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    Nba, playoff: Boston vola sul 2-0, pareggiano Phoenix e Cleveland

    BOSTON (STATI UNITI) – Sono tre le gare disputate nella notte dei playoff Nba. Boston si porta sul 2-0 contro Atlanta nella serie dei quarti della Eastern Conference: i Celtics si aggiudicano infatti gara-2 battendo gli Hawks per 119-106 con una doppia doppia da 29 punti e 10 rimbalzi di Tatum, top-scorer dell’incontro assieme al rivale Murray. Agli Hawks, che ora disputeranno gara-3 e gara-4 tra le mura amiche della ‘State Farm Arena’, non bastano nemmeno i 24 punti di Young, i 18 di Bogdanovic e la doppia doppia di Hunter (18 punti e 12 rimbalzi).
    Nba, Cavs e Suns impattano la serie 
    La partita più spettacolare della notte oltreoceano va in scena a Phoenix: i Suns pareggiano la serie contro i Los Angeles Clippers (123-109 e 1-1) grazie alle fiammate di Devin Booker (38 punti), all solidità di Kevin Durant (25 punti) e a un Chris Paul da antologia (16 punti e 8 decisivi assist) nell’ultimo periodo. Pareggia i conti anche Cleveland: i Cavaliers impattano sull’1-1 superando i i New York Knicks per 107-90 grazie ai 32 punti di Garland, ai 24 di LeVert e alla doppia doppia (17 punti più 13 rimbalzi) di Mitchell. Ai newyorkesi non bastano i 22 punti di Randle e i 20 di Brunson. LEGGI TUTTO

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    Nba, Tatum show: Boston annienta Milwaukee. Denver ko

    MILWAUKEE (STATI UNITI) – Crollano le due regine di Western ed Eastern Conference nella notte Nba (solo 2 i match disputati). I Bucks crollano in casa contro i Celtics che si impongono 140-99: una vittoria travolgente degli ospiti che riaprono i giochi per il primato a Est. Protagonisti del match Tatum e Brown che firmano 70 punti in due (40 il primo, 30 il secondo) mentre dalla parte opposta non bastano i 24 punti del solito Antetokounmpo.

    Pelicans corsari a Denver

    Nell’altro match della serata oltreoceano Denver paga l’assenza del suo leader Jokic e cade in casa 107-88 contro New Orleans, che tiene vive le speranze per l’accesso al play-in. Protagonista assoluto del match Ingram, autore di una tripla doppia con 31 punti, 11 rimbalzi e 10 assist, bene anche McCollum con 23 punti. Inutili per i Nuggets i 21 punti e 7 assist di Murray.  LEGGI TUTTO

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    Nba, ufficiale: Gallinari è un nuovo giocatore dei Celtics

    BOSTON (STATI UNITI) – Non ci sono più dubbi: Danilo Gallinari è un nuovo giocatore dei Boston Celtics. La conferma ufficiale arriva dalla stessa ala azzurra che ha pubblicato un post su Instagram con un eloquente “Il posto che ho sempre sognato”, con tanto di foto con la sua nuova maglia. Il 33enne di Sant’Angelo Lodigiano, nelle ultime due stagioni agli Atlanta Hawks, era finito a San Antonio nell’ambito della trade che ruotava attorno a Dejounte Murray ma è stato subito liberato dagli Spurs e ha trovato un accordo con Boston per un biennale da 13,3 milioni di dollari, con player option per la seconda stagione.
    Nba, Banchero scalpita: “Non vedo l’ora di iniziare”
    Gallinari a Boston: il sogno titolo nel mirino
    ll “Gallo” si appresta dunque ad affrontare la sua quindicesima stagione in Nba con la sesta franchigia diversa in carriera, dopo le precedenti esperienze con New York Knicks, Denver Nuggets, Los Angeles Clippers, Oklahoma Thunder e Atlanta Hawks. Arrivato alla soglia dei 33 anni, l’azzurro di Sant’Angelo Lodigiano corona il suo sogno di indossare la canotta biancoverde dei Celtics, con la concreta possibilità di competere per il titolo anche se partirà con un ruolo da comprimario: Gallinari rappresenterà infatti per i Celtics il classico sesto uomo di peso e di esperienza di coach Ime Udoka, una pedina fondamentale che, con Derrick White e Grant Williams, darà quei punti che servono a Boston per migliorare il risultato delle finals 2022. Il grande obiettivo, l’anello, manca infatti dal 2008: Gallinari è pronto a dare il suo decisivo contributo. LEGGI TUTTO

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    Nba, Gallinari approda ai Boston Celtics: è ufficiale

    BOSTON (STATI UNITI) – La notizia era nell’aria da tempo e ora arriva anche l’ufficialità: Danilo Gallinari è un nuovo giocatore dei Boston Celtics. La conferma ufficiale arriva dallo stesso giocatore ex Olimpia Milano che, sul proprio profilo Instagram, ha pubblicato una foto con la sua nuova canotta più un eloquente frase, che molto dice della voglia del “Gallo” di approdare ai biancoverdi del Massachussets: “Il posto che ho sempre sognato”. La conferma sull’affare è arrivata ieri e confermata dall’agente del giocatore, Michael Tellem, il quale aveva anche reso noto che Gallinari ha firmato un contratto biennale da 13,3 milioni di dollari ma non è tutto: l’accordo con il club vice-campione Nba includerà la possibilità di esercitare una player-option per la seconda stagione. Reduce da una fugace parentesi in Texas con San Antonio, semplice tappa di passaggio in seguito alla trade che ha portato Dejounte Murray a trasferirsi agli Hawks, Gallinari percepirà in questa sua prima stagione in Massachusetts una cifra superiore ai 17 milioni di dollari, grazie al versamento della quota parzialmente garantita del precedente contratto firmato con gli Hawks, che gli Spurs hanno dovuto onorare prima di conferigli lo status di free agent.
    Nba, ufficiale: Bryant è il nuovo centro dei Lakers
    Gallinari-Boston: il sogno titolo in comune
    Con l’approdo ai Celtics, Gallinari indosserà la sesta canotta di una franchigia Nba in 15 stagioni: il “Gallo” ha infatti indossato le prestigiose casacche di Knicks, Nuggets, Clippers, Thunder e Hawks. Boston e Gallinari condividono lo stesso grande obiettivo: il titolo Nba. Gallinari avrà un ruolo non di prima fascia ma importante per la chimica di una squadra perché sarà infatti il sesto uomo, la primissima alternativa ai cinque titolarissimi. Un profilo di esperienza di peso nello spogliatoio dei biancoverdi che si rivelerà molto utile per coach Ime Udoka che può già contare su due riserve di altissimo livello come Grant Williams e Derrick White. Le premesse per una stagione da sogno ci sono tutte: l’obiettivo comune di Gallinari e Celtics è il titolo che manca in Massachusetts dal lontano 2008. LEGGI TUTTO

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    “Gallinari ai Boston Celtics: biennale da 13 milioni di dollari!”

    Danilo Gallinari è un nuovo giocatore dei Boston Celtics. La conferma arriva da Espn e dall’esperto di mercato Nba, Adrian Wojnarowski, secondo il quale l’ala azzurra classe 1988 firmerà un contratto biennale da 13.3 milioni di dollari con la franchigia campione della Eastern Conference e vice-campione Nba, come confermato anche dall’agente, Michael Tellem: l’accordo tra le parti dovrebbe inoltre includere la possibilità di esercitare una player-option per la seconda stagione. Dopo la brevissima parentesi ai San Antonio, semplice tappa di passaggio in seguito alla trade che ha portato Dejounte Murray ad Atlanta, Gallinari quest’anno dovrebbe incassare una cifra molto più alta, superiore ai 17 milioni di dollari, grazie al versamento della quota parzialmente garantita del precedente contratto firmato con gli Hawks, che gli Spurs hanno dovuto onorare prima del taglio.
    Gallinari saluta gli Hawks: “Due stagioni indimenticabili”
    Gallinari ai Celtics: il sogno titolo nel mirino
    ll “Gallo” si appresta dunque ad affrontare la sua quindicesima stagione in Nba con la sesta franchigia diversa in carriera, dopo le precedenti esperienze con Knicks, Nuggets, Clippers, Thunder e Hawks. A 34 anni, l’azzurro di Sant’Angelo Lodigiano coronerà il suo sogno di indossare la canotta biancoverde dei Celtics, con la possibilità di competere per il titolo anche se partirà con un ruolo da comprimario: Gallinari rappresenterà infatti per i Celtics il classico sesto uomo di peso e di esperienza, una pedina fondamentale che, con Derrick White e Grant Williams, darà quei punti che servono a Boston per migliorare il risultato delle finals 2022. Il grande obiettivo, l’anello, manca infatti dal lontano 2008.  LEGGI TUTTO

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    Espn: “Gallinari-Celtics: un matrimonio da 13 milioni di dollari fino al 2024”

    La notizia era nell’aria da tempo e ora arrivano anche le prime conferme ufficiali: Danilo Gallinari firma con i Boston Celtics. L’indiscrezione arriva da Espn e dal giornalista Adrian Wojnarowski: l’azzurro ex Olimpia Milano firmerà un contratto fino al 2024 da 13,3 milioni di dollari con la franchigia biancoverde. La conferma sull’affare ormai in via di definizione sarebbe arrivata anche dall’agente del giocatore, Michael Tellem, il quale avrebbe anche reso noto che l’accordo con il club vice-campione Nba dovrebbe includere la possibilità di esercitare una player-option per la seconda stagione. Reduce da una fugace parentesi in Texas con San Antonio, semplice tappa di passaggio in seguito alla trade che ha portato Dejounte Murray a trasferirsi agli Hawks, Gallinari dovrebbe percepire in questa sua prima stagione in Massachusetts una cifra superiore ai 17 milioni di dollari, grazie al versamento della quota parzialmente garantita del precedente contratto firmato con gli Hawks, che gli Spurs hanno dovuto onorare prima di conferigli lo status di free agent.
    Nba, colpo Bryant per i Lakers
    Gallinari a Boston e il sogno titolo
    Reduce dalle esperienze con New York Knicks, Denver Nuggets, Los Angeles Clippers, Oklahoma Thunder e Atlanta Hawks, il “Gallo” festeggia il suo 15esimo anno in Nba coronando il sogno di una carriera: indossare la prestigiosa canotta biancoverde dei Celtics. Il nuovo ruolo del 34enne di Sant’Angelo Lodigiano a Boston è gia definito: sesto uomo di lusso in panchina. Insieme a Grant Williams e Derrick White porterà l’esperienza e la voglia di rivalsa in uno spogliatoio che vuole mettersi alle spalle la sconfitta alle ultime finals con i Warriors e dare la caccia a un anello che manca dal 2008. LEGGI TUTTO

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    Nba Finals, vince Golden State: tutto quello che c’è da sapere

    Golden State Warriors e Boston Celtics, il verdetto finale è arrivato: mai come quest’anno le Nba Finals (visibili in diretta su NOW e raccontate dalla squadra di Sky Sport NBA) sono state all’insegna dello spettacolo con continui capovolgimenti di fronte, rimonte in salsa epica e sfide che si decidono al fotofinish. Da una parte c’era la storia del basket a stelle e strisce, i Boston Celtics, una delle franchigie simbolo della pallacanestro statunitense; dall’altra il recente passato, il presente e il futuro della palla a spicchi ‘made in Usa’, i Warriors del mentore Steve Kerr. Ma non è tutto: Golden State-Boston è stata la sfida tra due mostri sacri del basket americano tra gli anni ‘50 e ‘60, Bill Russell e Wilt Chamberlain, e la supersfida odierna, quella tra Stephen Curry e Jayson Tatum, che ha tenuto tutti gli appassionati con il fiato sospeso. Si è dovuti arrivare a Gara-6 per emettere il verdetto finale: il trionfo dei Warriors che si sono portati sul 4-2.
    Warriors e Celtics: tutte le strade portano…alle Finals
    Se qualcuno, lo scorso novembre, avesse scommesso un solo penny sui Boston Celtics alle Nba Finals, sarebbe stato facilmente etichettato come pazzo squilibrato. Era l’ottobre del 2021 quando la franchigia del Massachusetts navigava nelle cattive acque della Eastern Conference con un record da brividi: 18 vittorie e ben 21 sconfitte nelle prime 39 gare della stagione in regular season. A gennaio, però, la stagione di Boston svolta: coach Ime Udoka compatta ambiente e gruppo e i Celtics si trasformano. La regular season si chiude con un clamoroso record di 51-31 e un insperato secondo posto a Est, alle spalle dei Miami. Heat Da qui la cavalcata trionfale ai playoff: sweep con i Brooklyn Nets al primo turno, 4-3 al cardiopalma ai quarti di finale contro i Bucks campioni in carica e apoteosi a Miami, in gara-7, contro gli Heat dello spauracchio Jimmy Butler. Se il cammino dei Celtics fino alle Finals assume tutte le sembianze di una gloriosa cavalcata, più lineare e meno arduo è il percorso stagionale dell’altra finalista, Golden State. I Warriors di coach Steve Kerr, terzi a Ovest con un record di 53-29, hanno letteralmente “passeggiato” nel post-season: 4-1 al primo turno ai Nuggets, 4-2 rifilato ai Grizzlies ai quarti di finale e 4-1 in semifinale con i Dallas Mavericks che poco hanno potuto contro lo strapotere di Steph Curry e Kyle Thompson.
    Nba Finals: la storia diceva Celtics
    Esisteva un solo precedente tra le due franchigie alle Finals e sorride a Boston. Era la stagione 1963-1964 e i Celtics di coach Red Auerbach infliggono una sonora lezione agli, allora, San Francisco Warriors. Dopo le prime due partite vinte in scioltezza dai Celtics con i 59 punti complessivi di Samuel Jones, la serie si sposta a San Francisco con i Warriors che riaprono i giochi in gara-3 con la doppia doppia (35 punti e 25 rimbalzi) di Wilt Chamberlain. In gara-4, nel catino infernale del ‘Cow Palace’ di Daly City, tutti si aspettano il pareggio nella serie dei padroni di casa, galvanizzati dal trionfo nel terzo game ma i Celtics ammutoliscono i quasi 15mila spettatori dell’impianto californiano. Sontuosa la prova del solito Bill Russell che limita il più possibile lo strapotere tecnico e fisico di Wilt Chamberlain e spegne ogni velleità della franchigia californiana. L’happy end-Celtics arriva il 26 aprile 1964: al Boston Garden, il 105-99 finale chiude la serie sul 4-1 e vale alla franchigia del Massachusetts il settimo titolo. Cinquantotto anni dopo, la storia si ripete e si gioca ancora una volta per l’anello: i Celtics sognavano il loro 18esimo titolo per staccare i Lakers e diventare così la squadra più titolata d’America. Golden State invece ha ottenuto il quarto anello in otto stagioni, il settimo complessivo (ultimo trionfo nel 2018, 4-0 in finale ai Cavs di LeBron James). Nell’ultima regular season invece il bilancio tra le due finaliste è in perfetta parità: il 18 dicembre 2021, i Warriors espugnano il TD Garden di Boston per 111-107: Steph Curry il mattatore della serata con 30 punti a referto. Rivincita Boston il 17 marzo 2022 con doppia doppia di Jayson Tatum (26 punti e 12 rimbalzi) e Celtics che vincono 110-88 a San Francisco.
    Nba Finals, il duello Curry-Tatum
    A 12 anni dalle ultime Finals disputate (era la stagione 2009-2010, sconfitta 4-3 con i Lakers in un’indimenticabile serie), i Boston Celtics si sono affidati alla clamorosa stagione disputata dalla loro stella più luminosa, Jayson Tatum. L’ala dei Celtics ha trascinato i suoi nella decisiva gara-7 di Miami nelle finali di Conference e nelle gare disputate nelle Finals (sempre a referto con oltre 20 punti tranne in gara-1, in ombra con soli 12 punti a sua firma). Considerato uno dei migliori giocatori della sua generazione, Tatum è un profilo di livello assoluto, un classe 1998 che ha tutte le carte in regola per poter quantomeno emulare le gesta di due leggende della pallacanestro mondiale: Paul Pierce, Mvp delle Finals 2008 proprio in maglia Boston, e l’indimenticato Kobe Bryant. Tatum si è inoltre aggiudicato il nuovo premio istituito dalla Nba come miglior giocatore delle finali di Conference (a Est il titolo è dedicato a sua maestà Larry Bird). Stesso riconoscimento anche per Stephen Curry: l’Mvp della finali di Western Conference (premio dedicato a un’altra leggenda del basket, Magic Johnson) e pure della finali nazionali è un giocatore completo. Uno di quei profili che lega il proprio nome alla storia di uno sport ma soprattutto una macchina da guerra alla sua sesta partecipazione alle Finals in otto stagioni. Non servono tante presentazioni per Curry, per lui sono sufficienti alcuni numeri che certificano l’impressionante valore del giocatore: lo scorso 14 dicembre, a Indianapolis contro i Pacers, è diventato il giocatore con il maggior numero di triple segnate nella storia dell’Nba battendo il record di 2973 tiri dall’arco appartenente a Ray Allen. Non contento, due settimane dopo, il 28 dicembre 2021, diventa il primo e unico giocatore della storia dell’Nba a superare i 3mila tiri messi a segno dall’arco in carriera in un match contro i Nuggets. Record spazzati via e qualità al potere: l’Nba è Curry-centrica.
    Celtics-Warriors: i protagonisti delle Finals
    L’ultimo atto tra Celtics e Warriors non tradisce le attese e si conferma spettacolare: Golden State ha chiuso i giochi in gara-6, disputata giovedì 17 giugno al TD Garden di Boston, mettendo le mani sul Larry O’Brien Championship Trophy. Artefice del progetto Warriors è Steve Kerr, esperto di trionfi tanto in campo quanto in panchina: protagonista del secondo three-peat con i Bulls di Michael Jordan, Toni Kukoc, Scottie Pippen e Dennis Rodman e dei due storici successi degli Spurs nel 1999 e 2003, l’ex guardia di Chicago e San Antonio ci ha preso gusto anche con la lavagnetta in mano. Con i Warriors ha infatti vinto l’anello in quattro occasioni: 2015, 2016, 2018 e 2022. Il quarto trionfo è arrivato anche se le Finals sono state più equilibrate di quanto si potesse pensare: dopo il 2-1 Celtics in gara-3, Golden State si è sempre trovata con le spalle al muro e con la pressione, delle volte ingestibile, di chi deve inseguire e non può permettersi di sbagliare. Ma l’abitudine dei ‘Guerrieri’ di San Francisco alla gestione dei momenti più difficili si è palesata nella sua miglior versione: con un Klay Thompson pienamente recuperato (ritornato in campo a gennaio dopo l’infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro del giugno 2019 e la lesione al tendine d’Achille destro nel novembre 2020), la fisicità di Draymond Green, la freschezza atletica di Jordan Poole e l’apporto decisivo di giocatori come Andrew Wiggins (decisivo a rimbalzo in gara-3 e 4) e Gary Payton II, Golden State ha conquistato la gloria. Ii ‘bad boys’ di Boston hanno venduto cara la pelle pur di portare la serie a gara-7. Marcus Smart, anima della franchigia verde, Robert Williams III, uno dei più interessanti giocatori nel suo ruolo in entrambi i lati del campo e la stella Tatum hanno tentato il ‘Not in my house’. I loro auspici non si sono però trasformati in realtà.
    Nba Finals: i risultati
    G1 – Golden State Warriors-Boston Celtics 108-120G2 – Golden State Warriors-Boston Celtics 107-88G3 – Boston Celtics-Golden State Warriors 116-100G4 – Boston Celtics-Golden State Warriors 97-107G5 – Golden State Warriors-Boston Celtics 104-94G6 – Boston Celtics-Golden State Warriors: 90-103 LEGGI TUTTO

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    Golden State a un passo dal titolo: tutto quello che c’è da sapere sulle Nba Finals

    Golden State Warriors e Boston Celtics, il verdetto finale è sempre più vicino: mai come quest’anno le Nba Finals (visibili in diretta su NOW e raccontate dalla squadra di Sky Sport NBA) sono all’insegna dello spettacolo con continui capovolgimenti di fronte, rimonte in salsa epica e sfide che si decidono al fotofinish. Da una parte c’è la storia del basket a stelle e strisce, i Boston Celtics, una delle franchigie simbolo della pallacanestro statunitense; dall’altra il recente passato, il presente e il futuro della palla a spicchi ‘made in Usa’, i Warriors del mentore Steve Kerr. Ma non è tutto: Golden State-Boston è la sfida tra due mostri sacri del basket americano tra gli anni ‘50 e ‘60, Bill Russell e Wilt Chamberlain, e la supersfida odierna, quella tra Stephen Curry e Jayson Tatum, che tiene tutti gli appassionati con il fiato sospeso. Gara-6, in programma nelle prime ore del prossimo 17 giugno, emetterà il verdetto finale: trionfo Warriors sul 4-2 o pareggio Celtics con, sullo sfondo, una gara-7 da ‘win or die’. Ai posteri (cestistici) l’ardua sentenza.
    Warriors e Celtics: tutte le strade portano…alle Finals
    Se qualcuno, lo scorso novembre, avesse scommesso un solo penny sui Boston Celtics alle Nba Finals, sarebbe stato facilmente etichettato come pazzo squilibrato. Era l’ottobre del 2021 quando la franchigia del Massachusetts navigava nelle cattive acque della Eastern Conference con un record da brividi: 18 vittorie e ben 21 sconfitte nelle prime 39 gare della stagione in regular season. A gennaio, però, la stagione di Boston svolta: coach Ime Udoka compatta ambiente e gruppo e i Celtics si trasformano. La regular season si chiude con un clamoroso record di 51-31 e un insperato secondo posto a Est, alle spalle dei Miami. Heat Da qui la cavalcata trionfale ai playoff: sweep con i Brooklyn Nets al primo turno, 4-3 al cardiopalma ai quarti di finale contro i Bucks campioni in carica e apoteosi a Miami, in gara-7, contro gli Heat dello spauracchio Jimmy Butler. Se il cammino dei Celtics fino alle Finals assume tutte le sembianze di una gloriosa cavalcata, più lineare e meno arduo è il percorso stagionale dell’altra finalista, Golden State. I Warriors di coach Steve Kerr, terzi a Ovest con un record di 53-29, hanno letteralmente “passeggiato” nel post-season: 4-1 al primo turno ai Nuggets, 4-2 rifilato ai Grizzlies ai quarti di finale e 4-1 in semifinale con i Dallas Mavericks che poco hanno potuto contro lo strapotere di Steph Curry e Kyle Thompson.
    Nba Finals: la storia sorride ai Celtics
    Esiste, a oggi, un solo precedente tra le due franchigie alle Finals e sorride a Boston. Era la stagione 1963-1964 e i Celtics di coach Red Auerbach infliggono una sonora lezione agli, allora, San Francisco Warriors. Dopo le prime due partite vinte in scioltezza dai Celtics con i 59 punti complessivi di Samuel Jones, la serie si sposta a San Francisco con i Warriors che riaprono i giochi in gara-3 con la doppia doppia (35 punti e 25 rimbalzi) di Wilt Chamberlain. In gara-4, nel catino infernale del ‘Cow Palace’ di Daly City, tutti si aspettano il pareggio nella serie dei padroni di casa, galvanizzati dal trionfo nel terzo game ma i Celtics ammutoliscono i quasi 15mila spettatori dell’impianto californiano. Sontuosa la prova del solito Bill Russell che limita il più possibile lo strapotere tecnico e fisico di Wilt Chamberlain e spegne ogni velleità della franchigia californiana. L’happy end-Celtics arriva il 26 aprile 1964: al Boston Garden, il 105-99 finale chiude la serie sul 4-1 e vale alla franchigia del Massachusetts il settimo titolo. Cinquantotto anni dopo, la storia si ripete e si gioca ancora una volta per l’anello: i Celtics sognano il loro 18esimo titolo per staccare i Lakers e diventare così la squadra più titolata d’America. Golden State cerca invece il quarto anello in otto stagioni, il settimo complessivo (ultimo trionfo nel 2018, 4-0 in finale ai Cavs di LeBron James). Nell’ultima regular season invece il bilancio tra le due finaliste è in perfetta parità: il 18 dicembre 2021, i Warriors espugnano il TD Garden di Boston per 111-107: Steph Curry il mattatore della serata con 30 punti a referto. Rivincita Boston il 17 marzo 2022 con doppia doppia di Jayson Tatum (26 punti e 12 rimbalzi) e Celtics che vincono 110-88 a San Francisco.
    Nba Finals, il duello Curry-Tatum vale una stagione
    A 12 anni dalle ultime Finals disputate (era la stagione 2009-2010, sconfitta 4-3 con i Lakers in un’indimenticabile serie), i Boston Celtics si affidano alla clamorosa stagione disputata dalla loro stella più luminosa, Jayson Tatum. L’ala dei Celtics ha trascinato i suoi nella decisiva gara-7 di Miami nelle finali di Conference e nelle gare disputate finora nelle Finals (sempre a referto con oltre 20 punti tranne in gara-1, in ombra con soli 12 punti a sua firma). Considerato uno dei migliori giocatori della sua generazione, Tatum è un profilo di livello assoluto, un classe 1998 che ha tutte le carte in regola per poter quantomeno emulare le gesta di due leggende della pallacanestro mondiale: Paul Pierce, Mvp delle Finals 2008 proprio in maglia Boston, e l’indimenticato Kobe Bryant. Tatum si è inoltre aggiudicato il nuovo premio istituito dalla Nba come miglior giocatore delle finali di Conference (a Est il titolo è dedicato a sua maestà Larry Bird). Stesso riconoscimento anche per Stephen Curry: l’Mvp della finali di Western Conference (premio dedicato a un’altra leggenda del basket, Magic Johnson) è un giocatore completo. Uno di quei profili che lega il proprio nome alla storia di uno sport ma soprattutto una macchina da guerra alla sua sesta partecipazione alle Finals in otto stagioni. Non servono tante presentazioni per Curry, per lui sono sufficienti alcuni numeri che certificano l’impressionante valore del giocatore: lo scorso 14 dicembre, a Indianapolis contro i Pacers, è diventato il giocatore con il maggior numero di triple segnate nella storia dell’Nba battendo il record di 2973 tiri dall’arco appartenente a Ray Allen. Non contento, due settimane dopo, il 28 dicembre 2021, diventa il primo e unico giocatore della storia dell’Nba a superare i 3mila tiri messi a segno dall’arco in carriera in un match contro i Nuggets. Record spazzati via e qualità al potere: l’Nba è Curry-centrica.
    Celtics-Warriors: i protagonisti delle Finals
    L’ultimo atto tra Celtics e Warriors non tradisce le attese e si conferma spettacolare: in vantaggio per 3-2 nella serie, Golden State ha ora la possibilità di chiudere i giochi in gara-6, in programma giovedì 17 giugno al TD Garden di Boston, e di mettere le mani sul Larry O’Brien Championship Trophy. Artefice del progetto Warriors è Steve Kerr, esperto di trionfi tanto in campo quanto in panchina: protagonista del secondo three-peat con i Bulls di Michael Jordan, Toni Kukoc, Scottie Pippen e Dennis Rodman e dei due storici successi degli Spurs nel 1999 e 2003, l’ex guardia di Chicago e San Antonio ci ha preso gusto anche con la lavagnetta in mano. Con i Warriors ha infatti vinto l’anello in tre occasioni: 2015, 2016 e 2018. Il quarto trionfo sembra vicinissimo anche se le Finals sono più equilibrate di quanto si potesse pensare: dopo il 2-1 Celtics in gara-3, Golden State si è sempre trovata con le spalle al muro e con la pressione, delle volte ingestibile, di chi deve inseguire e non può permettersi di sbagliare. Ma l’abitudine dei ‘Guerrieri’ di San Francisco alla gestione dei momenti più difficili si è palesata nella sua miglior versione: con un Klay Thompson pienamente recuperato (ritornato in campo a gennaio dopo l’infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro del giugno 2019 e la lesione al tendine d’Achille destro nel novembre 2020), la fisicità di Draymond Green, la freschezza atletica di Jordan Poole e l’apporto decisivo di giocatori come Andrew Wiggins (decisivo a rimbalzo in gara-3 e 4) e Gary Payton II, Golden State è a un solo passo dalla gloria. Attenzione però ai ‘bad boys’ di Boston che venderanno cara la pelle pur di portare la serie a gara-7. Marcus Smart, anima della franchigia verde, Robert Williams III, uno dei più interessanti giocatori nel suo ruolo in entrambi i lati del campo e la stella Tatum sono pronti al ‘Not in my house’: al TD Garden di Boston, per gara-6, è contemplata solo la vittoria dei padroni di casa.
    Nba Finals: i risultati e i prossimi appuntamenti
    G1 – Golden State Warriors-Boston Celtics 108-120G2 – Golden State Warriors-Boston Celtics 107-88G3 – Boston Celtics-Golden State Warriors 116-100G4 – Boston Celtics-Golden State Warriors 97-107G5 – Golden State Warriors-Boston Celtics 104-94G6 – Boston Celtics-Golden State Warriors: venerdì 17 giugno ore 3.00 in streaming su NOWG7* – Golden State Warriors-Boston Celtics: lunedì 20 giugno ore 2.00 in streaming su NOW LEGGI TUTTO