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Intervista: Valentina Arrighetti senza fine… “A Genova gioco in casa”. L’hobby: “Foto album sui campi di Serie B…”

Valentina Arrighetti con la maglia dell’Olympia Voltri Genova

GENOVA – Scudetti: 2, uno a Bergamo e uno a Conegliano; Champions League: 2 con la maglia di una storia società che ha fatto la storia di questo sport, la Foppapedretti Bergamo; un oro Europeo nella magica avventura del torneo 2009 con Massimo Barbolini alla guida della Nazionale e con lui una Grand Champions Cup e una Coppa del Mondo in affascinanti tornei maratona in Giappone.
Questa la parte più corposa (ma non è tutta) della bacheca di Valentina Arrighetti, classe ’85, oggi stella della serie B1 nazionale in campo con la stessa voglia immutata di giocare che aveva in A1 ma con i giusti ritmi, con i giusti spazi anche per una vita futura che è ancora tutta da definire.
“Gioco a pallavolo ma se mi chiede cosa farò dopo ancora non lo so. Ora mi diverto, mi trovo bene qui a Genova, abito a casa mia e faccio le cose che mi piacciono, poi si vedrà”.
Ex azzurra, ex centrale di primo livello nazionale, ma anche internazionale (un anno in Azerbaijan, al Lokomotiv Baku) “Vale” Arrighetti oggi veste la maglia dell’Olympia Voltri Genova, attualmente impegnata nei play off promozione. Proprio nel weekend ha superato in Piemonte il Parella Torino 0-3 nella gara di andata del primo turno.
“Se le cose andranno bene, bene, forse anche in maniera inaspettata, ovvero se arriverà la promozione in A2, potrei anche chiudere la mia carriera. Tornare in serie A non è nelle mie corde”.
Tra A2 (3 anni) e A1 (14 anni in 7 diversi club) a pallavolo ad alto livello ha giocato, non ci tornerebbe?
“No, grazie. Ho già dato. Quella di Genova, di tornare a casa e giocare nella squadra della mia città è stata una scelta di vita.Mi ricordo ancora il Mondiale per club con Novara, non ce la facevo proprio più a quei ritmi, anche se di quella società ho un ricordo spettacolare. In carriera ho vissuto con ragazze come Piccinini e Lo Bianco, che erano vere Wonder Woman, io dopo 10 anni di nazionale e club avevo bisogno di cambiare”.
Vincere non bastava più?
“Le vittorie sono davvero bei ricordi, belle esperienze, ma erano sempre più lontane. Le annate più belle? Quelle di Bergamo e le due di Busto Arsizio”.
A proposito di campionato, l’ha visto?
“Sì, due campionato, l’Imoco da una parte e e altre, anche se Novara avrebbe meritato una gara 3 in finale scudetto. Egonu? E’ la più forte giocatrice al mondo, ma vi dico anche che Caterina Bosetti ha fatti un anno super. E se penso alle Olimpiadi vi dico che – da tifose – ho aspettative altissime, non vedo l’ora che inizino”.
Da tifosa azzurra al ruolo di veterana in squadra. Come è stata accolta?
“Il timore reverenziale che poteva esserci inizialmente è durato poco. E’ vero che in squadra ci sono molte ’99/2000, ma io sono più ‘pazza’ di loro”.
La sua Genova è la città dell’ex ponte Morandi. Lei abita a Nervi, la palestra, il PalaFigoi, è proprio dall’altra parte del Polcevera, ha vissuto il problema?
“Non più di tanto, l’anno prima invece mi è stato raccontato del disagio per raggiungere la palestra e non solo. Ma questo è stato l’anno del covid, si tende a dimenticare”.
Anche il pubblico che quest’anno non si è visto. Dalle ampie platee della serie A e della nazionale ad un anno a porte chiuse in B1, un bel salto, come l’ha affrontato?
“Come tutti. Abbiamo giocato sapendo che in streaming ci seguivano più di 5/600 persone a partita. Poi mi sono inventata un nuovo hobby”.
Ce lo racconti…
“Dopo anni di parquet pregiati e taraflex, ora giocando nelle palestre di B ho calcato manti incredibili. Ho così iniziato a fotografare le superfici dove ho giocato in questa stagione. Ho foto di campi in cemento con pochi millimetri di gomma sopra”.
Un’altra vita, un’altra storia. Finirà con una promozione?


Fonte: https://www.volleyball.it/feed/


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