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    Wta Bad Homburg, Paolini fuori in semifinale: Swiatek vince 6-1, 6-3

    Nulla da fare per Jasmine Paolini. A Bad Homburg a vincere è Iga Swiatek con il punteggio di 6-1, 6-3 dopo un’ora e 5 minuti di gioco. Una partita controllata da parte della polacca che nel primo set ha conquistato tre break (oltre a esser stata perfetta al servizio) per il 6-1 dopo 29 minuti di gioco. Nel secondo parziale, invece, Paolini aveva subito strappato il break in apertura, ma ha poi perso la battuta a zero nel game successivo. Ristabilita la parità, Swiatek è tornata a comandare e ha conquistato il break per il 4-2 nel corso del 6° game e ha chiuso il match. In finale (la sua prima di questo 2025), Swiatek affronterà la vincente tra Pegula e Noskova. LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Ferrari, La Vela, Pecci – tre azzurri per il titolo

    Giuseppe La Vela nella foto – Foto Antonio Milesi

    Ci sarà soltanto il ceco Matthew Donald a contendere ai giocatori italiani il successo al torneo ITF di Bergamo. Gianmarco Ferrari ha fatto valere la sua esperienza contro Rahmani, mentre la corsa di Rottgering si è bloccata contro lo stato di forma di Alessandro Pecci.
    È rimasto un solo straniero a contendere all’Italia il titolo al Trofeo TNB Azimut Investimenti (15.000$, terra battuta). Con un’impennata d’orgoglio, gli azzurri hanno cancellato le ambizioni delle due stelline del torneo, l’olandese Mees Rottgering e l’iraniano Kasra Rahmani. Nella giornata dedicata ai quarti, Rahmani si è arreso a Gianmarco Ferrari, bisognoso di vittorie dopo un periodo difficile: poca attività nella seconda metà del 2024 e un solo risultato di rilievo nella stagione in corso (la semifinale a Santa Margherita di Pula). Con un best ranking al numero 387 ATP, Ferrari ha un po’ perso il treno degli immediati rincalzi azzurri, ma il suo tennis mancino e potente vale più dell’attuale 604esima posizione. In realtà, contro Rahmani, i due hanno reciprocamente annullato il vantaggio di essere mancini ed è stato un match a specchio. L’iraniano è un giocatore leggero, si muove bene e possiede una gestualità fluida, ma non è ancora pronto al salto di qualità. Ferrari ha fatto valere il suo status di giocatore già formato e si è imposto 6-2 4-6 6-2, peraltro dopo aver rimontato da 1-4 a 4-4 nel secondo. In quel momento, Rahmani ha dato il meglio di sé ma ha pagato gli sforzi nel terzo. In semifinale Ferrari se la vedrà con Giuseppe La Vela, bravo a emergere dalla parte di tabellone rimasta libera dopo l’eliminazione Stefanos Sakellaridis, numero 1 del tabellone. La Vela ha bloccato il sogno di Leonardo Malgaroli, ultimo bergamasco in gara, al termine di un match molto combattuto (1-6 6-1 7-5 lo score), in cui il braccio di Malgaroli ha tremato quando è andato a servire nel dodicesimo game al terzo set. Tra Ferrari e La Vela c’è un precedente, nettamente a favore del primo (6-0 6-3 a Santa Margherita di Pula nel 2023)
    PECCI, DIECI VITTORIE SOLTANTO A GIUGNOTermina anche l’avventura di Mees Rottgering: pur confermando di avere un buon potenziale, si è arreso 7-6 6-2 ad Alessandro Pecci. Il romagnolo sta vivendo un periodo molto positivo: nel solo mese di giugno ha raccolto un bilancio di 10 vittorie e 3 sconfitte, e ha confermato la sua solidità contro un avversario già competitivo, ma che in certi momenti ha mostrato tutta la sua inesperienza. Perso il tie-break di un combattuto primo set, si è disunito e ha permesso a Pecci di prendere il largo in avvio di secondo. A cercare di impedire un successo azzurro è rimasto il ceco Matthew William Donald, classe 2004 e con una buona carriera giovanile alle spalle (è stato n.33 ITF), ma che da professionista non ha raccolto particolari risultati, perdendo le tre finali giocate, tutte sul cemento (l’ultima lo scorso novembre a Monastir). Dopo aver battuto Fausto Tabacco al primo turno, nei quarti si è ripetuto (6-3 6-3 lo score) contro il fratello Giorgio. Per giocare la sua prima finale sul rosso dovrà battere il favorito Pecci, in un match inedito. Il programma scatterà alle 10.30 con la finale del doppio (ci sarà il bergamasco Malgaroli, in compagnia di Samuele Seghetti), poi alle 12.30 e alle 14.30 si giocheranno le due semifinali. A prescindere dai risultati, il torneo sta ricordando al pubblico quanto sia grande l’equilibrio nel professionismo attuale: giocatori con classifiche molto diverse tra loro danno vita a match molto equilibrati, segno di un innalzamento del livello medio generale, tutto a favore dello spettacolo. Proprio quello che ci sarà negli ultimi due giorni di gara. LEGGI TUTTO

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    Da Milano: Marco Cecchinato è tornato alle origini

    Marco Cecchinato nella foto – Foto Francesco Peluso

    Al primo torneo dopo aver ripreso a viaggiare con il cugino Francesco Palpacelli (che per primo gli aveva messo una racchetta in mano), Marco Cecchinato centra subito la finale. Stoppa le ambizioni di Vasamì e in finale troverà Dino Prizmic, imbattuto da 14 partite. “Grazie a Francesco sto ritrovando l’entusiasmo e la passione che avevo da bambino”.
    Bastava osservarlo in questi giorni per capire che era cambiato qualcosa. Tra i vialetti e le strutture dell’ASPRIA Harbour Club c’era un Marco Cecchinato rilassato, tranquillo, sorridente, come non lo si vedeva da tempo. E stava covando un risultato che anche il diretto interessato – per sua stessa ammissione – non si aspettava: la finale all’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (91.450€, terra battuta). Sarà la diciassettesima in carriera in un torneo Challenger, la prima dopo quasi tre anni (Rio de Janeiro 2022). La conferma è arrivata dalle sue parole dopo il 6-3 6-3 con cui ha stoppato la corsa di Jacopo Vasamì, che dunque non potrà eguagliare Sinner come precocità nella prima vittoria in un Challenger. “L’anno scorso è iniziato un processo lungo – dice Cecchinato – ho avuto un brutto infortunio e mi sono fermato per cinque mesi. Nel 2025 mi sono voluto prendere un anno intero per ritrovare una certa classifica, sufficiente per giocare gli Slam e i tornei ATP”. Guarda caso – ma non è un caso, a giudicare dall’entusiasmo con cui lo dice e dal suo sguardo felice – la finale è arrivata al primo torneo in cui ha ripreso a lavorare con lo zio Francesco Palpacelli, la stessa persona che tanti anni fa gli aveva messo una racchetta in mano. “Avevo iniziato l’anno con un coach, le cose non sono andate bene e così Francesco mi seguirà da qui a fine anno, sempre appoggiandoci a Max Sartori a Vicenza”. C’era Palpacelli nove anni fa, quando Cecchinato vinceva il torneo, ci sarà anche nella finale contro Dino Prizmic. “Onestamente non me l’aspettavo, anche se a Milano sono di casa – racconta – Carlo Alagna e Massimo Lacarbonara mi trattano benissimo ed è grazie a loro che sto giocando questo torneo con una wild card. Però devo dire che mi sto allenando bene, e da qualche settimana sto giocando buoni match contro avversari forti. Qui a Milano direi che sto giocando un… buon tennis, peraltro battendo avversari mancini, storicamente ostici per me”.
    SECONDA CARRIERA“Buon tennis”: Marco lo dice quasi sottovoce, con pudore, mostrando una modestia che può essere un buon ingrediente per la rinascita. Contro Vasamì ha sofferto soltanto nel secondo game dell’incontro, cancellando una palla break al termine di un gioco di 14 punti, poi è stato quasi un monologo. “È stata una masterclass di tennis sulla terra battuta” qualcuno ha sussurrato in tribuna. Il momento chiave è arrivato sul 3-3: sotto 0-30, Vasamì ha provato a mettere il turbo nel momento difficile, come gli era spesso riuscito nei turni precedenti. Ha rimontato, ha cancellato una palla break con una sontuosa prima palla a uscire, ma Cecchinato è riuscito a strappargli il servizio alla seconda opportunità. Perso il servizio, il romano ha lanciato via la racchetta, gesto-simbolo a certificare che si era un po’ rotta la magia di questa settimana. C’è stato un parziale di sei giochi a zero e un Cecchinato attento e umile non si è più voltato indietro, urlando di gioia dopo l’ultimo punto. “Mio cugino mi sta facendo il lavaggio del cervello – continua – non devo pensare al passato, questa deve essere una seconda carriera. Dopo ogni vittoria devo essere felice, e oggi lo ero davvero tanto. Questa è la base: dove essere pronto a lottare e soffrire a ogni partita, soprattutto contro avversari che un tempo battevo, ma che oggi richiedono un gran livello per essere superati. Anche nelle piccole cose: per esempio, dopo ogni partita mi alleno per 20 minuti: direi che mio cugino mi sta facendo ritrovare le sensazioni di quando ero piccolino. Ho ritrovato la passione per il tennis, qualcosa che ultimamente mi era mancata”.
    “FRANCESCO È COME UN FRATELLO”Sarà una frase fatta, ma a quasi 33 anni (li compirà il 30 settembre), oggi Cecchinato trasmette una serenità quasi contagiosa, come se avesse lavato via le ruggini di gioventù. “Credo che la mia principale qualità attuale sia la voglia di rimettermi in gioco. È una sfida personale, anche perché ho raggiunto tutti i sogni che avevo da piccolo: entrare tra i top-100, diventare numero 1 d’Italia, giocare tutti gli Slam in tabellone…. per quelli che erano i miei sogni, ho fatto tanto. Adesso sto ritrovando la passione per lo sport: da quando ero uscito dai top-100 mi mancava un po’”. Anche su questo, il merito è di Palpacelli: “Ceck” lo nomina ancora, sottolineando come si trovi a suo agio circondato da persone che gli vogliono bene. “Voglio citare Max Sartori, che c’è stato per tutta la mia carriera, e il preparatore atletico con cui lavoro da qualche settimana, Luca Franco: ci tiene davvero tanto. Ma Francesco, per me, è come un fratello. Gli devo tanto e sento anche una certa responsabilità nei suoi confronti”. Non potevano mancare due parole su Vasamì, sconfitto in un vero e proprio scontro generazionale, chiuso da un bell’abbraccio dopo l’ultimo punto. “Alla stretta di mano gli ho detto che ha un gran futuro: certo, deve lavorare tanto sul piano tecnico e tattico, ma non voglio sbilanciarmi perché era la prima volta che lo vedevo – chiude il siciliano – però ha una facilità di gioco estrema, è mancino, ha un gran servizio… se lavora bene con il suo team, abbiamo un grandissimo talento e lo vedremo ad alti livelli”.
    PRIZMIC NON SI STANCA MAIPer vincere l’ottavo Challenger in carriera dovrà battere il favorito Dino Prizmic, che nella seconda semifinale ha avuto bisogno di 2 ore e 35 minuti per battere il rampante Rafael Jodar. La durata del match fa capire quanto sia stato laborioso il 3-6 6-3 6-2 con cui il croato ha raccolto la 14esima vittoria di fila. Dopo Zagabria e Bratislava, il croato cercherà il terzo titolo di fila. Il match è stato combattuto per merito dello spagnolo, che l’aveva preparato benissimo: con una strategia molto aggressiva ha sorpreso Prizmic, scippandogli il primo set. Quando il croato è entrato “in temperatura”, Jodar ha avuto il merito di tenere duro e non mollare una singola palla: sotto 5-1 nel secondo, si è portato sul 5-3 e palla del 5-4. Anche nel terzo, sempre in svantaggio, ha tenuto duro su ogni singolo punto, obbligando Prizmic a mettere in mostra in mostra tutte le sue doti di combattente. Dovesse vincere il torneo, sarebbe il primo croato a sollevare L’ASPRIA Tennis Cup, mentre l’Italia ha raccolto quattro successi (Di Mauro, Volandri, Cecchinato e Moroni). La finale si giocherà non prima delle 16.30 (con diretta TV su SuperTennis), ma il programma si aprirà due ore prima con la finale del doppio, che vedrà in campo Matthew Christopher Romios e Ryan Seggerman (australiano e americano), opposti allo statuinitense George Goldhoff e al taiwanese Ray Ho. Per l’ultimo atto del torneo, l’ingresso sarà riservato ai possessori di biglietto. Per l’ultima giornata, i tagliandi (acquistabili anche sul momento, all’ingresso dal lato parcheggio del club) costeranno 30 euro.
    Center Court – ore 14:30Matthew Christopher Romios / Ryan Seggerman vs George Goldhoff / Ray Ho Dino Prizmic vs Marco Cecchinato (Non prima 16:30) LEGGI TUTTO

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    Sinner, scossa nel team: Possibile motivo? Un’intervista non gradita all’azzurro da parte di Panichi

    Photo credits belong to Dan Istitene/Getty Images

    Jannik Sinner è tornato oggi al centro delle notizie, non solo per il sorteggio del tabellone principale di Wimbledon 2025, che lo vede tra i grandi protagonisti e candidati al titolo, ma anche per una novità inaspettata all’interno del suo staff. Due figure chiave del suo team, i preparatori fisici Marco Panichi e Ulises Badio, hanno infatti lasciato il gruppo di lavoro dell’azzurro.
    Secondo quanto trapela da fonti italiane, alla base di questa separazione ci sarebbe una vecchia intervista rilasciata da Panichi alcuni mesi fa, che non sarebbe stata particolarmente apprezzata dall’entourage di Sinner. Panichi e Badio erano entrati a far parte del “Team Jannik” in seguito alla vicenda del clostebol che aveva portato all’allontanamento di Ferrara e Naldi. Il cambio, dunque, segna un nuovo capitolo nell’evoluzione della squadra attorno al numero uno del mondo.Per ora non ci sono state dichiarazioni ufficiali da parte di Sinner né dei diretti interessati, ma è probabile che nelle prossime ore possano emergere ulteriori dettagli sui motivi della rottura e sulle future scelte del tennista altoatesino in vista di Wimbledon.
    Un cambio di rotta improvviso che arriva in un momento chiave della stagione: occhi puntati ora sia sul campo che fuori, per capire come reagirà Sinner a questa novità e quali saranno i prossimi tasselli del suo team.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Wimbledon, gli orari del primo turno (tutto su Sky): apre Fognini-Alcaraz

    Fognini apre il programma dell’edizione 2025 sul Centrale di Wimbledon: affronterà lunedì 30 giugno alle 14.30 il campione in carica Alcaraz. Nello stesso giorno in campo Berrettini e Paolini. Martedì 1 luglio sarà la volta di Sinner nel derby con Nardi, in campo anche Musetti, Cobolli e Sonego. Qui il calendario del 1° turno di Wimbledon (sono ufficiali solo gli orari dei match di lunedì). Il torneo è in esclusiva su Sky Sport e in streaming su NOW dal 30 giugno al 13 luglio
    SINNER, LA CONFERENZA LIVE DA WIMBLEDON LEGGI TUTTO

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    Hurkacz salta Wimbledon, ginocchio di nuovo infiammato

    Hubert Hurkacz nella foto – Foto Getty Images

    Burtte notizie da Hubert Hurkacz. Il polacco ha annunciato l’amara decisione di rinunciare all’edizione 2025 di Wimbledon per una ricaduta dell’infortunio al ginocchio che lo sta penalizzando da molto tempo. Dopo l’operazione l’ex semifinalista dei Championships è tornato alle competizioni senza ritrovare la miglior forma (e risultati), adesso un’infiammazione lo costringe al forfait. L’ha annunciato con un post social che riportiamo.
    “Un post difficile da scrivere. Insieme al mio team abbiamo deciso per il ritiro dall’edizione 2025 di Wimbledon. Durante la preparazione il mio corpo ha sofferto un’infiammazione alla membrana sinoviale, cosa che fa parte del processo di recupero dalla operazione. La cosa richiede riposo e trattamento, devo ascoltare quello che dice il mio corpo” scrive il polacco, ringraziando per il supporto ricevuto dai suoi fans.

    pic.twitter.com/7eg6nTM5mC
    — Hubert Hurkacz (@HubertHurkacz) June 27, 2025

    Hurkacz nel sorteggio effettuato stamattina aveva pescato al primo turno il britannico Harris, che così affronterà al posto di Hurkacz un lucky loser. Dopo non aver difeso i punti della finale di Halle, persa da Sinner nel 2024, il polacco è scivolato al n.39 del ranking mondiale.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    WTA 500 Bad Homburg: Paolini s’inchina a una Swiatek perfetta

    Jasmine Paolini nella foto

    “Too good”. Davvero troppo brava Iga Swiatek per Jasmine Paolini nella prima semifinale del WTA 500 di Bad Homburg. Sull’erba tedesca la polacca gioca un tennis favoloso per velocità d’esecuzione, aggressività e copertura del campo, fortissima in risposta e più rapida della toscana nel comandare il tempo di gioco. Finisce 6-1 6-3 per l’ex n.1 del mondo, che così conquista la sua prima finale del 2025 e primissima sull’erba, dove mai finora ha brillato in carriera. Iga ha giocato un tennis brillante, come nelle sue migliori giornate, tanto che sembrava vederla in una delle sue dominanti prestazioni “sul rosso”, dove è stata a lungo quasi imbattibile, piuttosto che sugli “infidi” prati dove spesso è andata in crisi con gli appoggi e la sicurezza dei suoi colpi. Swaitek ha dominato con un piglio offensivo che non si vedeva da tempo, nessuna titubanza e due piedi come fulmini nel portarla sulla palla, sempre aggressiva, in totale equilibrio. Così i suoi colpi hanno viaggiato come sui binari, pochissimi gli errori e tanti i vincenti o colpi così aggressivi e profondi che hanno mandato in crisi la difesa dell’italiana. Swiatek ha affrontato Paolini a viso aperto, andando dritto per dritto con l’obiettivo di non lasciare tempo alla vincitrice del Foro Italico. C’è riuscita grazie ad un ottimo rendimento dei colpi d’inizio gioco, in particolare una risposta talmente profonda da costringere Paolini ad un primo colpo di scambio solo difensivo, ottimamente aggredito dalla polacca. Paolini non ha trovato la chiave per scardinare il forcing preciso, potente, geometrico e asfissiante della rivale. Forse serviva qualche servizio più incisivo e magari anche andare di più a rete, come ha fatto nel finale del match, anche solo per togliere ritmo e sicurezza all’avversaria. Ma, oggettivamente, una Swiatek così intensa e precisa e molto, molto difficile da contrastare e si è meritata il successo.
    L’incontro per Jasmine parte subito in salita. L’azzurra scatta alla battuta ma è Swiatek a graffiare con la risposta, un fulmine nell’avventarsi sui servizi di Jasmine e prendere il comando dello scambio. 0-30 e 15-40 con un diritto banale spedito lungo da Paolini. Pazzesco il riflesso e controllo di Iga su di una prima palla al T molto precisa, con una risposta letteralmente nei piedi di Paolini che non riesce a gestirla e quindi sbaglia sul successivo diritto aggressivo della polacca. Un Break immediato che Swiatek consolida con un turno di battuta vinto a 30. (2-0). Paolini non trova il modo di contrastare la potenza e profondità delle risposte dell’ex n.1, che scarica pallate al centro con discreto margine ma tanta intensità. Jasmine è di nuovo sotto 0-30 e poi 15-40, con altre due palle break da difendere dopo un rovescio largo. “Non parte nemmeno lo scambio” afferma la toscana, in effetti sbaglia dopo massimo due colpi e così si fa durissima. Jasmine intuisce che l’unico modo per non essere aggredita è… aggredire. Alza la velocità del servizio e soprattutto è più incisiva col primo colpo di scambio. Ottimo lo schema sul 30-40, buona prima palla esterna, due passi laterali e via un diritto a chiudere in lungo linea. Duro il game, ma Paolini al 12esimo punto lo porta a casa, muove lo score (2-1). Purtroppo per l’italiana Iga è perfetta al servizio, turno a zero e 3-1. Invece ogni game al servizio per Paolini è una sofferenza. Sembra un film già visto: Swiatek entra a tutta in risposta, con piedi super reattivi, di nuovo 0-30 e poi 15-40, pur col doppio fallo di Jasmine che sente tanta pressione sulla seconda di battuta. Jas annulla la prima col servizio, e sulla seconda chance arriva un raro regalo col diritto di Iga, su di una battuta tutt’altro che irresistibile. Swiatek non cede niente, ai vantaggi continua a pressare in risposta imponendo un ritmo e profondità che Paolini non riesce a gestire. il doppio break arriva con una risposta ottima che le apre il campo per l’affondo col diritto. 4-1 Swiatek. La polacca dilaga: sul 5-1 in risposta strappa il terzo break del set a zero, per il 6-1. Un set dominato da Iga, troppo più aggressiva, veloce, efficace. Praticamente perfetta.
    Il secondo set inizia con una Paolini carica come una molla, una reazione veemente ad un set troppo brutto per essere vero. Jasmine riesce, per la prima volta, ad andare sopra alla velocità di Iga, molto aggressiva in risposta e pure con una volée difficilissima che tocca in modo spaziale e le dà il 15-30. Swiatek stecca il diritto sul 30 pari e arriva una palla break per l’azzurra. Con coraggio Paolini entra a tutta col diritto e avanza, Swiatek non è pronta e affossa il passante in rete. Break! Paolini per la prima volta avanti, ma… purtroppo il vantaggio dura niente. Iga trova un passante di rovescio splendido nel primo punto, poi un diritto lungo linea che la linea pizzica. Arriva a zero il contro break, con un forcing al centro vinto dalla polacca. 1 pari, tutto da rifare. Per la prima volta il set scorre sui turni di battuta, fino al 3-2 Swiatek. La polacca torna a ruggire in risposta, impatti in avanzamento con la palla che atterra quasi nei piedi della toscana, che così perde campo e soprattutto il tempo dello scambio. 0-30, si innervosisce Jasmine per un rimbalzo non perfetto e la sua prima palla scompare. Iga si fa trovare pronta, tira un rovescio lungo linea meraviglioso, impatto perfetto e palla all’incrocio delle righe. 0-40, tre chance per scappare via. Jasmine rischia il serve and volley sulla prima, ottima scelta ed esecuzione, ma sul 15-40 si gioca c’è la seconda palla e la risposta di Swiatek è pesante, profonda… e il diritto dell’italiana vola larghissimo. Un Break che manda la ex n.1 avanti 4-2, a due passi dal successo. La polacca trova un altro game di battuta impeccabile, fa tutto rapido e tutto bene, 5-2. Paolini ha accusato il colpo, non regge il pressing della rivale, oggettivamente superiore, e scivola per l’ennesima volta 0-30. A due punti dalla sconfitta, Jasmine si butta avanti, e lo fa pure bene. Con una volée in allungo per niente facile vince il quarto punto di fila, per il 5-3. Iga serve per il match e non fallisce, chiude al terzo match point ai vantaggi, con un diritto vincente in avanzamento. Prima finale in carriera su erba per la polacca e prima del 2025. Per Paolini resta un ottimo torneo in preparazione a Wimbledon, dove ci sarà da difendere la finale conquistata nel 2024.
    Marco Mazzoni

    (4) Iga Swiatek vs (2) Jasmine Paolini WTA Bad Homburg Iga Swiatek [4]0660 Jasmine Paolini [2]0130 Vincitore: Swiatek ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2Iga Swiatek 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-405-3 → 6-3Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 30-30 40-305-2 → 5-3Iga Swiatek 15-0 30-0 40-04-2 → 5-2Jasmine Paolini 0-15 0-30 0-40 15-403-2 → 4-2Iga Swiatek 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 40-15 40-302-1 → 2-2Iga Swiatek 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 2-1Jasmine Paolini 0-15 0-30 0-400-1 → 1-1Iga Swiatek 0-15 15-15 15-30 30-30 30-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Jasmine Paolini 0-15 0-30 0-405-1 → 6-1Iga Swiatek 15-0 30-0 40-0 40-154-1 → 5-1Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A3-1 → 4-1Iga Swiatek 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-402-0 → 2-1Iga Swiatek 15-0 30-0 40-0 40-15 40-301-0 → 2-0Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 15-400-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Clamoroso: Panichi e Badio out dal team Sinner

    Il team Sinner a Melbourne 2025, con Badio e Panichi

    Arriva una clamorosa indiscrezione in merito al team Sinner. Secondo quanto riporta Sky Sport, Marco Panichi e Ulises Badio non sarebbero più nello staff del n.1 del mondo. La cosa è assai singolare visto che siamo alle porte di Wimbledon, massimo appuntamento stagionale che l’azzurro starebbe preparando senza i due professionisti, due figure chiave per un atleta di questo livello.
    In attesa di conferme dallo staff di Jannik, abbiamo intanto notato che nell’allenamento di ieri con Medvedev non erano presenti né il preparatore atletico Panichi né il fisioterapista Badio, un’assenza anche dalla foto di gruppo dei due staff al termine dell’allenamento.
    Panichi e Badio, ex collaboratori di Novak Djokovic, erano entrati nel team Sinner lo scorso ottobre, dopo US Open, sostituendo il duo Ferrara-Naldi.
    Vi terremo aggiornati sulla notizia appena avremo ulteriori conferme o novità. Sempre Sky riporta che in serata dovrebbe uscire un comunicato stampa sulla vicenda.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO