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LBA – Rok Stipcevic: “A Sassari si lavora con passione”

LBA - Rok Stipcevic: "A Sassari si lavora con passione"

Proseguono le dirette sul canale ufficiale Instagram @dinamo_sassari: ieri sera ospite speciale un ex d’eccezione, Rok Stipcevic. Il giocatore croato, a Sassari dal 2015 al 2018, ha risposto con la sua proverbiale schiettezza e ironia alle tante domande dei tifosi, dopo aver tracciato il suo bilancio generale sulla stagione trascorsa in maglia Fortitudo prima dello stop ufficiale del campionato. In questi anni Rok non ha mai nascosto il profondo legame con l’isola e il popolo sardo, restando un giocatore molto amato dai tifosi biancoblu.

“Sono a casa in Croazia con la mia famiglia _ha raccontato in diretta da Zara_, qui c’è più libertà e si sta meglio, i numeri di contagiati sono pochi quindi ci è permesso fare più cose. Prima di tornare in Croazia sono rimasto da solo a Bologna quasi un mese, poi quando è arrivata l’ufficialità della fine del campionato ho fatto le valigie e sono rientrato a casa”. 

Qual è il tuo bilancio di questa stagione?

“Appena sono arrivato sapevo che il mio ruolo non era quello del passato, mi hanno chiesto di dare una mano al coach e a Fantinelli che era un playmaker all’esordio in serie A. L’unica cosa che conta è il risultato di squadra, noi siamo stati bravi e abbiamo fatto tanto più di quel che ci si aspettava, siamo arrivati tra le prime 8 a fine del girone di andata, alla fine sono molto contento”.

Come ti sei trovato a Basket city?

“Mi sono innamorato di Bologna, è una bella città e si sta bene, hai tutto vicino, è piccola abbastanza ma altrettanto grande per poter vivere bene. Non c’è il traffico di Milano o Roma, mi sono trovato molto bene soprattutto perché ha una grande tradizione per la pallacanestro, mi sono goduto i miei mesi lì”.

Hai avuto il privilegio di vivere il derby con la Virtus…

“Il derby è davvero una cosa speciale per il basket italiano, non avevo mai visto e vissuto una cosa così, mi dispiace non si sia giocato il ritorno al PalaDozza”. 

Cosa ti manca della Sardegna?

“Sassari è al primo posto, anche lo scorso anno sono venuto per il matrimonio di Brian Sacchetti mi sono innamorato nuovamente della Sardegna, sono stato a La Maddalena e a Caprera, tutta l’isola è stupenda. Poi son ritornato da avversario, ho visto tutti gli amici e i tifosi che mi aspettavano al palazzetto… è stato emozionante”. 

Qual è il ricordo a cui sei più legato?

“Direi che sono rimasto legato a tante persone, stavo benissimo, non guardo nel dettaglio, le amicizie rimangono per sempre”.

Quest’anno Miro Bilan, tuo compagno di nazionale, ha indossato la maglia della Dinamo. Hai avuto modo di parlarci?

“Miro è un ragazzo super, ci siamo sentiti tanto anche prima che firmasse per Sassari, gli ho consigliato di venire alla Dinamo. E’ molto contento, mi fa piacere perché se lo merita”.

Che ricordi hai della Final Eight 2017 di Rimini?

“Per la prima volta ho vinto a scacchi contro Dusko Savanovic _ride_; mi dispiace perché abbiamo perso contro un grande Hickman, nessuno scommetteva su di noi, abbiamo battuto due squadroni come Avellino e Brescia. Ho tanti bei ricordi ma resta il rammarico per non aver alzato quella Coppa Italia”.

Con quali degli ex compagni in biancoblu sei rimasto legato?

“Dusko Savanovic, Brian Sacchetti, Jack Devecchi, Lollo D’Ercole e Diego Monaldi mi sento con tanti ex compagni ma con loro sono quelli con cui sono rimasto più legato”.

Che idea ti sei fatto della crescita di Marco Spissu?

“Sono molto contento per Marco: ogni mese fa un passo avanti, sta crescendo come deve fare, merita quello che sta facendo”.

Negli anni qui hai dimostrato un amore viscerale per la Sardegna…

“Mi piace il modo in cui tutti i sardi una volta che ti accettano ti fanno sentire a casa, in tanti mi hanno sempre portato cibo a volontà. Ho conosciuto persone stupende, girato l’isola e avuto la fortuna di conoscere una signora centenaria ad Orgosolo alla quale ho chiesto consigli su come vivere per così tanti anni. Devo ringraziare sempre una signora che il giorno della partita mi faceva l’in bocca al lupo e regalava sempre qualcosa da mangiare. La zuppa gallurese mi è rimasta nel cuore e il porcetto mi manca da morire. Quando verrò in Sardegna sarà la prima cosa che mangerò”.

Cosa ti manca di più di Sassari?

“L’affetto della gente, l’ospitalità e l’ambiente che ti fa sentire uno di loro. Ogni posto in cui vado mi fa sentire a casa”.

Consiglio per chi vuole arrivare in alto?

“Credere in sè stessi, non ascoltare chi parla male e allenarsi tre volte più degli altri”.

La tua partita più bella in maglia Dinamo?

“In generale non ho una partita preferita ma forse quella semifinale con Brescia è stata la più bella. E anche contro Ludwingsburg in Germania. Il giorno prima abbiamo fatto uno scherzo con Monaldi e Savanovic, non stavo bene prima della partita e poi alla fine ho giocato benissimo”.

Hai un rimpianto degli anni a Sassari?

“La finale persa con Milano in Coppa Italia. La mia prima stagione a Sassari è stata molto difficile dopo il triplete, tutti volevano batterci e ci aspettavano agguerriti. Per fortuna il secondo anno ci siamo rifatti”.

Il miglior allenatore che hai avuto?

“Carlo Recalcati è stato il mio primo allenatore all’estero, quando sono arrivato in Italia ho capito che è un signore dentro e fuori dal campo. Lo sento molto anche ora”.

Ti piacerebbe essere allenato da Pozzecco?

“Poz non è quello di 8 anni fa, ora sta facendo un gran lavoro con Dinamo, secondo me supportato da una grande società stanno crescendo insieme. Per me sarebbe un piacere giocare per lui. Tira fuori il meglio di ognuno”. 

Chi avrebbe vinto il campionato se la stagione fosse proseguita e chi avresti visto come Mvp?

“Ti direi che Sassari e Venezia erano le squadre più competitive, come Mvp scelgo Adrian Banks di Brindisi, hanno giocato in pochi come lui durante la stagione”.

Dove ti vedi tra 10 anni?

“Spero di essere allenatore. In una squadra che fa le coppe europee, mi piacerebbe farlo ma ad alto livello, voglio proseguire con un ruolo nel mondo della pallacanestro”. 

Com’è stata l’esperienza in Lituania?

“Ottima in un paese matto per la pallacanestro, dove non esistono altri sport. Ho avuto modo di vivere di persona la rivalità tra Rytas e Zalgiris: ricorderò per tutta la vita quella stagione, abbiamo vinto la coppa davanti a 17 mila persone a Kaunas”.

Come immagini la ripartenza post Coronavirus?

“Sono ottimista, penso che a settembre sarà tutto più calmo e si ricomincerà normalmente. Forse all’inizio ci sarà la paura ma pian piano si tornerà a come eravamo prima. Non voglio pensare che sarà diverso, io gioco per divertirmi insieme ai tifosi, non riesco a pensare ad un basket con il palazzetto vuoto”. 

Un pensiero finale sul mondo Dinamo…

“La società che sta crescendo, negli ultimi 10 anni è tra quelle che ha vinto di più, voglio solo che continui ad andare avanti così passo dopo passo e le auguro il meglio. Ha la Sardegna dietro che spinge, tutti sono orgogliosi di essere tifosi, ognuno fa il suo lavoro in maniera appassionata e questo fa la differenza per arrivare in alto. Tornerò presto in Sardegna, anche solo in vacanza”.

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