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    Sollievo per Petrucci: falso positivo, correrà la Dakar

    ROMA – Danilo Petrucci correrà la Dakar 2022. Il pilota italiano, che ha lasciato la MotoGp al termine dell’ultima stagione, era risultato positivo al tampone effettuato prima di entrare nel bivacco del Rally Raid. Dopo aver effettuato un altro test, però, è stato accertato che si trattava di un falso positivo. Dopo l’ulteriore controllo, quindi, il pilota della KTM potrà partecipare alla corsa in programma in Arabia Saudita, che partirà il primo dell’anno.
    Il sistema di controllo in Arabia Saudita
    I livelli di attenzione per la Dakar riguardo alla pandemia e alla circolazione del virus sono altissimi. Oltre alla serie di tamponi necessari per accedere alla bolla della corsa. A tutti gli alberghi della zona viene inviata una lista dei positivi con tutti i loro dati, per evitare che questi escano dalle loro stanze e circolino liberamente. LEGGI TUTTO

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    Dakar 2022, quante sfide nel deserto

    Una bolla nel deserto, in attesa si scateni l’inferno. E non di sabbia. La carovana della Dakar, 3.500 persone, quelle che sono riuscite a superare le insidie del virus e i controlli resi ancora più ferrei dalla nuova ondata in atto, è tutta concentrata a Jeddah sulle sponde del Mar Rosso, qualche settimane fa già palcoscenico della Formula 1, pronta a mettersi in moto per l’avventura che da quarantaquattro anni affascina il mondo. “La Corsa nel deserto”, la sfida estrema tra l’essere umano, i suoi mezzi cittadini e la natura selvaggia che per il terzo anno di fila sarà quella delle dune dell’Arabia Saudita.

    Il programma della Dakar 2022

    Tutto quello che si muove su ruote, 2 o 4 che siano (moto, auto, quad e camion), è stato sottoposto alle verifiche di rito. Poi, all’alba del primo giorno del nuovo anno il prologo, più di 800 km fino ad Hail. A seguire, dal 2 fino al 14 gennaio sono in programma 12 tappe, 1 solo giorno di riposo: in tutto 8.375 km, di cui 4.258 km fatti di speciali e i restanti 4.117 di trasferimento. Ma non sarà una Dakar come le altre. Per tanti motivi. Il primo, il più importante, per quanto conti davvero da queste parti, è che l’edizione 2022 è già entrata nella storia grazie alla partecipazione di Mashael Al-Obaidan e Dania Akeel: le prime donne dell’Arabia Saudita a prendere parte al raid con i rispettivi buggy. Qualcosa di epocale in un Paese che fino al 2018 ammetteva alla guida per legge solamente gli uomini!

    Che poi generi degli altri effetti culturali è tutto da vedere, ma è sempre meglio di niente.

    Chi sono i favoriti nelle moto

    E tornando sul versante sportivo, anche qui si giocano partite che vanno al di là di quella che sarà la semplice vittoria. Perché se dal fronte moto il duello Honda-KTM è abbastanza, come dire, tradizionale, con gli austriaci che hanno puntato tutto sull’ex MotoGP Danilo Petrucci, animati come sono dalla voglia di riscatto dopo due stagioni di trionfi giapponesi e riprendersi quel dominio che durava da inizio anni 2000; su quello delle auto siamo di fronte a una sfida globale.

    Auto, Audi lancia la sfida elettrica

    Sfida industriale, tecnologica, meccanica, oltre che personale tra piloti di assoluto livello. Il debutto dell’AUDI alla Dakar con la sua astronave a tre motori elettrici e uno termico per ricaricare le batterie, apre infatti una nuova era nella corsa-avventura tra le dune. Dopo i trionfi nel rally, nell’endurance e in Formula E, la Casa di Ingolstadt si è tuffata nel deserto perchè ci ha visto – anche grazie alle modifiche del regolamento, ruote più grandi e sospensioni con maggiore escursione, per ridurre al minimo il rischio di forature – il nuovo laboratorio dove sperimentare le sue avanzatissime tecnologie d’avanguardia. E non a caso sulle sue tre RS Q e-tron saliranno il meglio della generazione attuale di piloti, dal re del deserto Stèphan Peterhansel – Sua Maestà 14 Dakar – e Carlos Sainz, oltre a Mattias Ekstrom. Ma il “Dream Team” AUDI non troverà tappeti rossi nel lungo viaggio che lo riporterà sul traguardo di Jeddah.

    Toyota punta sull’esperienza

    Perchè la concorrenza è tanta, di livello pari alla qualità degli sfidanti ma con più esperienza sulle spalle, almeno come mezzi. Al Attiyah, l’altro principe delle dune, infatti è pronto a riprendersi lo scettro lasciato lo scorso anno nelle mani dei buggy MINI. Convinto com’è che il suo Toyota Hilux T1+ del team Gazoo Racing abbia tutte le carte in regola per respingere la sfida del colosso tedesco rappresentante del Gruppo Volkswagen, rivale sui mercati di tutto il mondo. Il terzo incomodo, con tutto il rispetto per l’incomodo, è mr. Rally (9 titoli di fila) Sebastien Loeb che dal 2016 insegue la prima vittoria alla Dakar senza centrarla e quest’anno a bordo del protipo BRX Hunter troverà accanto a sè un nuovo navigatore al posto del fidato Daniel Elena, il belga Fabian Lurquin.

    MINI, gli outsider

    E la MINI? Ha affidato una delle ALL4 alla giovane pilota spagnola Laia Sanz coadiuvata dal navigatore italiano, Maurizio Gerini. Oltre la bolla, che l’avventura abbia inizio. LEGGI TUTTO

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    Auto elettriche e ibride, non ci sarà l'ecobonus per il 2022

    Un brutto colpo da incassare visto che le misure sono da sempre richieste a gara voce da tutto il comparto, da tutte le associazioni legate alla filiera automobilistica, e che sono serviti a svecchiare un po’ il parco circolante italiano, il più vecchio d’Europa. Una riconferma avrebbe incentivato l’acquisto di auto ibride plug-in ed elettriche, povere di emissioni di Co2, e avrebbe permesso agli automobilisti di rottamare, e quindi sostituire, le vetture ultradecennali con quelle di ultima generazione a basso impatto ambientale.
    Le polemiche dopo la notizoa
    L’unica certezza al momento è l’istituzione di un fondo di 150 milioni di euro per l’anno 2022: “da destinare al sostegno degli operatori economici del settore del turismo, dello spettacolo e dell’automobile, gravemente colpiti dall’emergenza epidemiologica Covid-19”. Così come resta invariato il bonus fiscale del 60% per il retrofit elettrico, con un limite di 3.500 euro: chi decide di installare un motore elettrico al posto di un propulsore endotermico. 
    Scelte, quelle prese dal Governo, che fanno molto discutere: senza il rinnovo degli incentivi, la strada verso la transizione ecologica si fa ancora più frastagliata. Toccherà quindi al ministro Cingolani l’arduo compito di vedersi approvare fuori dalla Legge di Bilancio delle nuove misure straordinarie a sostegno dell’automotive per l’anno che sta arrivando, prima che sia troppo tardi e prima che migliaia di posti di lavoro vengano messi a rischio.
    Italia, stop alla vendita di auto endotermiche entro il 2035 LEGGI TUTTO

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    Al via i mini rimborsi per la revisione auto: come chiederli dal 3 gennaio 2022

    Un mini rimborso per pochi fortunati. Sarà disponibile dal prossimo 3 gennaio il bonus di 9,95 euro sul pagamento del prezzo della revisione auto. Per richiederlo verrà attivata la piattaforma online apposita “Buono veicoli sicuri”, accessibile dal sito del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile.

    Non tutti però potranno usufruirne, ma solo i primi 402mila automobilisti (su un totale di 16 milioni) fortunati che lo chiederanno. Possibilità varata con la Legge di Bilancio 202 ed entrata in vigore l’1 novembre scorso, per compensare l’ingiustificato aumento della tariffa di un anno fa.

    Incentivi auto cancellati: niente ecobonus per ibride ed elettriche nel 2022

    Mini bonus revisione: come richiederlo

    Come detto i pochi guidatori prescelti per fare domanda del mini rimborso dovranno aver effettuato la revisione della propria auto in un centro privato a partire dall’1 novembre, giorno in cui è entrato in vigore l’aumento tariffario (a parziale compensazione dei 12,14 euro) e per i tre anni successivi. Il buono è concesso ai proprietari per un solo veicolo e per una sola volta.

    Per presentare la richiesta, basterà accedere alla piattaforma attraverso l’identità digitale Spid o con la Carta d’identità elettronica (Cie) oppure con la Carta nazionale dei servizi (Cns), per compilare il modello disponibile sulla piattaforma e allegare la copia dell’attestazione dell’avvenuto pagamento della revisione. Una volta approvato, il rimborso arriverà direttamente sul conto corrente bancario indicato dall’automobilista.   LEGGI TUTTO

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    F1, Latifi svela: “Ho iniziato con le gare quasi per caso”

    ROMA – I primi giri sui kart, quasi per caso, lo hanno portato ad essere leader di una delle scuderie storiche della Formula 1. Nicholas Latifi, pilota italo-canadese della Williams, si racconta in un’intervista a “Motorsport” e svela alcuni dettagli del suo passato e le sue aspettative per il futuro. Innanzitutto, è lo stesso pilota di Formula 1 a chiarire un aspetto fondamentale: “Nella mia famiglia nessuno correva. Avevo 12 anni quando mi sono seduto per la prima volta su un kart a noleggio. Prima di questo, avevo altri piani per la mia vita, dopo qualche giro ho iniziato davvero a divertirmi”. Poi tutto è venuto da sé: “In famiglia mi incoraggiavano a prendere sul serio il fatto di gareggiare, poi ho iniziato a vedere la Formula 1 e da allora è stato il mio obiettivo”.
    Leader in casa Williams
    Dunque, il caso e la fortuna prima e la passione poi hanno fatto di Latifi un pilota professionista. L’italo-canadese è pronto a buttarsi alle spalle l’incidente di Abu Dhabi e le minacce ricevute sui social: “Per il 2022 sono pronto per fare un ulteriore passo in avanti”. Dopo l’addio di Russell, che passerà alla Mercedes, il pilota di Montreal deve infatti caricarsi sulle spalle il ruolo di leader nella Williams, con Alexander Albon a fare da spalla: “Alex – ha spiegato Latifi – porta con sé tanta esperienza, maturata in un top team come la Red Bull (il tailandese era il loro terzo pilota nel 2021, ndr). Sarà però una grande sfida e io mi sento più che pronto per affrontarla”. LEGGI TUTTO

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    F1, Latifi si racconta: “Io pilota quasi per caso, ho iniziato a 12 anni”

    ROMA – Dai primi kart al futuro da leader. Nicholas Latifi, pilota italo-canadese della Williams, si racconta in un’intervista a “Motorsport” e svela alcuni dettagli del suo passato e le sue aspettative per il futuro. Innanzitutto, è lo stesso pilota di Formula 1 a chiarire un aspetto fondamentale: “Nella mia famiglia nessuno correva. Avevo 12 anni quando mi sono seduto per la prima volta su un kart a noleggio. Prima di questo, avevo altri piani per la mia vita, dopo qualche giro ho iniziato davvero a divertirmi”. Poi tutto è venuto da sé: “In famiglia mi incoraggiavano a prendere sul serio il fatto di gareggiare, poi ho iniziato a vedere la Formula 1 e da allora è stato il mio obiettivo”.
    Il 2022 di Latifi
    Dunque, il caso, la fortuna prima e la passione poi hanno fatto di Latifi un pilota professionista. L’italo-canadese è pronto a buttarsi alle spalle l’incidente di Yas Marina e le minacce ricevute sui social: “Per il 2022 sono pronto per fare un ulteriore passo in avanti”. Dopo il passaggio di Russell alla Mercedes, Latifi è infatti chiamato ad assumere il ruolo di leader nella Williams, con Alexander Albon a fare da gregario: “Alex – ha aggiunto Latifi – porta con sé tanta esperienza, maturata in un top team come la Red Bull (il tailandese era il loro terzo pilota nel 2021, ndr). Sarà però una grande sfida e io mi sento più che pronto per raccoglierla”. LEGGI TUTTO

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    Super Green Pass obbligatorio per tutti i mezzi pubblici: cosa dice il nuovo decreto

    Era inevitabile oltre che necessario. I contagi continuano a salire, complici anche le festività che in questi giorni portano famiglie ed amici a riunirsi per i festeggiamenti. Dopo gli spaventosi numeri del 29 dicembre, giorno in cui il picco dei contagi ha sfiorato la cifra di 100mila positivi, il Governo si è immediatamente mosso per cercare di limitare la trasmissione del virus. Il Consiglio dei Ministri ha così approvato un nuovo decreto legge comprensivo di una serie di rigide restrizioni anche per il settore dei trasporti.

    Nuove norme Covid: quarantena e Super Green Pass, cosa cambia

    Quando serve il Super Green Pass

    La novità più importante è l’estensione dell’obbligo del Super Green Pass (ovvero la certificazione che viene rilasciata solo a chi è vaccinato e ai guariti da Covid da meno di 6 mesi) anche sui trasporti, non solo a lunga percorrenza ma anche regionali e locali. Questo significa che sarà necessario per prendere arei, treni, navi, e pure per autobus, metro, tram o qualsiasi altro mezzo pubblico locale. Il nuovo obbligo però non entrerà in vigore da subito, bensì dal 10 gennaio 2022 e sarà attivo fino alla fine dello stato di emergenza.

    Altre regole e quarantena

    Oltre che per i trasporti, il Super Green Pass servirà anche per accedere a tutta una serie di attività e luoghi al chiuso, e anche per i ristoranti all’aperto. In altre parole, chi non lo possiede è automaticamente escluso dalla maggior parte delle attività sociali e ricreative.

    Ci sono anche altre novità, che riguardano le regole per la quarantena, in particolare per chi entra in contatto diretto con un positivo al Covid-19. Entra in vigore il cosiddetto “regime di autosorveglianza”. Cosa significa? Chi ha completato il ciclo vaccinale (quindi con la terza dose) o chi ha due dosi di vaccino somministrate da meno di quattro mesi non dovrà più fare la quarantena, se non manifesta sintomi. Si dovranno però seguire alcune regole come indossare la mascherina FFP2 per cinque giorni, non recarsi in luoghi chiusi e fare un tampone (rapido o molecolare) dopo questo periodo. Quarantena di cinque giorni, e poi tampone, per i vaccinati che hanno ricevuto la seconda dose da più di quattro mesi e sono in attesa della terza. Si mantiene la quarantena di 10 giorni, con tampone alla fine del periodo, per i non vaccinati.

    Bus interrompe la corsa: l’autista deve fare la spesa LEGGI TUTTO

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    F1, Nicholas Hamilton sul fratello: “Social tossici, Lewis si è preso una pausa”

    ROMA – Lewis Hamilton è introvabile. Sparito dai radar dopo l’ottavo mondiale, sfumato all’ultimo giro del GP di Abu Dhabi, il sette volte iridato in Formula 1 è in silenzio sui social da settimane. Mentre si rincorrono ipotesi di un clamoroso ritiro, ventilate da Bernie Ecclestone, il fratello di Hamilton, Nicholas, chiarisce: “I social possono essere un luogo tossico, capisco se Lewis si è preso una pausa”, ha detto durante una diretta su Twitch. Nel frattempo, non trapela nulla dalla Mercedes, che ha testato, alla presenza di Hamilton, il telaio del 2022.
    Hamilton e il futuro
    L’ipotesi del ritiro, dopo la cocente delusione in Arabia Saudita, sembra però fantascienza. Hamilton, infatti, ha firmato a luglio un rinnovo biennale da 40 milioni di euro con la Mercedes. È dunque poco probabile che l’inglese rinunci a scendere ancora in pista, negandosi per giunta la possibilità di superare Michael Schumacher con un eventuale ottavo titolo. Fatto sta che, d’altro canto, il silenzio sui social di Hamilton si fa sempre più preoccupante. Su Instagram il britannico non posta dall’11 dicembre. Ad aggravare la situazione c’è anche la casella dei seguiti, che Hamilton ha azzerato non risparmiando neppure amici e famigliari. LEGGI TUTTO