nel girone, e i numeri parlano chiaro. Solo in 8 occasioni chi ha vinto il match del round Robin si è ripetuto anche in finale, mentre per 12 volte chi è stato sconfitto si è preso la rivincita in finale, alzando la coppa del “Maestro”.
    Vediamole nel dettaglio.
    8 vittorie sia nel round robin che in finale:
    1978 – McEnroe su Ashe
    1981 – Lendl su Gerulaitis
    2001 – Hewitt su Grosjean
    2003 – Federer su Agassi
    2004 – Federer su Hewitt
    2008 – Djokovic su Davydenko
    2011 – Federer su Tsonga
    2017 – Dimitrov su Goffin

    Queste invece le 12 finali nelle quali il vincitore si è preso una bella rivincita dopo esser stato battuto nel round robin:
    1976 – Orantes su Fibak
    1987 – Wilander su Edberg
    1989 – Edberg su Becker
    1990 – Agassi su Edberg
    1994 – Sampras su Becker
    1996 – Sampras su Becker
    1999 – Sampras su Agassi
    2000 – Kuerten su Agassi
    2005 – Nalbandian su Federer
    2015 – Djokovic su Federer
    2018 – Zverev su Djokovic
    2021 – Zverev su Medvedev

    Sinner avrà una doppia montagna da scalare, un fortissimo Djokovic e pure la cabala. Le ATP Finals sono un torneo estremamente affascinante, l’unico con i gironi che consentono questa anomalia. Non è facile per un tennista, abituato alla regola secolare “chi vince avanza, chi perde va a casa”, ritrovarsi di fronte proprio all’atto decisivo un giocatore battuto pochi giorni prima. È qualcosa di davvero complicato da gestire mentalmente, oltre alla difficoltà del valore degli avversari, i migliori otto dell’anno. Se Jannik riuscirà a vincere la quinta partita del torneo – tutte! – e battere per la seconda volta Djokovic in una settimana, non solo alzerà la coppa delle Finals, suo più grande successo in carriera, ma avrà compiuto un autentico capolavoro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    L’allenatore storico di Federer subisce l’amputazione del piede a seguito di un’infezione

    Peter Lundgren nella foto con Roger Federer – Foto Getty Images

    Peter Lundgren, l’acclamato tecnico di tennis, è noto per aver guidato Roger Federer alla conquista del suo primo titolo di Grand Slam e alla cima della classifica ATP all’inizio del nuovo millennio. Tuttavia, recentemente, Lundgren ha dovuto affrontare una sfida personale importante. A causa di una grave infezione, gli è stato necessario amputare il piede sinistro negli ultimi giorni.
    Lundgren non è solo il mentore dietro i primi trionfi di Federer, ma ha anche contribuito significativamente alla carriera di altri noti tennisti. Per diversi anni, ha lavorato al fianco di Stan Wawrinka, contribuendo anche al successo di altre grandi figure del tennis mondiale. La sua esperienza e competenza hanno lasciato un segno indelebile nel mondo del tennis, e il suo contributo è stato fondamentale per la crescita e il successo di molti atleti di alto livello.
    La notizia della sua difficoltà fisiche ha scosso la comunità tennistica. Nonostante le sfide personali, il suo impatto duraturo sul tennis e sui suoi atleti continua a risplendere attraverso i successi dei suoi tennisti.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Ad un anno dal ritiro: I rivali che hanno battuto Roger e quelli che hanno un bilancio positivo contro Federer

    Roger Federer nella foto – Foto Getty Images

    È passato un anno da quando Roger Federer ha detto addio al tennis professionistico. Colgiamo l’occasione di questo anniversario per ricordare i giocatori che sono riusciti a dominare il confronto diretto con il maestro svizzero durante le sue 24 stagioni nell’élite del tennis mondiale.Anche se Federer non è più al centro dell’attualità, non c’è mai un momento sbagliato per parlare delle leggende, specialmente ora, quando si celebra un anno dal suo ritiro avvenuto alla Laver Cup di Londra. In questa occasione, esploreremo i giocatori che sono riusciti a vincere il confronto diretto con lui, un viaggio che iniziò nel 1998 e si concluse nel 2022.
    In totale, il “maestro” svizzero ha affrontato 346 avversari distinti in 1.526 partite ufficiali, ottenendo un saldo positivo con oltre l’82% di vittorie (1251-275). Tuttavia, 28 giocatori sono riusciti a mantenere un bilancio positivo nei confronti di Federer. Tra questi, spiccano otto avversari con i quali Federer ha giocato molte più volte rispetto agli altri, in particolare Novak Djokovic (50 volte), Rafael Nadal (40), Lleyton Hewitt (27), Tomas Berdych e Stan Wawrinka (26), Andy Murray e Juan Martín Del Potro (25) e Andy Roddick (24).
    Tra tutti questi rivali, alcuni hanno subito sconfitte ben più frequenti. Stan Wawrinka è in testa a questa lista, sconfitto 23 volte su 26 da Federer. Allo stesso livello, troviamo Novak Djokovic, anche lui con 23 sconfitte, seguiti da Roddick con 21, Berdych con 20, Richard Gasquet e Nikolay Davydenko con 19, e Del Potro e Hewitt con 18.
    Dal lato opposto, Djokovic è il giocatore che ha vinto più partite contro Federer, 27 in totale, seguito dalle 24 di Nadal e le 11 di Murray. Altri giocatori notevoli in questo senso sono Lleyton Hewitt con 9 vittorie, David Nalbandian con 8 e Del Potro con 7.Nelle rivalità complete, alcuni risultati sono particolarmente sbilanciati a favore del maestro svizzero, come il 23-3 con Wawrinka e il 21-3 con Roddick. Altri confronti diretti notevoli sono il 19-2 con Gasquet e Davydenko e il 17-0 con David Ferrer e Mikhail Youzhny. Al contrario, i bilanci con Nadal (16-24) e Djokovic (23-27) sono a favore degli avversari.
    Infine, ecco la lista completa dei 28 giocatori che hanno mantenuto un bilancio positivo contro Federer:🇷🇸 23-27 Novak Djokovic🇪🇸 16-24 Rafael Nadal🇦🇹 2-5 Dominic Thiem🇷🇺 2-4 Yevgeny Kafelnikov🇩🇪 3-4 Alexander Zverev🇦🇺 0-3 Patrick Rafter🇪🇸 2-3 Àlex Corretja🇸🇪 1-3 Thomas Enqvist🇦🇷 0-2 Franco Squillari🇸🇰 1-2 Dominik Hrbaty🇿🇦 1-2 Wayne Ferreira🇧🇷 1-2 Gustavo Kuerten🇦🇷 0-1 Lucas Arnold Ker🇳🇱 0-1 Jan Siemerink🇧🇪 0-1 Christophe Van Garsse🇿🇼 0-1 Byron Black🇩🇰 0-1 Kenneth Carlsen🇩🇪 0-1 Markus Hantschk🇺🇦 0-1 Andrei Medvedev🇪🇸 0-1 Francisco Clavet🇦🇺 0-1 James Sekulov🇮🇹 0-1 Andrea Gaudenzi🇪🇸 0-1 Sergi Bruguera🇷🇺 0-1 Evgeny Donskoy🇦🇺 0-1 Thanasi Kokkinakis🇷🇺 0-1 Andrey Rublev🇪🇸 0-1 Pablo Andújar🇨🇦 0-1 Félix Auger-Aliassime
    Alcuni nomi sorprendono, ma solo cinque giocatori sono riusciti a batterlo più di tre volte. Tra questi, Zverev e Thiem hanno avuto successo, ma nessuno come Nadal e Djokovic. Patrick Rafter, con un 0-3, merita una menzione speciale.Molti giocatori non hanno avuto l’opportunità di affrontare Federer, tra cui talenti emergenti come Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Altri, come Casper Ruud, Daniil Medvedev e Cameron Norrie, non sono mai riusciti a trovare la formula per battere il maestro svizzero.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Laver Cup, “anno zero”

    Rod Laver insieme ad alcuni dei protagonisti a Vancouver

    Discussa, seguita, amata, osteggiata. Da alcuni esaltata. Si è detto e scritto di tutto e di più sulla Laver Cup, esibizione creata dal team manageriale di Roger Federer nel 2017 e giunta quest’anno alla sua sesta edizione, in scena da questa sera a Vancouver, ma di sicuro l’evento che segna l’inizio dell’autunno non lascia indifferente il mondo della racchetta. Nonostante lo scetticismo di molti – giustificatissimo – la Laver Cup ha riscosso anno dopo anno un successo enorme, crescente. Lo dicono gli ascolti in tv, tra i più alti registrati dai broadcaster di tutto il mondo; lo conferma il botteghino, con biglietti pagati a peso d’oro praticamente sold out settimane (a volte mesi) prima dell’evento, nonostante prezzi esagerati per una “esibizione”. La portata della manifestazione ha finito per dargli pure un posto ufficiale nel calendario ATP, pur non assegnando punti. Fu a suo tempo una corta di certificazione, tutt’altro che scontata.
    Laver Cup è sinonimo di Roger, colui che ha pensato che sarebbe stato bello ricreare anche nel tennis una sorta du Ryder Cup, uno dei massimi eventi della stagione del golf, con un team europeo che sfida in una tre giorni di gare quello del resto del mondo. Affare questo ancor più centrato in un’epoca moderna dominata dai giocatori europei (l’ultimo vincitore Slam non nato nel vecchio continente è Del Potro, anno 2009…). La potenza del “marchio” Federer è stata sicuramente decisiva ad imporre un’esibizione che ha un senso logico, copiando un altro evento di enorme tradizione e successo, ma non è stato solo questo ad essere la sua fortuna. Vari sono infatti i suoi punti di forza: 1) un formato eccellente, innovativo, che punta sull’aspetto squadra per creare show. La Davis è (anzi, era…) la massima manifestazione a squadre, ma… “che figata” vedere Roger e Rafa che esultano insieme, giocano il doppio insieme, danno consigli a Tsitsipas, Berrettini o Zverev. Non c’è un altro momento dell’anno in cui puoi vedere questo. 2) bellissimo il campo, le luci, le grafiche, l’atmosfera. Ha fatto scuola, copiato da lì a poco da molti. Con quel già iconico campo di colore quasi nero, da late-show. Chi ha studiato visivamente l’evento, è da Oscar. 3) le vagante di dollari investiti, anche da sponsor che hanno fiutato il business sicuro, è aiutato non poco a tenere in piedi la baracca e coinvolgere i migliori. 4) la presenza dei migliori ha finora tenuto in vita la Laver Cup, non c’è un altro weekend in cui potevi vedere moltissimi dei giocatori più amati tutti insieme, giocando insieme, con uno spirito leggero, di squadra, a fare spettacolo in campo.
    Già, i migliori. Quest’anno, dopo il commovente addio di Federer arrivato proprio nella Laver Cup 2022 di Londra, i migliori non ci sono. C’è Roger sì, ma a far da anfitrione, uomo immagine, non ci sarà in campo (almeno questo sappiamo… che colpaccio di scena sarebbe invece ritrovarlo all’improvviso almeno in doppio… ma non credo accadrà). Che ne sarà della Laver Cup senza Roger, Rafa, Novak, Andy e via dicendo? Reggerà l’urto di un anno con ottimi giocatori, ma non esattamente le icone della disciplina? Manca pure Kyrgios, che è amato e parimenti odiato, ma lui da solo è capace di muovere lo show in un evento che sembra cucino su misura per la sua taglia.
    Ci sono tutte le idee e programmi affinché la LC vada avanti negli anni, contratti firmati, ecc. Ma… se quest’edizione che vede come star Rublev, Shelton, Auger-Aliassime, Tiafoe, Hurkacz, Ruud e Fritz fosse un flop clamoroso di presenze e soprattutto ascolti tv, sicuramente ci saranno dei ripensamenti.(Federer in campo a Vancouver alla Laver Cup in un evento per ragazzi)

    🎾 A Roger Federer comeback on the cards? Who says no? (Ok, maybe his knee says no) 😝😭
    📸 scottrintoulpro IG pic.twitter.com/USwP4FyKbd
    — Olly 🎾🇬🇧 (@Olly_Tennis_) September 21, 2023

    Ritengo che l’aspetto che più ha distinto l’evento dal resto dell’annata tennistica è il tennis stesso prodotto dai giocatori. È un’esibizione, quindi non ci sono in palio punti in classifica, quindi zero stress. Ma quando si affrontano i migliori, beh, nessuno ci sta a perdere in nome dello show… Quindi i campioni delle passate edizioni giocavano match discretamente tirati ma senza il coltello tra i denti, concedendo colpi allo spettacolo. Potevi vedere Rafa tirare dei vincenti clamorosi e fare serve and volley quasi perfetti, un Campeon meno “duro” rispetto al resto dell’anno produrre un tennis più leggero e divertente, lasciando l’ascia di guerra nel borsone ed esaltando la sua mano fatata. Idem per Nole e tutti gli altri. Si vedeva in ogni match competizione vera ma senza lacrime e sangue, e questo tennis un po’ meno estremo e muscolare è piaciuto tantissimo al pubblico, che poi tra un punto e l’altro aveva pure l’happening delle reazioni degli altri nelle panchine. Uno spettacolo, ovviamente, puro entertainment, ma la gente si è divertita e va benissimo così.
    A poche ore dall’avvio della Laver Cup c’è curiosità per scoprire se i protagonisti di quest’anno, forti ma non icone del gioco, riusciranno a ricreare le stesse emozioni e pathos delle annate scorse. Sarà un aspetto decisivo per il futuro dell’evento, perché senza divertimento e seguito, nessuna manifestazione può avere un futuro. Di sicuro gli organizzatori cercheranno per il 2025 di recuperare qualche big, e presentare i giovani che più sono seguiti e interessano, Alcaraz, Sinner, Rune, oltre Shelton che sarà a Vancouver. La loro presenza avrebbe dato alla Laver Cup 2023 tutt’altra vetrina.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Federer al New York Times: “Alla fine ero sollevato e felice di ritirarmi. Mia figlia mi ha convinto a salire sul palco coi Coldplay”

    Roger nel corso dell’evento a New York

    Roger Federer negli ultimi giorni è stato a New York, dove ha preso parte a varie iniziative, tra beneficenza e la presentazione della nuova linea 2024 del suo sponsor Uniqlo, alla quale ha partecipato attivamente insieme agli stilisti. “Abbiamo una grande storia di stile nel tennis, è uno sport nel quale conta molto, da sempre. René Lacoste e Stan Smith erano tennisti meravigliosi e hanno lasciato un’impronta anche per stile, come molti altri. Sento che è importante ricordare da dove veniamo. E se posso rendere il tennis elegante, penso che sia giusto farlo” commenta Roger al New York Times. “La mia collezione è pensata per essere indossata mentre giochi ma anche per passeggiare. È stato difficile fare questo crossover, tra campo al fuori dal campo. Abbiamo cercato un look che si può indossare anche per camminare per strada e sentirsi eleganti. L’aspetto più difficile del creare una collezione? Il punto di partenza è quello che mi innervosisce di più. È importante dare una direzione alla collezione e sapere dove vuoi andare a finire. I capi nel complesso hanno un aspetto un po’ anni ’90. Sono cresciuto con loro e riportarli indietro è stato molto divertente”. Nella presentazione, su di un campo supercolorato, Roger si è pure divertito a colpire il rovescio a due mani…

    Qué raro es verlo a Federer pegar el revés a dos maños. Incluso en un evento, como ocurrió en Nueva York.pic.twitter.com/pZEb4gv6vi
    — Sebastián Torok (@sebatorok) August 3, 2023

    Non solo moda. Nell’intervista lo svizzero è tornato anche ai momenti del suo ritiro. Il coach e amico Ivan Ljubicic ha sempre affermato che se Roger non si fosse infortunato gravemente al ginocchio, probabilmente l’avremmo continuato a vedere nei tornei fino ai nostri giorni… ma in realtà Federer oggi si dice felice per come sia finita. “Mi sento sempre come se avessi raggiunto un punto alto, e poi con la voglia di continuare a restare in vetta. La vita senza il gioco, senza i fan e senza il programma giornaliero che ha dominato ogni mio momento per 25 anni è stata sicuramente qualcosa che non sapevo come avrei preso. Per molto tempo ho provato a darmi un’altra possibilità e lasciare il gioco sano, ancora competitivo, ma non era fattibile per via del mio ginocchio. Ma la cosa buona/brutta del Covid, e del mio intervento al ginocchio, è che tutto ha iniziato a rallentare negli ultimi tre anni, quindi ritirarmi per me non è stato come se fossi arrivato all’improvviso dal giocare 100 partite e poi boom, è finita. Alla fine mi sono sentito sollevato, credo, e felice di ritirarmi. È finita nel modo migliore possibile alla Laver Cup. Ero circondato dai miei più grandi rivali, e c’erano la mia famiglia e i miei amici. Per me è stato come “OK, ora sto bene. Non ho più bisogno di inseguire quell’istinto competitivo”.
    Roger è tornato a Wimbledon nelle ultime due edizioni, prima per la celebrazione dei 100 anni del Centre Court, dove fu il campione più acclamato dal pubblico, e quindi nell’edizione di quest’anno nel Royal Box, accanto alla Principessa Kate. Queste le sensazioni di Federer: “L’anno scorso sono tornato sul campo centrale per la celebrazione del centenario. È stato bello, ma doloroso. Ero infortunato, mi sentivo ancora un giocatore ma non sapevo se sarei stato in grado di giocare di nuovo, quindi è stato un momento molto emozionante ma difficile. Ma quest’anno è stato totalmente diverso. Mio padre mi ha sussurrato: ‘Non vorresti giocare invece di startene lì seduto a guardare?’ e io ho risposto ‘No, sono contento guardando e godendo il gioco’. È stato divertente sedersi accanto alla principessa Catherine. La conosco abbastanza bene. È un’appassionata del tennis e gioca spesso, abbiamo anche giocato assieme. A volte dobbiamo stare attenti a non parlare troppo. Nel Royal Box puoi parlare, ma è super silenzioso, e poi devi applaudire”.
    Ultima domanda sulla sua presenza sul palco con i Coldplay durante il loro ultimo concerto a Zurigo. Divertente il racconto di Roger in merito: “Ho incontrato la band per la prima volta quando li ho visti a Montreal. Non so che anno fosse, forse il 2016? Ci siamo sentiti un po’ di volte da allora. Ho incontrato diverse volte Chris Martin negli Hamptons (è la zona di Long Island, ndr). Quindi, quando sono venuti a Zurigo, ho preso il telefono e gli ho scritto: ‘Sono entusiasta della vostra presenza, mi piacerebbe venire’. Chris mi ha risposto e mi ha chiesto se volevo salire sul palco con loro. Ero dubbioso, ma ho chiesto a mia figlia a cena, e lei mi ha guardato e ha detto: ‘Sei matto se non lo fai, si vive solo una volta’. Quindi ho detto a Chris: “Ci sto”. Non avevo idea di come sarebbe andata, ma è andata, è stato divertente”.
    Tra mille viaggi, eventi, beneficenza e quant’altro, Roger di certo non si annoia…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO