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La crisi turca sommergerà il Fenerbahçe? Datome, Melli & C. vicini al ritorno sul mercato

La crisi turca sommergerà il Fenerbahçe? Datome, Melli & C. vicini al ritorno sul mercato

Quando nel 2016 Gigi Datome firmava il contratto con il Fenerbahçe, il cambio lira turca e dollaro era intorno a 3,1. Ieri, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, si è attestato a quota 5,42. Cioè, dal momento che il contratto di Gigione (come quello di Melli e degli altri stranieri della squadra) è in dollari, la squadra di Istanbul deve spendere quasi il doppio rispetto a un anno fa per tenersi il giocatore italiano. Ovvero, se il budget del Fener fosse stato, ad esempio, di 25 milioni adesso sarebbe di oltre 42: un numero che farebbe tremare i polsi a qualsiasi manager finanziario di qualsiasi azienda.

Nè il club si può consolare con gli ingaggi dei giocatori turchi per via di una inflazione che tocca già il 16% ed è destinata a salire, aumentando i costi di ingaggio e diminuendo il valore delle entrate come biglietteria e sponsorizzazioni. Se l’azione del nuovo proprietario Koc, che è l’uomo più ricco della Turchia, non è stata in grado di coprire il pregresso di 8 milioni di dollari, i problemi di cambio sulle valute ne aggiungeranno almeno altri 30 nel prossimo biennio. Numeri che nessun club può sopportare. E non si vede vi d’uscita, dato che il paese è stretto nella morsa della guerra commerciale voluta dal presidente americano Donald Trump e dagli errori gravissimi di politica economica del presidente turco Erdogan che addirittura ha messo il genero a capo della Banca di Turchia e non sembra voler recedere dalle sue posizioni e dalle promesse elettorali che gli hanno fatto vincere le ultime elezioni.

Nel 2013 EuroLeague e Turkish Airlines firmarono un contratto di sponsorizzazione che scade nel 2020 da complessivi 37,5 milioni di euro. Gli ultimi due anni costeranno il doppio alla compagnia di bandiera turca, che comunque fattura quasi 11 miliardi di dollari. Ma inseriti in un contesto di crisi finanziaria generale della società gli ultimi 14 milioni si possono già stimare a rischio per l’ente sportivo europeo.

Il campanello di allarme che avevamo lanciato qualche giorno fa (qui) si è amplificato con l’abbandono dell’Usak Sportif del campionato BSL annunciata ieri che rimette un certo numero di giocatori sul mercato europeo. Il caso Fenerbahçe ci dice che o la società spenderà il doppio per tenersi i giocatori, oppure sarà costretta a chiedere loro di dimezzarsi lo stipendio. Vedere Kostas Sloukas piuttosto che Luigi Datome cercare una nuova squadra nelle prossime settimane è un’opzione che molte squadre di EuroLeague devono prendere in considerazione… Per tacere di Melli, Guduric, Vesely, Kalinic e il resto della compagnia compresi gli ultimi arrivati Ennis e Lauvergne.

La situazione è davvero fluida, e potrebbe succedere di tutto. Stamani, 9 agosto, il cambio lira turca/dollaro ha sfondato in apertura il muro del cambio a quota 6 (ore 08:30). Secondo gli analisti a quota 7 la crisi sarebbe irreversibile nel breve periodo, e quasi tutto poggia sulla capacità del presidente Erdogan di avere un approccio più pragmatico che ideologico e clientelare all’innalzamento dei tassi di interesse. Ma qualsiasi scelta che farà potrebbe anche condurre la Turchia in uno stato di pre-guerra civile.

 

 

 

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