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    Bentornato, Matteo

    Matteo Berrettini (foto di Gabriele Seghizzi)

    Il rientro da favola con vittoria finale non c’è stato, ma poco importa. Matteo Berrettini c’è. È lì in campo a Phoenix, a rincorrere ogni palla, andando oltre la fatica di un torneo molto duro, complicato anche dal doppio turno per la maledetta pioggia. Questo è quel che importa, la presenza e la consistenza morale di un Berrettini mai domo, umile e grintoso. Questa è la vittoria più importante dopo vagonate di fiele accumulate in mesi brutti, bruttissimi, passati tra dubbi e fatica per l’ennesimo rientro dall’ennesimo infortunio.
    Certo, alzare la coppa del Challenger dell’Arizona sarebbe stata l’apoteosi, inclusi un bel carico di punti nel ranking che in questo momento farebbero estremamente comodo. Del resto il nostro Matteo ci ha abituato fin troppo bene, da vera araba fenice pronta a spiccare il volo maestosa dalle sue stesse ceneri. Vedendolo sprintare e colpire la palla in settimana come non ripensare al suo rientro magico sull’erba di Stoccarda di un paio d’anni fa, dove tornò dopo qualche mese di stop e BOOM, stritolò ogni avversario andando clamorosamente a vincere quell’ATP 250, e bissando poi la settimana seguente anche nel fascinoso club della regina. Stavolta no, il finale da film hollywoodiano non c’è stato, ma pazienza. E c’è stata pure un pizzico di mala sorte in finale, perché se quel nastro beffardo sulla palla break del 5 pari del secondo non si fosse messo di traverso, magari Berrettini avrebbe trascinato la partita al terzo set, e chissà…
    Non è questo il momento di andare in profondità nell’analizzare il tennis mostrato da Berrettini nella settimana. Non giocava da fine agosto 2023, era scontato che molte cose non funzionassero come nei giorni migliori. È presto anche per apprezzare novità e correttivi introdotti in questo periodo off, trascorso tra molta palestra e campo di allenamento. Lui stesso in passato ha raccontato di aver sfruttato le troppe pause dovute ai suoi mille infortuni in modo attivo e intelligente, affinando nuove soluzioni e colpi che, con il ritmo incessante dei tornei, non sarebbe riuscito a provare e poi portare in partita. Abbiamo ancora negli occhi quel clamoroso passantino di rovescio a una mano di contro balzo grazie a cui ha annullato una palla break a Borges… Beh, sarà difficile che quella possa essere una novità… È stata l’adrenalina del momento a fargli giocare un colpo estemporaneo, bizzarro per i suoi canoni e bellissimo, una sorpresa per l’avversario e tutti noi. Nella settimana di Phoenix è piaciuto il back di rovescio, già bello profondo e consistente, eccellente soluzione per riguadagnare campo quando è sbattuto a sinistra; meno la continuità del servizio (ma ottime le seconde cariche di spin) e la spinta col diritto. Proprio la sua bordata a tutta col diritto sembra la fase tecnica in cui è più indietro, rare le accelerazioni che hanno tramortito i rivali, come ai bei tempi. Arriveranno.
    Arriveranno sì, ne siamo certi, se la salute atletica lo sosterrà, forse già a Miami insieme a qualche altra novità da osservare. Berrettini ha perso la finale del Challenger dell’Arizona ma ha vinto su tutta la linea per l’attitudine, la grinta, l’applicazione. Non ha mollato una palla. Ha sputato sangue in campo per reggere e restare aggrappato al punto in ogni partita. C’è riuscito a tratti, ha commesso molti errori e a livello di fluidità di movimento ancora siamo lontani dal top. La vera vittoria è rivederlo sprintare, colpire la palla con potenza e quindi rivolgersi al suo angolo o verso il cielo dopo aver strappato un punto di lotta con quello sguardo infuocato che ha fatto sognare tutti, dal Challenger di Barletta sino al Centre Court di Wimbledon, dove osano le aquile.
    Matteo è tornato dopo oltre sei mesi di assenza con il fuoco dentro e una voglia di rivalsa fortissima. Ha voglia di riprendersi tutto, per l’ennesima volta. Possiamo criticarlo per mille cose, ma è incredibile la forza che dimostra nel tornare dopo l’ennesimo infortunio. È incredibile come il mondo continui a scivolargli via sotto i colpi bassi della malasorte e lui riesca ad incassare e rialzarsi, senza perdere motivazione e non crollare sotto il peso di una sfiducia che a tutti noi farebbe dire “ma chi me lo fa fare…”. Lui no, è diverso. Ce l’ha dimostrato ancora, e lo ringrazio per il suo esempio di sport e di vita.
    La vita a volte ci propone difficoltà. Si aprono fasi difficili, dobbiamo essere bravi a resistere e trovare le soluzioni per superarle, chiudendo un cerchio. Lo scorso anno Berrettini proprio a Phoenix in una bruttissima partita contro Shevchenko urlò “Sono inguardabile, toglietemi dal campo”, disgustato. Ieri notte Matteo è uscito dal campo con il modesto trofeo del finalista, ma può essere assai soddisfatto di se stesso. L’augurio è che quel cerchio negativo si sia chiuso, per sempre. Bentornato Matteo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner vola nel primo set dopo la pioggia su Indian Wells, ma Alcaraz trova la contromossa, rimonta e vince. Si ferma a 19 la striscia di vittorie di Jannik

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    L’imbattibilità è una chimera consentita solo agli Dei, la sconfitta, prima o poi, doveva arrivare. Il Sinner straripante di questo benedetto 2024 è fermato per la prima volta in stagione nella semifinale del Masters 1000 di Indian Wells da un Carlos Alcaraz bravissimo ad alzare il livello e trovare contro mosse efficaci dopo aver perso nettamente un primo set interrotto dopo tre game per la pioggia. Alcaraz trionfa per 1-6 6-3 6-2 al termine di 2 ore e 5 minuti di gioco complessi, diseguali e purtroppo alla fine negativi per l’azzurro, che interrompe la sua clamorosa imbattibilità dopo 19 match consecutivi e 16 nel 2024. Non c’è da fare drammi: la sconfitta è un momento naturale nello sport e ancor più nel tennis, dove gli incontri in ogni annata sono molti e di rivali agguerriti è pieno l’orizzonte. Alcaraz non è n.2 al mondo per caso, ha vinto 2 Slam a 20 anni e sta costruendo proprio insieme a Sinner una delle rivalità più belle della storia moderna della disciplina.
    Anche nella partita appena conclusa in California ci sono stati momenti esaltanti di gioco, con scambi mozzafiato e punti bellissimi, giocati con ardore e tanto rispetto, anche sorrisi tra i due amici-rivali, consapevoli del bello spettacolo prodotto in campo, con sano agonismo. Tuttavia è singolare come questa sconfitta sia arrivata, come il match è girato totalmente nel secondo set. Jannik ha dominato con un tennis stellare l’avvio dell’incontro, stritolando lo spagnolo con un ritmo, potenza e precisione negli affondi micidiale, quella che l’ha reso praticamente imbattibile finora nel 2024. Durissimo in difesa, capace di rimettere palle tutt’altro che banali anche sugli affondi di Alcaraz, e via terribilmente profondo e potente nella spinta. Uno spettacolo meraviglioso, efficace e vincente. Sembrava il Sinner inarrestabile ammirato da settimane. Travolgente e capace di martellare il rivale non solo con i colpi ma anche mentalmente.
    Lo scenario è totalmente cambiato all’avvio del secondo set. JC Ferrero cerca di scuotere un Carlos evidentemente incapace di reagire tecnicamente allo strapotere di Sinner, veloce nei piedi e nei colpi. Ci riesce, forzando il suo pupillo a due mosse: un primo diritto di scambio più lavorato e insistere con un altro colpo in contro piede più rapido e stretto, aggiungendo anche la smorzata pur di non lasciare il pallino del gioco all’azzurro. Questa doppia mossa, abbinata ad un piccolo calo al servizio di Jannik, ha provocato un terremoto a catena. Alcaraz ha ritrovato sicurezza e smalto col diritto, su di una diagonale nella quale pagava terribilmente contro Sinner, e questo gli ha consentito anche di riprendere campo e rubarne un buon metro a Sinner. Jannik ha accusato il colpo. Ha perso sicurezza col diritto lungo linea, soluzione che gli aveva fin lì consentito di comandare e verticalizzare con successo, e nella diagonale di diritto cross ha iniziato a commettere molti errori. Anche palle mal centrate. Si è evidentemente irrigidito per aver perso il controllo del tempo di gioco, con Carlos molto bravo anche a rischiare tante palle corte. Ha spezzato il ritmo di Jannik, ha preso il comando delle operazioni e con maggior fiducia ha condotto il set.
    Purtroppo all’avvio del terzo parziale, nel terzo game, di nuovo un game con poche prime palle di Sinner e tre errori col diritto – uno sfortunato – che gli costano ai vantaggi il break, e pure una botta al polso nel tuffo disperato in recupero. Non si è capito quanto davvero abbia accusato la botta all’articolazione, di sicuro l’ha accusata moralmente perché il diritto da lì in avanti l’ha abbandonato con una quantità di errori simile a quella commessa nella somma di tutto il resto del torneo… Saranno ben 27 col solo diritto al termine del 6-2 che chiude il match, e 38 complessivi.
    Purtroppo Sinner s’è inchinato alla grande reazione emotiva e tecnica di Alcaraz, l’ha fatto perdendo l’inerzia di un match in cui era dominante, e l’ha fatto con troppi errori e senza riuscire a trovare una via per alzare il livello, riprendersi il campo e quel tempo di gioco che comandava. Sinner era andato velocissimo nel comandare nel primo set; la partita è scivolata via altrettanto veloce e carica di adrenalina anche negli altri due, ma stavolta senza che l’azzurro sia riuscito a trovare il pertugio per infilarsi e tornare a comandare. Demeriti di Sinner, i troppi errori e non aver trovato una chiave per tenere fermo Carlos; ma anche tanti meriti dello spagnolo, tornato quel tennista davvero rapido, potente ed efficace, con soluzioni ardite e bellissime. Lo si era visto contro Zverev, era salito di livello. La sua reazione dopo le “sberle” del primo set potrebbero aver fatto svoltare la sua stagione. In caso di sconfitta sarebbe stato superato al n.2 da Jannik; la vittoria gli consente di restare davanti e difendere il titolo, oltre che pareggiare sul 4 pari gli scontri diritti con l’azzurro.
    Siamo sicuri che Sinner analizzerà bene la sconfitta, per capire il motivo del calo al servizio, e l’imprecisione col diritto, come abbia perso sicurezza negli impatti e non sia riuscito a trovare una contro mossa per arginare la rimonta del rivale. Quella palla veloce e precisa usciva “male”, più sporca dalle sue corde da destra, errori che l’hanno un po’ bloccato. Quando giochi a quella velocità e con quella progressione, anche un filo di tensione in più la paghi perché il margine è minimo. Sinner ha giocato per mesi talmente bene da far sembrare il suo tennis facilissimo, oltre che bellissimo. In realtà, la sua magnificenza si basa di un insieme di dettagli che devono lavorare tutti all’unisono, e la straordinarietà è riuscirci. Non è sempre facile, quel che ha fatto in queste settimane vincenti è stato eccezionale. Grazie Jannik, e anche a Carlos, perché i due giovani stanno portando lo spettacolo a un livello superiore. Alla prossima sfida, arriverà presto.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Jannik alza la prima palla del match, ha vito il sorteggio e decide di servire. Segno immediato di voler condurre la partita. Sinner vince il primo lungo scambio nel secondo punto, comanda e forza l’errore del rivale. Quanto corre la palla… impressionante. Chiude a 30 il game l’azzurro con il primo Ace del match, bordata esterna imprendibile. Sguardo torvo di JC Ferrero sull’errore di diritto del suo assistito, palla mal centrata, ma si riscatta con un rovescio d’attacco formidabile. Altrettanto fantastico l’attacco di Sinner col diritto, si prende subito il primo piccolo spazio sul campo. È una partita nel quale ogni dettaglio può fare la differenza, come il doppio fallo di Alcaraz che porta il game ai vantaggi, poi chiude con un buon servizio, 1 pari. Jannik vince secondo turno di battuta a zero, 8 prime in campo su 10 finora. Arriva sul campo qualche goccia di pioggia, ospite ben poco desiderato… I due protagonisti vengono rimandati dagli spogliatoio, i due escono chiacchierando amabilmente insieme. Non ci voleva, era partito molto bene Sinner. I due tornano in campo, eseguono il riscaldamento, ma di nuovo gocciola… Un pomeriggio anomalo nel deserto californiano.
    Si riprende alle 00.56, dopo oltre tre ore di stop per la pioggia. I due non sembrano essersi “freddati”… il terzo punto è una schermaglia terribile, la vince Sinner, più duro. 15-30. Un errore di rovescio costa ad Alcaraz il 15-40. Doppio fallo! La risposta precedente, davvero aggressiva, di Sinner mette quintali di pressione allo spagnolo, concede il BREAK per il 3-1 Sinner. Eccezionale il ritmo imposto da Jannik, con il rovescio lungo linea (addirittura in salto!) a spaccare le gambe al rivale. Ma anche l’accelerazione col diritto di Carlos è fulminante. Livello di gioco altissimo. Una difesa eccezionale di Alcaraz sorprende l’azzurro, che sbaglia nei pressi del net. 30-40, palla del contro break. Annulla Sinner con un diritto profondissimo. Allucinante la difesa di Sinner sull’assalto di Alcaraz, entrambi rigiocano la palla ottimamente su colpi profondissimi dell’altro, è un tennis flipper infernale, ma è con un tocco – passante di rovescio che l’azzurro vola 4-1. È totalmente intrattabile Sinner quando accelera col diritto lungo linea, la palla gli esce dalle corde talmente potente e profonda da costringere Alcaraz ad un allungo estremo. Jannik è ON FIRE, risposta cross di rovescio, passo avanti e schiaffo vincente col diritto. BOOM. 15-40, due chance del doppio break. Si butta a rete Carlos, ma è difficile la volée e Jan, beh, ci arriva col Martini in mano e chiude. 5-1 col doppio BREAK, parziale di 13 punti a 5 da quando il gioco è ripreso. Lo sta demolendo, anche mentalmente. Arriva un doppio fallo per il pusterese, rarissimo errore in una ripresa del gioco stellare. Si rifà subito con un servizio ottimo al T, gli vale il 40-15 e doppio Set Point. Esagera col diritto stavolta Jannik, 40-30; vola via il diritto di Carlos nello scambio, appena si allunga non regge. 6-1 in 36 minuti, anzi in 17 + 19 minuti. Nei 19 minuti della seconda parte, Sinner dominante, tutto gli è riuscito con una velocità tale da tramortire lo spagnolo. Alcaraz in netta difficoltà (4 giochi a zero), non sfonda da dietro sulle difese ottime dell’italiano, non riesce a contenere le sfuriate a tutta del rivale.
    Secondo set, Alcaraz alla battuta. Sospira JC Ferrero dopo l’errore in spinta di Carlos che gli costa il 15-30. Gli urla “anìmate”, ossia accenditi, esprimi forza. Non è convincente come Alcaraz conduce lo scambio, non trova il modo di sfondare, se rallenta Jannik gli “monta in testa” con un anticipo e potenza mostruosi. Dalla panchina consigliano ad Alcaraz di rallentare e poi accelerare di nuovo, per togliere un po’ di ritmo all’azzurro. Deve cambiare qualcosa per interrompere il dominio di Jannik, ma appena Sinner ha una palla da spingere col diritto, basta sia di poco meno profonda trova una sbracciata eccellente, e la battuta lo sostiene (finora 72% di prime in campo). 1 pari. Prova a lavorare di più la palla col diritto cross, e cerca l’angolo stretto; cresce al servizio, altro aspetto necessario per anestetizzare la risposta dell’italiano. Nel quarto game Jannik ha un primo momento di calo dopo il ritmo assurdo dell’avvio: poche prime di servizio, un diritto in rete, scivola 15-40. Gioca bene Carlos, cambia ritmo ottimamente col diritto e chiude di volo, BREAK Alcaraz, 3-1 e servizio. Arriva lo scambio del torneo, una schermaglia clamorosa sotto rete, la vince Sinner con un tocco impossibile, che provoca un gran sorriso in entrambi, consapevoli dello spettacolo. Ha perso un po’ di campo Sinner, basta mezzo metro, e lo scenario cambia perché Carlos ora sbaglia di meno e comanda di più. 4-1 Alcaraz, molto salito nel set (parziale di 12 punti a 4). Ritrova la massima qualità Jannik nel sesto game, due rovesci eccezionali, quindi bravo a correre avanti a riprendere le smorzate del rivale. 2-4. La palla corta dell’iberico è una costante, non vuole lasciare il controllo al rivale. In questa fase entrambi giocano bene, il livello è molto alto. Sul 30 pari la risposta di diritto di Jannik è una manata cross che lascia di sasso Carlos, palla del contro break sul 30-40! Ahi, risponde bene, ma esagera col lungo linea di rovescio, non era facile… Con servizio e diritto Alcaraz si porta 5-2. Troppi gli errori in scambio di Sinner nel secondo set, la palla gli scappa di poco ma scappa, ma si porta 3-5. Serve per chiudere il parziale Carlos. Una gran risposta vale a Jannik il 15-30, ma serve con accuratezza Alcaraz, 30 pari. È bravissimo Sinner a costruire uno scambio forsennato ma con rischio calcolato, gli vale il 30-40, palla break! Se la gioca da campione Alcaraz, rischia e trova un rovescio lungo linea bellissimo e vincente. Con una palla corta ben giocata Carlos chiude 6-3 al primo set point. Molto salito il livello dell’iberico, più falloso Sinner e soprattutto ha perso il totale controllo del tempo di gioco. Si va al terzo.
    Sinner scatta alla battuta, ma l’ondata di Alcaraz non si arresta. Nel terzo game Jannik centra male la palla col diritto e non gli entra il servizio, errori che paga a caro prezzo. Ai vantaggi non sfrutta la palla del 2-1, del concede una palla break, e il break arriva al termine di uno scambio rocambolesco, chiuso con una parata di volo di Carlos un tuffo disperato di Jannik, che non serve a niente e anzi gli costa una piccola botta al polso e al gomito. Lo spagnolo tiene saldamente il controllo del gioco, varia tanto con smorzata e diritti molto aggressivi. Lo scambio più duro del set lo vince Jannik, clamoroso un rovescio lungo linea vincente al 24esimo colpo, ma il diritto a tutta dell’azzurro, colpo che nel primo set e in tutto il torneo aveva brillato e spaccato gli avversari, ora è poco preciso. 3-1 Alcaraz, comanda e sposta l’azzurro. Ha perso sicurezza Jannik, quel break subito con alcuni suoi errori di troppo l’hanno irrigidito, e si scuote anche il polso al termine del punto, forse dolorante per la botta subita con la caduta. Brutto momento per Sinner, il peggiore di tutto il suo 2024. Già 11 errori dopo cinque game, suona l’allarme rosso sullo 0-30. È molto profondo lo spagnolo nello scambio, è in difficoltà Sinner a contenere e nemmeno con la battuta riesce a fare la differenza. Concede due palle del doppio break sul 15-40. Annulla bene la prima chance, gran rovescio in avanzamento; il diritto lo tradisce ancora sulla seconda, una palla non difficile per lui da metà cambio, troppa rotazione la palla scappa via in corridoio. Male, è un DOPPIO BREAK per Alcaraz, che sicuro scappa via 4-1 e poi 5-1 con un turno di battuta a zero. Sinner cerca di restare aggrappato alla partita, cerca di ritrovare velocità e sbagliare di meno scegliendo il centro del campo, ma quanto è rapido Carlos ad entrare col diritto. Fantastica l’accelerazione sul 15-0, pallata micidiale, in grande fiducia. Come si è ribaltata la fiducia tra i due. L’azzurro si porta 2-5, ma l’impresa è ormai impossibile. Serve con precisione Alcaraz, anche in risposta Sinner non fa più male come prima. 30-0 e 40-0 con un back difensivo di Sinner largo. Tre Match Point Alcaraz! Salva il primo con una risposta aggressiva l’azzurro, poi anche il secondo con uno smash a chiudere un attacco decisivo. 40-30. Chiude al terzo “Carlito”, tornato a battere il rivale e soprattutto ne interrompe la striscia di imbattibilità nel 2024, durata 16 partite. Incredibile come si sia invertita l’inerzia del match dopo un primo set dominato dall’azzurro. È umano perdere un match contro un avversario fantastico come Alcaraz. Alla stretta di mano Carlos chiede a Jannik se abbia avuto problemi al polso, la risposta è no. Carlos più difendere il titolo 2023 a Indian Wells e resta n.2 del mondo. Bravo Alcaraz, ma applausi anche a Sinner, nonostante il calo evidente ed i troppi errori col diritto, ben 27 a fine partita per tennistv. Troppi.

    [3] Jannik Sinner vs [2] Carlos Alcaraz ATP Indian Wells Jannik Sinner [3]632 Carlos Alcaraz [2]166 Vincitore: Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 3C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-15 40-302-5 → 2-6J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-5 → 2-5C. Alcaraz 15-0 30-0 40-01-4 → 1-5J. Sinner 0-15 0-30 15-30 15-40 30-401-3 → 1-4C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-151-2 → 1-3J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A1-1 → 1-2C. Alcaraz 15-0 30-0 40-01-0 → 1-1J. Sinner 0-15 df 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2C. Alcaraz 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-403-5 → 3-6J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-15 40-302-5 → 3-5C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-402-4 → 2-5J. Sinner 15-0 30-0 40-01-4 → 2-4C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 30-30 40-301-3 → 1-4J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-401-2 → 1-3C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 1-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 df 40-15 40-305-1 → 6-1C. Alcaraz 15-0 15-15 15-30 15-404-1 → 5-1J. Sinner 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-403-1 → 4-1C. Alcaraz 0-15 15-15 15-30 15-40 df2-1 → 3-1J. Sinner 15-0 30-0 40-01-1 → 2-1C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 df A-401-0 → 1-1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 ace0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Medvedev: “Oggi Sinner sente di poter fare qualsiasi cosa, ma arriva un momento in cui tutto questo finisce”

    Daniil Medvedev (foto Getty Images)

    Quando si gioca sul cemento all’aperto, Daniil Medvedev c’è. I numeri parlano chiaro: il russo sul veloce all’aperto è uno dei tennisti più forti, probabilmente il più continuo in assoluto negli ultimi anni come media risultati. Si è qualificato per i quarti di Indian Wells con una solida vittoria contro Dimitrov, e ora l’aspetta il terzo confronto diretto con Holger Rune, sarà una partita interessante e molto aperta. Il moscovita dopo il successo ha rilasciato alcune dichiarazioni molto interessanti. Non ha mai vinto il torneo californiano, lo scorso anno è arrivato in finale, ma fu maltrattato da un Alcaraz stellare e terminò la sua eccellente striscia di vittorie consecutive iniziate nei tornei indoor in Europa. Proprio sulle sue sensazioni e su quelle del giocatore imbattibile di quest’anno, il nostro Jannik Sinner, si è soffermato Daniil.
    “La partita di oggi contro Dimitrov è stata fantastica, quando c’è vento la sabbia entra nel campo” racconta Medvedev. “Il primo giorno di allenamento il campo era super veloce. Ho detto alla mia squadra: accidenti, quest’ano si deve andare di corsa. Poi è diventato lento, lento, lento. La partita contro Korda è stata incredibile, nove break. Oggi, appena ho iniziato il riscaldamento ho visto che il campo era veloce e questo ha giocato a mio favore. Ho giocato molto bene, ero in grado di servire bene, il mio servizio faceva male. Vedremo come andrà a fine torneo. Adoro questo posto, ma a volte giocare è molto complicato”.
    “Qua non ho mai vinto, è vero, ma non ci penso. Voglio vincere ogni Master 1000 a cui gioco, non mi interessa se è la prima volta o meno. L’anno scorso ci sono andato molto vicino, anche se in finale ero molto lontano dal battere Alcaraz, ma arrivarci significa essere il più vicino possibile a vincere il trofeo. Ora ho una nuova opportunità e ci proverò”.
    Ecco l’interessante pensiero del russo su come ha gestito la delusione per la seconda rimonta subita nella finale degli Australian Open (2022 da Nadal, quest’anno da Sinner), e sul momento magico che sta vivendo Jannik. Sensazioni che lui stesso conosce bene, quella di vivere una striscia che ti fa sentire imbattibile: “Il dopo Melbourne? Ho avuto bisogno di una settimana per riprendermi. Niente di più, e forse qualcosa di meno. Subito dopo la finale pensavo di aver giocato una grande partita. Sono partito alla grande, giocando molto bene a livello tattico. Secondo me non ho ceduto sotto pressione, non mi sembra che nel terzo set ho iniziato a pensare troppo se avrei vinto o meno, non ho tremato nei colpi. Penso di aver continuato a giocare nel modo giusto. Ho continuato a fare quello che dovevo fare, non dovevo cambiare nulla. Sinner ha cambiato alcune cose e ha iniziato a giocare meglio. Ecco perché ha vinto La mia opinione sulla finale non è cambiata”.
    “Sinner non ha ancora perso nell’anno. Io stesso ho avuto due grandi strisce di successi nella mia carriera, una di 21 vittorie e l’altra di 20. Onestamente non avrei mai pensato di poter fare una cosa del genere. Quando sei sulla cresta dell’onda è fantastico. Ad esempio, il tiebreak che Jannik ha giocato ieri sera (contro Shelton, ndr): lui sentiva che il suo servizio sarebbe atterrato sulla linea, che le risposte sarebbero entrate, quando vivi un momento così hai chiaro cosa farai e senti che ci riuscirai. È una sensazione fantastica e sono convinto che sia quello che lui sta provando in questo momento. Però arriva un momento in cui tutto ciò finisce. Deve esserne consapevole. Penso che Novak abbia il record, mi sembra di 46 vittorie o qualcosa del genere… sembrava imbattibile ma alla qualcuno lo ha fermato. Non ricordo chi fosse”. Fu Roger Federer, a Roland Garros in semifinale, a interrompere la striscia di vittorie consecutive del serbo nel 2011, per l’esattezza 41 nella stagione e 43 sommando le ultime due in Davis dell’anno precedente. Sinner è attualmente a 15 nel 2024 e 18 con la Davis Cup 2023.
    Medvedev tuttavia non pensa che gli avversari di Sinner entrino in campo già sconfitti…. “Non credo sia una cosa di cui si tenga conto nello spogliatoio prima di affrontare Jannik. Esci in campo e quello che vuoi è vincere. Ovviamente più vittorie ottieni, si vinci titoli e Slam hai più fiducia hai in te stesso e puoi farcela. Questo è quanto. La fiducia ti aiuta, ma c’è qualcuno che alla fine ti fermerà. Forse non è qui, forse sarà più avanti. Se lo affronterò in finale, farò del mio meglio per batterlo” conclude Daniil.
    Quando il moscovita ha voglia di parlare, ha la capacità non comune di argomentare pensieri molto interessanti, senza trincerarsi sul politicamente corretto e senza la paura di analizzare temi delicati o descrivere pregi e difetti dei suoi avversari. Sinner è in questo momento il tennista più in forma, ma attenzione al russo se ci sarà la rivincita in finale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Lehecka, prossimo avversario di Sinner: “Berdych (coach) mi stimola a lavorare al massimo con le gambe”

    Jiri Lehecka (foto TennisTv)

    Prima Rublev, poi Tsitsipas. Jiri Lehecka si è guadagnato con un tennis fantastico un super quarto di finale contro Jannik Sinner al Masters 1000 di Indian Wells. Il miglior tennis della sua carriera? Il ceco afferma di sentirsi in ottima forma, ma che il suo gioco è in piena evoluzione grazie al lavoro intenso svolto con Tomas Berdych, ex n.4 ATP e oggi a fianco del 22enne connazionale. Quel che contraddistingue Lehecka è la grande intensità nello scambio e pulizia all’impatto della palla, da classico prodotto della scuola ceca, la migliore al mondo per impostazione tecnica. Avrà di fronte un avversario davvero impegnativo, e non solo perché Jannik sta vivendo un periodo eccezionale. Lehecka infatti sarà costretto a sfidare Sinner con un tennis discretamente simile a quello dell’azzurro per schemi ma con minor potenza e continuità, e sfidare una sorta di “te stesso” più forte in tutto è probabilmente l’avversario peggiore in assoluto. Dovrà servire come un treno e magari scendere a rete il più possibile, sfidando tuttavia i passanti di Jannik che stanotte hanno tramortito un buonissimo Shelton. Sinner parte nettamente favorito, ma sarà interessante vedere come giocherà il ceco.
    Lehecka ha parlato alla stampa in California prima di conoscere l’esito della sfida serale tra Sinner e Shelton. Si è soffermato soprattutto su come lavora con Berdych e sulla propria mentalità, ancora da “apprendista”. Parole interessanti, che riportiamo.
    “Per me venire qui l’anno scorso è stato come un sogno. Era la prima volta che giovano a Indian Wells, la prima volta che vedevo questo scenario così particolare e così tanti fan” racconta Jiri. “Ero molto felice di aver vissuto tante nuove esperienze, ma alla fine della scorsa stagione sentivamo che i risultati in questi grandi tornei non erano quelli che volevamo e che avevo qualche possibilità di andare oltre nei tornei, giocare meglio e battere alcuni giocatori più forti, ma non ci sono riuscito. Abbiamo cercato di analizzare gli errori che avevamo commesso e ci siamo concentrati sull’eliminarli. Certo, per me è stato molto più facile tornare qui una seconda volta, sapevo cosa aspettarmi”.
    Lehecka si fida ciecamente dei consigli di Bercych. “Tomas è una persona fantastica, da coach è lo stesso che era da giocatore, è molto professionale e molto dedito al lavoro. Sta facendo con me tutto quello che voleva fosse fatto dal suo team quando era un giocatore, sa cosa vuole il giocatore, sa cosa sente e questo è importante quando cerca di intervenire e aiutarmi in alcune cose in particolare. E anche è molto sereno in campo, si lavora tanto ma con leggerezza, non prende le cose troppo sul serio. Sa che il momento importante è durante la partita. Tra tutti i consigli che mi ha dato il più importante riguarda il lavorare di più con le gambe, spostare il gioco in avanti in modo aggressivo. Ci abbiamo lavorato molto, soprattutto a inizio settimana, all’inizio del torneo, quando avevamo un po’ di tempo per prepararci. Mi ha anche descritto il cambio delle condizioni tra giorno e notte, cambiano in modo incredibile ed è necessario gestirle. La sua esperienza mi sta aiutando davvero”.
    In effetti uno dei più di forza di Berdych era la stabilità degli appoggi, una forza nelle gambe non comune che gli permetteva di arrivare bene sulla palla e restare centrale, in equilibrio, per colpire la palla con forza e precisione. A livello di “colpitore” puro, Berdych è stato probabilmente il migliore della sua generazione.
    Lehecka è sicuro che vivere esperienze di alto livello, come quelle di questo torneo, lo migliorerà ulteriormente: “A volte mi sembra di aver già vissuto questo momento, quindi so come reagire adesso. Ma ci sono ancora molti fasi in un match in cui penso ‘cos’è questo, come mi sento, cosa dovrei fare, come dovrei reagire, che tipo di scatti dovrei fare o cosa non dovrei fare’. E questo è uno dei motivi per cui avere Tomas qui con me è molto bello perché ha molta più esperienza di me. Avere il sostegno di un ex campione come lui che già vissuto tutto questo può solo aiutarmi a diventare un tennista più completo e consapevole”.
    La partita contro Sinner è una novità (nessun precedente), sarà certamente un’altra pagina importante del suo apprendistato. Lehacka ha spesso mostrato un tennis davvero incisivo a livello di colpi ma poco continuo e carente in personalità, senza quella spinta a trovare la giocata top nel momento decisivo e reggere le fasi caldi del match. Dal Sinner di questo 2024, ha moltissimo da imparare…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner inarrestabile a Indian Wells, batte Shelton con la 18esima vittoria consecutiva

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Inarrestabile. Jannik Sinner a Indian Wells e in tutto il 2024 è inarrestabile, più forte di tutto e di tutti. Il servizio super e la grande potenza di Ben Shelton riesce a contenere l’azzurro per un set, ma quando il punto “scotta” e diventa decisivo, la straordinaria qualità tecnica e mentale dell’altoatesino sale in cattedra e si prende tutto. Sinner batte Shelton negli ottavi di finale del primo Masters 1000 della stagione, 7-6(4) 6-1 lo score al termine di una partita molto interessante e assai intensa nel primo set, che gli regala la 15esima vittoria del 2024 e 18esima consecutiva (la n.150 sul cemento in carriera) e gli apre le porte dei quarti di finale dove lo attende in ceco Jiri Lehecka.
    La faccia di Shelton dopo aver abbracciato cordialmente Sinner alla conclusione dell’incontro è la miglior foto della partita. Ben è consapevole di aver dato tutto, ha lottato su ogni palla, rischiato e attaccato anche bene, ma contro la risposta clamorosa dell’azzurro e la sua intensità non c’è niente da fare. Il livello attuale di Jannik è mostruoso, la sua solidità regge ogni assalto, i suoi fendenti dalla riga di fondo e la sua progressione stroncano ogni difesa. Sinner ha chiuso l’incontro con 11 vincenti di diritto e 17 complessivi, ma quel che i numeri non raccontano la sua terrificante abilità nel giocare bene i punti che contano, mai una scelta errata. L’unico passaggio a vuoto Sinner l’ha avuto servendo per il primo set sul 5-4, lì ha regalato due diritti con un po’ di fretta, ed è stato bravo Shelton ad attaccare e non regalare niente. Jannik ha cercato di riprendersi il vantaggio nel game successivo, ha mancato di pochissimo un paio di passanti, ma al tiebreak è stato superiore. Anche nel “decider” una piccola sbavatura, un doppio fallo; poco male, con una risposta clamorosa per profondità e velocità ha sbaragliato un’eccellente prima palla del rivale, si è preso di prepotenza il punto che gli ha dato il successo.
    Sinner è duro, durissimo. Lucido e intenso. È sostenuto da una condizione fisica fantastica che gli consente di essere super reattivo e veloce in campo. Non è mai in affanno anche quando è costretto alla rincorsa estrema, e trova equilibrio per colpire colpi tutt’altro che banali, come il passante irreale col diritto nel primo punto del tiebreak, un’esecuzione che quasi tutti i colleghi si immaginerebbero nemmeno di provare, ancor più in un tiebreak. Sinner ha una fiducia totale nel suo tennis, si vede chiaramente dalla tranquillità e grinta con le quali affronta le fasi delicate della partita. Non subisce mai, va a prendersi il punto o trova contro mosse sempre interessanti. Shelton c’ha davvero provato con tutto il suo arsenale, ma il suo colpo principale, il servizio, è stato svalutato dall’eccezionale risposta di Sinner. 4 Ace e 6 doppi falli per Shelton… numeri per lui terribili, che si spiegano con le molte risposte splendide dell’azzurro, e anche con la tensione derivata dalla consapevolezza che se non trova un super servizio, l’altro nello scambio lo massacra. Una violenza psicologica pazzesca, accusata oggi da Shelton ma da tutti gli avversari di Sinner nel 2024. Un Sinner forte, con piccole sbavature ma davvero difficilissimo da superare. La sua corsa nel 2024 continua, nei quarti c’è Lehecka. Sinner resta al momento inarrestabile.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La partita scatta con Shelton alla battuta. La sua palla corre a velocità folli e con quell’effetto mancino assai difficile da gestire, ma fin dai primi punti è Sinner a mettere in chiaro i rapporti di forza: la risposta di Jannik è pungente, solida, sfida la battuta terrificante dell’americano con altrettanta aggressività ed efficacia. Impressionante lo schema di Sinner nel secondo punto, impatto clamoroso in risposta, la palla atterra nei piedi di Ben che a malapena la rimanda di là, ed è un fulmine Jannik nell’avventarsi con un diritto micidiale nell’angolo. Un uno-due pugilistico da K.O. Shelton capisce immediatamente che deve chiedere gli straordinari al servizio, che deve essere straordinario in tutto se vuole fare partita pari con il  nuovo campione Slam e tennista finora imbattuto. Rischia tutto, anche col diritto dopo la battuta, e si butta avanti per scappare dai colpi profondi e intensi dell’azzurro. Un solo game, ma il livello di gioco è altissimo. Il servizio di Sinner è subito efficace, sotto gli occhi di coach Cahill che annuisce convinto allo schema battuta esterna – accelerazione in contro piede col diritto. Jannik inchioda il rivale sul rovescio – colpo che tende soprattutto a tagliare – e poi via accelerazione dall’altro lato al terzo colpo, quando la difesa in corsa estrema diventa difficilissima. 1 pari, solidità estrema di Sinner. La prima scossa del match arriva nel quarto game, il più duro di tutto l’incontro e giocato con qualità notevole da entrambi di giocatori. Shelton regge, risponde e costringe Sinner a difendersi. Con una splendida risposta d’incontro di rovescio e poi un attacco prepotente col diritto, Ben si procura le prime due palle break del match sul 15-40. Durissimo e concreto Jannik, servizio al corpo per non dare angolo al rivale e via diritto a tutta in lungo linea, le cancella entrambe, ma non è finita qua… Shelton trova un gran diritto, carico e offensivo, che sorprende l’azzurro, per la terza chance. Ben gioca uno scambio favoloso, trova l’angolo del campo con un diritto lungo linea terrificante, solo il Sinner divino di quest’avvio di stagione riesce ad arrivarci e rimandare un difesa credibile, con troppa foga nell’attacco l’americano esagera col diritto. Non sfrutta nemmeno una quarta palla break, Sinner trova un servizio esterno a 132 miglia, imprendibile. Si salva Jannik, davvero fortissimo nelle 4 palle break, per il 3-2. Nel game seguente è Sinner ad aver la chance per scappare via, fantastica la risposta col diritto sul 30 pari, ma si salva col servizio l’americano. Il miracolo non gli riesce sulla seconda palla break (strappata con una deviazione fortunata del nastro sul passante), rischia la seconda di battuta e commette un doppio fallo. BREAK Sinner, avanti 3-2 e servizio. È imprendibile l’azzurro, veleggia con grande ritmo nei suoi game, fino al 5-4, quando serve per chiudere. Qua il set torna in bagarre, e grande spettacolo. Jannik spinge tanto, rischia col diritto e chiude in avanzamento; ma commette anche due brutti errori (una stecca clamorosa). Non sfrutta un set point sul 40-30, il nastro stavolta è amico di Shelton… che nel punto seguente attacca con potenza e precisione, strappando una palla del contro break. Sinner è il primo a sbagliare nello scambio, un rovescio al centro piuttosto banale gli vola via, ma la palla viaggiava davvero tanto. Contro Break, 5 pari. Shelton è in grave difficoltà al servizio, sotto l’aggressività massima di Sinner che vuole immediatamente riprendersi il vantaggio appena perso. Apre il campo in risposta, fa correre l’americano come la palla impazzita di un flipper, micidiale il forcing di Jannik che vola 0-40. Non sfrutta le prime Sinner, c’era un discreto spazio per il passante ma lo manca di poco (gran coraggio Shelton nel buttarsi a rete, c’è grande spettacolo), sulla terza bravo Ben. Il set si decide al tiebreak, e qua Sinner sale in cattedra. Si prende il primo punto in risposta il pusterese trovando un passante col diritto in corsa estrema praticamente impossibile, come è riuscito ad uncinare la palla e metterla nei piedi dell’americano resta un mistero. Poi fa scoppiare la palla con diritto offensivo e smash perfetto, mentre scocca l’ora di gioco. Un Ace gli vale il 3-0. Sul 4-1 arriva la reazione di Shelton, che tira un rovescio lungo linea dall’angolo improvviso, davvero bello. Un doppio fallo costa a Jannik il secondo punto di fila perso alla battuta, lo score segna 4 pari, pandemonio sugli spalti. Qua Shelton subisce la risposta profondissima, d’incontro, micidiale nei piedi di Sinner, che vola di nuovo avanti 5 punti a 4 e poi è freddo a chiudere con un servizio carico di spin, che sorprende l’americano, e sul 6-4 con lo schema diventato granitico nel suo gioco, servizio esterno e via botta col diritto terrificante. 7 punti a 4, un gran set, divertente e grande qualità, con il Sinner splendido di questo anno benedetto e uno Shelton mai domo. 14 vincenti a 10 per l’azzurro, 17 gli errori di Shelton.
    La resistenza dell’americano dura il primo set. Nel secondo Jannik scatta con un solido turno di servizio e quindi mette la freccia in risposta. Risponde sempre, propone palle scomode all’americano, che sbaglia per troppa foga. Pure un doppio fallo, ma un pessimo diritto d’attacco a costargli il BREAK che manda Sinner 2-0. È l’allungo decisivo, Jannik nei suoi turni di servizio gioca col pilota automatico, serve bene e non concede più niente, mentre Shelton ormai ha perso campo, è calato nell’intensità delle sue difese e anche col servizio fa più fatica a tener ferma la grande qualità in risposta dell’azzurro. Domina il campo Sinner, è un fulmine nell’entrare con i piedi e spingere la palla con colpo di grande profondità e accuratezza, rischio basso e grande rendimento. Con un parziale di 14 punti a 2 Jannik vola 3-0. Shelton commette ben due doppi falli nel quarto game, ormai è sotto assedio costante e solo con qualche servizio perfetto riesce ad arginare la prepotenza dell’azzurro. Salva una palla break e si porta 1-3, ma in risposta non riesce a far niente. Servendo sotto 1-4, Shelton esagera col diritto e poi un altro doppio fallo, 0-30. Vince un punto rocambolesco, ma ormai è in balia di un Sinner troppo solido. Concede il secondo break del set sul 30-40, punito dal doppio passante di Jannik, uno stretto difficile da rigiocare e quindi il secondo a campo spalancato. Chiude in bellezza Jannik, con un turno a servizio a zero, un servizio potente sulla riga e la risposta di Ben vola via. Cordiale l’abbraccio sulla rete, ma la faccia di Shelton tornando nel suo angolo dice tutto: Sinner è un marziano, ho dato del mio meglio, nel secondo set mi ha stritolato… Continua la corsa di Sinner, inarrestabile.
    Marco Mazzoni

    [16] Ben Shelton vs [3] Jannik Sinner ATP Indian Wells Ben Shelton [16]61 Jannik Sinner [3]76 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner40-30 15-0 30-0 40-01-5 → 1-6B. Shelton 0-15 0-30 df 15-30 15-40 30-40 ace ace1-4 → 1-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-401-3 → 1-4B. Shelton 15-0 15-15 df 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 df A-400-3 → 1-3J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-150-2 → 0-3B. Shelton 0-15 0-30 df 15-30 15-400-1 → 0-2J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 0-1* 0-2* 0*-3 ace 1*-3 1-4* 2-4* 3*-4 df 4*-4 4-5* 4-6*6-6 → 6-7J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace6-5 → 6-6B. Shelton 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-405-5 → 6-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A4-5 → 5-5B. Shelton 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-5 → 4-5J. Sinner 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5B. Shelton 15-0 ace 30-0 ace 30-15 30-30 40-302-4 → 3-4J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 2-4B. Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A df2-2 → 2-3J. Sinner 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-402-1 → 2-2B. Shelton 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 40-30 df1-1 → 2-1J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 1-1B. Shelton 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-400-0 → 1-0

    Shelton (🇺🇸) vs Sinner (🇮🇹)**SERVICE STATS:**– Serve Rating: 234 vs 298– Aces: 4 vs 3– Double Faults: 6 vs 1– First Serve: 47/70 (67%) vs 44/65 (68%)– 1st Serve Points Won: 27/47 (57%) vs 34/44 (77%)– 2nd Serve Points Won: 10/23 (43%) vs 13/21 (62%)– Break Points Saved: 6/9 (67%) vs 4/5 (80%)– Service Games Played: 9 vs 10
    **RETURN STATS:**– 1st Serve Return Points Won: 10/44 (23%) vs 20/47 (43%)– 2nd Serve Return Points Won: 8/21 (38%) vs 13/23 (57%)– Break Points Converted: 1/5 (20%) vs 3/9 (33%)– Return Games Played: 10 vs 9
    **POINT STATS:**– Net Points Won: 12/21 (57%) vs 14/18 (78%)– Winners: 16 vs 16– Unforced Errors: 16 vs 6– Service Points Won: 37/70 (53%) vs 47/65 (72%)– Return Points Won: 18/65 (28%) vs 33/70 (47%)– Total Points Won: 55/135 (41%) vs 80/135 (59%)
    **SERVICE SPEED:**– Max Speed: 224 km/h (139 mph) vs 213 km/h (132 mph)– 1st Serve Average Speed: 193 km/h (119 mph) vs 195 km/h (121 mph)– 2nd Serve Average Speed: 166 km/h (103 mph) vs 149 km/h (92 mph) LEGGI TUTTO

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    Ruud: “Ho perso peso e sono più rapido in campo. La serie Break Point? Non perdo tempo a vederla”

    Casper Ruud (foto Getty Images)

    Un Casper Ruud inaspettatamente frizzante nelle dichiarazioni rilasciate nel torneo di Indian Wells, dove negli ottavi di finale sfiderà il francese Gael Monfils. L’inattesa e per noi italiani “bellissima” sconfitta di Djokovic per mano di un Luca Nardi stellare ha aperto una vera autostrada nella parte alta del tabellone del primo Masters 1000 dell’anno, e proprio Ruud, zitto zitto, potrebbe essere a questo punto il vero sfidante per Medvedev, o eventualmente Rune/Dimitrov per accedere in finale.
    Dopo un 2023 sotto tono, eccetto la finale raggiunta a Roland Garros, quest’anno è ripartito con altro piglio, come dimostra l’ottimo tabellino di 15 vittorie e solo 3 sconfitte. In Messico ha brillato, ma non è riuscito a vincere le finali di Los Cabos prima e Acapulco poi. Risultati ottenuti grazie ad un livello di gioco molto alto, sostenuto da un vigore nella spinta e mobilità che lo scorso anno erano davvero smarrite. Casper ha raccontato di aver fatto qualche passo indietro, riprendendo le abitudini delle stagioni precedenti e la stessa preparazione invernale che l’aveva portato nel 2022 al n.2 del mondo, addirittura con la possibilità di diventare clamorosamente n.1 se avesse battuto Alcaraz nella finale di US Open.
    “Prima del 2023, non ho avuto alcuna offseason, o preseason come nel passato. Ho deciso di unirmi a Rafa e giocare qualche partita di esibizione in Sud America, cosa che non mi ha lasciato il tempo per fare una vera e propria preseason prima della stagione 2o23. Quindi, dopo l’Australia l’anno scorso, mi sono preso quattro settimane di pausa dai tornei per fare un po’ di preseason. Ci siamo concentrati molto sul sollevamento pesi e sulla costruzione di massa muscolare. Credo che questo mi abbia reso un po’ troppo rigido nei movimenti, troppo pesante. Questo mi ha portato forse a non essere così leggero sui piedi, veloce nelle reazioni e così via. Quindi è stato qualcosa che ho sentito per diversi mesi l’anno scorso che mi ha infastidito un po’. Non sono stato abbastanza veloce. È qualcosa su cui abbiamo lavorato questo anno in modo più specifico, sul regime di fitness per fare altri esercizi, non tanto tipo di sollevamento pesi come abbiamo fatto l’anno scorso, e penso che abbia funzionato bene”.
    Ma oltre alla preparazione “old style”, ecco il segreto del suo ottimo tennis attuale.
    “Mi muovo molto meglio perché sono riuscito a perdere quattro chili. Prima ne pesavo 84 e ora peso 80 kg. Mi sento più flessibile e più veloce, ma non ho perso potenza nei colpi. Ho ridotto un po’ il consumo di carboidrati e ho rinunciato ai dolci e al cioccolato, ma non ho seguito una dieta ferrea” afferma Ruud. “Con un nuovo regime alimentare e allenamenti specifici, mi sento più elastico e reattivo. È più importante della potenza pura”.
    L’altro segreto? Giocare molto a golf… “Qua ho potuto giocare solo due round perché sono arrivato domenica dopo Acapulco. Lunedì e giovedì ho giocato, e mi ha aiutato molto a rilassarmi. Giocando a golf mi diverto e mi aiuta anche per la concentrazione che è necessaria per eseguire i migliori colpi. Vorrei poter giocare di più, ma devo concentrarmi anche sul tennis. Qua di sicuro i campi da golf sono fantastici… Non gioco mai il giorno prima di una partita. Per assurdo quando gioco con mio padre e il mio amico, giochiamo per davvero, c’è competizione! In realtà mi sento piuttosto stanco dopo aver giocato 18 buche perché è una battaglia dal primo all’ultimo colpo! Giocare quattro ore a golf il giorno prima di una partita non è qualcosa che faccio di solito. Forse quando il torneo sarà finito potrò giocarne un altro”.
    Caustica la sua risposta alla domanda sulla chiusura anticipata della serie Netflix “Break Point”, che molto aveva fatto discutere tra i giocatori e che ha avuto un modestissimo seguito tra gli abbonati della piattaforma di streaming. “Non ho visto nessun capitolo, tranne uno che mi coinvolgeva. Naturalmente non sono rimasto colpito dal programma. C’è voluto troppo tempo, era tutto molto scenografico… ho dovuto invitarli a prendere un caffè durante il Roland Garros e chiacchierare per due ore per avere più tempo sullo schermo, e non sono riuscito a trovare quello spazio, non ne ho voglia e non sono quel tipo di persona. Non investirei il mio tempo guardando una serie del genere mentre posso giocare a golf o fare cose che considero positive per la mia vita e la mia carriera. Ciò che ho visto non ha attirato per niente la mia attenzione, per questo ho rinunciato a guardare gli altri episodi”.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner tocca 17 vittorie di fila, è il nuovo record storico per un tennista italiano

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    La netta e convincente vittoria di Jannik Sinner su Jan Lennard Struff nel terzo turno del Masters 1000 di Indian Wells segna un nuovo impressionante record del n.3 al mondo per il tennis italiano. Jannik infatti è ancora imbattuto nel 2024, dopo i successi agli Australian Open e Rotterdam, con una striscia di 14 vittorie e zero sconfitte. La striscia complessiva di vittorie tuttavia, includendo anche il 2023, è di 17 match consecutivi, visti i tre singolari vinti da Jannik a Malaga nella Final 8 di Davis Cup. Con 17 successi consecutivi, Sinner stabilisce la più lunga striscia vincente per un tennista italiano dall’Era Open, superando le 16 vittorie ottenute da Adriano Panatta nel 1976.
    Curiosamente anche Panatta aveva dato il via alla sua striscia magica di imbattibilità in Coppa Davis, nel marzo del 1976, con un successo con la maglia azzurra contro l’allora Jugoslavia in singolare, e non perdendo più sino al primo turno del torneo di Nottingham. Nel mezzo, riportò la vittoria agli Internazionali d’Italia e soprattutto a Roland Garros, in quel che era l’ultimo successo Slam per un tennista italiano fino al magico Australian Open di Sinner lo scorso gennaio.
    Sono passati ben 48 anni dal record di Panatta, ora superato da Sinner. Erano stati 47 gli anni di attesa per riportare la Davis in Italia, sempre grazie a Jannik trascinatore del team azzurro in finale, tra vittorie in singolare e in doppio. Jannik Sinner a furia di successi e prestazioni magistrali sta letteralmente riscrivendo la storia del tennis italiano. Tra le tante statistiche, una perla assoluta è quella del suo attuale best ranking di n.3 ATP, posizione più alta mai raggiunta da un azzurro da quando la classifica è calcolata al computer (e lunedì prossimo potrebbe teoricamente scalare ancora un gradino al n.2 se nel torneo farà meglio di Alcaraz, essendo appunto Jannik n.2 nel Live Ranking).
    Molto sereno Jannik dopo la vittoria su Struff, è totalmente focalizzato sul suo tennis: “Sento di avere fiducia nei miei colpi.“Ecco perché lavoro duro, cercando di avere buone sensazioni. Ci sono giorni buoni e giorni peggiori. Oggi mi sono sentito davvero bene in campo. Vediamo cosa succederà nel prossimo round”. Per allungare la striscia a 18 vittorie e continuare la corsa nel torneo californiano, dovrà superare Ben Shelton.
    Queste le 17 le vittorie consecutive di Sinner:
    Davis Cup 20231. Tallon Griekspoor 7-6 (7-3) 6-12. Novak Djokovic 6-2 2-6 7-53. Alex de Minaur 6-3 6-0
    Australian Open 20244. Botic van de Zandschulp 6-4 7-5 6-35. Jesper de Jong 6-2 6-2 6-26. Sebastian Baez 6-0 6-1 6-37. Karen Khachanov 6-4 7-5 6-38. Andrey Rublev 6-4 7-5 (7-5) 6-39. Novak Djokovic 6-1 6-2 6-7 (6-7) 6-310. Daniil Medvedev 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3
    ATP 500 Rotterdam Open 202411. Botic van de de Zandschulp 6-3 6-312. Gael Monfils 6-3 3-6 6-313. Milos Raonic 7-6 (7-4) 1-1 ret14. Tallon Griekspoor 6-2 6-415. Alex de Minaur 7-5 6-4
    Masters 1000 Indian Wells 202416. Thanasi Kokkinakis 6-3 6-017. Jan-Lennard Struff 6-3 6-4

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    Javier Frana: “Sinner oggi è il più forte. La rivalità con Alcaraz renderà entrambi migliori, ma il cambiamento costa”

    Javier Frana

    “Ho parlato di Sinner con Sebastian Gutierrez, coach di Baez, dopo la vittoria dell’italiano contro l’argentino all’Australian Open. Oggi Jannik è il più forte, ha una marcia in più. È come nella Formula 1, quando una macchina compie un giro perfetto e stacca tutti gli altri, con dettagli piccoli in ogni curva che fanno la differenza. Ecco, Sinner è stata quella macchina, la migliore”. Così Javier Frana, argentino ex top30 ATP e oggi apprezzato analista per la versione latina di ESPN, ha parlato dell’azzurro in un’interessante intervista rilasciata a Clay. Era un tennista “diverso” dai suoi connazionali Frana, era un vero attaccante, molto incisivo anche sull’erba, quando a Wimbledon la palla schizzava via bassissima e gli scambi erano rarefatti. Proprio l’aggressività e il gioco offensivo a suo dire sono le parti nelle quali Sinner è migliorato maggiormente, fattori che gli hanno permesso di spiccare il volo.
    “Di Sinner mi impressiona la fluidità con cui gioca, la naturalezza con cui fa le cose alla massima velocità” continua Frana. “Anche come si difende ha in situazioni impegnative. Difende in maniera incredibile, ha migliorato tantissimo come conduce lo scambio con una palla controllata ma di grande velocità. La sua palla corre molto senza troppi sforzi. È come se non lo vedessi mai sopra a un ritmo di controllo, eppure gioca con ragazzi che lo mettono sotto pressione. Gli altri al suo ritmo sono costretti a correre da una parte all’altra con la marcia al limite e non reggono. Ciò che ha è davvero encomiabile. Un ragazzo che serve forte, risponde bene, difende incredibilmente, attacca bene… Sinner sta facendo tutto bene e lo sta portando avanti con molta forza e stabilità. Il miglioramento nell’aggressività in campo è stato decisivo”.
    Per l’argentino la rivalità tra Sinner e Alcaraz segnerà i prossimi anni, e sarà utilissima ad entrambi per alzare il proprio livello di gioco, stimolandosi l’uno con l’altro. “Non sono mai stato bravo a prevedere il futuro. Ovviamente Sinner e Alcaraz sono due di quelli che possono comandare. La rivalità tende a creare una sfida per superare l’avversario diretto, e questo può essere molto interessante tra Sinner e Alcaraz. A volte ti alleni per un’evoluzione generale e talvolta per cose specifiche che puntano alla “rivalità con” o al “superamento”. Lo abbiamo vissuto e lo hanno detto i più grandi, può accadere tra Sinner e Alcaraz. Federer, Nadal e Djokovic in un certo senso hanno dovuto evolversi, l’attenzione era sul perché l’altro li stava superando. Jannik e Carlos finiranno per aiutarsi a vicenda. È come il virus e il sistema immunitario. Se il sistema immunitario non subisce alcuna invasione, finisce per indebolirsi. Così si rafforzano a vicenda, perché è bello avere qualcuno che ti toglie sempre momenti e titoli, ma allo stesso tempo ti dà tanto. Se Nadal e Federer, e anche Djokovic, non fossero stati così simultanei, non so se sarebbero durati così a lungo, o se avrebbero superato così tante volte le loro versioni per così tanto tempo”.
    Frana dice la sua sul tema “caldo” sollevato da Andy Roddick, la relativa debolezza del servizio di Alcaraz. “Guarda, penso che tutti abbiano spazio per lavorare e migliorare. Il problema è che è sempre più facile individuare ciò che manca dall’esterno, mentre è difficile aggiustare giorno per giorno il tuo giocatore. Ricordo quando ero con Nico Jarry ed era difficile per lui trovare più consistenza. “Jarry deve tenere di più la palla in campo”, diceva pinco pallino. E sì, era ovvio, pensi che nessuno lo sapesse? Il problema è come ci lavori, come il giocatore lo assimila. Con il livello di eccellenza che hanno oggi i team, non credo ci sia un solo top player ignaro di cosa è carente nel suo tennis. Ma la gestione del cambiamento è cruciale e non sempre facile. Ci sono giocatori che di fronte ai cambiamenti vanno nel panico, perdono il tempismo e iniziano a smarrirsi. Al giorno d’oggi è costoso apportare alcune modifiche. Bisogna scegliere bene il momento e preparare bene il terreno in anticipo” conclude Frana.
    Un discorso molto stimolante quello finale, la difficoltà di gestire il cambiamento. Frana ha centrato un punto focale, spesso ignorato quando si parla di tennisti in evoluzione. Il cambiamento “costa”. Se un giovane ha già raggiunto buoni risultati, ma ha bisogno di modificare certe cose, deve prendersi il rischio di cambiare per alzare di nuovo il livello e accettare anche momenti difficili, perché cambiare ti porta a perdere certezze e quasi sicuramente ad affrontare momenti agonistici difficili, magari periodi di sconfitte. E le sconfitte costano care: perdi punti in classifica, attiri critiche, perdi fiducia e magari è dura ritrovarla, restando convinti che cambiare è stata la scelta corretta sul lungo periodo. Nel mondo sportivo di oggi, dove tutto corre ancor più rapido della palla, non c’è tempo per migliorare, è necessario vincere. Ma per vincere si deve migliorare ed è necessario anche prendersi il tempo per sbagliare finalizzato all’apprendimento. Si rischia di entrare in un circolo vizioso dal quale uscire può essere assai scomodo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO