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    Ruud e la nuova sfida sul veloce: “Devo mettermi alla prova”

    Casper Ruud nella foto – Foto Antonio Fraioli

    Casper Ruud continua la sua strategia di inizio stagione sul cemento, scegliendo di partecipare all’ATP di Dallas dove è già approdato ai quarti di finale contro Nishioka. Il numero 5 del mondo ha deciso di abbandonare la tradizionale tournée sudamericana sulla terra battuta per concentrarsi sul miglioramento del suo gioco sulle superfici veloci.
    “Quest’anno volevo venire qui a Dallas. È un torneo nuovo per me. Ho sentito molte cose positive, specialmente da John Isner che vive qui e ha giocato questo torneo fin dall’inizio. Inoltre, è stato promosso a categoria 500. Si adattava al mio calendario e volevo provare qualcosa di nuovo”, ha spiegato il norvegese.
    La scelta di giocare indoor a Dallas non è casuale. Ruud, consapevole delle sue vulnerabilità su questa superficie, ha deciso di mettersi alla prova: “È una superficie veloce indoor. So che il mio gioco può essere vulnerabile qui perché uso molto il topspin. Non prendo sempre la palla così presto e sono vulnerabile agli attacchi dei giocatori che colpiscono piatto o forte. Ma devo sfidarmi. Questo sarà l’ultimo torneo indoor che giocherò per sei o sette mesi, voglio che ci sia un buon finale.”Dopo Dallas, Ruud volerà in Messico per il torneo di Acapulco, uno dei suoi appuntamenti preferiti del calendario: “Mi piace molto giocare ad Acapulco. Mi sono divertito molto lì l’anno scorso e negli anni precedenti, è una delle mie tappe preferite dell’anno e Dallas è abbastanza vicina.” Una strategia che lo scorso anno ha dato i suoi frutti, con le finali raggiunte sia a Los Cabos che ad Acapulco.
    Questa programmazione rappresenta un chiaro segnale della volontà di Ruud di evolversi come giocatore completo, uscendo dalla sua zona di comfort sulla terra battuta per migliorare le sue prestazioni sul veloce, in particolare in vista dei tornei di fine stagione.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sam Sumyk si racconta: dal tennis femminile a Cazaux, una nuova sfida

    Sam Sumyk si racconta: dal tennis femminile a Cazaux, una nuova sfida

    Sam Sumyk, uno dei coach più rispettati nel circuito femminile, ha deciso di intraprendere una nuova avventura nel tennis maschile al fianco di Arthur Cazaux. Dopo aver guidato campionesse del calibro di Vera Zvonareva, Victoria Azarenka, Eugenie Bouchard, Garbiñe Muguruza, Anastasia Pavlyuchenkova e Donna Vekic, il tecnico francese ha spiegato in un’intervista a Tennis Majors le ragioni di questa scelta.
    “Non so se sia un cambiamento naturale, ma non è nemmeno strano”, spiega Sumyk. “La mia impressione è che quando hai trascorso così tanto tempo nel circuito femminile, come nel mio caso, probabilmente vieni etichettato come un coach femminile. In 30 anni di carriera ho ricevuto solo due offerte per allenare uomini, ma non ero disponibile e le ho dovute rifiutare.”
    Sul tema delle differenze tra l’allenare uomini e donne, Sumyk mantiene una visione aperta: “Sono personalità diverse. Anche se alleni due ragazze, sono persone diverse, magari di culture o generazioni diverse. Certo, ci sono differenze tra uomini e donne, ma parliamo dello stesso sport. Si può allenare chiunque, non esiste un gruppo di allenatori per le donne e uno per gli uomini.”Riguardo al suo nuovo progetto con Arthur Cazaux, il coach francese si mostra entusiasta: “È un grande progetto che mi permetterà di imparare ancora di più e diventare un allenatore migliore. Sono con un giocatore interessante, in un progetto che mi farà crescere. Per me si tratta soprattutto di divertirmi, non penso al ranking. Comincio ad annoiarmi quando vedo che non sto imparando nulla. È in quel momento che diventa un lavoro e mi dico che è meglio fermarsi.”
    Sumyk ha anche voluto sfatare il mito del “metodo Sumyk”: “Non credo nei metodi, credo nelle formule vincenti. Per ogni progetto devi trovare la formula per avere successo. Un metodo significa che hai trovato il trucco e lo applichi sempre, ma non è così. Vendere un metodo è una truffa.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Fine di un’era: l’ATP 250 di Metz chiude i battenti dopo 21 anni di storia

    Fine di un’era: l’ATP 250 di Metz chiude i battenti dopo 21 anni di storia

    Il calendario ATP 2026 segna la fine di un’era con la scomparsa del Moselle Open di Metz, storico torneo ATP 250 che ha accompagnato il tennis mondiale per oltre due decenni. Secondo quanto riportato da Eurosport Francia, la decisione è stata presa a causa di controversie societarie tra gli azionisti.“È un duro colpo per i giocatori francesi, che perdono l’opportunità di giocare e brillare in casa”, ha dichiarato la direzione del torneo. La causa della chiusura è legata a procedimenti giudiziari avviati da quattro azionisti di minoranza che detengono il 14% delle quote, portando l’ATP a prendere questa drastica decisione.
    Nato nel 2003 e presente nel calendario fino al 2025 (con la sola interruzione nel 2020 causa pandemia), il torneo di Metz vivrà la sua ultima edizione dal 2 all’8 novembre 2025, chiudendo una storia lunga 21 edizioni.L’ATP ha motivato la decisione spiegando che la disputa prolungata sulla proprietà del torneo impediva una corretta pianificazione strategica, non garantendo gli interessi né dell’evento né del circuito.
    Il torneo ha scritto pagine importanti del tennis francese: in 16 delle 20 edizioni disputate c’è stato un tennista di casa in finale, con 13 vittorie complessive. Tra i campioni illustri figurano Arnaud Clement (2003), Gael Monfils (2009), Gilles Simon (tre volte vincitore), Jo-Wilfried Tsonga (quattro titoli), Lucas Pouille e Ugo Humbert. Per quanto riguarda i colori spagnoli, solo Tommy Robredo è riuscito a trionfare nel 2007, battendo Andy Murray in finale.
    Ma il ricordo più prezioso rimane quello del 2006, quando un giovane Novak Djokovic, allora diciannovenne, conquistò il secondo titolo della sua carriera, battendo Jurgen Melzer in finale. Il serbo è rimasto l’unico numero uno al mondo ad aver vinto il torneo.
    Con questa chiusura, la Francia manterrà nel 2026 quattro eventi principali nel calendario ATP: Roland Garros, il Masters 1000 di Parigi-Bercy e i tre ATP 250 di Montpellier, Lione e Marsiglia. Non resta che attendere l’ultima edizione del torneo, dove gli organizzatori cercheranno sicuramente di creare un evento memorabile per un degno addio.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La ricetta dei Cobolli: “In campo coach e atleta, a casa padre e figlio”

    Flavio Cobolli ITA, 2002.05.06 – Foto Getty Images

    Nel panorama del tennis ATP, le collaborazioni padre-figlio stanno vivendo un momento particolarmente florido, come dimostrano i successi di Casper Ruud con papà Christian (12 titoli ATP), Ben Shelton con Bryan (vittorie a Tokyo e Houston) e Sebastian Korda con l’ex numero 2 del mondo Petr (trionfi a Parma e Washington). In questa scia si inserisce anche la storia di Flavio Cobolli e suo padre Stefano, una partnership che sta dando frutti sempre più interessanti e che promette sviluppi entusiasmanti per il tennis italiano.
    “Mio padre era un buon giocatore ma si è fermato da giovane, con un ranking più basso del mio”, ha rivelato Cobolli in un’intervista rilasciato al sito ATP a Rotterdam. “Ora è un allenatore incredibile e abbiamo un ottimo rapporto.” Una testimonianza che rivela la maturità del giovane italiano nel gestire una relazione tanto delicata quanto potenzialmente fruttuosa.La loro collaborazione professionale è iniziata cinque anni fa, quando Flavio aveva 17 anni, ma ha vissuto una svolta significativa nel 2024, anno in cui il tennista italiano è passato da una posizione fuori dalla top 100 fino al suo best ranking di numero 30 in ottobre, raggiungendo anche la finale a Washington e il terzo turno sia agli Australian Open che agli US Open.
    “Quando ero giovane, volevamo tenere separati il tennis e il nostro rapporto”, spiega Cobolli, rivelando la saggezza dell’approccio paterno. “Parlavo molto di calcio con lui, ma non di tennis. Voleva che migliorassi da solo e mi ha detto che quando fossi stato pronto mi avrebbe aiutato. Abbiamo iniziato qualche anno fa e da allora abbiamo lavorato molto insieme, con il 2024 che è stato davvero un ottimo anno.”La chiave del loro successo sta nell’aver stabilito confini chiari tra vita professionale e personale: “È difficile quando tuo padre è il tuo allenatore. È importante che quando siamo a casa non parliamo di tennis. Se litighiamo in campo, resta in campo. A volte può essere dura perché entrambi vogliamo avere ragione, ma è una persona fantastica e amo lavorare con lui.”
    Ora Cobolli, attuale numero 34 del mondo, ha avuto un inizio 2025 complicato da un infortunio alla spalla che gli ha impedito di allenarsi durante l’off-season. “È stato impossibile giocare fino all’ultimo giorno della pre-season”, ha rivelato. “Ho fatto molta fisioterapia, massaggi e palestra, ma non ho potuto colpire una palla. È stato frustrante. Solo ora sento che la mia stagione può iniziare veramente.”
    Parlando del movimento tennistico italiano, Cobolli ha espresso grande ammirazione per Jannik Sinner: “Non sono sorpreso dai suoi successi perché Jannik è nato con la stoffa del campione. È semplicemente una stella.” Ha inoltre elogiato il lavoro della Federazione Italiana: “La FIT ha lavorato bene negli ultimi 10 anni e si vedono i risultati anche sotto Sinner. Abbiamo un buon gruppo di giovani che sta emergendo grazie a questo lavoro e siamo felici della situazione.”Con l’Italia che ospiterà le Davis Cup Finals dal 2025 al 2027, il futuro del tennis italiano sembra sempre più luminoso, e la coppia Cobolli promette di essere una delle sorprese.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Goncalo Oliveira sospeso per doping: positivo alla metanfetamina

    Gonzalo Oliveira VEN, 17.02.1995 – n.245 del mondo

    L’ITIA (International Tennis Integrity Agency) ha annunciato una nuova sospensione per doping nel tennis professionistico. Dopo i recenti casi che hanno coinvolto Jannik Sinner e Iga Swiatek, questa volta a finire nel mirino dell’agenzia antidoping è Goncalo Oliveira, tennista 29enne nato in Portogallo ma che rappresentava il Venezuela.
    Il giocatore è risultato positivo alla metanfetamina, una sostanza proibita, in un controllo che non è stato giustificato da alcuna esenzione terapeutica.Questo nuovo caso, seppur di minor risonanza rispetto a quelli dei numeri uno del mondo Sinner e due Swiatek, dimostra come l’ITIA continui nella sua opera di vigilanza e controllo per garantire la pulizia dello sport, indipendentemente dal ranking o dalla notorietà degli atleti coinvolti.L’agenzia ha così confermato la sanzione per il giocatore sudamericano, aggiungendo un nuovo capitolo alla lista dei casi di doping nel tennis professionistico.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    “Per fortuna in Europa i migliori”: la sincerità di Davidovich a Dallas

    Alejandro Davidovich Fokina ESP, 1999.06.05 – Foto Getty Images

    Alejandro Davidovich Fokina, noto per la sua schiettezza, ha regalato l’ennesima perla di sincerità durante il torneo ATP di Dallas 2025. Lo spagnolo, che ha scelto di modificare la sua programmazione rispetto agli anni precedenti quando partecipava al torneo di Rotterdam, è diventato il primo tennista spagnolo a vincere un match nella storia del torneo texano.
    Quando gli è stato chiesto il motivo di questa scelta, Davidovich ha risposto con la sua caratteristica franchezza, forse anche troppa: “Per essere sincero, la maggior parte dei migliori giocatori del mondo sono in Europa”. Una dichiarazione che non lascia spazio a interpretazioni e che, pur nella sua brutale onestà, fotografa perfettamente la situazione del calendario tennistico in questa settimana.Fokina, fedele al suo carattere estroverso e diretto, ha così confermato la sua fama di tennista che non ha paura di dire ciò che pensa, anche quando le sue parole potrebbero risultare poco diplomatiche nei confronti del torneo che lo ospita.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Crescita e novità nel team Alcaraz: arriva il fisioterapista Fran Rubio

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Il team di Carlos Alcaraz continua ad espandersi per far fronte alle crescenti esigenze del circuito professionistico. L’ultimo ingresso riguarda l’area della preparazione fisica e del recupero, con l’arrivo di Fran Rubio come nuovo fisioterapista.
    Secondo quanto riportato da Germán Abril per Eurosport, Rubio affiancherà Juanjo Moreno, attuale fisioterapista principale del team, condividendo con lui le responsabilità durante la stagione. La decisione nasce dall’esigenza di gestire al meglio il carico di lavoro legato ai numerosi viaggi e impegni agonistici.Rubio non è un volto nuovo per Alcaraz: i due si conoscono bene e hanno già collaborato in diversi tornei in passato. Questa familiarità è stata sicuramente un fattore chiave nella scelta di integrarlo stabilmente nello staff del campione spagnolo.
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    Jakub Mensik: l’ascesa rapida di un nuovo protagonista nel circuito ATP “Ora posso dedicarmi solo al tennis”

    Jakub Mensik CZE, 01.09.2005 – Foto Getty Images

    Da esordiente a figura di spicco nel circuito ATP. È questa la storia di Jakub Mensik, il diciannovenne ceco che ha sorpreso tutti fin dal suo debutto agli US Open 2023 a soli 17 anni. Da quel terzo turno raggiunto a New York ormai 18 mesi fa, Mensik non ha mai smesso di crescere, conquistando risultati di prestigio e diventando un avversario temuto da molti top player.La crescita di Mensik ha subito una forte accelerazione nel 2024. Dopo la finale raggiunta a Doha in febbraio, il giovane di Prostějov ha staccato il pass per le Next Gen ATP Finals di fine stagione, dove si è messo in luce fra i migliori Under 21 del circuito. Non a caso, la sua annata è stata premiata con il Newcomer of the Year agli ATP Awards.E se il suo brillante 2024 è sembrato un ideale trampolino, l’inizio del 2025 non fa che confermarlo. Mensik ha centrato i quarti di finale a Brisbane e Auckland, oltre a una convincente corsa fino al terzo turno agli Australian Open. Risultati che lo hanno proiettato appena fuori dalla Top 40 della classifica ATP e già in possesso di ben cinque vittorie contro Top 10. Numeri che cominciano a spaventare i colleghi nei primi round dei tornei.
    “Le aspettative non mi spaventano”Nonostante la giovane età e i tanti riflettori puntati, Mensik afferma di non sentire la pressione delle nuove aspettative. “L’anno scorso ho giocato senza pressione,” ha raccontato ad ATPTour.com a Rotterdam. “Ora sì, percepisco maggiori aspettative, ma non mi condizionano. In campo mi sento molto bene e sono felice di essere dove voglio stare nel Tour. Sto migliorando il mio gioco, mi sento fiducioso e mi diverto a sfidare i migliori giocatori del mondo nei tornei più prestigiosi.Ho imparato tantissimo nel mio primo anno. Ho fatto molte esperienze con viaggi e nuovi tornei. Ora so cosa aspettarmi nei vari eventi e posso scegliere dove giocare in base a ciò che reputo migliore per me. Sono pronto per fare ancora di più.”
    La serenità di Mensik si è vista tutta all’ABN AMRO Open di Rotterdam, dove nel match di debutto ha superato Alexander Bublik, guadagnandosi un secondo turno di prestigio contro il numero 8 del mondo Alex de Minaur. Sarà la seconda sfida contro un Top 10 solo in questo inizio di stagione, dopo aver sconfitto Casper Ruud agli Australian Open.
    Alla scorsa edizione dello Slam australiano, Mensik non è stato l’unico teenager a mettersi in mostra: il brasiliano Joao Fonseca (18 anni) ha eliminato Andrey Rublev, l’americano Learner Tien (19 anni) ha superato Daniil Medvedev. Tutti e tre hanno poi preso parte alle Next Gen ATP Finals presented by PIF a Jeddah (Fonseca ha vinto il titolo), così come altre promesse che hanno brillato in Australia: Alex Michelsen (20 anni) ha raggiunto gli ottavi, il francese Arthur Fils (20 anni) è approdato al terzo turno, mentre Nishesh Basavareddy (19 anni) ha persino vinto un set contro Novak Djokovic.“Il livello della Next Gen quest’anno era davvero alto,” ha spiegato Mensik riferendosi all’edizione 2024 di Jeddah. “Lo si è visto anche in Australia, dove molti di noi hanno giocato bene e colto risultati importanti. È stato bello conoscere meglio gli altri ragazzi. Alcuni giocano soprattutto a livello Challenger, altri più a livello ATP Tour. Li conoscevo dalle categorie junior, ma era da un po’ che non ci vedevamo. È stato fantastico ritrovarci, competere da avversari, ma anche condividere momenti da amici.”
    Alto 1,93 m, Mensik vanta un servizio potente e un dritto carico di rotazione che può far male su ogni superficie. Ma, come ogni giovane di talento, deve ancora completare il proprio sviluppo tecnico e mentale. Un esempio? Agli US Open di settembre ha mancato tre match point contro Nuno Borges nel quarto set, prima di cedere fisicamente nel quinto. Agli Australian Open di quest’anno, in una battaglia contro Alejandro Davidovich Fokina, si è trovato avanti due set a zero e ha sprecato due match point, finendo poi per perdere.“Perdere partite tanto tirate, soprattutto nei grandi eventi, è sempre durissimo,” ha ammesso Mensik. “Ma cerco di imparare il più possibile da queste sconfitte, anche quando fanno male. È in quei momenti che sento di migliorare di più. Mi ritengo fortunato ad avere accanto persone che mi aiutano a reagire. Dopo la sconfitta in Australia ero abbattuto per un paio di giorni, ma poi devi ripartire perché il circuito va avanti. Subito dopo hai un’altra opportunità. Penso sia un percorso di crescita continuo, sia per il mio tennis sia per la mia mentalità e la mia condizione fisica.”
    “Ora posso dedicarmi solo al tennis”Fra un allenamento e l’altro, Mensik si gode qualche ora di relax. Dopo aver terminato lo scorso maggio gli esami finali (materie: lingua ceca, inglese, geografia e teoria di preparazione sportiva), non deve più destreggiarsi fra libri e racchette.“Sono felice di aver finito la scuola, è un capitolo della vita che posso spuntare dalla lista,” ha confessato. “Non so cosa farò dopo la carriera tennistica, ma un giorno potrei anche continuare a studiare. Mi piaceva, ma ora sono contento di poter staccare dal tennis guardando una partita di calcio dello Slavia Praga o gli incontri di hockey dei Mondiali.”
    Dopo aver superato Bublik al primo turno di Rotterdam, ora Mensik è atteso dal terzo seed e finalista della passata edizione, Alex de Minaur. Vincendo giovedì, il ceco approderebbe per la seconda volta nei quarti di un torneo ATP 500 (dopo la semifinale sfiorata a Vienna).
    Marco Rossi LEGGI TUTTO