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    Sam Querrey: “Djokovic potrebbe superare Federer e Connors, ma non gli interessa”

    Novak Djokovic classe 1987, n.4 del mondo – Foto Getty Images

    Sam Querrey non ha dubbi: se Novak Djokovic lo volesse davvero, potrebbe diventare il tennista con più titoli nella storia del circuito ATP, superando sia i 103 trofei di Roger Federer sia i 109 di Jimmy Connors.
    L’ex giocatore statunitense lo ha dichiarato nel podcast Nothing Majors, dove ha analizzato l’attualità del campione serbo e le prospettive per il futuro: “Se Djokovic volesse, potrebbe superare Federer e Connors in numero di titoli. Quest’anno lo abbiamo visto arrivare in semifinale in tutti i tornei dello Slam, il che significa che in queste competizioni è, almeno, il terzo miglior giocatore del mondo. Potrebbe iscriversi a diversi ATP 250 e probabilmente vincerne dieci. Solo per questo, non credo che questi numeri, e il fatto di superare Federer e Connors, siano importanti per lui”.
    Attualmente Djokovic vanta 24 titoli del Grande Slam e 100 trofei complessivi, un bottino che lo mantiene in corsa per continuare a riscrivere la storia. Tuttavia, secondo Querrey, il serbo sembra ormai focalizzato soprattutto sui grandi palcoscenici, più interessato ad allungare la sua leggenda nei major che a collezionare tornei minori. LEGGI TUTTO

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    Tra politica e tennis: Djokovic sceglie Atene come nuova casa

    Novak Djokovic classe 1987, n.4 del mondo – Foto Getty Images

    Dopo l’eliminazione in semifinale allo US Open 2025, Novak Djokovic ha preso una decisione di grande impatto personale e familiare: trasferirsi in maniera permanente in Grecia, ad Atene. Il campione serbo, 38 anni e 24 titoli del Grand Slam in carriera, ha scelto come nuova casa il prestigioso quartiere costiero di Glyfada, situato a sud della capitale.
    Secondo quanto riportato dal quotidiano greco Proto Thema, i figli di Djokovic, di 11 e 8 anni, hanno già iniziato le lezioni in una scuola privata locale. Nei giorni scorsi, il fuoriclasse di Belgrado è stato avvistato più volte a passeggio o a fare acquisti nella zona, attirando immediatamente l’attenzione dei residenti, con i quali non ha esitato a scattare foto e firmare autografi. Non è escluso che nei prossimi mesi Djokovic richieda il cosiddetto “golden visa”, un permesso di residenza permanente concesso a chi investe somme significative nel Paese.
    Una scelta maturata anche per motivi politiciIl trasferimento non riguarda solo aspetti sportivi o logistici, ma arriva in un momento delicato della carriera e della vita di Djokovic. Negli ultimi mesi, infatti, il campione è stato oggetto di critiche da parte di media vicini al presidente serbo Aleksandar Vucic, che lo hanno accusato di essere un “traditore” per aver espresso simpatia nei confronti delle manifestazioni studentesche contro il Governo.La frattura con le autorità di Belgrado si è acuita dopo il crollo di una struttura ferroviaria a Novi Sad lo scorso novembre, che causò 16 vittime e diede vita a proteste di massa. Djokovic non rimase indifferente: a dicembre commentò pubblicamente la tragedia, a gennaio dedicò una vittoria a una studentessa ferita durante le manifestazioni e a marzo prese posizione, unendosi simbolicamente alle oltre 300.000 persone scese in piazza a Belgrado, definendo l’evento sui social come “storico, magnifico”.
    Con questa scelta di vita, Djokovic non solo apre un nuovo capitolo personale ad Atene, ma conferma anche il suo desiderio di mantenere una certa distanza dalla politica interna serba, cercando serenità e stabilità per sé e per la propria famiglia. LEGGI TUTTO

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    Becker ipotizza un ritiro non lontano per Djokovic: “Le Olimpiadi 2028? Irrealistico. Le sue parole dopo US Open già sanno di addio”

    Novak Djokovic a US Open 2025

    Con la sua grinta leonina, “Nole” non ne vuol sapere di mollare, ma… per quanto ancora? La sconfitta in semifinale a US Open patita da Novak Djokovic contro Carlos Alcaraz ha dato nuova linfa al dibattito su quando il serbo scriverà la parola fine alla sua leggendaria carriera. A rafforzare le ipotesi su di un ritiro non così lontano le sue stesse parole nella conferenza post partita: mai aveva affermato a chiare lettere che contro il vigore di potenza atletica di Sinner e Alcaraz le sue armi sono ormai spuntate. Così la pensa che Boris Becker, che conosce benissimo il campione di Belgrado per averlo accompagnato come coach in alcune delle migliori stagioni. Intervenuto al podcast di Andrea Petkovic, Boris ha commentato le parole di Novak Djokovic sul proseguimento della carriera nei tornei dello Slam nel 2026, vedendovi un chiaro indizio di un possibile addio al tennis al termine degli US Open del prossimo anno.
    “Parto dalla prima semifinale tra Alcaraz e Djokovic,” afferma Becker. “È straordinario come Djokovic sia riuscito a tenere botta per due set. Nel secondo, forse, avrebbe addirittura potuto vincere. Ma ancora una volta Alcaraz si è dimostrato più forte fisicamente e, nel terzo set, anche tennisticamente. Non possiamo sorprenderci: Novak ha 38 anni. Ma il fatto che oggi sia ancora il terzo giocatore più forte del circuito è incredibile per lui… e allo stesso tempo poco confortante per tutti gli altri. Dopo la partita, però, ha ammesso per la prima volta che non è più sostenibile affrontare giocatori come Sinner e Alcaraz tre set su cinque. E ha lasciato intendere di non sapere ancora quanto durerà la sua avventura negli Slam.”
    Becker ha sottolineato come, per la prima volta, Djokovic abbia parlato apertamente della possibilità che il 2026 rappresenti la sua ultima stagione da protagonista nei tornei major: “Ha detto che può ancora competere con questi due, ed è vero. Ma perché gioca a tennis? Per vincere Roma o Montecarlo per la diciassettesima volta… oppure per conquistare un altro Slam e arrivare a 25 titoli? Credo sia la seconda opzione. E oggi ha ammesso che, vista l’età e la forza della nuova generazione, non è più realistico. Questo cosa significa? Significa che prima o poi smetterà, ed è normale che sia così. La domanda è quando. Ci sarà ancora un’altra stagione di Slam? Dall’altra parte sogna le Olimpiadi del 2028 per difendere l’oro della Serbia. Ma personalmente trovo irrealistico pensare che possa arrivare fin lì. Già agli US Open le sue parole hanno avuto il sapore di un addio.”
    Becker ha concluso il suo intervento su Djokovic rimarcando l’eredità sportiva del campione serbo: “Novak è arrivato alla fine dei suoi sogni. Finalmente è rispettato e amato da tutti gli appassionati, a New York, Parigi e Londra. Credo che abbiano capito quale carriera straordinaria abbia avuto Djokovic, e quanto sia importante come simbolo per le nuove generazioni. Quando ho sentito che questa era la sua semifinale numero 53 in un torneo dello Slam, ho pensato a un errore di stampa. Cinquantatré volte! Nessuno raggiungerà mai un traguardo simile. Per me, il cerchio si è chiuso.”
    Parole nette quelle di Becker, che partono da constatazioni importanti. In Australia il serbo riuscì ad imporre la sua classe e forza mentale su Alcaraz, ma da allora è passato quasi un anno. Carlos è migliorato moltissimo, in tutto; Sinner continua a macinare un successo dopo l’altro e nel 2025 ha battuto Djokovic in semifinale sia a Parigi che Wimbledon, molto nettamente e senza mai dare la sensazione che la partita gli potesse sfuggire di mano. Djokovic a New York nel secondo set contro Carlos ha compiuto il suo massimo sforzo, atletico e mentale, ma non è bastato. Cose che un campione come Novak sente, e valuta. Avrà ragione Becker affermando che il 2026 sarà l’ultimo anno di Djokovic?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    McEnroe: “Non sarei sorpreso se Djokovic si ritirasse”

    John McEnroe

    Raggiungere quattro semifinali Slam in una singola stagione è un risultato eccezionale per qualsiasi tennista, ma… forse non sufficiente se ti chiami Novak Djokovic, hai 38 anni e la motivazione a continuare è cercare di vincere un altro Major per toccare quota 25, quello che sarebbe il record assoluto nel tennis in singolare. Il serbo è stato onesto dopo la sconfitta subita ieri da Alcaraz: questi due ragazzi sono più forti fisicamente di me e reggere contro di loro al loro livello di intensità è molto difficile. Dopo due set tiratissimi “non ne avevo più” ha affermato con onestà il serbo. Il futuro di “Nole” fa discutere il mondo del tennis: Djokovic afferma di voler insistere nel 2026, ma avrà ancora la motivazione per insistere e spingere al massimo il proprio fisico, a 39 anni, con due avversari così forti e al picco della propria carriera?
    John McEnroe è dubbioso sul futuro del 24 volte campione Slam di Belgrado, tanto da arrivare ad affermare che non sarebbe per niente sorpreso se Novak cambiasse idea e annunciasse la decisione di smettere. L’ha affermato in uno studio da New York del network ESPN, soffermandosi sul momento non facile di “Nole” dopo aver perso, ancora in tre set, contro uno dei due dominatori del tennis attuale dopo le sconfitte patite da Sinner sia Parigi che Wimbledon, lontanissimo dal mettere in seria in difficoltà l’italiano, come è accaduto ieri lo spagnolo a US Open.
    “In un certo senso non sarei sorpreso se si ritirasse”, afferma McEnroe, “ma quello che mi sorprenderebbe è che decidesse di giocare ancora un’altra annata. Quella sarebbe la mia scommessa. È stato il terzo miglior giocatore quest’anno, ed è quello che è effettivamente è stato”.
    Parole chiare, come è nello stile di McEnroe, anche condivisibili vista la situazione ed età di Djokovic, con due fortissimi e giovani avversari che nel 2025 per lui sono stati inarrivabili, eccetto la partita vinta contro Alcaraz a Melbourne. Un match disputato a gennaio, quindi nove mesi fa. Oggi la situazione sembra diversa, con Sinner e Alcaraz saldamente davanti a tutti. Djokovic incluso.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Sinner entra nel club dei miti: finale in tutti gli Slam 2025. Il dominio è totale: 16 titoli su 17 tornei per Sinner e Alcaraz. La prima volta senza Big 4: il tennis mondiale ha due nuovi padroni. Mai visto prima: numero 1 e numero 2 sempre protagonisti nei quattro Slam

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Sinner raggiunge un traguardo leggendarioJannik Sinner continua a scolpire il proprio nome nella storia del tennis. L’azzurro, numero uno del mondo, è entrato in un club esclusivo formato solo da Rod Laver, Roger Federer e Novak Djokovic: gli unici giocatori capaci di centrare la finale di tutti e quattro gli Slam nella stessa stagione nell’Era Open. Con il successo in semifinale su Félix Auger-Aliassime, Sinner ha conquistato la sua quinta finale consecutiva in un major, un’impresa vista in passato solo con Federer (10 tra 2005 e 2007), Djokovic (6 tra 2015 e 2016) e Nadal (5 tra 2011 e 2012).
    Una rivalità che segna l’epocaLa finale di domenica a Flushing Meadows rappresenta un evento inedito nell’era Open: per la prima volta gli stessi due giocatori si affrontano in tre finali Slam nella stessa stagione. Carlos Alcaraz e Jannik Sinner stanno monopolizzando il circuito: da inizio 2024 hanno partecipato insieme a 17 tornei, spartendosi 16 titoli. L’unica eccezione è arrivata al Mutua Madrid Open 2024, quando nessuno dei due riuscì ad arrivare fino in fondo. Numeri che spiegano meglio di qualsiasi parola il loro dominio.
    La sfida per il numero uno del mondoIl duello in finale non avrà solo valore storico e sportivo, ma anche diretto impatto sul ranking mondiale. In caso di vittoria, Alcaraz tornerebbe numero uno con 11.540 punti, lasciando Sinner a 10.780. Se invece l’italiano dovesse confermarsi campione a New York, salirebbe a 11.480 punti, con lo spagnolo a ridosso a quota 10.840: una distanza minima che promette un continuo avvicendamento al vertice nei prossimi mesi.
    Il 2025 dei record: top-2 sempre in finale SlamL’annata tennistica che si chiuderà a Flushing Meadows resterà negli annali: per la prima volta da quando esiste il sistema di ranking, i due principali favoriti del tabellone maschile hanno raggiunto la finale di tutti e quattro gli Slam nello stesso anno. A Melbourne, la sfida fu tra Sinner (n.1) e Zverev (n.2), mentre a Parigi, Wimbledon e New York sono stati proprio Sinner e Alcaraz, i due giganti del presente, a prendersi la scena.
    Fine di un’era: il Big 4 non c’è piùLo US Open 2025 segna anche la chiusura di un ciclo epocale. Con la sconfitta di Novak Djokovic contro Carlos Alcaraz in semifinale, si è infatti interrotta una striscia lunga 23 anni: dal 2002, almeno un membro del Big 4 (Djokovic, Nadal, Federer, Murray) era sempre riuscito a raggiungere almeno una finale Slam durante la stagione. Per la prima volta, le quattro finali di un anno sono tutte senza di loro, consegnando definitivamente il testimone alla nuova generazione. LEGGI TUTTO

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    Che cuore (e classe) Djokovic, ma non basta. Alcaraz è troppo potente e veloce, vince in tre set e torna in finale a US Open

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Mai sottovalutare il cuore di un campione. Una frase bella, toccante, racconta fiabe e imprese fantastiche di atleti straordinari che riescono ad andare oltre alla fatica, agli anni, alle difficoltà, realizzando l’impossibile. Leggende che danno tutto e di più, ma stavolta per il “vecchio” campione non c’è lieto fine. Un cuore immenso, abbinato ad una classe cristallina, non sono sufficienti a Novak Djokovic per arginare la prepotenza, classe e velocità brutali di Carlos Alcaraz nella prima semifinale di US Open. Regge con le unghie e determinazione leonina il serbo, ma il servizio lo tradisce in passaggi importanti (il tiebreak del secondo set in particolare) e lo spagnolo scappa via verso un meritato successo che lo riporta in finale a New York. Finisce 6-4 7-6(4) 6-2 per Alcaraz, che ora attende l’esito della seconda semifinale tra Jannik Sinner e Felix Auger-Aliassime. Qua Carlos vinse il suo primo Slam nel 2022, diventando il n.1 più giovane della storia da quando il ranking è calcolato al computer; potrebbe tornarlo scalzando Sinner se vincerà il torneo (o se Jannik perdesse stanotte la sua semifinale).
    È stata una partita notevole, con fiammate di qualità assoluta e un secondo parziale di grande equilibrio e spettacolo, con il pubblico tutto in piedi quando Djokovic è andato avanti di un break all’improvviso, e poi che reazione Alcaraz, di potenza e rabbia, con colpi eccellenti. A Djokovic è mancato l’aiuto del servizio, ma non solo: ha pagato con la risposta di diritto – e lì tanto e bene ha martellato Carlos – ma soprattutto è mancata la forza nelle gambe per reggere l’impatto di scambi mozzafiato e durissimi. Infatti i migliori punti il serbo se li è presi attaccando, prendendosi rischi, venendo a rete e tirando con precisione geometrica il rovescio lungo linea; ma quando si è andati allo scontro frontale, al braccio di ferro a massima velocità in scambi intensi, Alcaraz è stato nettamente più forte e costante. Un Alcaraz non brillantissimo e più pratico rispetto a tante sue partite dove ha abbagliato per colpi vincenti a mille all’ora e soluzioni da show-time. Contro Djokovic si è attenuto maggiormente a una tattica più semplice: concretezza. Nessuno oggi riesce ad accelerare quanto lui da ogni posizione, colpendo palle basse, “morte” o altissime generando una potenza inarrivabile; per questo ha condotto – giustamente – la partita senza cercare la riga o il vincente a tutti i costi ma giocando con potenza e profondità, in modo da forzare l’errore dell’avversario dopo tre o quattro pallate consistenti.
    A inizio partita Djokovic ha testato un po’ tutto il testabile, ma è stato respinto con perdite perché Carlos ha risposto molto bene, agevolato anche da una giornata grigia del serbo con la prima palla (60% di prime per “Nole”, ma in realtà nei momenti cruciali è stato ben sotto al 50% e l’ha pagato a caro prezzo). Ha capito ben presto Novak che provare a solleticare il diritto cross di Carlos per non lasciargli il centro del campo, un po’ come fa Sinner, non era assolutamente il caso perché Djokovic non ha più le gambe di Jannik e alla fine alzando troppo la velocità di scambio banalmente la palla ti torna così veloce che non fai in tempo a gestirla. Per questo Novak ha scelto, correttamente, di verticalizzare molto, andando più col lungo linea e attaccando spesso la rete (31 discese a rete, tante, vincendo solo 17 punti). Non c’è moltissimo che Djokovic potesse fare meglio: ha retto con la sua solita grinta e voglia, ha lottato, ha “sputato sangue” fino a morire dissanguato, ma non è bastato perché Alcaraz ha subito un solo piccolo passaggio a vuoto all’avvio del secondo set, prontamente tamponato, e poi ha servito bene (84% di punti con la prima palla). Questo è stato forse il vero handicap di “Nole”: visto che non poteva vincerla di corsa e di potenza contro uno troppo più rapido e potente, doveva assolutamente fare più differenza con i colpi d’inizio gioco. Non ha ricavato con la battuta quanto fatto per esempio contro Carlos in Australia; non ha nemmeno risposto così bene, in particolare col diritto sulle prime esterne da destra. Con un angolo esterno ben calibrato e gestito, Alcaraz non è quasi mai andato sotto nei suoi game, tanto da concedere una sola palla break, peraltro sfruttata da Djokovic nella prima fase del secondo set. Per battere Alcaraz devi rispondere di più e mettergli più pressione. In risposta troppo flebile Novak, e quando ha provato a restare nello scambio alla velocità dell’altro ha consumato tante di quelle energie che ha pagato da lì a breve.
    Che dire, è andata più o meno come ci si aspettava. Questo Alcaraz così ben preparato, in fiducia, forte con i colpi d’inizio gioco e continuo, è un avversario quasi imbattibile. Solo un Sinner al massimo può provare ad arrestarlo. Forse. C’ha provato a tutta Djokovic, e dobbiamo solo alzarci in piedi ad applaudire la sua voglia e coraggio a 38 anni. Ha chiuso il 2025 Slam con 4 semifinali, due perse da Sinner e una da Alcaraz, (la prima si è ritirato, infortunato). Chapeau “Nole”, ma che classe e potenza Carlitos… Un concentrato così supremo di anticipo, potenza, velocità in campo e destrezza è qualcosa di inarrivabile. È una benedizione per chi ama il tennis.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Djokovic alza la prima palla del match e va dritto sul diritto cross di Alcaraz, forzandone l’errore. Un solo punto, ma è già un tema del match: bloccare Carlos lì e non permettergli di comandare. Sul 15 pari prova il serve and volley, ma la volée non passa la rete, è un tentativo onesto, mischiare molto le carte in tavola. Il secondo errore di rovescio del game, sul 30 pari, costa al serbo una palla break. Si butta a rete Alcaraz, seguendo la sua spinta, ma la volée di rovescio è incerta e muore nel net. La palla di Carlos è velocissima, più di quella di Novak. Una risposta di diritto rapida gli vale la PB#2. Cerca profondità col diritto dal centro Djokovic, ma la palla gli esce di una spanna. BREAK Alcaraz, 1-0, 7 minuti e già lotta molto intensa e Alcaraz sembra aver una marcia in più e non soffrire così tanto gli schemi del rivale. A 30 Alcaraz vince il secondo game, Djokovic sembra non reggere la massima velocità imposta dal rivale col diritto, e rischia una spinta massima per non scambiare troppo. Sul 30-15 Carlos entra di puro timing nel servizio del serbo colpendo una risposta vincente da cineteca, da manuale. Quindi si prende il centro del campo e attacca. 30-40, palla del doppio break. Si salva con una prima palla al corpo. Con il servizio e poi un gran diritto lungo linea Djokovic muove lo score, 2-1. Dopo 23 minuti arriva il primo big-joint del match, un passante di rovescio in corsa lungo linea di “Nole” stellare. Soffia Carlos, sbalordito da cotanta esecuzione. 3-1 Alcaraz nonostante un doppio fallo e un paio di sbavature. La sensazione netta è che Carlos faccia tutto a velocità doppia di Novak, o forse pure un po’ rapidamente… Però il rovescio lungo linea del “Djoker” è ancora una bellezza e Carlito non lo legge. Il problema di Djokovic è proprio la velocità estrema di Alcaraz, entra nella palla con una combinazione di potenza, energia, profondità, che le gambe del serbo non ce la fanno. Lo dimostra il forcing sul 30-15 nel sesto game, quattro colpi uno più pesante e anticipato del precedente. 4-2 Alcaraz. Alla fine Djokovic riesce a fare buoni punti col servizio o entrando molto rapido nella palla, provare lo scambio non funziona perché l’altro va sopra e “spacca tutto”. È salito il rendimento della prima palla di “Nole”, resta aggrappato al rivale. Ma il problema, grosso problema… è che in risposta il serbo non riesce ad incidere. Sul 5-3 ha vinto solo 7 punti quando serve Carlos, con un game ai vantaggi… Alcaraz serve per il set sul 5-4, ma è Djokovic a prendersi la scena vincendo uno scambio spettacolare di tocco, tutti in piedi! Risponde di rovescio il serbo, 30 pari, primo picco di tensione per lo spagnolo che l’Ashe che urla “Nole Nole!”. Lo spagnolo tira forte sul diritto del rivale, la risposta non passa la rete. Set Point Alcaraz. Altro servizio sul diritto, stessa risposta. SET Alcaraz, 6-4 in 48 minuti. Encomiabile la resistenza di Novak, ma lo spagnolo è superiore. 57% di prime in gioco per Djokovic, non molte contro un rivale del genere.
    Djokovic riparte al servizio, ma perde i primi due punti, il secondo buttandosi (bene) a rete ma non chiudendo (male) lo smash. 0-30. Carlos arriva a un dito dallo 0-40, una bordata di diritto gli esce di poco e sarebbe stata winner. Poi è bravo Djokovic ad anticipare e attaccare con precisione. ECCEZIONALE il diritto di Novak, un lungo linea, alla velocità di Carlos che gli vale il game, 1-0. Ma che rischi deve prendersi… È il metro della forza del rivale. Attenzione: nel secondo game ecco due gratuiti di Alcaraz, primo calo di concentrazione. È un attimo, ma Djokovic è lì pronto e lo score è 30-40, palla break per il serbo. Che Scambio!!! Carlos attacca a tutta, ma Novak si difende, trova un bel taglio stretto e poi lob, alla fine è Alcaraz, ricacciato indietro, a sbagliare. 2-0 Djokovic, l’Ashe è tutto in piedi quando scatta l’ora di gioco. In un attimo il “Djoker” vola 3-0, parziale di sei punti a zero, con Carlos spettatore non pagante in risposta. Lo spagnolo ritrova un assetto ottimale nel quarto game, servizio e velocità col diritto, 3-1. Lo spettacolo ora è molto interessante: Alcaraz sale, sale, sale altissimo di livello, la risposta torna velocissima. Sul 30 pari Carlos trova un passante di tocco, senza aprire, con un controllo micidiale. Applaude anche Djokovic, c’è palla del contro break sul 30-40. Si scambia sul rovescio, a massima velocità, ed è Novak il primo a sbagliare. Contro BREAK, 3-2 e quindi 3 pari con un ottimo turno di servizio. La partita si è accesa, anche il pubblico partecipa molto, con un buonissimo livello di gioco. È notevole vedere la tattica e sapienza di Novak controbattere in questa fase ad armi pari con l’irruenza giovanile del rivale. Sul 4 pari il momento è topico. Djokovic non trova la prima palla, anzi inizia col doppio fallo. Poi propone una palla troppo centrale che il rovescio di Alcaraz aggredisce con perfetta geometria. 0-30, attenzione… Che scambio arriva! Pareva la Playstation, ritmo assurdo e palla che esplora tutto il campo, con Carlos che trova il nastro perdente. 27 colpi di bellezza. Sfortunato lo spagnolo sul 30 pari, con una smorzata tatticamente perfetta ma che sbatte sul nastro e non passa. Nerissimo Charly, era il momento, perché poi Djokovic serve bene e vola 5-4. Più lisci i turni di Carlos, è così in tutto il match eccetto quello dell’improvviso break concesso. 5 pari. La qualità di gioco è molto alta, anche il serbo vince un turno a zero, con un altro rovescio lungo linea perfetto, e Carlos lo segue a ruota. Tiebreak. Rischia il S&V Novak con buon angolo, ma che bella risposta bloccata di diritto, gli resta bassa e la volée è quasi impossibile. Scelta di Nole troppo ardita… Bellissimo punto di Novak!!!!! Che angolo stretto con la smorzata, e poi come tocca la palla in allungo. Tutti in piedi! 2-1. Sfonda con la sua potenza Alcaraz, 3-1, torna avanti, mentre Djokovic non mette una prima. Stavolta la smorzata è pessima per il serbo, la palla quasi non arriva alla rete. 4-1 con due mini break per Alcaraz. Regala col diritto Carlos, si gira sul 4-2. Assurdo come, di nuovo, Djokovic si prende il punto correndo avanti e rimettendo col polso una palla stretta, imprendibile. Che Campione! 4-3. Se la velocità di scambio sale, Carlos è più forte, e poi il serbo gioca senza prima palla, handicap impossibile. 5-3 e poi 5-4. Ora serve lo spagnolo. Con una prima palla potentissima arrivano due Set Point per Carlos, 6 a 4. Vola via la risposta di Djokovic, SET Alcaraz, 7 punti a 4. Grandissimo set, spettacolo, tensione agonistica, encomiabile il vecchio campione, che si fa massaggiare alla spalla destra al cambio di campo.
    Terzo set, Alcaraz riparte al servizio forte di due set di vantaggio. Gioca fluido e sereno, game rapido, può fare corsa di testa. Resiste Djokovic, ma risalire è più di un impresa (c’è riuscito 8 volte da due set sotto…). Nel quarto game Djokovic stecca un diritto per eccesso di rotazione del busto, gli costa un pericoloso 15-30. E la prima palla non lo aiuta di nuovo, pure doppio fallo. Il volto del serbo non cela la tensione, è 15-40, perdere un punto ora potrebbe significare Sipario per una prestazione importante, ma non sufficiente. Si butta a rete Novak, coraggio, e tocco esterno eccellente, con lo spagnolo che cerca addirittura il passante a una mano al di là del paletto, ma non va di poco. Niente sul 30-40 arriva il secondo doppio fallo per Djokovic, BREAK, un segnale di fatica, di resa, come puoi reggere il ritmo altissimo del rivale pure senza l’aiuto del servizio… Alcaraz è avanti 3-1, pronto a martellare sul diritto il rivale, prendendolo sistematicamente in contro piede. Quasi si piegano le ginocchia di “Nole” sul 30-15, all’ennesimo recupero. Con il sesto Ace lo score è 4-1 per Alcaraz. Vede già lo striscione del traguardo e la seconda finale in carriera a US Open. Djokovic ormai è sfinito, commette un altro doppio fallo sul 5-2, 15-30, ci sono due Match Point. Si butta avanti Novak, ma il tocco di volo è largo. Finisce così, un bel saluto tra i due, il giusto tributo del “vecchio” campione al giovane campione, tennista destinato a scrivere pagine di nuove leggenda. Due set di altissimo livello, era scontato che per Djokovic fosse fondamentale partire bene, non c’è riuscito. Applausi comunque alla sua tigna e classe, e altrettanti applausi ad Alcaraz per come è riuscito a giocare forte, fortissimo, intenso. È in finale senza aver preso un set, non gli è mai successo in uno Slam.

    N. Djokovic vs C. Alcaraz Slam Us Open N. Djokovic [7]462 C. Alcaraz [2]676 Vincitore: C. Alcaraz ServizioSvolgimentoSet 3N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 15-402-5 → 2-6C. Alcaraz 15-0 30-0 40-02-4 → 2-5N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-4 → 2-4C. Alcaraz 0-15 15-15 30-15 40-151-3 → 1-4N. Djokovic 15-0 15-15 15-30 15-40 30-401-2 → 1-3C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-1 → 1-2N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-1* 0-2* 1*-2 1*-3 1-4* 2-4* 3*-4 3*-5 4-5* 4-6*6-6 → 6-7C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-156-5 → 6-6N. Djokovic 15-0 30-0 40-05-5 → 6-5C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-155-4 → 5-5N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-4 → 5-4C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-3 → 4-4N. Djokovic 15-0 30-0 40-03-3 → 4-3C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 40-153-2 → 3-3N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 30-403-1 → 3-2C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-153-0 → 3-1N. Djokovic 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0C. Alcaraz 0-15 15-15 15-30 30-30 30-401-0 → 2-0N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-5 → 4-6N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-153-5 → 4-5C. Alcaraz 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 30-30 40-302-4 → 3-4C. Alcaraz 15-0 15-15 30-15 40-152-3 → 2-4N. Djokovic 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-3 → 2-3C. Alcaraz 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-401-2 → 1-3N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-400-2 → 1-2C. Alcaraz 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-1 → 0-2N. Djokovic 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Wilander analizza la semifinale Alcaraz – Djokovic a US Open: “L’arma in più di Novak è la sua totale comprensione del gioco. Deve dare a Carlos delle finte aperture e farlo sbagliare”

    Mats Wilander

    Il mondo della racchetta aspetta con grandissima curiosità la prima semifinale maschile di US Open che vede in campo Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Il giovane spagnolo cercherà la rivincita sul super campione serbo dopo la loro sfida di quarti di finale agli Australian Open dello scorso gennaio, dove un Djokovic superbo dal punto di vista mentale e tattico riuscì a sconfiggere la velocità e potenza di Alcaraz. Il murciano ha impressionato in quest’edizione di US Open per costanza di rendimento: mai gli era accaduto in carriera di arrivare in semifinale in un Major senza aver ceduto un set. Gli alti e bassi che sempre l’hanno caratterizzato sembrano un ricordo, tanto che lo stesso JC Ferrero, coach di Carlos, si è detto piacevolmente sorpreso da quanto bene sia giocando il suo pupillo. Dall’altra parte della rete ci sarà ancora Mr. Record, quello che di Slam ne ha vinti più di tutti e punta a portarsi a casa il 25esimo, che lo isserebbe un gradino sopra a Margaret Court e diventare il più titolato di sempre nei Major. Sbarcato a New York senza uno straccio di partita dall’11 luglio, quando Sinner lo sconfisse in “semi” a Wimbledon, Novak si è confermato l’araba fenice della disciplina, capace di risorgere e ritrovare cammin facendo un tennis molto consistente. Basterà a battere la forza e velocità estrema di un ragazzo di 16 anni più giovane e dotato di così tante frecce nella sua faretra?
    Impresa difficilissima, ma non impossibile. Sarà necessario un grande sforzo da parte di “Nole” ma ancor più il suo totale acume tattico e visione per il gioco. Così la pensa anche Mats Wilander, ex campione nel torneo nel 1988 e oggi stimato analista. In un articolo pubblicato su L’Equipe, lo svedese fa le carte alla partita, guadandola soprattutto dalla parte di Djokovic. Ecco per Mats quelle che saranno le chiavi della prima semifinale di US Open 2025, quello che Novak dovrà fare per cercare di destabilizzare il talento del giovane avversario e segnare l’ennesima impresa nella sua leggendaria carriera.
    “La grande differenza tra le sfide Djokovic-Sinner e Djokovic-Alcaraz è che Novak pensa di poter battere Alcaraz” afferma Wilander. “Con lo spagnolo c’è talvolta un varco, la speranza che non sia in una giornata di grazia, che attraversi alti e bassi. In quel caso, Novak ha una chance. Ma se Alcaraz gioca come ha fatto dall’inizio del torneo… Carlos sembra più rigoroso di prima, commette meno errori. Quello che mi colpisce è che non ha più quei passaggi a vuoto di dieci minuti, come gli accadeva ancora di recente. Senza quei black-out è quasi impossibile restare attaccato a lui. Sembra davvero fortissimo, ma non è ancora stato messo alla prova nel torneo. E Novak sa come spezzare il suo ritmo, cosa che comunque è più semplice da fare rispetto a quando affronti Sinner”.
    “Novak sa bene di non avere più lo stesso serbatoio di energia di un tempo e che dovrà partire fortissimo. Il primo set per lui è il più importante. Se lo perde, il cammino diventa lunghissimo. Alcaraz può permettersi di cedere il primo parziale e rimontare, Novak molto meno” continua lo svedese. “Per lui è un bene avere questo imperativo in testa: lo obbligherà a essere ultra-concentrato sin dal primo punto. E forse potrà creare anche un po’ di tensione ad Alcaraz”.
    “Novak ha un’arma che gli altri non possiedono: la comprensione totale del gioco. Con essa dovrà capire se Alcaraz è in una giornata no, se deve assolutamente tenere la palla in campo o se invece dovrà rischiare di più. Al suo posto, inizierei la partita con la massima disciplina: non cercare subito i colpi vincenti, ma rifiutare ad ogni costo di sbagliare, senza però essere passivo. In sostanza, Novak deve lasciare ad Alcaraz la possibilità di sbagliare. Se gioca troppo veloce, Alcaraz sarà in difesa e non sbaglierà. Deve dargli delle finte aperture, lasciarlo tirare molto forte e commettere un errore, poi due. È una partita a poker, ma è la sua unica chance. Novak è un giocatore troppo grande per sentirsi obbligato a essere ultra-aggressivo fin dall’inizio. Il piano A è dire: ‘Ho 38 anni, ma sono ancora Novak Djokovic e oggi non sbaglierò una palla. Sarai tu a dovermi battere’. Alcaraz deve stare attento: se dai un’unghia a Novak, lui ti prende tutto il braccio” conclude Wilander.
    Un’analisi interessante e assolutamente condivisibile. Alcaraz di sicuro prenderà l’incontro di petto, per mettere in campo tutta la sua velocità e far correre tanto Djokovic in modo da stancarlo fisicamente. Ma Novak, come affermato da Wilander, è un tattico straordinario e farà l’impossibile per portare il rivale a giocare nei territori a lui più scomodi. L’attesa per questa partita è enorme. Potrebbe essere forse l’ultima grande chance per il serbo per alzare un altro Slam. Non ci dimentichiamo cose fu capace di fare nella finale Olimpica di Parigi 2024, dove su terra battuta giocò una partita eroica contro Alcaraz, andando oltre ogni fatica e sofferenza pur di arrivare all’Oro. Se c’è un aspetto nel quale Djokovic è davvero insuperabile è la determinazione. Ma a 38 anni suonati, basterà?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Us Open: Djokovic fatica ma conquista il terzo turno. Svajda si arrende in quattro set

    Novak Djokovic classe 1987, n.7 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic supera l’ostacolo Zachary Svajda e conquista il pass per il terzo turno degli US Open 2025. Sul Centrale di Flushing Meadows, il serbo si impone 6-7(5) 6-3 6-3 6-1 contro il numero 145 del mondo, in quella che sulla carta sembrava una sfida agevole ma che, soprattutto nel primo set, ha mostrato più di una difficoltà. Djokovic ha infatti iniziato il match con un atteggiamento sorprendentemente compassato, quasi svogliato. Scambi lenti, ritmo blando, nessun guizzo: un copione che ha permesso al giovane americano di inserirsi con coraggio nel match e, approfittando dell’apatia del rivale, portarsi a casa il primo set al tie-break. La partita avrebbe potuto complicarsi ulteriormente per il campione di Belgrado, ma Svajda non ha trovato il coraggio di affondare i colpi al momento decisivo. Djokovic ne ha approfittato per strappare un break nel secondo parziale, sufficiente a rimettere il conto in equilibrio. La svolta arriva nel terzo set: avanti 3-1 e con il match apparentemente in mano, Svajda accusa un problema muscolare alla gamba destra che ne limita i movimenti. Nonostante l’intervento del fisioterapista, l’americano non riesce più a spostarsi con continuità e si affida quasi esclusivamente al braccio. Djokovic, senza dover spingere, mette in fila otto giochi consecutivi e prende il largo. Nel quarto set il copione non cambia: break immediato per il serbo, che vola 3-0 e poi 5-1, mentre Svajda resta in campo soprattutto per onorare l’occasione e l’avversario. Djokovic chiude 6-1, pur accusando un accenno di crampi nel finale, e stacca così il biglietto per il terzo turno. Per Djokovic si tratta dell’ennesima qualificazione al terzo turno a New York, torneo dove ha giocato 10 finali (vincendone 4) sin dal suo debutto nel 2005. Ma la prestazione odierna non lascia segnali incoraggianti: il 24 volte campione Slam è parso privo di motivazioni, con una palla lenta e poco penetrante, ben lontana dal livello mostrato nei giorni scorsi dai pretendenti al titolo. Contro avversari più consistenti, come Cameron Norrie o Francisco Comesaña – in campo per decidere il prossimo ostacolo del serbo – servirà ben altro. Djokovic ha portato a casa la vittoria, ma le spie d’allarme restano accese: per competere davvero in questa edizione degli US Open, sarà necessario ritrovare energia mentale e aumentare drasticamente il livello del proprio tennis.
    Primo set: Svajda sorprende Djokovic al tie-breakDopo oltre un mese senza partite ufficiali — l’ultima apparizione risaliva a Wimbledon — e con qualche fastidio fisico avvertito già al debutto, Novak Djokovic torna in campo con l’obiettivo di ritrovare ritmo e fiducia. Il serbo, 428 settimane complessive al vertice del ranking ATP, reduce da una lunga vacanza in Grecia e semifinalista in tutti e tre gli Slam disputati in stagione, affronta per la prima volta Zachary Svajda. A 37 anni, il campione di Belgrado non ha mai perso né al primo né al secondo turno a New York da quando esordì nel 2005, torneo in cui due anni più tardi giocò la sua prima finale Slam contro Roger Federer. Il primo set però prende una direzione inattesa. La partita si sviluppa su scambi lunghi, con traiettorie alte e ricche di rotazioni, ben lontane dal ritmo frenetico visto nei primi turni. Djokovic sembra lento negli spostamenti, incapace di imprimere velocità alla palla, più concentrato sulla difesa e in attesa dell’errore dell’americano. Svajda, invece, costruisce con pazienza, regge con continuità da fondo e coglie i momenti giusti per accelerare. La cronaca racconta un set equilibrato: il giovane californiano annulla due palle break nel game inaugurale e da quel momento non concede più spiragli. Djokovic tiene con relativa facilità i propri turni di battuta, ma manca incisività in risposta. Si arriva così al tie-break, dove Svajda prende subito l’iniziativa: minibreak in avvio, conduzione sicura e chiusura sul 7-5 con un preciso lungolinea.Svajda avanti 7-6 (5), con Djokovic apparso insolitamente contratto e poco brillante.
    Secondo set Djokovic rimette in equilibrio la sfida: un set pari con SvajdaNovak Djokovic risponde presente e conquista la seconda frazione, approfittando di un evidente calo di Zachary Svajda. Dopo un primo set giocato sul ritmo del giovane californiano, nel secondo parziale il serbo ha cambiato marcia quel tanto che basta per rimettersi in carreggiata. Svajda ha avuto l’occasione per affondare il colpo, ma invece di spingere con decisione si è adeguato al palleggio più compassato del 24 volte campione Slam, finendo per favorirne il recupero. La svolta arriva sul 3-2: Djokovic si procura due palle break e alla seconda opportunità strappa il servizio all’americano, prendendo il controllo del set. Da quel momento l’inerzia è tutta dalla parte del serbo, che senza strafare allunga 5-2. Svajda annulla due set point e riduce le distanze, ma Novak al servizio non trema: un gioco a zero suggella il 6-3 che rimette la sfida in perfetto equilibrio, un set pari. Djokovic chiude così una seconda frazione giocata con maggiore lucidità e con il piglio del campione, cercando di abbreviare gli scambi e di variare con qualche sortita a rete. Per Svajda resta il rammarico di non aver approfittato del momento favorevole: per impensierire davvero il dieci volte finalista di New York servirà ben altro.
    Terzo set : Djokovic approfitta dei problemi fisici di Svajda e si porta avanti due set a unoIl terzo set segna la svolta del match: Novak Djokovic mette una seria ipoteca sull’incontro approfittando dei problemi fisici che frenano Zachary Svajda, costretto a convivere con un infortunio alla gamba destra.L’avvio è positivo per l’americano, che tiene a zero il primo turno di battuta e si porta avanti 2-1 con atteggiamento aggressivo, consapevole di non poter reggere lunghi scambi da fondo. Il californiano trova anche il break, sfruttando un doppio fallo del serbo e salendo 3-1 con servizio a disposizione. È però l’ultimo sussulto: il fisico lo tradisce, la coscia inizia a impedirgli movimenti fluidi e nemmeno l’intervento del fisioterapista riesce a migliorare la situazione. Djokovic, senza alzare troppo i giri del motore, approfitta del calo dell’avversario. Con lucidità cerca di muovere il numero 145 del mondo, costretto ormai a giocare quasi solo di braccio. Arriva il controbreak per il serbo, che infila cinque giochi consecutivi e chiude il parziale 6-3. Un set non memorabile dal punto di vista tecnico, ma che segna il punto di svolta della sfida: Djokovic conduce ora due set a uno e, con l’avversario in evidente difficoltà fisica, sembra avviato verso un finale in discesa.
    Quarto set: Dominio di NovakNel quarto parziale Novak Djokovic ha mostrato tutto il suo strapotere complici anche i problemi fisici dell’avversario. Dopo tre set comunque combattuti, il serbo ha preso in mano in maniera definitiva il ritmo della partita, togliendo immediatamente certezze al suo avversario americano. Con due break, Nole ha scavato il solco sin dai primi giochi, dettando legge con la solidità da fondo e un servizio chirurgico.L’americano non è mai riuscito a trovare varchi né a costruire occasioni per rientrare: Djokovic ha mantenuto una percentuale altissima con la prima, non ha concesso palle break e ha gestito con grande tranquillità ogni scambio. In poco più di mezz’ora, il 24 volte campione Slam ha chiuso i conti con un netto 6-1, salutando il pubblico con il suo classico gesto verso le tribune e conquistando senza più affanni il passaggio al turno successivo.
    Slam Us Open N. Djokovic [7]6666 Z. Svajda7331 Vincitore: N. Djokovic ServizioSvolgimentoSet 4N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 df 40-15 40-305-1 → 6-1Z. Svajda 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A4-1 → 5-1N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 ace3-1 → 4-1Z. Svajda 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 ace3-0 → 3-1N. Djokovic 15-0 30-0 40-02-0 → 3-0Z. Svajda 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A1-0 → 2-0N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 3Z. Svajda 0-15 15-15 30-15 30-30 30-405-3 → 6-3N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-15 ace4-3 → 5-3Z. Svajda 0-15 0-30 15-30 15-40 30-403-3 → 4-3N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace2-3 → 3-3Z. Svajda 15-0 15-15 df 30-15 30-30 30-401-3 → 2-3N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 ace 30-30 30-40 df1-2 → 1-3Z. Svajda 15-0 ace 30-0 40-01-1 → 1-2N. Djokovic 15-0 30-0 30-15 40-15 ace0-1 → 1-1Z. Svajda 15-0 30-0 40-0 40-15 df0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2N. Djokovic 15-0 30-0 40-05-3 → 6-3Z. Svajda 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-405-2 → 5-3N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 40-304-2 → 5-2Z. Svajda 15-0 15-15 15-30 15-403-2 → 4-2N. Djokovic 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2Z. Svajda 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 2-2N. Djokovic 15-0 30-0 ace 30-15 40-151-1 → 2-1Z. Svajda 0-15 15-15 30-15 ace 40-151-0 → 1-1N. Djokovic 15-0 30-0 ace 40-0 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak*- 0*-1 ace 1*-1 1-2* 2-2* 2*-3 3*-3 4-3* ace 4-4* 4*-5 4*-6 5-6*6-6 → 6-7N. Djokovic 0-15 df 15-15 30-15 40-155-6 → 6-6Z. Svajda 15-0 30-0 40-0 40-15 df5-5 → 5-6N. Djokovic 0-15 df 0-30 15-30 30-30 40-304-5 → 5-5Z. Svajda 0-15 15-15 ace 15-30 30-30 40-304-4 → 4-5N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 40-153-4 → 4-4Z. Svajda 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-402-3 → 3-3Z. Svajda 15-0 30-0 ace 40-0 40-152-2 → 2-3N. Djokovic 15-0 30-0 40-0 ace1-2 → 2-2Z. Svajda 15-0 ace 15-15 30-15 ace 40-151-1 → 1-2N. Djokovic 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1Z. Svajda 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-400-0 → 0-1

    Enrico Milani LEGGI TUTTO