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    Kooyong Classic 2026: Musetti, Berrettini e Bublik tra le stelle dell’esibizione di Melbourne

    Matteo Berrettini ITA, 1996.04.12 – Foto Getty Images

    La stagione 2026 di tennis si avvicina e, come di consueto, gennaio sarà ricco di appuntamenti preparatori in vista dell’Australian Open. Tra questi spicca il Kooyong Classic, lo storico torneo-esibizione che si svolgerà a Melbourne dal 13 al 15 gennaio, a pochi giorni dall’inizio dello Slam australiano.Pur non essendo un evento ufficiale del circuito ATP o WTA, il Kooyong Classic è da sempre un banco di prova privilegiato per i grandi protagonisti del tennis mondiale, che lo utilizzano per testare la propria condizione fisica e adattarsi alle condizioni di gioco australiane.
    I giocatori confermati per il Kooyong Classic 2026L’edizione di quest’anno vedrà in campo un cast di altissimo livello, con diversi volti noti del circuito maschile e femminile:
    ATPHubert Hurkacz 🇵🇱Marin Cilic 🇭🇷Karen Khachanov 🇷🇺Lorenzo Musetti 🇮🇹Matteo Berrettini 🇮🇹Alexander Bublik 🇰🇿Learner Tien 🇺🇸Zhang Zhizhen 🇨🇳
    WTADonna Vekic 🇭🇷Daniela Hantuchova 🇸🇰
    Un torneo di tradizione e prestigioIl Kooyong Classic, disputato sui campi in erba sintetica del **Kooyong Lawn Tennis Club**, è uno degli appuntamenti più amati della preparazione australiana. Il format prevede match esibizione tra top players in un’atmosfera rilassata ma comunque competitiva, che spesso regala tennis di grande qualità.Negli anni, questo evento ha ospitato leggende come Roger Federer, Novak Djokovic e Andy Murray ed il nostro Jannik Sinner vincitore dell’edizione 2024, e anche per il 2026 promette spettacolo grazie alla presenza di due italiani di punta, Musetti e Berrettini.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Yevgeny Kafelnikov: “Alcaraz e Sinner sono il yin e yang del tennis moderno”

    Yevgeny Kafelnikov nella foto

    Yevgeny Kafelnikov, ex numero uno del mondo e membro del prestigioso ATP No. 1 Club, è entusiasta della crescita della rivalità tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, protagonisti assoluti di questa edizione delle Nitto ATP Finals a Torino.“È fantastico per il tennis. Non sarebbe bello se solo uno dei due dominasse, perché il carisma di entrambi si bilancia perfettamente. È come lo yin e yang,” ha dichiarato Kafelnikov dall’Inalpi Arena. “Hanno due stili completamente diversi, e questo è ciò che piace ai tifosi. Lo si vede qui a Torino: Jannik riempie il palazzetto tanto quanto Carlos. Sono entrambi un enorme valore per il tennis, senza dubbio.”
    “Torino è il posto perfetto per ospitare le Finals”Per l’ex campione russo, che è alla sua prima visita alle Finals italiane, l’atmosfera torinese rappresenta un modello ideale per il tennis moderno:“Il fatto che ci siano giocatori italiani in campo rende tutto ancora più speciale. Mi sarebbe piaciuto che nel 2000 si fosse potuto giocare un torneo così a Mosca, quando io e Marat Safin eravamo entrambi nei primi dieci del mondo: avremmo riempito gli stadi senza problemi. Torino è fantastica e penso che l’idea di ospitare i tornei nei Paesi dove il tennis è molto popolare sia vincente. In Italia, con tutti i giocatori che stanno emergendo, non c’è posto migliore per questo evento.”
    Un veterano delle FinalsKafelnikov conosce bene la storia e il prestigio del torneo di fine stagione: vi ha partecipato sette volte, affrontando leggende come Pete Sampras, Andre Agassi, Boris Becker, Gustavo Kuerten, Carlos Moya e Juan Carlos Ferrero.“Essere alle Finals è la ricompensa per tutto il lavoro di un anno. È il modo perfetto per concludere la stagione: i migliori otto che si affrontano dopo aver vinto i tornei più importanti e giocato bene negli Slam.”
    Il suo “nemico storico” alle Finals fu Pete Sampras, che lo sconfisse in tutte e quattro le loro sfide nel torneo:“Ho sempre amato partecipare, fin dal 1995 a Francoforte. Poi gli anni di Hannover furono fantastici, anche se la costante era che mi trovavo sempre di fronte Sampras, persino nella finale del 1997. Non sono mai riuscito a batterlo, ma mi sono goduto ogni momento.”
    Lo sguardo sul futuro: “Attenzione a Joao Fonseca”Oggi Kafelnikov segue ancora da vicino il circuito ATP e non ha dubbi su chi potrebbe essere la prossima stella a entrare tra i migliori:“Fonseca ha fatto grandi cose quest’anno, vincendo anche il torneo di Basilea. Se continuerà così, sono sicuro che presto lo vedremo qui alle Finals, se non nel 2026, sicuramente l’anno dopo.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Aryna Sabalenka guarda al futuro: “Voglio diventare madre tra cinque anni, ma ora la mia priorità è il tennis”

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    Numero uno del mondo e dominatrice del tennis femminile, Aryna Sabalenka ha parlato apertamente dei suoi progetti futuri in una recente intervista nella sua lingua madre. La campionessa bielorussa, professionista dal 2015 e legata sentimentalmente da diversi anni, ha confessato il desiderio di diventare madre entro cinque anni, pur senza mettere in secondo piano la propria carriera sportiva.“Voglio raggiungere tutto il mio potenziale nello sport e vedere fin dove posso arrivare. Probabilmente mi piacerebbe formare una famiglia tra circa cinque anni”, ha dichiarato sorridendo.A 27 anni, Sabalenka si trova nel pieno della maturità agonistica e ha chiarito che non ha alcuna intenzione di ritirarsi nel breve periodo. In passato, infatti, aveva già spiegato di voler tornare a competere anche dopo la maternità, seguendo l’esempio di altre grandi campionesse del circuito WTA.
    Per ora, la priorità della tennista bielorussa resta una sola: continuare a dominare il circuito, consolidando il suo ruolo di punto di riferimento del tennis mondiale e aggiungendo nuovi trofei al suo palmarès.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Apostolos Michalakas: “Tsitsipas ha fatto bene a non giocare ad Atene. I tennisti sono dei supereroi”

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199 – Foto Getty Images

    Il fisioterapista della Nazionale greca, Apostolos Michalakas, ha rilasciato una lunga intervista a Tennis24 in cui ha parlato del Campionato Ellenico, dell’attuale stato di forma di Stefanos Tsitsipas e delle difficoltà fisiche e mentali che affrontano i tennisti nel finale di stagione.
    “Un torneo di alto livello, ma servono più greci in tabellone”Michalakas ha elogiato l’organizzazione del torneo di Atene, definendolo “un evento dal bilancio molto positivo” e sottolineando come il pubblico abbia potuto assistere a tennis di grande livello:“Il torneo ha offerto partite di altissimo livello, con una finale che avremmo potuto vedere anche in un Masters 1000.”Tuttavia, non sono mancate le criticità:“I prezzi dei biglietti, specialmente nei primi giorni, hanno tenuto lontano parte del pubblico. Spero che gli organizzatori abbiano recepito il messaggio. Mi auguro che la prossima edizione dia spazio a più giocatori greci, così da coinvolgere un pubblico ancora maggiore.”
    “La Grecia ha bisogno di tornei così”Michalakas ha ribadito quanto eventi di questo tipo siano fondamentali per far crescere il tennis ellenico:“Abbiamo assolutamente bisogno di tornei ATP in Grecia. Attirano non solo il pubblico locale ma anche quello internazionale. E strutture come il Telekom Center hanno ricevuto recensioni eccellenti.”Ha inoltre sottolineato che tali tornei possono aiutare i giocatori greci, “purché abbiano la possibilità di partecipare”, citando l’esperienza di Stefanos Sakellaridis, Pavlos e Petros Tsitsipas e Dimitris Sakellaridis.
    “I tennisti sono dei supereroi”Commentando il ritmo frenetico del circuito e le difficoltà di adattamento tra un torneo e l’altro, Michalakas ha citato l’esempio di Lorenzo Musetti, reduce da una finale ad Atene prima di volare a Torino per le ATP Finals:“Ha giocato una partita di tre ore con intensità altissima e subito dopo ha dovuto adattarsi a una nuova superficie. Questi cambiamenti mettono a dura prova il fisico. A fine stagione la fatica è al massimo, ma i giocatori e i loro team sanno come gestirla.”“Personalmente considero i tennisti d’élite dei veri e propri supereroi. Nessun altro sport richiede di competere con questa frequenza e durata. Nel tennis sai quando inizi, ma non quando finisci.”
    “Tsitsipas ha preso la decisione giusta”Sulla rinuncia di Stefanos Tsitsipas a giocare il torneo di Atene, Michalakas è stato chiaro:“Ha preso la decisione giusta. Sta seguendo con rigore un protocollo di riabilitazione per la schiena. Ogni volta che gioca, rischia una ricaduta. In questo momento, con l’off-season alle porte, era fondamentale non compromettere la preparazione per il 2026.”Ha spiegato che la principale difficoltà del greco è legata al servizio:“Il dolore si manifesta proprio durante il movimento di battuta, che è una delle sue armi più importanti. Giocare in queste condizioni significherebbe partire già con uno svantaggio.”
    “Tsitsipas e Sakkari hanno rivoluzionato il tennis greco”Infine, Michalakas ha riconosciuto il ruolo storico di Stefanos Tsitsipas e Maria Sakkari:“Hanno rivoluzionato il tennis greco. Purtroppo, non ricevono ancora l’amore che meritano. Questi ragazzi hanno sacrificato tutto per arrivare dove sono: dovremmo esserne più orgogliosi.”Conclude con una riflessione ottimista:“Qualche anno fa, se qualcuno mi avesse detto che la Grecia avrebbe ospitato un torneo ATP e avuto giocatori di questo livello, lo avrei preso per pazzo. Ma oggi il tennis greco ha una prospettiva reale di crescita.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic si confessa: “Sto entrando nell’ultimo capitolo della mia vita tennistica. Alcaraz e Sinner oggi sono migliori di me”

    Novak Djokovic classe 1987, n.4 del mondo – Foto Getty Images

    Quando Novak Djokovic parla, il mondo del tennis si ferma ad ascoltare. A 38 anni, fresco del suo titolo numero 101 conquistato all’ATP di Atene, il serbo ha concesso a Piers Morgan un’intervista profonda, sincera, per molti versi sorprendente. Un dialogo che attraversa la sua carriera, il futuro, il rapporto con Carlos Alcaraz e Jannik Sinner e il delicato tema dell’eredità tennistica.Djokovic — che ha accettato le scuse del giornalista per le parole pronunciate al tempo della sua “deportazione” dall’Australia nel 2022 — si è mostrato lucido e introspectivo, quasi più del solito.“Non posso dire di essere il migliore di sempre. Sarebbe irrispettoso”
    Sul tema del GOAT, Djokovic mantiene la sua linea:«Me lo chiedono da anni, ma non darò mai una mia opinione. Sarebbe irrispettoso verso Federer, Nadal e verso chi è venuto prima. Amo troppo la storia del tennis per mettermi su un piedistallo».Ricorda come il tennis sia cambiato enormemente negli ultimi 50 anni: tecnologia, superfici, palline, preparazione. «È impossibile paragonare le epoche» afferma.
    L’ultima fase della carriera: “Sto vivendo una transizione”Djokovic si riconosce in un momento chiave della sua vita sportiva:«Sto entrando nell’ultimo capitolo, qualunque sia la sua durata. Devo trovare un equilibrio tra la fame competitiva e la consapevolezza che alcune realtà sono difficili da accettare. Ho dominato a lungo, ora sono Alcaraz e Sinner a dominare me».Non nasconde che il livello dei due giovani campioni lo abbia scosso:«Sono consapevole che oggi sono migliori di me. Mi hanno fatto dubitare di poter vincere ancora un Major».Ma allo stesso tempo non perde la sua forza mentale:«Quando entro in campo, penso sempre di poter vincere. La mia mentalità resta quella di un campione».
    Accetta il sorpasso: “Era naturale che accadesse”Djokovic vede con grande ammirazione l’ascesa dei due rivali più giovani:«L’arrivo di Alcaraz e Sinner è fantastico per il tennis. La loro finale al Roland Garros è già nella storia. Sapevo che prima o poi sarebbe successo».
    Il giorno in cui rimase incollato alla TV: la finale di ParigiDjokovic racconta un retroscena divertente:«Non guardo tennis quando perdo, preferisco staccare. Volevo uscire con mia moglie e mio figlio, ma loro volevano vedere la finale. Ho detto: “Ok, guardiamo un set”. Pensavo durasse due ore… Quando siamo tornati erano ancora lì a giocare. Alla fine abbiamo visto le ultime due ore. Era impossibile staccarsi».
    “I campioni non sono semidèi. Siamo umani e falliamo come tutti”Djokovic affronta uno dei temi più profondi dell’intervista: il falso mito dell’atleta invincibile.«La pressione è reale. Fallire non ti rende debole. Anche Jordan diceva che tutti ricordano i tiri entrati, mai quelli sbagliati. Io ho perso il 50% delle finali Slam disputate. È normale».“Vincere sempre è pericoloso: l’ego cresce e poi la vita ti colpisce forte”Djokovic ricorda il periodo 2015-2016, quando raggiunse quasi 20 finali consecutive:«Mi sentivo imbattibile, ma mentalmente è pericoloso. L’ego cresce e poi la realtà ti colpisce. A me successe con l’infortunio al gomito».
    Il futuro di suo figlio nello sportParlando del figlio Stefan, 11 anni, il serbo si emoziona:«Vuole giocare a tennis e questo mi emoziona e mi spaventa. Ha talento, ma non voglio essere il suo allenatore. Voglio essere suo padre. Se sceglierà il tennis, sarò al suo fianco al 100%».
    Come vuole essere ricordatoDjokovic chiude con una frase che sintetizza l’essenza del campione e dell’uomo:«Vorrei essere ricordato per i miei risultati, certo. Ma soprattutto come una persona che ha toccato il cuore degli altri. È quello che vorrei sulla mia lapide».
    In un’intervista intensa, potente e umana, Djokovic mostra tutta la complessità di un campione che continua a cercare nuove motivazioni, pur sapendo che il tempo — e due fenomeni chiamati Alcaraz e Sinner — stanno cambiando lo scenario. Un ritratto sincero di un atleta che non smette di interrogarsi su sé stesso e sulla propria eredità.
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    Sebastian Korda chiude la stagione con una sconfitta, ma sorride: è arrivato il fidanzamento con Ivana Nedved

    Foto Peter Staples/ATP Tour

    La semifinale persa ad Atene contro Lorenzo Musetti — con tanto di match point mancato — ha posto fine in modo amaro alla stagione di Sebastian Korda. Ma il 25enne statunitense avrà comunque un ricordo speciale da portare con sé nella pre-season: il suo fidanzamento ufficiale con Ivana Nedved.Korda ha annunciato la notizia sui social con un semplice messaggio carico d’emozione: “Per sempre e oltre ”, accompagnando la frase con una foto della proposta.
    Ivana Nedved, figura costante al suo fianco da anni, lo accompagna sin dagli esordi nel circuito, ben prima della sua partecipazione alle Next Gen ATP Finals del 2021. Il loro legame, ormai solido e visibile anche nei momenti più intensi della carriera del giocatore, ha trovato ora un passo decisivo.
    Sul fronte sportivo, Korda lascia Atene con tre vittorie importanti e la consapevolezza di aver ritrovato un buon livello, chiudendo l’anno da numero 48 del PIF ATP Ranking. Nonostante la delusione per l’occasione mancata contro Musetti, il 2025 termina con un sorriso decisamente più grande.
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    Nitto ATP Finals: spettacolo dentro e fuori dal campo con l’inaugurazione del “Music Break” con Achille Lauro

    Nitto ATP Finals: spettacolo dentro e fuori dal campo con l’inaugurazione del “Music Break” con Achille Lauro

    Le Nitto ATP Finals 2025 hanno ufficialmente preso il via alla Inalpi Arena. La prima giornata di gare sta offrendo grande spettacolo dentro e fuori dal campo. Uno spettacolo che sarà ulteriormente arricchito – a partire da oggi e poi, per tutte le sessioni serali in programma fino alla fine del torneo – da “Music Break” lo spazio che vedrà esibirsi alcuni tra i più importanti artisti della scena musicale italiana. Uno spettacolo nello spettacolo, concepito con l’idea di garantire al pubblico delle Nitto ATP Finals un’esperienza di intrattenimento raffinata e allineata al prestigio dell’evento.
    A ‘battezzare’ questa sera l’esordio di ‘Music Break’ sarà il 35enne cantautore originario di Verona, ma romano d’adozione, Achille Lauro. LEGGI TUTTO

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    Rybakina rifiuta la foto con il CEO WTA e scoppia la polemica. Pam Shriver attacca: “Inimmaginabile”

    Elena Rybakina KAZ, 17.06.1999 – Foto Getty Images

    La finale delle WTA Finals 2025 non si è chiusa soltanto con il trionfo di Elena Rybakina sul campo. Nel corso della cerimonia di premiazione, infatti, un episodio ha attirato l’attenzione di molti presenti: la kazaka ha rifiutato di posare per una foto accanto alla CEO della WTA. Un gesto che non nasce dal caso, ma che affonda le sue radici nella sospensione del coach di Rybakina, fermato dalla WTA dopo le numerose testimonianze che lo indicavano come autore di comportamenti violenti nei suoi confronti.
    Il rifiuto della campionessa di affiancarsi alla dirigente ha immediatamente generato dibattito, trasformando una celebrazione di fine torneo in un terreno di scontro pubblico. La prima reazione di rilievo è arrivata da una delle figure più autorevoli del tennis femminile, Pam Shriver. L’ex giocatrice, vincitrice di 21 titoli Slam in doppio, non ha atteso un secondo per esprimere il proprio disappunto sui social.
    “Immagina di vincere più soldi in premi in un solo torneo rispetto alle ‘Original Nine’ lungo l’arco di tutte le loro carriere, e poi criticare la CEO della WTA che sta cercando di garantire maggiori misure di sicurezza nel tuo sport”, ha scritto Shriver, criticando duramente il comportamento di Rybakina. “È qualcosa di difficile anche solo da immaginare.”

    Imagine winning more prize money in one tournament than the entire Original Nine over their collective careers, then dissing WTA CEO because the CEO has tried to ensure stronger safeguards in your sports… it’s hard to imagine.
    — Pam Shriver (@PHShriver) November 9, 2025

    Parole pesantissime, che aggiungono ulteriore carico su un episodio già delicato.La frattura tra la giocatrice e l’organizzazione appare profonda e legata alla gestione del caso del suo allenatore, sospeso dalla WTA sulla base del nuovo protocollo di tutela degli atleti. Rybakina, che durante la stagione aveva apertamente contestato la decisione, ha quindi scelto la finale come momento per rendere pubblico il proprio dissenso.
    La vicenda rischia ora di aprire un dibattito molto più ampio: fin dove può arrivare la protesta di un’atleta contro le istituzioni, e come gestire episodi simili senza compromettere la credibilità del circuito?Per il momento, a parlare non sono le risposte ufficiali, ma le reazioni. E quella di Pam Shriver indica chiaramente che la discussione è appena iniziata.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO