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Roger Federer e il ko agli Us Open 2018

Uno dei momenti shock dell’ultimo Slam della stagione è stato sicuramente la sconfitta di Roger Federer per mano dell’australiano Millman, onesto giocatore e autore della sorpresa newyorchese più grande. Un’eliminazione di per sé già “rumorosa” che però nel suo post partita ha fatto discutere, se possibile, ancora di più: è trapelata infatti la notizia per bocca dell’ex giocatrice statunitense Mary Joe Fernandez (moglie del manager del tennista svizzero) secondo cui una volta terminato il match, Federer avrebbe svolto una visita medica perché non si sentiva bene. Qualcosa di assai comprensibile per il sottoscritto, viste le condizioni in cui si è disputato questo Slam statunitense.

Un’ondata di caldo insopportabile che ha causato malessere in tutti i giocatori, non solo nello svizzero, di certo comunque non al top a New York: contro Millman è evidente che Roger non stesse al meglio, ed è stato proprio lui con la solita onestà ad ammetterlo ai giornalisti in conferenza stampa. Semplicemente ci sono giornate in cui, grazie a una condizione fisica eccellente riesci a superare anche le avversità del meteo: per tutto lo Slam invece Roger non è riuscito a produrre il suo miglior tennis con una condizione fisica che non è apparsa ideale e che quindi, di conseguenza, non gli ha permesso di superare le difficoltà di un caldo atroce. Un inferno di cristallo come lo hanno definito molti network americani: una situazione che ha generato l’ennesimo dibattito riguardo modifiche eventuali che si potrebbero apportare al calendario per rendere alcuni impegni più accettabili da parte dei giocatori. Ma tutto ciò, probabilmente, resterà un grido di allarme non raccolto.
Il caldo, questo enorme nemico che sui campi newyorchesi ha flagellato i nostri protagonisti: è sotto gli occhi di tutti il Novak Djokovic contro Fucsovic massacrato e provato dalle condizioni e salvatosi anche grazie all’interruzione di 10 minuti quanto mai necessaria. Per molti queste condizioni estreme erano ancora più difficili da sostenere per il tennista rossocrociato, dotato di un enorme talento ma pur sempre di 37 anni.
La mia opinione è che in questo caso l’età c’entri, ma relativamente: è stato sotto gli occhi di tutti che Roger Federer non si sia presentato a questi Us Open al massimo della condizione, di certo non tirato a lucido e reattivo negli spostamenti come suo solito e come messo in mostra in altri appuntamenti altrettanto importanti. Ovviamente le condizioni meteo del primo Slam dell’anno in Australia sono differenti ma possono essere ugualmente complicate: come mai allora solo 8 mesi fa Roger metteva in fila tutti gli avversari? New York deve essere interpretata solo come una situazione di passaggio, un torneo sbagliato e andato male in cui una serie di fattori hanno impedito allo svizzero di giocare per la vittoria.

Alessandro Orecchio


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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