La prima partecipazione di Ben Shelton alle Nitto ATP Finals si è conclusa senza vittorie, con un bilancio di 0-3 nel girone e il ko finale contro Jannik Sinner per 6-3, 7-6. Un epilogo amaro per il mancino statunitense, che però ha scelto di guardare avanti, sottolineando come questa esperienza rappresenti uno stimolo per il futuro.
“Chiudere così fa male, certo. Non è quello che speravo, ma il tennis è fatto di alti e bassi”, ha detto Shelton in conferenza stampa. “Questa settimana mi darà ancora più motivazione per lavorare in vista del 2026. Non vedo l’ora di ricominciare”.
“Non ero al mio miglior livello dopo l’infortunio”
Shelton ha raccontato le difficoltà vissute negli ultimi tornei della stagione, dopo l’infortunio patito allo US Open. Pur avendo disputato alcune buone partite – come quella contro Rublev a Parigi – ha ammesso di non aver ritrovato pienamente le sue sensazioni.
“Non ero al mio massimo. Tornare in campo dopo un periodo fermo non è semplice. Devo ritrovare ritmo, movimento, scioltezza. E farlo quando gli altri sono in gran forma, a fine anno, è ancora più complicato”, ha spiegato.
Contro Sinner, Shelton ritiene di aver disputato un buon incontro, sottolineando però una costante: “In tutte le partite qui, gli avversari hanno servito meglio di me. Non è un allarme, so quanto forte sia il mio servizio, ma è stata una differenza chiave”.
Obiettivo 2026: colmare il gap con i migliori senza snaturarsi
Guardando al nuovo anno, Shelton ha chiarito che il suo obiettivo è continuare a migliorare, pur mantenendo intatta la propria identità di gioco.
“Inseguo sempre chi è davanti a me, ma senza dimenticare ciò che mi rende speciale”, ha detto. “Giocare contro i migliori del mondo ti fa capire tante cose. Non sono ancora il giocatore che voglio diventare. Ho tantissimo da migliorare”.
Uno dei vantaggi, secondo lui, è che il periodo di stop causato dall’infortunio gli ha permesso di arrivare alle Finals meno logorato: “Non devo staccare per settimane prima di allenarmi. Posso mettermi subito al lavoro”.
Il miglioramento: un percorso lento, ma inevitabile
Shelton ha parlato anche del processo che lo porta a crescere come giocatore, sottolineando come i progressi non arrivino mai in modo immediato.
“Nel tennis non ottieni risultati subito. Puoi lavorare per mesi senza vedere cambiamenti, e poi all’improvviso tutto si sblocca. Succede sempre così nella mia carriera. La chiave è continuare a lavorare con costanza”.
Un tennis fatto di incontri, non solo di ranking
Alla domanda su quanto sia vicino ai primissimi del mondo, Shelton ha spiegato che il confronto non può essere ridotto a due nomi.
“Non puoi guardare solo ai primi due. Ognuno ha uno stile diverso: Sinner, Alcaraz, Zverev, Fritz, Djokovic… Ogni matchup è una storia a sé. Contro alcuni mi trovo benissimo, contro altri devo trovare soluzioni diverse”.
Secondo Shelton, la capacità di adattarsi è ciò che distingue i campioni: “Non puoi innamorarti di un solo piano tattico. Devi saper cambiare, restare fedele ai tuoi punti di forza ma trovare modi nuovi per mettere in difficoltà gli altri”.
Sinner e le superfici: “Qui è ancora più letale”
Shelton ha poi analizzato le differenze del confronto con Sinner in base alle superfici su cui si sono affrontati negli ultimi due anni.
“In Australia ti fa correre ovunque, costruisce i punti benissimo. Indoor, invece, diventa devastante al servizio: precisione assoluta, colpi che tolgono il tempo. Qui a Torino è difficilissimo da affrontare”.
Pur avendo portato Sinner al tiebreak – unico al mondo a riuscirci negli ultimi due anni al Pala Alpitour – Shelton ha riconosciuto il valore dell’azzurro: “Serve in modo impressionante, ma ciò che lo rende speciale è la capacità di adattarsi. I migliori sanno vincere su qualsiasi superficie, ed è ciò che voglio imparare anch’io”.
Pronto a ripartire
La stagione si chiude senza vittorie alle Finals, ma con una prospettiva chiara: Shelton vede il 2026 come l’anno in cui potrà compiere un salto di qualità significativo.
“Mi concentrerò sull’essere più completo e su come rendere scomodi per gli avversari i miei colpi. So che i risultati arriveranno. Lavorerò ogni giorno per questo”.
Francesco Paolo Villarico
