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Gli Stati Uniti picchiano duro: Russia battuta 3-0 e a casa

Di Redazione

Un risultato indiscutibile, un’affermazione forse anche più netta di quanto non dica il punteggio finale – 3-0 (25-22, 25-23, 25-23 ) – nonostante due match ball sprecati e qualche set point fallito di troppo. Gli Stati Uniti giocano meglio e con più cattiveria di fronte a una Russia balbettante e mai convincente.

La Russia che – non lo si può dimenticare – era considerata la vera favorita di questo Mondiale, inizia la sfida con gli Stati Uniti esattamente come aveva concluso quella con il Brasile: male. Una squadra in grande difficoltà a muro, ma soprattutto al servizio e con una notevole carenza di fiducia in se stessa.

Senza strafare gli USA giocano punto a punto prendendosi niente più che i break necessari con Christenson che offre grandi opportunità ora a Sanders, ora Russell, ora ad Anderson variando ampiamente il gioco. States che non devono faticare nemmeno più di tanto per prendersi il primo punto (25-22).

Secondo set che viaggia sulla falsariga del primo: nonostante qualche acuto di Muserskiy la Russia continua a evidenziare un servizio poco incisivo: Shliapnikov butta dentro prima Poletaev e Butko, poi Kliuka ma ci sono ancora troppi errori in attacco e gli Stati Uniti si trovano a gestire un gap di quattro punti per chiudere il secondo set. Americani spreconi, russi che recuperano e forse ci credono anche ma Grankin fallisce l’unico servizio che non poteva permettersi di sbagliare. E sul 2-0 per gli Stati Uniti la Russia è praticamente fuori (25-23).

Nel terzo set Shliapnikov tenta la carta della disperazione richiamando in panchina un furibondo Volkov, nemmeno un punto a referto, e inserendo Volvich: l’inizio di frazione è appena accettabile soprattutto nelle percentuali del muro ma in due minibreak gli Stati Uniti si prendono quattro punti che diventano un tesoretto da difendere con le unghie fino al termine della partita. La squadra americana prosegue graniticamente con i suoi titolari e non cambia nulla sotto l’aspetto della formazione ma soprattutto dell’atteggiamento. La reazione russa è confusa e tardiva: impressionante la precisione di Christenson che nei momenti più pesanti non sbaglia un cambio palla alternando il gioco su tutte le sue bocche da fuoco. La Russia in più di un’occasione si ritrova senza muro. È questione di pochi scambi e di un minimo di pazienza e gli Stati Uniti ottengono il doppio obiettivo di essere sicuramente alla Final Four e di eliminare la Russia. Risultato clamoroso ma del tutto legittimo.

Stati Uniti-Russia 2-0 (25-22, 25-23, 25-23)

Stati Uniti: Anderson 9,  Russell 17, Sander 15, Mcdonnell 5,  Christenson 2, Holt 4, E.Shoji (L). Non entrati: Jendrik, K.Shoji, Patch, Langlois, Averill, Smith, Watten (L). Allenatore John Speraw.

Russia: Volvich 1, Grankin 1, Volkov, Sokolov, Butko, Muserskiy 12, Poletaev 7, Verbov (L), Mikhaylov 9, Kliuka 11, Kurkaev 4. Non entrati: Vlasov, Rodichev, Berezkho (L). Allenatore Sergei Shliapnikov.

Arbitri: Hernan Gonzalo Casamiquela (Argentina), Fabrizio Pasquali (Italia).

Spettatori: Pala Alpitour Torino, 8250.

Durata Set: 29’, 32’, 31’. Total Time 1.32’.

Ace: 4-2

Muri: 6-9


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