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    Rohan Bopanna annuncia il ritiro: una carriera leggendaria nel doppio

    Rohan Bopanna nella foto – Foto getty images

    Uno dei migliori specialisti di doppio degli ultimi anni, Rohan Bopanna, ha annunciato il proprio ritiro dal tennis professionistico. Il tennista indiano, 45 anni, ha comunicato la decisione attraverso i suoi profili social, chiudendo una carriera straordinaria costellata di successi e record di longevità.Bopanna lascia il circuito con due titoli del Grande Slam: il Roland Garros 2017 (in doppio misto) e l’Australian Open 2024, conquistato a 43 anni, oltre a un totale di 26 trofei nel doppio, tra cui sei Masters 1000.
    Durante la sua lunga carriera è arrivato fino alla vetta del ranking mondiale di doppio, diventando il giocatore più anziano della storia a raggiungere il numero uno, a vincere un torneo del Grande Slam e un Masters 1000.Professionista rispettato e apprezzato per la sua sportività, Bopanna ha rappresentato per anni un punto di riferimento per il tennis indiano e internazionale. Con il suo stile elegante e la sua longevità fuori dal comune, lascia il circuito come uno degli esempi più solidi di dedizione e continuità nella storia recente del doppio.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    João Fonseca, il talento brasiliano che sogna di unirsi a Sinner e Alcaraz

    Joao Fonseca nella foto – Foto Patrick Boren

    Da quando ha impugnato per la prima volta una racchetta, João Fonseca ha mostrato una naturale inclinazione per la potenza.“Ero il tipo di bambino che distruggeva la palla,” racconta. “A volte finiva contro la rete, a volte sul fondo campo, e qualche volta era un vincente.”Quell’approccio istintivo e aggressivo lo accompagna ancora oggi nel circuito professionistico, dove il suo dritto esplosivo è già considerato uno dei colpi più spettacolari del tennis mondiale. A soli 19 anni, il brasiliano si è distinto come uno dei giocatori più potenti in circolazione, con un dritto che in media viaggia a 130 km/h (81 mph), ben al di sopra della media dei migliori tennisti (circa 120 km/h).
    Un 2025 da protagonistaNel 2025 Fonseca ha conquistato due titoli ATP, l’ultimo dei quali a Basilea, dove ha superato Alejandro Davidovich Fokina con 29 vincenti in finale. Con questo successo è diventato il terzo più giovane vincitore di un torneo ATP 500 da quando il formato è stato introdotto nel 2009, e il più giovane campione a Basilea dai tempi di Jim Courier (1989).Il suo allenatore lo ha incoraggiato a mantenere la sua natura offensiva, ma con maggiore controllo:“Il mio coach è stato il primo a dirmi di restare aggressivo, ma anche di lavorare sulla solidità. Ho capito che non puoi colpire sempre forte. A volte è una follia, ma in altri momenti serve coraggio e fiducia per essere aggressivi.”
    Una crescita costanteFonseca, già vincitore delle Next Gen Finals 2024, ha attirato l’attenzione a inizio stagione sconfiggendo Andrey Rublev al primo turno degli Australian Open, per poi vincere l’Argentina Open, diventando il secondo sudamericano più giovane a conquistare un titolo ATP nell’Era Open.Il suo percorso, però, non è stato lineare: non ha mai superato il terzo turno in uno Slam nel 2025, ma la vittoria a Basilea lo ha riportato in evidenza, facendolo salire fino al numero 28 del ranking mondiale, con l’obiettivo dichiarato di diventare testa di serie nei tornei del Grande Slam nel 2026.
    Tra modelli e ambizioniAppassionato di tennis sin da piccolo, Fonseca è cresciuto guardando il Big Three. Tifoso dichiarato di Roger Federer, confessa che la finale di Wimbledon 2019 – vinta da Novak Djokovic – lo segnò profondamente. Anni dopo, ha potuto incontrare il suo idolo alla Laver Cup, descrivendolo come “una persona semplice e gentile, un momento che non dimenticherò mai.”Fonseca è anche ambassador del marchio On, di cui Federer è investitore, e fu messo sotto contratto a soli 16 anni come talento emergente.
    Dalle radici al pubblicoCresciuto a Rio de Janeiro, Fonseca inizialmente si divideva tra calcio e tennis, ma un infortunio lo convinse a dedicarsi solo alla racchetta. “Giocavo bene, ero mancino, ma non sarei mai diventato un professionista. Fortunatamente ho scelto il tennis,” ha raccontato.Abituatosi al calore e al rumore del pubblico brasiliano, oggi ama giocare davanti a platee rumorose e coinvolgenti:“All’inizio ero nervoso, sentivo la pressione, ma ora adoro l’energia della folla. Mi spinge anche nei momenti difficili.”
    Il futuroFonseca non ha ancora affrontato Djokovic, Alcaraz o Sinner, ma spera di farlo presto:“Quello che stanno facendo è incredibile. Vincono ovunque, motivano tutti noi a lavorare di più. Spero di essere lì con loro, a giocare finali e competere ai massimi livelli. Ma un passo alla volta.”
    Con la sua potenza naturale, la personalità carismatica e una determinazione in crescita, João Fonseca rappresenta la nuova generazione del tennis brasiliano, pronta, forse, a inserirsi tra i protagonisti dell’élite mondiale insieme a Sinner e Alcaraz.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner raggiunge i 400 match in carriera: numeri migliori di Federer, Djokovic e Sampras alla stessa soglia

    Jannik Sinner – Foto Patrick Boren

    Jannik Sinner ha raggiunto un nuovo traguardo simbolico nella sua giovane ma già brillante carriera: il tennista italiano ha disputato il suo 400º match da professionista, chiudendo con un bilancio straordinario di 314 vittorie.Si tratta di un dato eccezionale che lo colloca al di sopra di tutti i giocatori attualmente in attività alla stessa tappa della carriera. Nessuno, infatti, aveva mai ottenuto così tanti successi dopo 400 incontri: Novak Djokovic ne contava 301, Daniil Medvedev 276, Alexander Zverev 268, e Stefanos Tsitsipas 274.
    L’analisi comparativa mostra inoltre che Sinner ha più vittorie dopo 400 match di molte leggende dell’era Open, tra cui Roger Federer (286), Pete Sampras (299), Andre Agassi (293), Stefan Edberg (305), Björn Borg (306) e Mats Wilander (313). Solo grandi icone come Jimmy Connors (335), John McEnroe (330), Rafael Nadal (326), Ivan Lendl (323) e Boris Becker (322) hanno fatto meglio.
    Entrando nel dettaglio dei numeri, Sinner ha costruito il suo bilancio con una progressione costante:63 vittorie nei primi 100 incontri, 75 tra i match 101 e 200, 85 tra 201 e 300 e infine 91 successi nelle ultime 100 partite.
    Questo andamento mostra una crescita continua e un rendimento sempre più stabile, segno della maturità tecnica e mentale raggiunta dal giocatore altoatesino.Con una percentuale di vittorie superiore al 78%, Sinner è oggi uno dei tennisti più vincenti della nuova generazione e il suo avvio di carriera lo colloca statisticamente tra i migliori di sempre. Un risultato che conferma la solidità del suo percorso e la sua capacità di mantenere un livello di gioco costante contro qualsiasi avversario e superficie.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner come Djokovic: raggiunti i quarti in tutti i Masters 1000 e finali in ogni Slam

    Jannik Sinner – Foto Patrick Boren

    Jannik Sinner continua a dimostrare una costanza di rendimento degna dei più grandi. Con la qualificazione ai quarti di finale del Rolex Paris Masters 2025, l’azzurro ha raggiunto un traguardo straordinario: è diventato, insieme a Novak Djokovic, l’unico giocatore in attività ad aver raggiunto la finale in tutti i tornei del Grande Slam e i quarti di finale in ognuno dei nove Masters 1000.Un dato che evidenzia la regolarità e la maturità del tennista altoatesino, capace da due stagioni di spingersi con continuità fino alle fasi finali di quasi tutti i tornei disputati.
    In un circuito sempre più competitivo, Sinner ha costruito il proprio successo su una combinazione di solidità, efficacia e controllo mentale, qualità che gli hanno permesso di entrare a pieno titolo tra i protagonisti assoluti del tennis mondiale.Dopo Djokovic, nessun altro era riuscito a raggiungere questo livello di completezza statistica: un riconoscimento simbolico ma significativo, che certifica come il 2025 sia stato per Sinner l’anno della definitiva consacrazione.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Record di pubblico al Rolex Paris Masters nella nuova sede della La Défense Arena

    La Défense Arena – Foto Patrick Boren

    Il cambio di sede dell’ATP Rolex Paris Masters, spostato dall’Accor Arena di Bercy al nuovo impianto della La Défense Arena, è stato accolto positivamente dal pubblico. In soli tre giorni di competizione, il torneo ha già superato il proprio record storico di affluenza, con oltre 200.000 biglietti venduti, come comunicato dalla Federazione Francese di Tennis.
    Il precedente record, stabilito nella scorsa edizione ancora disputata a Bercy, era di 176.000 biglietti. Per questa edizione, gli organizzatori hanno messo in vendita tagliandi a partire da 9 euro, una politica di prezzi che ha favorito l’afflusso del pubblico e la forte domanda fin dai primi giorni del torneo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Nicolas Mahut dice addio al tennis: “Orgoglioso di tutto ciò che ho vissuto”

    Nicolas Mahut nella foto – Foto getty images

    Questa volta sembra davvero la fine. Nicolas Mahut ha annunciato il suo ritiro definitivo dal tennis professionistico al termine del Rolex Paris Masters 2025, dove ha salutato il circuito in doppio al fianco di Grigor Dimitrov, perdendo contro la coppia formata da Nys e Vasselin per 6-4, 5-7, 10-4.Con lui se ne vanno 25 anni di carriera, cinque titoli del Grande Slam, una Coppa Davis e un’eredità fatta di passione, eleganza e amore per il gioco.
    Un addio dopo 25 anni di tennisProfessionista dal 2000, Mahut ha attraversato un’epoca intera del tennis mondiale. Dopo una carriera altalenante in singolare, trovò la sua vera dimensione nel doppio, dove costruì una carriera leggendaria, conquistando tutti e quattro i Major e diventando numero 1 del mondo nella specialità.“È una fonte di orgoglio guardare indietro e vedere tutti quei numeri”, ha dichiarato alla stampa ATP dopo il suo ultimo match. “Forse non sono stato abbastanza forte da lasciare un segno nel tennis con il mio palmarès in singolare, ma sono felice di essere per sempre associato a Wimbledon, per me il torneo più bello del mondo.”
    Mahut ha raccontato un aneddoto toccante:“Quest’anno ci sono tornato con mio figlio. Camminando nei corridoi ha trovato il mio nome inciso lì, il mio nome che è anche il suo. Mi sono sentito colmo d’orgoglio, non c’è niente di più bello per me.”
    Tra trionfi e battaglie interioriIl francese ha voluto sottolineare che i momenti difficili hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua crescita personale:“Sollevare trofei del Grande Slam è uno dei miei ricordi più belli, ma più dei titoli mi porto dentro tutto quello che è successo per arrivarci. Anche i dubbi, gli errori, le sconfitte… sono quelle le cose che rendono una carriera ricca. E la mia, in quel senso, lo è stata tantissimo.”
    La Coppa Davis, il sogno di una vitaSe c’è un titolo che Mahut porterà per sempre nel cuore, è la Coppa Davis 2017, vinta con la Francia.“È il torneo che ha guidato tutta la mia carriera. Ho deciso di diventare tennista dopo aver visto la Davis del 1991. Sognavo di sollevare quella coppa, non sapevo quanto sarebbe stato difficile, ma non ho mai smesso di crederci. Alla fine ci sono riuscito, e quel momento ha ripagato tutti i sacrifici.”
    L’epopea di Wimbledon 2010: un pezzo di storiaMahut resterà per sempre legato al match più lungo della storia del tennis, quello contro John Isner a Wimbledon 2010: tre giorni di battaglia, un quinto set finito 70-68, e una pagina indelebile nella memoria del tennis mondiale.“Quel ricordo rimarrà per sempre, è parte della storia di una generazione. All’inizio fu doloroso, ero stanco di essere ricordato come il perdente di quella partita, ma oggi ne vado fiero. È stato un momento folle, che mi ha insegnato molto come giocatore e come uomo. Non mi importa essere associato a una sconfitta, perché dopo quella ho vinto tante cose importanti.”
    A 43 anni, Nicolas Mahut lascia il tennis con la stessa eleganza con cui lo ha sempre giocato: senza rimpianti, con il sorriso e con la consapevolezza di aver scritto una pagina autentica di questo sport.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Jim Courier critico con Alcaraz: “Gioca in modalità kamikaze, questa è l’esperienza Alcaraz”

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Patrick Boren

    La clamorosa eliminazione di Carlos Alcaraz al secondo turno del Rolex Paris Masters 2025 continua a far discutere. Tra le voci più autorevoli a commentare la sconfitta dello spagnolo contro Cameron Norrie, c’è quella di Jim Courier, ex numero 1 del mondo e oggi analista per Tennis Channel.
    Courier, noto per la sua lucidità e schiettezza, non ha usato mezzi termini per descrivere l’atteggiamento di Alcaraz in campo, definendolo “un kamikaze del tennis”.“Se c’è qualcosa che ci affascina di Alcaraz è la sua imprevedibilità, il modo in cui si prende rischi enormi e gioca ogni punto come se fosse l’ultimo, spesso fuori da ogni logica. Di solito questo lo premia, ma quando non funziona… il risultato è devastante. Fare 54 errori non forzati in una partita fa parte di quella che io chiamo la ‘Alcaraz Experience’: gioca in modalità kamikaze.”
    Courier ha poi aggiunto che un approccio così aggressivo, quando non è sostenuto da lucidità, finisce per consegnare troppi punti all’avversario:“Concedere così tanto significa, in pratica, regalare due set al rivale. Mi ha ricordato quello che gli era già successo a Miami contro Goffin: un match dove la sua voglia di spingere a tutti i costi lo ha portato fuori controllo.”
    L’esperienza Alcaraz: genio e caosLe parole di Courier riassumono alla perfezione la doppia faccia del gioco di Alcaraz: esplosivo e spettacolare quando funziona, ma disordinato e caotico nei momenti di scarsa fiducia. Il murciano, che ha chiuso la partita con 54 errori non forzati a fronte di 33 vincenti, è apparso frustrato e privo di sensazioni positive in un match dove il suo tennis non ha mai trovato ritmo.
    Courier ha comunque sottolineato che questo fa parte del processo di crescita di un campione ancora giovane:“Carlos è un talento straordinario, ma deve imparare a gestire meglio le giornate in cui non tutto gira come vuole. L’equilibrio tra aggressività e controllo sarà ciò che determinerà quanto lontano potrà arrivare nella sua carriera.”Una riflessione lucida e diretta che mette in luce tanto il fascino quanto la fragilità del tennis di Alcaraz — un gioco spettacolare, ma ancora in cerca di maturità anche se ricordiamolo tutti è l’attuale n.1 del mondo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Scintille social tra Reilly Opelka e Zizou Bergs. Moutet attacca Bublik alla vigilia del match: “Non rappresenta i miei valori, voglio rispedirlo a casa”

    Zizou Bergs BEL, 1999.06.03 – Foto Getty Images

    Non solo tennis, ma anche polemica nel circuito ATP. A poche ore dal suo controverso “caso lucky loser”, Reilly Opelka è di nuovo al centro dell’attenzione — stavolta per una polemica sui social con il belga Zizou Bergs, protagonista di un botta e risposta che ha rapidamente fatto il giro del web.Tutto è iniziato quando Opelka, dopo essersi ritirato volontariamente dal suo match di qualificazione al Rolex Paris Masters 2025 (prevedendo che qualche forfait lo avrebbe ripescato come lucky loser), ha commentato su Instagram la curiosa esultanza di Bergs dopo la sua vittoria contro Michelsen, in cui il belga aveva imitato il celebre moonwalk di Michael Jackson.
    L’americano ha scritto ironicamente:“Preferirei perdere piuttosto che vincere e fare una cosa del genere.”Una frase che non è passata inosservata, e a cui Bergs ha risposto con una replica tanto tagliente quanto elegante:“Io, invece, preferirei giocare piuttosto che ritirarmi nelle qualificazioni.”
    Berg ha messo Opelka all’angolo, ricordandogli in modo pungente la controversa decisione di abbandonare la fase di qualificazione per poi entrare comunque nel tabellone principale come lucky loser.Il botta e risposta tra i due ha acceso i tifosi divisi tra chi condanna l’atteggiamento di Opelka e chi apprezza la brillante risposta del giovane belga, uno dei volti più in crescita del tennis europeo.Una cosa è certa: la prossima volta che Bergs e Opelka si incroceranno in campo, l’atmosfera sarà tutt’altro che distesa.
    Si preannuncia un match bollente al secondo turno del Rolex Paris Masters 2025, dove Corentin Moutet e Alexander Bublik si affronteranno in una delle sfide più attese — e potenzialmente più esplosive — del torneo. I due, tra i personaggi più controversi del circuito ATP, hanno già avuto scontri verbali in passato e non si sono mai risparmiati frecciate reciproche.
    Alla vigilia del match, Moutet ha alimentato ulteriormente la tensione con dichiarazioni tutt’altro che concilianti nei confronti del kazako:“Sappiamo tutti che è molto provocatore con gli altri giocatori, si diverte a prendere in giro i suoi avversari. Abbiamo avuto dei contrasti in passato perché non rappresenta i miei valori come sportivo. Io cercherò di restare concentrato sul mio tennis, ma sarò super motivato per rispedirlo a casa, con l’aiuto del pubblico.”
    Le parole del francese lasciano poco spazio all’immaginazione: quella tra Moutet e Bublik non sarà una semplice partita, ma una sfida di personalità e nervi.
    Un duello tra due “polemici di lusso”Entrambi i tennisti sono noti per i loro comportamenti sopra le righe. Moutet, spesso protagonista di scenate in campo e scontri verbali con avversari e arbitri, troverà nel pubblico di Parigi un alleato naturale. Dall’altra parte, Bublik è celebre per il suo atteggiamento provocatorio e il linguaggio del corpo dissacrante, che non sempre è ben accolto dai colleghi.Il kazako, reduce da un periodo di grande forma e da un netto successo su Alexei Popyrin, è apparso più concentrato del solito, ma resta uno dei giocatori più imprevedibili del circuito.
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