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Gp Gran Bretagna F1 2018: Hamilton, la Mercedes e le ipotesi di complotto

Parole dure, parole dure di un uomo davvero strano. Abbiamo scomodato Lucio Dalla con il più classico dei “bisogna saper perdere”, allora si possono citare anche I Simpson, perché no? Sta di fatto che il post gara di uno splendido GP di Gran Bretagna ha infiammato quasi, se non come, l’agonismo in pista; il primo ad accendere la miccia è stato Lewis Hamilton, fantastico secondo al traguardo dopo una rimonta pazzesca, che, al microfono di Martin Brundle, ha parlato di “strategie e stratagemmi utilizzati da qualcuno“, facendo un chiaro riferimento alla manovra, giustamente punita, di Kimi Raikkonen che ha mandato in testacoda l’inglese nel corso del primo giro. L’idolo di casa ha fatto intendere, tra le righe, che quanto accaduto sia frutto di un piano diabolico del muretto della Ferrari per penalizzare il più diretto avversario di Sebastian Vettel nella lotta al titolo.

Niente di più inaudito, caro Lewis. Anzi, una grossa caduta di stile. Avresti potuto prenderti le prime pagine dei giornali esclusivamente per la fantastica rimonta fino alla seconda posizione, ma ti limiti ad avanzare inutili e gravi ipotesi di complotto che non hanno nessun fondamento, invece di fare un mea culpa per la partenza, completamente sbagliata. Questo quanto successo a caldo, nell’immediato; a mente fredda, Lewis, da pilota esperto e intelligente qual’e, ha fatto sapere tramite il suo profilo Instagram che Raikkonen si è scusato con lui e che si è trattato solo di un semplice incidente di gara, nulla più. Questione finita, direte voi. E invece no, perché il fatto più grave è che, a gettare benzina sul fuoco, sono stati James Allison, direttore tecnico Mercedes e Toto Wolff, team principal della casa di Stoccarda.

Allison, tra l’altro ex Ferrari, ha affermato: “non sappiamo quanto queste azioni della Ferrari siano “deliberate o più frutto dell’incompetenza“. Mentre Wolff, che dovrebbe essere la faccia diplomatica del team e avrebbe dovuto smentire quanto detto dal tecnico inglese ha semplicemente chiuso la faccenda con un “lascio a voi il giudizio” dicendo tutto e nulla. Appena essere venuto a conoscenza di queste parole, il team principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene, è intervenuto per difendere l’operato della squadra e dei suoi piloti, rispedendo al mittente le accuse di complotto e, anzi, rincarando la dose nei confronti dei concorrenti tedeschi, senza mezzi termini:

” Se si tratta di uno scherzo, allora ci facciamo tutti una risata. Se invece Allison ha veramente detto una cosa del genere, beh dovrebbe solo vergognarsi. James ha lavorato molti anni a Maranello e due lire le ha portate via, oggi sta facendo il suo lavoro, ma bisogna essere eleganti e saper perdere. Chi è lui per dire che Kimi sia incompetente? Potrei accettarlo da un altro pilota ma non da uno come lui. Siamo in Inghilterra e ci dicono di comportarsi da gentleman: cominci lui ad esserlo”

Che dire, se non che bella Formula Uno sta venendo fuori? Tornano quei veleni, quelle accuse che, insieme alla splendida attività in pista di cui siamo spettatori da qualche gara a questa parte, sono il sale di questo sport. Divertimento dentro e fuori la pista, frutto della competizione e della tensione agonistica che, ora, tra Ferrari e Mercedes ha raggiunto vette mai viste prima. Peggiorerà? Le parti faranno un passo in avanti? Chi lo sa, ma proprio questo è il bello, in attesa di scrivere un altro capitolo.


Fonte: http://www.circusf1.com/2018/feed


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