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    Massimo Righi contro il Cts: “Senza pubblico non si va avanti”

    Di Redazione
    La Lega Pallavolo Serie A è sul piede di guerra dopo il secco “no” del Comitato Tecnico Scientifico, che ha bocciato la proposta di riaprire al pubblico gli impianti sportivi a livello nazionale nonostante il parere favorevole del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Il presidente di Lega Massimo Righi, intervistato da Franco Fava per il Corriere dello Sport, non usa mezzi termini: “Gli esperti del Cts sanno poco o nulla di sport“. E ammonisce: “Senza pubblico, senza incassi e senza visibilità sarà difficile andare avanti, anche per poche settimane“.
    Al momento l’apertura dei palazzetti è affidata ai provvedimenti delle Regioni, con regole diverse a seconda delle ordinanze e dubbi da sciogliere di partita in partita: Cucine Lube Civitanova e Top Volley Cisterna, ad esempio, non sanno ancora se giocheranno a porte chiuse la prima gara casalinga. “Siamo ripartiti a scartamento ridotto – denuncia Righi – soggiogati dalle forti restrizioni nell’accesso ai palazzetti. È una situazione drammatica. È una vergogna: il Governo non prende una decisione, lasciando tutte le responsabilità ai governatori“.
    Sul Comitato Tecnico Scientifico il presidente di Lega aggiunge: “Il parametro che usano è quello del calcio. Non si rendono conto che nelle circa 40 partite giocate finora tra Supercoppa, Coppa Italia e Champions non si sono mai verificati assembramenti o situazioni a rischio, con afflussi e deflussi facili in strutture da 5.000 posti che potrebbero facilmente gestire la presenza di un 25% della loro capienza. Si pensa sempre e solo al calcio nelle ordinanze: possibile che non sentano la necessità di ascoltarci? C’è incompetenza e scarsa sensibilità, questo ci spaventa“.
    La proposta delle Leghe è ormai nota: “Accesso al 25% in impianti indoor con capienza fino a 10mila posti. Altrimenti – conclude Righi – saremo costretti a chiudere tra poche settimane. Senza gli incassi dei biglietti e degli sponsor non reggiamo. Così decine di migliaia di addetti andranno a spasso“. LEGGI TUTTO

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    Emanati i protocolli per la ripresa della Serie B e delle categorie minori

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    Di Redazione
    Anche la Serie B, i campionati regionali e territoriali e i campionati giovanili compiono finalmente un primo passo verso il ritorno in campo. La Federazione Italiana Pallavolo ha emanato oggi i protocolli per la ripresa dell’attività di tutte le serie e categorie, definendo una serie di percorsi specifici nel pieno rispetto delle normative per il contenimento del contagio da Covid-19.
    La principale differenza tra le categorie sono i controlli previsti a inizio stagione: tra il 19 e il 30 ottobre tutti i componenti del “gruppo squadra” delle formazioni di Serie B (atleti, allenatori, preparatori, fisioterapisti, medico e tutti i componenti dello staff) dovranno sottoporsi a test sierologico per la ricerca degli anticorpi del coronavirus. Per le categorie inferiori, invece, è previsto soltanto il controllo della temperatura in occasione di allenamenti e gare. Tutti, comunque, dovranno sempre produrre l’apposita autocertificazione.
    I protocolli dettagliano inoltre tutte le procedure di screening per gli arbitri e di gestione degli eventuali casi di positività, le norme di comportamento nelle varie fasi di gara e nell’utilizzo degli spogliatoi e tutte le altre informazioni necessarie per lo svolgimento dell’attività.
    Sul sito della Fipav sono disponibili le versioni integrali del protocollo per la Serie B e del protocollo per la Serie C e seguenti e per i campionati di categoria.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La Provincia di Brescia apre le palestre, ma l’ultimo ok spetta alle scuole

    Di Redazione
    Si sblocca, almeno in parte, la situazione della disponibilità delle palestre scolastiche a Brescia e dintorni: dopo il successo di una petizione online e la presa di posizione della Fipav, ieri la Provincia di Brescia ha approvato, con decreto del Presidente, l’apertura delle palestre di sua proprietà in orario extrascolastico, vincolandola al rispetto di una serie di disposizioni contenute nell’apposito protocollo di sicurezza. Il decreto consente anche di disputare gare e competizioni sportive. Per le società bresciane resta comunque una vittoria parziale: l’ultimo ok spetta infatti ai dirigenti scolastici dei singoli istituti, il cui parere sarà vincolante.
    “Il protocollo – spiega il consigliere provinciale delegato all’Istruzione, Filippo Ferrari – è frutto di un lavoro sinergico importante – che da una parte vuole valorizzare la pratica sportiva, tutelando quindi gli atleti e tutte le realtà e le associazioni coinvolte, e dall’altro vuole garantire la sicurezza e la salute degli utenti, tenendo conto del buon avvio dell’anno scolastico, che non ha determinato problemi in merito alla gestione degli spazi. Il Protocollo di Sicurezza sarà ora inviato ai comuni bresciani per una massima condivisione”.
    (fonte: Provincia.brescia.it) LEGGI TUTTO

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    Lombardia e Veneto aprono le porte: fino a 700 spettatori nei palazzetti

    Di Redazione
    Anche Lombardia e Veneto, sulla scia dei provvedimenti adottati da altre regioni, consentono l’accesso del pubblico alle competizioni sportive, sia pure in misura limitata. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha firmato oggi l’ordinanza che apre al pubblico gli impianti sportivi, fino a un massimo di 1.000 spettatori per le manifestazioni all’aperto e 700 spettatori per quelle al chiuso. Il provvedimento è in vigore da oggi, sabato 19 settembre, e quindi già da domani le squadre di volley lombarde potranno aprire le rispettive gare agli spettatori.
    L’ordinanza, infatti, è valida anche per gli eventi “riconosciuti di interesse nazionale dal CONI, dal CIP e dalle rispettive Federazioni“, quindi si applicherà anche ai campionati nazionali. Il pubblico potrà accedere soltanto “limitatamente a quei settori nei quali sia possibile assicurare posti a sedere da assegnare ai singoli spettatori per l’intera durata dell’evento“. Nell’ordinanza si confermano anche le altre misure di sicurezza previste per gli eventi, dall’utilizzo della mascherina (che dovrà essere indossata anche all’aperto) al distanziamento interpersonale. Non sarà consentita l’apertura di bar e punti di ristoro.
    Regole molto simili anche per il Veneto, dove però la mascherina sarà obbligatoria solo al chiuso. L’ordinanza emessa dal governatore Luca Zaia è valida fino al 3 ottobre, mentre quella della Lombardia sarà in vigore fino al 15 ottobre.
    (fonte: Ansa.it) LEGGI TUTTO

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    La Lombardia riapre i palazzetti, ma non per la pallavolo

    Di Redazione
    La tanto attesa ordinanza della Regione Lombardia che riapre lo sport ai tifosi è arrivata, ma non è una buona notizia per gli appassionati di volley. Per il momento, infatti, dal provvedimento sono interessati soltanto due eventi: la Supercoppa Italiana di basket (a Milano, Varese, Desio, Brescia e Cremona) e il Gran Premio di Formula Uno a Monza. Nel primo caso, le porte dei palazzetti si riapriranno per un numero massimo di spettatori pari al 25% della capienza dell’impianto, a patto che sia possibile rispettare il distanziamento minimo di un metro. Per il GP monzese, invece, l’accesso sarà consentito simbolicamente soltanto a una delegazione di 300 medici e infermieri protagonisti della lotta al coronavirus.
    La pallavolo resta per il momento a porte chiuse (fatta salva la possibilità di accesso alle singole partite per un massimo di 200 persone, almeno secondo l’interpretazione della legge data dalla Federazione) ma in molti sperano che le norme applicate al basket possano essere estese a breve anche al nostro sport, considerando che in alcuni casi si parla addirittura degli stessi impianti (come il PalaRadi di Cremona). Le disposizioni da seguire, in ogni caso, resteranno molto rigide: biglietti in vendita soltanto online, varchi di accesso e uscita separati, rilevazione della temperatura all’ingresso, mascherina obbligatoria per tutta la durata dell’evento e divieto di apertura ai servizi di bar e ristoro.
    (fonte: Regione Lombardia) LEGGI TUTTO

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    AIP critica sul protocollo per la ripresa: “Quali sono le regole per le amichevoli?”

    Di Redazione
    Dopo l’uscita del protocollo ufficiale per la ripresa delle attività delle squadra di Serie A arrivano le prime posizioni critiche: tra di esse c’è quella dell’Associazione Italiana Pallavolisti, che lamenta di non essere stata chiamata in causa dalla Fipav in fase di redazione del documento e solleva alcuni dubbi sul periodo di preparazione alla nuova stagione.
    “Nonostante AIP abbia agito attivamente con il proprio contributo – scrive l’associazione –, ponendo quesiti agli enti istituzionali e richiedendo aggiornamenti al fine di informare gli associati e le associate sulle evoluzioni del protocollo di ripresa, non ha mai ricevuto alcun documento ufficiale da poter analizzare e condividere. Lo staff di AIP nelle prossime ore si dedicherà a leggere e comprendere con attenzione quanto autonomamente deciso, pur nella consapevolezza che gli atleti e le atlete hanno diritto di conoscere, comprendere e condividere tutto quanto è strettamente attinente alla loro salute“.
    “Ancora una volta – prosegue la nota – si chiede: fino a quando non verrà stabilita la data ‘tempo zero’, quali regole bisogna seguire per lo svolgimento degli allenamenti congiunti o amichevoli, e quali sono i controlli a cui gli atleti e le atlete devono sottoporsi, visto che nel sopracitato protocollo si rimanda alla Versione 7 del protocollo per la ripresa degli allenamenti della Fipav (aggiornato al 10 agosto), in cui non si regolamentava lo svolgimento delle amichevoli/allenamenti congiunti? Per il momento si hanno solo indicazioni verbali dalle Leghe e nessun contatto dalla Federazione“.
    “Si chiede chiarezza alle istituzioni – conclude l’associazione di categoria –, perché la ripresa dell’attività è interesse comune, e AIP si spenderà per creare coscienza e informazione“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    I sindaci scrivono a Spadafora: “Riapriamo i palazzetti al pubblico”

    Di Redazione
    I sindaci “di serie A” scrivono al Ministro dello Sport: a Vincenzo Spadafora è stata inviata ieri una lettera siglata dai primi cittadini (o dagli assessori competenti) di diversi comuni italiani che ospitano squadre di massima serie di pallavolo e basket, con la richiesta di riaprire i palazzetti al pubblico nel rispetto delle norme di sicurezza. A firmare la missiva sono stati i rappresentanti di Trento, Padova, Roma, Ravenna, Cremona e Casalmaggiore.
    Questo il testo della lettera, come riportato da Cremona Oggi: “Noi, amministratori delle città delle squadre di basket e volley, maschile e femminile, che militano in A1, vorremmo richiamare la Sua autorevole attenzione sul momento di particolare difficoltà vissuto dallo sport in questi ultimi mesi. Il quasi totale stop alle attività, imposto dall’emergenza sanitaria in corso, ci ha fatto comprendere, semmai ce ne fosse stato bisogno, la funzione fondamentale dello sport agonistico, sia di quello giocato sia di quello vissuto da spettatori: si tratta di un ruolo ricreativo, sociale e anche economico, si tratta di una componente determinante della vita delle nostre città a cui non vorremmo dover rinunciare nei mesi che verranno.
    Alla vigilia della ripartenza dei campionati, siamo preoccupati per l’attuale clima di incertezza. Anche se la quasi totalità degli sponsor ha confermato il proprio sostegno, dimostrando sensibilità e vicinanza alle squadre, la campagna abbonamenti è ferma, in attesa che vengano definite le opportune regole per disciplinare la presenza del pubblico. Pubblico che è un pilastro imprescindibile per le società sportive e che, avendo dimostrato già in passato di essere maturo e responsabile, siamo sicuri potrà garantire, anche in questa circostanza, il massimo rispetto dei protocolli che verranno definiti in funzione anti Covid.
    Egregio Ministro, sicuri del Suo sostegno e del Suo impegno in materia, Le scriviamo per chiederLe di agevolare la ripartenza dei campionati e la riapertura dei nostri palazzetti considerando la necessità di prevedere regole diversificate a seconda dei contesti; ci riferiamo in particolare al numero dei posti a disposizione del pubblico, che deve essere proporzionato alla capienza della struttura e non può né essere definito a priori né essere uguale per tutti. A questo proposito, riteniamo che le società sportive e i Comuni possano essere responsabilizzati nell’elaborazione di un piano cittadino capace di garantire il distanziamento fisico e insieme di tradurre in pratica tutte le precauzioni raccomandate dagli esperti.
    Ingressi scaglionati, riduzione della capienza in base al numero di posti disponibili, gestione del pubblico per settori, potrebbero garantire quelle condizioni di sicurezza che stanno a cuore non solo alle autorità sanitarie, ma anche alle società sportive e alle istituzioni pubbliche di cui, in quanto assessori e sindaci, siamo rappresentanti. Sollecitiamo pertanto la definizione tempestiva di protocolli in grado di salvaguardare insieme la sicurezza sanitaria, gli aspetti economici e quelli legati allo spettacolo. Conoscendo la serietà delle nostre società e il fair play del nostro pubblico, riteniamo che sia un’impresa possibile, a cui i Comuni sono pronti a dare il proprio contributo favorendo tutti gli adeguamenti organizzativi che si renderanno necessari“.
    (fonte: Cremona Oggi) LEGGI TUTTO

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    La provocazione di Andrea Giani: “Mi hanno invitato a portare Modena in Germania…”

    Di Redazione
    A margine della conferenza stampa per la presentazione del nuovo capitano Micah Christenson, che ha segnato anche il suo ritorno in Italia dopo gli allenamenti con la nazionale tedesca, Andrea Giani ha commentato anche la situazione di stallo del volley italiano tra protocolli di sicurezza e veti governativi, svelando anche un particolare curioso: “Mi hanno proposto di portare Modena ad allenarsi in Germania“. L’allenatore della Leo Shoes Modena, come riporta oggi Il Resto del Carlino, ha aggiunto però subito dopo: “La trovo una cosa ridicola, credo che qui ci sia molta confusione“.
    “In Europa siamo in situazioni diverse da paese a paese – ha constatato Giani – con la Germania non solo ci siamo allenati, siamo anche tornati a giocare. Qui il protocollo stabilisce dei distanziamenti che nel sei contro sei non sono attuabili. Il problema è che dobbiamo assolutamente iniziare a fare un lavoro che finora non abbiamo potuto fare: non si possono allenare le squadre di Superlega come se fossero giovanili. Se poi al loro interno le squadre decidono di attuare dei protocolli propri…“. LEGGI TUTTO