More stories

  • in

    Secondo la stampa serba, Djokovic giocherà ancora nel 2021

    Novak Djokovic

    Non c’è ancora alcun annuncio ufficiale, ma secondo il media serbo Kurir il n.1 del mondo Novak Djokovic scenderà di nuovo in campo nel 2021 per assicurarsi la chiusura dell’anno in vetta al ranking ATP. L’indiscrezione arriva, sempre secondo Kurir, dall’ufficio stampa del campione serbo, che non avrebbe “gradito” la prima pagina del quotidiano italiano Tuttosport, dove si parlava di ampie chance di qualificazione alle Finals di Torino per Berrettini e anche Sinner vista la probabile assenza di Djokovic dalla competizione.
    Il programma di Novak per il finale di stagione sarebbe quello già prestabilito prima di US Open, ossia giocare al Masters 1000 di Paris-Bercy e quindi alle ATP Finals. Tuttavia ancora non c’è alcuna certezza in merito, siamo nell’ambito delle ipotesi, seppur ben accreditate, e così le riportiamo.
    Djokovic ricordiamo è fermo dall’amara sconfitta nella finale di US Open contro Daniil Medvedev, battuta d’arresto storica che gli ha impedito di completare un clamoroso Grande Slam. LEGGI TUTTO

  • in

    Pilic: “L’occidente è in difficoltà ad ammettere che Djokovic è il migliore”

    Djokovic vincitore a Wimbledon 2021

    Nikola Pilic, finalista a Roland Garros 1973 e poi coach di successo sulla panchina di molti giocatori, difende Novak Djokovic e se la prende col mondo occidentale. Un 12enne “Nole” arrivò dai Balcani alla sua accademia, nei pressi di Monaco di Baviera in Germania, formandosi sotto la guida esperta di Pilic per quattro anni, tanto che il numero 1 ha spesso considerato proprio Pilic come il suo vero “padre tennistico”. I due poi si ritrovarono anche in Davis, con Nikola capitano del team serbo che Djokovic guidò alla vittoria dell’Insalatiera nel 2010.
    Intervistato dal giornale croato Vecernji list, Pilic ha espresso tutta la sua ammirazione per Djokovic ed un certo risentimento per il mondo occidentale. Ecco alcuni estratti dell’intervista, che non mancherà di scatenerare reazioni….
    “Penso che il suo successo abbia ferito l’Occidente in modo diverso. Per la loro comprensione delle cose, il livello raggiunto da Djokovic era riservato a qualcuno dell’Occidente; e poi arriva un ragazzo di un piccolo paese a dominare il mondo del tennis. Se Roger Federer avesse fatto quello che ha fatto Djokovic agli US Open 2020, non sarebbe stato squalificato. L’occidente ha un problema nell’ammettere che Djokovic è il migliore”.
    Continua Pilic: “Djokovic è semplicemente fenomenale, ha lavorato tanto, senza scorciatoie, si è meritato col sudore tutto quel che ha raggiunto. Ricordo che i giornalisti serbi mi stavano addosso nel 2019 cercando di farmi dire che Novak è il migliore. Non volevo dirlo fino a quando non ha vinto Wimbledon quest’anno. Il giorno in cui lo ha fatto, ho dato un’occhiata completa e approfondita ai numeri. Novak ha ottenuto lo stesso numero di titoli slam di Nadal e Federer, è avanti nei confronti diretti e sta staccando tutti come numero di settimane da n.1 del raning. Inoltre ha vinto il maggior numero di titoli Masters 1000, è l’unico giocatore ad aver vinto ogni Slam almeno due volte nell’era moderna, e a un certo punto aveva quasi 17.000 punti ATP, in quel momento aveva accumulato più punti di Murray, Nadal e Federer messi insieme. Non sono di parte, Novak è semplicemente il migliore di tutti i tempi”.
    Pilic ha anche sottolineato l’impegno umanitario del serbo: “Novak non è mai stato a Bergamo in vita sua, ma lì ha donato un milione di euro. Ha ristrutturato o costruito 437 asili nido. Ha investito 8-9 milioni di euro in attività umanitarie”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Lo stato di Victoria (Melbourne) impone il vaccino anti covid a tutti gli atleti pro. Ripercussioni sugli Australian Open?

    Melbourne Park

    L’Australia dall’inizio della pandemia di Covid-19 è stata una delle nazioni ad imporre regole più stringenti per contenere gli effetti devastanti del virus che ha cambiato il nostro modo di vivere. Tutti ricordiamo il lungo e travagliato avvicinamento agli Australian Open di quest’anno, la quarantena obbligatoria, le tante severe regole imposte a tutti i partecipanti al torneo. L’edizione 2022 del primo Slam stagionale potrebbe essere la prima in assoluto con tutti i tennisti in gara vaccinati.
    La stampa locale riporta una disposizione urgente del governo di Victoria (dove si trova Melbourne) che impone la vaccinazione obbligatoria contro il Covid-19 per tutti gli atleti professionisti impegnati in competizioni nello stato.
    Il governo statale ha annunciato stamattina che ogni lavoratore deve ricevere almeno una dose di vaccino entro venerdì 15 ottobre per poter continuare a lavorare sul posto. Il ciclo vaccinale dovrà essere completato entro il 26 novembre.
    L’elenco dei lavoratori autorizzati nello stato di Victoria include “gli sportivi professionisti o ad alte prestazioni, i lavoratori che supportano la gestione sicura dello sport professionistico e il personale di radiodiffusione pubblica necessario per trasmettere lo sport professionistico“.
    I primi sportivi ad essere interessati dal nuovo regolamento sono tutti gli atleti delle leghe pro australiane (football, calcio, cricket, basket, ecc). Gillon McLachlan, CEO della lega del seguitissimo football australiano, ha dato il suo immediato sostegno alla vaccinazione dei giocatori: “Se vogliamo riprenderci la nostra vita e tornare a fare le cose nel modo più semplice e ad aprirci, dobbiamo essere vaccinati. Lo vediamo come il nostro percorso d’uscita e la nostra politica lo rifletterà”. Alcuni team della lega avevano già iniziato autonomamente a vaccinare i propri atleti prima dell’inizio della preparazione per la prossima stagione.
    A questo punto, sembra scontato che anche il tennis dovrà sottostare a questa regola. Ricordiamo che Craig Tiley, CEO di Tennis Australia e factotum del tennis “down under”, aveva lavorato instancabilmente per mediare tra le stingenti regole governative e le peculiarità del tennis, con giocatori che arrivano da ogni parte del mondo, ma alla fine ha dovuto accettare le leggi statali imponendo una severa quarantena ai tutti i tennisti in gara.
    Sarà curioso adesso vedere le reazioni dei tennisti. Molti non sono ancora vaccinati, diversi sono convinti no-vax. Come si comporterà per esempio il n.1 Djokovic, uno dei più convinti sostenitori della non obbligatorietà del vaccino?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Come sarebbe la classifica ATP sulle ultime 52 settimane? Medvedev n.1, Sinner n.9

    Tutti conosciamo le mille difficoltà che il mondo del tennis Pro ha dovuto affrontare per colpa della pandemia. Nel 2020 molti mesi di stop, tornei cancellati, altri spostati, ed un conseguente (e necessario) intervento sulle classifiche. Lo scostamento rispetto al sistema di calcolo tradizionale si protrarrà ancora per diversi mesi, ma è curioso andare a […] LEGGI TUTTO

  • in

    PTPA sta crando una struttura. Per Pospisil l’80% dei giocatori ha aderito

    Djokovic & Pospisil, i due leader della PTPA

    Da un po’ di tempo si erano “perse le tracce” della PTPA, nuova associazione dei giocatori annunciata clamorosamente l’estate 2020 con grandi propositi per rivoluzionare il mondo del tennis Pro, e poi fermatasi senza una operatività visibile e con dati assai fumosi in merito alle adesioni e alla propria azione. Da quanto riporta lo Sport Business Journal, in realtà la PTPA sta lavorando per darsi una struttura dirigenziale sino ad offrire ai suoi membri possibilità di lavoro e carriera.
    Finora la PTPA è stata visibile grazie alle interviste di Vasek Pospisil, canadese riconosciuto come braccio destro di Novak Djokovic ma di fatto vero “motore” all’interno del mondo dei giocatori, attivissimo nell’opera di convincimento e “arruolamento” dei colleghi tra le proprie fila. Adesso pare che l’associazione abbia dato il via libera alla creazione di un Advisory Board come primo passo verso la formazione della struttura di governo del PTPA. Secondo quanto riporta lo SBJ, il consiglio è formato da Rebecca McDonald, Anton Rabie e Bill Ackman, presenza quest’ultima ritenuta fondamentale poiché sarebbe il finanziatore principale dell’associazione insieme a Novak Djokovic (è un ricchissimo uomo d’affari attivo nei più grandi fondi d’investimento internazionali). Djokovic ha spinto per portare nella PTPA la società di comunicazione Anachel, con l’obiettivo rafforzare la posizione grazie a relazioni strategiche con potenziali investitori.
    A breve dovrebbero essere deliberate le cariche operative più importanti per il funzionamento operativo dell’associazione, come quelle di Direttore Esecutivo, Direttore Generale e Direttore Commerciale Ufficiale ed un nutrito team legale per dirimere ogni questione tra gli associati e l’ATP (e tornei), visti i sicuri attriti che andranno a crearsi.
    Secondo il SJB, Vasek Pospisil quest’estate ha impiegato il suo tempo off-court in una certosina opera di contatto e convincimento presso i suoi colleghi, spiegando nel dettaglio la visione, piani strategici e obiettivi della PTPA, cercando di ampliare al massimo la base degli associati per avere più forza contrattuale e – ovviamente – fare pressione sull’ATP, alla fine vero bersaglio della neonata organizzazione. Pospisil – sempre per il Sports Business Journal – ha fatto intendere che ad oggi l’80% dei giocatori ATP sarebbero iscritti alla PTPA, e quasi un centinaio di ragazze attive sul tour WTA. Aderire alla PTPA è totalmente gratuito (lo sarà fino al 2023); i tennisti possono usufruire di corsi di formazioni attraverso varie piattaforme web per tutelare i propri diritti, rafforzare la propria forza contrattuale con i propri sponsor e diventare più indipendenti nella proprie carriere sportive. Pospisil continua ad affermare che la loro associazione non è nata per demolire o sostituire l’ATP ma per collaborare e migliorare la vita dei tennisti. Vista dall’altro lato della barricata, le cose non sembrano stare esattamente così… Il durissimo scontro verbale andato in scena qualche mese fa tra Andrea Gaudenzi e Vasek Pospisil, per come è stato raccontato, mostra una tensione molto alta nella politica del tennis e profonde fratture.
    In definitiva, continuiamo ad aspettare dati e programma ufficiale della PTPA. Non c’è niente di pubblicato, di ufficiale, nero su bianco. Nemmeno sul numero reale degli aderenti, una mancanza di comunicazione che non aiuta a dare credibilità. Una cosa sembra sicura: tra i nuovi giocatori più forti, la maggior parte si è detta non interessata a far parte della PTPA (Medvedev, Tsitsipas, Zverev, Thiem, Rublev e via dicendo), oltre ai due “grandi vecchi” Roger e Rafa, che anzi hanno ammonito i colleghi a collaborare col nuovo corso dell’ATP targata Gaudenzi per intervenire sui problemi più sentiti dai giocatori: calendario, Prize money, pensione e post-carriera dei giocatori. Staremo a vedere i prossimi passi della PTPA, sperando in annunci ufficiali che finalmente possano chiarire lo status quo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Boris Becker: “Roger e Rafael i buoni, Novak il cattivo. È ingiusto”

    Boris Becker, più giovane campione a Wimbledon (1985)

    Boris Becker ha parlato del recente US Open e dei giovani emergenti in un’intervista rilasciata ad Eurosport Germania. Essendo stato suo coach, conosce molto bene Novak e nonostante i due non si siano lasciati proprio nel migliore dei modi, l’ex stella del tennis tedesco ha difeso Djokovic, affermando che la percezione che moltissimi hanno di lui è totalmente errata. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Boris.
    “Non avevo mai visto piangere Djokovic in campo, nemmeno in allenamento, deve essere arrivato davvero al limite dal punto di vista emozionale, della tensione. Novak è un’ottima persona. Sia il pubblico che i media devono abituarsi al fatto che non ce ne sono stati due di grandi giocatori ma tra, grandi come tennisti e come persone. Non è accettabile e anche ingiusto che Novak sia sempre visto come il cattivo mentre Roger e Rafa siano i buoni. Mi auguro che queste due settimane a New York, con la finale persa da Novak, le sue lacrime e anche il suo splendido discorso dopo la partita rivolto al pubblico, possa far sì che tutti finalmente capiscano chi sia Djokovic e che possa essere visto da una prospettiva umana diversa“.
    Anche secondo Becker, l’errore di Djokovic è stato presentarsi alle Olimpiadi. “È stato troppo. Ok, voleva rappresentare il suo paese, l’Oro olimpico è un sogno, ma resta un essere umano e non può vincere sempre tutto, sopportare la pressione e mantenersi in forma per ogni torneo”.
    Ultime considerazioni per i giovani che si stanno imponendo, il ricambio generazionale – Djokovic a parte – sembra ormai completato: “Tutti hanno fatto passi avanti. Ovviamente Novak continuerà a giocare un ruolo importante anche l’anno prossimo e vorrei il ritorno Rafa, e che pure Roger possa rientrare, ma ci sono tanti giovani che stanno facendo bene. Ci sono ragazzi come Alcaraz, Rune, Sinner, Auger Aliassime più quelli di mezza età come Zverev, Tsitsipas e Medvedev che ormai sono i migliori nel ranking. Continuiamo a parlare di Federer, Nadal e Djokovic da 15 anni perché hanno vinto tutto, ma adesso dobbiamo abituarci a parlare dell’altra generazione, che riesce a portare in campo tutto ciò che il tifoso di tennis vuole vedere. Per esempio Carlos Alcaraz, giovanissimo ma già molto forte. Ha un gioco offensivo, quando riesce a produrlo al suo massimo i rivali riescono a malapena a contenerlo”.
    Becker quindi si dice ottimista per il futuro del gioco al massimo livello, anche quando l’epopea dei 3 Big sarà definitivamente archiviata.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO