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LBA – Marco Calvani presenta Jeffrey Carroll a Treviso

LBA - Marco Calvani presenta Jeffrey Carroll a Treviso

Fino al lockdown l’ha avuto in forza a Bergamo, consapevole che Jeffrey Carroll non sarebbe rimasto in A2 oltre una stagione viste le sue qualità. Così Marco Calvani descrive il giocatore strappato ai South Bay Lakers della G-League e che esordirà in serie A con la maglia della De’Longhi Treviso alla penna di Alberto Mariutto de Il Gazzettino di Treviso.

Posizione in campo. Innanzitutto mi ha stupito la capacità di Jeffrey di coprire gli angoli nel gioco in campo aperto, quando non è possibile andare direttamente a canestro: non ho idea se sia un suo talento naturale o se gli sia stato trasmesso ai tempi dell’high school o del college.

Fatto sta che, finita l’azione difensiva, corre sempre lungo il campo in velocità per piazzarsi negli angoli: per un coach come me, a cui piace giocare in campo aperto, è una dote fondamentale. Se l’attacco alalrga gli spazi, la difesa è costretta a fare delle scelte.

Tiro. Apprezzo la sua naturalezza nel tiro da tre, in campo aperto ma anche a difesa schierata, sia a uomo sia a zona. Nella pallacanestro moderna è un elemento imprescindibile.

Socievolezza. È una persona che si diverte a stare con i compagni. Non è un chiacchierone, né un musone. A volte è un insospettabile istrione: di solito è tranquillo, ma improvvisamente può diventare il mattatore della serata. Mi sono trovato bene con lui, anche il suo rapporto con club e tifosi è sempre stato ottimo.

C’è tanto da lavorare. Per quanto io abbia visto, non ha le qualità tecniche per poter essere una guardia ai massimi livelli in Europa, né la struttura fisica per competere in posizione da tre.

Però a volte alcune convinzioni si rivelano errate: molti giocatori sono stati capaci di sopperire alle proprie lacune esaltando altre qualità.

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