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    Apostolos Michalakas: “Tsitsipas ha fatto bene a non giocare ad Atene. I tennisti sono dei supereroi”

    Stefanos Tsitsipas GRE, 12-08-199 – Foto Getty Images

    Il fisioterapista della Nazionale greca, Apostolos Michalakas, ha rilasciato una lunga intervista a Tennis24 in cui ha parlato del Campionato Ellenico, dell’attuale stato di forma di Stefanos Tsitsipas e delle difficoltà fisiche e mentali che affrontano i tennisti nel finale di stagione.
    “Un torneo di alto livello, ma servono più greci in tabellone”Michalakas ha elogiato l’organizzazione del torneo di Atene, definendolo “un evento dal bilancio molto positivo” e sottolineando come il pubblico abbia potuto assistere a tennis di grande livello:“Il torneo ha offerto partite di altissimo livello, con una finale che avremmo potuto vedere anche in un Masters 1000.”Tuttavia, non sono mancate le criticità:“I prezzi dei biglietti, specialmente nei primi giorni, hanno tenuto lontano parte del pubblico. Spero che gli organizzatori abbiano recepito il messaggio. Mi auguro che la prossima edizione dia spazio a più giocatori greci, così da coinvolgere un pubblico ancora maggiore.”
    “La Grecia ha bisogno di tornei così”Michalakas ha ribadito quanto eventi di questo tipo siano fondamentali per far crescere il tennis ellenico:“Abbiamo assolutamente bisogno di tornei ATP in Grecia. Attirano non solo il pubblico locale ma anche quello internazionale. E strutture come il Telekom Center hanno ricevuto recensioni eccellenti.”Ha inoltre sottolineato che tali tornei possono aiutare i giocatori greci, “purché abbiano la possibilità di partecipare”, citando l’esperienza di Stefanos Sakellaridis, Pavlos e Petros Tsitsipas e Dimitris Sakellaridis.
    “I tennisti sono dei supereroi”Commentando il ritmo frenetico del circuito e le difficoltà di adattamento tra un torneo e l’altro, Michalakas ha citato l’esempio di Lorenzo Musetti, reduce da una finale ad Atene prima di volare a Torino per le ATP Finals:“Ha giocato una partita di tre ore con intensità altissima e subito dopo ha dovuto adattarsi a una nuova superficie. Questi cambiamenti mettono a dura prova il fisico. A fine stagione la fatica è al massimo, ma i giocatori e i loro team sanno come gestirla.”“Personalmente considero i tennisti d’élite dei veri e propri supereroi. Nessun altro sport richiede di competere con questa frequenza e durata. Nel tennis sai quando inizi, ma non quando finisci.”
    “Tsitsipas ha preso la decisione giusta”Sulla rinuncia di Stefanos Tsitsipas a giocare il torneo di Atene, Michalakas è stato chiaro:“Ha preso la decisione giusta. Sta seguendo con rigore un protocollo di riabilitazione per la schiena. Ogni volta che gioca, rischia una ricaduta. In questo momento, con l’off-season alle porte, era fondamentale non compromettere la preparazione per il 2026.”Ha spiegato che la principale difficoltà del greco è legata al servizio:“Il dolore si manifesta proprio durante il movimento di battuta, che è una delle sue armi più importanti. Giocare in queste condizioni significherebbe partire già con uno svantaggio.”
    “Tsitsipas e Sakkari hanno rivoluzionato il tennis greco”Infine, Michalakas ha riconosciuto il ruolo storico di Stefanos Tsitsipas e Maria Sakkari:“Hanno rivoluzionato il tennis greco. Purtroppo, non ricevono ancora l’amore che meritano. Questi ragazzi hanno sacrificato tutto per arrivare dove sono: dovremmo esserne più orgogliosi.”Conclude con una riflessione ottimista:“Qualche anno fa, se qualcuno mi avesse detto che la Grecia avrebbe ospitato un torneo ATP e avuto giocatori di questo livello, lo avrei preso per pazzo. Ma oggi il tennis greco ha una prospettiva reale di crescita.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic si confessa: “Sto entrando nell’ultimo capitolo della mia vita tennistica. Alcaraz e Sinner oggi sono migliori di me”

    Novak Djokovic classe 1987, n.4 del mondo – Foto Getty Images

    Quando Novak Djokovic parla, il mondo del tennis si ferma ad ascoltare. A 38 anni, fresco del suo titolo numero 101 conquistato all’ATP di Atene, il serbo ha concesso a Piers Morgan un’intervista profonda, sincera, per molti versi sorprendente. Un dialogo che attraversa la sua carriera, il futuro, il rapporto con Carlos Alcaraz e Jannik Sinner e il delicato tema dell’eredità tennistica.Djokovic — che ha accettato le scuse del giornalista per le parole pronunciate al tempo della sua “deportazione” dall’Australia nel 2022 — si è mostrato lucido e introspectivo, quasi più del solito.“Non posso dire di essere il migliore di sempre. Sarebbe irrispettoso”
    Sul tema del GOAT, Djokovic mantiene la sua linea:«Me lo chiedono da anni, ma non darò mai una mia opinione. Sarebbe irrispettoso verso Federer, Nadal e verso chi è venuto prima. Amo troppo la storia del tennis per mettermi su un piedistallo».Ricorda come il tennis sia cambiato enormemente negli ultimi 50 anni: tecnologia, superfici, palline, preparazione. «È impossibile paragonare le epoche» afferma.
    L’ultima fase della carriera: “Sto vivendo una transizione”Djokovic si riconosce in un momento chiave della sua vita sportiva:«Sto entrando nell’ultimo capitolo, qualunque sia la sua durata. Devo trovare un equilibrio tra la fame competitiva e la consapevolezza che alcune realtà sono difficili da accettare. Ho dominato a lungo, ora sono Alcaraz e Sinner a dominare me».Non nasconde che il livello dei due giovani campioni lo abbia scosso:«Sono consapevole che oggi sono migliori di me. Mi hanno fatto dubitare di poter vincere ancora un Major».Ma allo stesso tempo non perde la sua forza mentale:«Quando entro in campo, penso sempre di poter vincere. La mia mentalità resta quella di un campione».
    Accetta il sorpasso: “Era naturale che accadesse”Djokovic vede con grande ammirazione l’ascesa dei due rivali più giovani:«L’arrivo di Alcaraz e Sinner è fantastico per il tennis. La loro finale al Roland Garros è già nella storia. Sapevo che prima o poi sarebbe successo».
    Il giorno in cui rimase incollato alla TV: la finale di ParigiDjokovic racconta un retroscena divertente:«Non guardo tennis quando perdo, preferisco staccare. Volevo uscire con mia moglie e mio figlio, ma loro volevano vedere la finale. Ho detto: “Ok, guardiamo un set”. Pensavo durasse due ore… Quando siamo tornati erano ancora lì a giocare. Alla fine abbiamo visto le ultime due ore. Era impossibile staccarsi».
    “I campioni non sono semidèi. Siamo umani e falliamo come tutti”Djokovic affronta uno dei temi più profondi dell’intervista: il falso mito dell’atleta invincibile.«La pressione è reale. Fallire non ti rende debole. Anche Jordan diceva che tutti ricordano i tiri entrati, mai quelli sbagliati. Io ho perso il 50% delle finali Slam disputate. È normale».“Vincere sempre è pericoloso: l’ego cresce e poi la vita ti colpisce forte”Djokovic ricorda il periodo 2015-2016, quando raggiunse quasi 20 finali consecutive:«Mi sentivo imbattibile, ma mentalmente è pericoloso. L’ego cresce e poi la realtà ti colpisce. A me successe con l’infortunio al gomito».
    Il futuro di suo figlio nello sportParlando del figlio Stefan, 11 anni, il serbo si emoziona:«Vuole giocare a tennis e questo mi emoziona e mi spaventa. Ha talento, ma non voglio essere il suo allenatore. Voglio essere suo padre. Se sceglierà il tennis, sarò al suo fianco al 100%».
    Come vuole essere ricordatoDjokovic chiude con una frase che sintetizza l’essenza del campione e dell’uomo:«Vorrei essere ricordato per i miei risultati, certo. Ma soprattutto come una persona che ha toccato il cuore degli altri. È quello che vorrei sulla mia lapide».
    In un’intervista intensa, potente e umana, Djokovic mostra tutta la complessità di un campione che continua a cercare nuove motivazioni, pur sapendo che il tempo — e due fenomeni chiamati Alcaraz e Sinner — stanno cambiando lo scenario. Un ritratto sincero di un atleta che non smette di interrogarsi su sé stesso e sulla propria eredità.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sebastian Korda chiude la stagione con una sconfitta, ma sorride: è arrivato il fidanzamento con Ivana Nedved

    Foto Peter Staples/ATP Tour

    La semifinale persa ad Atene contro Lorenzo Musetti — con tanto di match point mancato — ha posto fine in modo amaro alla stagione di Sebastian Korda. Ma il 25enne statunitense avrà comunque un ricordo speciale da portare con sé nella pre-season: il suo fidanzamento ufficiale con Ivana Nedved.Korda ha annunciato la notizia sui social con un semplice messaggio carico d’emozione: “Per sempre e oltre ”, accompagnando la frase con una foto della proposta.
    Ivana Nedved, figura costante al suo fianco da anni, lo accompagna sin dagli esordi nel circuito, ben prima della sua partecipazione alle Next Gen ATP Finals del 2021. Il loro legame, ormai solido e visibile anche nei momenti più intensi della carriera del giocatore, ha trovato ora un passo decisivo.
    Sul fronte sportivo, Korda lascia Atene con tre vittorie importanti e la consapevolezza di aver ritrovato un buon livello, chiudendo l’anno da numero 48 del PIF ATP Ranking. Nonostante la delusione per l’occasione mancata contro Musetti, il 2025 termina con un sorriso decisamente più grande.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Nitto ATP Finals: spettacolo dentro e fuori dal campo con l’inaugurazione del “Music Break” con Achille Lauro

    Nitto ATP Finals: spettacolo dentro e fuori dal campo con l’inaugurazione del “Music Break” con Achille Lauro

    Le Nitto ATP Finals 2025 hanno ufficialmente preso il via alla Inalpi Arena. La prima giornata di gare sta offrendo grande spettacolo dentro e fuori dal campo. Uno spettacolo che sarà ulteriormente arricchito – a partire da oggi e poi, per tutte le sessioni serali in programma fino alla fine del torneo – da “Music Break” lo spazio che vedrà esibirsi alcuni tra i più importanti artisti della scena musicale italiana. Uno spettacolo nello spettacolo, concepito con l’idea di garantire al pubblico delle Nitto ATP Finals un’esperienza di intrattenimento raffinata e allineata al prestigio dell’evento.
    A ‘battezzare’ questa sera l’esordio di ‘Music Break’ sarà il 35enne cantautore originario di Verona, ma romano d’adozione, Achille Lauro. LEGGI TUTTO

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    Rybakina rifiuta la foto con il CEO WTA e scoppia la polemica. Pam Shriver attacca: “Inimmaginabile”

    Elena Rybakina KAZ, 17.06.1999 – Foto Getty Images

    La finale delle WTA Finals 2025 non si è chiusa soltanto con il trionfo di Elena Rybakina sul campo. Nel corso della cerimonia di premiazione, infatti, un episodio ha attirato l’attenzione di molti presenti: la kazaka ha rifiutato di posare per una foto accanto alla CEO della WTA. Un gesto che non nasce dal caso, ma che affonda le sue radici nella sospensione del coach di Rybakina, fermato dalla WTA dopo le numerose testimonianze che lo indicavano come autore di comportamenti violenti nei suoi confronti.
    Il rifiuto della campionessa di affiancarsi alla dirigente ha immediatamente generato dibattito, trasformando una celebrazione di fine torneo in un terreno di scontro pubblico. La prima reazione di rilievo è arrivata da una delle figure più autorevoli del tennis femminile, Pam Shriver. L’ex giocatrice, vincitrice di 21 titoli Slam in doppio, non ha atteso un secondo per esprimere il proprio disappunto sui social.
    “Immagina di vincere più soldi in premi in un solo torneo rispetto alle ‘Original Nine’ lungo l’arco di tutte le loro carriere, e poi criticare la CEO della WTA che sta cercando di garantire maggiori misure di sicurezza nel tuo sport”, ha scritto Shriver, criticando duramente il comportamento di Rybakina. “È qualcosa di difficile anche solo da immaginare.”

    Imagine winning more prize money in one tournament than the entire Original Nine over their collective careers, then dissing WTA CEO because the CEO has tried to ensure stronger safeguards in your sports… it’s hard to imagine.
    — Pam Shriver (@PHShriver) November 9, 2025

    Parole pesantissime, che aggiungono ulteriore carico su un episodio già delicato.La frattura tra la giocatrice e l’organizzazione appare profonda e legata alla gestione del caso del suo allenatore, sospeso dalla WTA sulla base del nuovo protocollo di tutela degli atleti. Rybakina, che durante la stagione aveva apertamente contestato la decisione, ha quindi scelto la finale come momento per rendere pubblico il proprio dissenso.
    La vicenda rischia ora di aprire un dibattito molto più ampio: fin dove può arrivare la protesta di un’atleta contro le istituzioni, e come gestire episodi simili senza compromettere la credibilità del circuito?Per il momento, a parlare non sono le risposte ufficiali, ma le reazioni. E quella di Pam Shriver indica chiaramente che la discussione è appena iniziata.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic lo dice a Musetti direttamente in campo: “Non andrò a Torino”. E arriva anche Ruud come seconda riserva

    Novak Djokovic con Lorenzo Musetti – Foto Getty Images

    Lorenzo Musetti avrebbe potuto lasciare il Centrale di Atene con la frustrazione di una finale sfumata e con la certezza aritmetica più amara: fuori dalle Nitto ATP Finals 2025 per soli cinque punti. Un’inezia, un soffio. Il carrarino avrebbe comunque viaggiato a Torino come prima riserva, ma la delusione restava forte. Almeno fino a quel breve, decisivo scambio di parole a rete.Pochi secondi dopo il match point della finale, Novak Djokovic lo ha infatti abbracciato e, oltre ai complimenti per la battaglia, gli ha rivelato ciò che avrebbe cambiato immediatamente il suo destino.
    Le parole di Djokovic che cambiano tuttoSolo in conferenza stampa Musetti ha potuto raccontare ciò che il serbo gli aveva confidato sul campo:“Novak mi ha detto in campo che non andrà a Torino. Non so bene come sentirmi dopo aver perso la finale, ma è quello che mi ha detto. È meglio che la Race to Turin si fermi dopo Parigi il prossimo anno.”Djokovic, alle prese con problemi alla spalla, avrebbe confermato poche ore dopo il suo forfait ufficiale dalle Finals. Di fatto, Musetti entra tra gli otto maestri della stagione 2025: la sua mancata qualificazione dura appena venti secondi.
    Una notte di emozioni e incastri: arriva anche Casper RuudQuella di Atene è stata una serata di scossoni e decisioni improvvise. Con il ritiro di Djokovic e la promozione di Musetti nel tabellone principale, Alexander Bublik rimaneva l’unica riserva disponibile per Torino.Per evitare ogni rischio organizzativo, il torneo ha contattato Casper Ruud, finalista delle ATP Finals nel 2022. Secondo quanto riferito dalla TV norvegese TV2, Ruud ha accettato immediatamente la chiamata, garantendo così una seconda alternativa per l’evento.Il norvegese raggiungerà dunque Torino nelle prossime ore, pronto a subentrare se necessario.
    Un finale paradossaleMusetti passa così dalla delusione più bruciante alla migliore notizia possibile in meno di un minuto: dal perdere un titolo al conquistare un posto tra gli otto migliori dell’anno. Un epilogo inatteso e quasi surreale, che ribalta completamente il significato della sua serata ad Atene.E questa settimana, a Torino, ci saranno anche due riserve d’eccezione: Bublik e Ruud, pronti a entrare in scena se la stagione dovesse avere ancora qualche colpo di scena da regalare.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Djokovic rinuncia alle Finals: quando anche i giganti devono fermarsi “Ho avuto problemi alla spalla per tutto il torneo”

    Novak Djokovic classe 1987, n.4 del mondo – Foto Getty Images

    Dopo aver conquistato il titolo all’ATP 250 di Atene, il 101º della sua straordinaria carriera, Novak Djokovic ha rivelato in conferenza stampa i reali motivi che lo costringeranno a saltare le ATP Finals 2025 di Torino. Il serbo, che avrebbe dovuto raggiungere la città piemontese per chiudere la stagione tra i migliori otto del mondo, ha spiegato apertamente la natura del suo problema fisico.
    Djokovic: “Ho avuto problemi alla spalla per tutto il torneo”Durante l’incontro con i media ad Atene, Djokovic ha descritto una situazione fisica molto più complessa del previsto:“Ho avuto problemi alla spalla durante tutto il torneo. Ho preso degli antidolorifici molto forti per poter giocare la finale. Quando passeranno gli effetti collaterali, non sarà piacevole. Non avrei potuto competere a Torino al livello richiesto, considerando questi problemi.”
    Il serbo ha lasciato intendere che la decisione fosse inevitabile, anche alla luce della battaglia durata tre ore contro Lorenzo Musetti, una delle finali più intense della sua stagione.
    Il messaggio ai tifosi: “Mi dispiace, volevo essere a Torino”Poche ore dopo il successo in Grecia, Djokovic ha pubblicato un messaggio sui propri social, confermando ufficialmente il ritiro dalle ATP Finals:“Avevo molta voglia di competere a Torino e dare il meglio di me, ma dopo la finale di oggi ad Atene, mi rattrista comunicarvi che devo ritirarmi a causa di un infortunio. Mi dispiace molto per i tifosi che aspettavano di vedermi giocare; il vostro supporto significa tantissimo per me. Auguro a tutti i giocatori un torneo fantastico, e spero di tornare presto in campo con voi!”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Una scelta discutibile: il Tennis Creator Network allontana l’ATP dalla sua identità

    Una scelta discutibile: il Tennis Creator Network allontana l’ATP dalla sua identità

    Il lancio del Tennis Creator Network da parte dell’ATP, in collaborazione con TikTok, segna un cambio di direzione che lascia più di una perplessità. L’iniziativa vuole portare creator digitali nel cuore delle Nitto ATP Finals 2025, garantendo loro accesso dietro le quinte e un ruolo centrale nel racconto del torneo. Ma la domanda sorge spontanea: è davvero questa la via giusta per valorizzare il tennis?
    Il problema non sono i creator in sé, né l’evoluzione naturale del linguaggio digitale. Il punto è che l’ATP sembra voler sostituire – o quantomeno mettere in secondo piano – l’esperienza e la competenza dei giornalisti sportivi e dei commentatori specializzati che, da anni, costituiscono un patrimonio imprescindibile per il pubblico.Il Tennis Creator Network, così come è stato presentato, privilegia figure che vivono di intrattenimento rapido, storytelling leggero e contenuti spesso distanti dalla profondità tecnica che il tennis meriterebbe. Il rischio è evidente: trasformare il racconto del Tour in un prodotto confezionato per attirare visualizzazioni, sacrificando analisi, contesto e credibilità.
    La presenza di creator provenienti da mondi lontani dal tennis porta inevitabilmente a un impoverimento del contenuto. Le Finals non sono un festival di lifestyle o un evento da TikTok: sono la chiusura di una stagione sportiva di altissimo livello, un appuntamento che richiede competenza, precisione e conoscenza della materia.
    Gli esperti del settore – commentatori, giornalisti, analisti – non sono sostituibili da figure che, pur talentuose nel loro ambito, non possiedono gli strumenti per spiegare scelte tattiche, statistiche avanzate o la complessità mentale e fisica di uno sport come il tennis. L’ATP, puntando prevalentemente su creator digitali, rischia di snaturare il proprio prodotto e di inviare un messaggio sbagliato ai tifosi più fedeli: la popolarità viene prima della competenza.
    Se l’obiettivo è ampliare il pubblico, l’inclusione dei creator può essere utile. Ma una strategia equilibrata richiederebbe di affiancarli agli esperti, non di sostituirli. Il tennis ha bisogno di una narrazione moderna, sì, ma basata sulla qualità, non sulla viralità.
    L’impressione, oggi, è che l’ATP stia scegliendo una strada facile e poco lungimirante. Un tennis sempre più affidato a contenuti rapidi e superficiali rischia di perdere profondità, storia e autorevolezza. E questa, per uno sport che ha costruito la propria identità sui dettagli, non è una buona direzione.
    Di cosa parliamo – Un ponte tra creator, giocatori e tifosiIl Tennis Creator Network riunisce alcuni dei volti più influenti della piattaforma, provenienti dai mercati che ospitano i tornei ATP Masters 1000. Tra i creator coinvolti figurano nomi come @kanoaigarashi (Indian Wells), @jeannemm5 (Monte-Carlo), @rafaelescrig (Madrid), @sespo e @luca.campolunghi (Roma), @yuvirayz (Toronto/Montreal), @gabesco (Cincinnati), @之昊Will (Shanghai) e @championsdudigital (Parigi). Il rappresentante di Miami verrà annunciato prossimamente. Complessivamente, questi creator raggiungono oltre 25 milioni di follower su TikTok.Durante la settimana delle Finals, i partecipanti seguiranno un programma fitto: media day, red carpet, sessioni di allenamento, incontri ravvicinati con i giocatori e contenuti post-partita. Il tutto raccontato attraverso il loro stile personale, con l’obiettivo di portare i fan ancora più vicini alle star del tennis.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO