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Intervista a Marco Brugnerotto: “L’obiettivo n°1 di quest’anno era iniziare a fare esperienza a livello internazionale, ora invece punto ad entrare nei 1000 Atp”

È una settimana che non dimenticherà facilmente Marco Brugnerotto. Il 22enne varesino ha raggiunto, nel Futures in Malesia, la prima semifinale in carriera. Il giovane lombardo, falcidiato negli anni da una serie incredibile di infortuni, ha dimostrato di poter essere competitivo anche con avversari più quotati. “È stata una settimana molto positiva dal punto di vista del risultato” – esordisce così Marco quando gli chiedo di parlare del torneo appena disputato a Kuala Lumpur. “Mai mi sarei aspettato di fare così bene al primo torneo qui, dato che non è mai facile adattarsi immediatamente a sei ore di fuso orario e al clima equatoriale che c’è qui, invece sono partito subito molto bene già dalle qualificazioni, che mi hanno aiutato tanto ad entrare nel vivo della competizione.

In tabellone principale non ho giocato sicuramente il mio miglior tennis, ma ho lottato su ogni palla e questo mi ha fatto vincere partite praticamente già perse, purtroppo in semifinale sono arrivato un po’ troppo appagato e scarico non riuscendo ad avere lo stesso atteggiamento delle precedenti partite. Sono comunque contentissimo del risultato ottenuto”

Nel 2018 stai ottenendo risultati positivi anche a livello professionistico. Cosa è cambiato rispetto agli anni scorsi?

“Sicuramente l’aspetto che è cambiato è la continuità. Ero pronto per iniziare a giocare tornei Futures già 5 anni fa, ma purtroppo ho perso 2-3 anni per infortuni vari, caviglia, schiena, entrambi i polsi, mononucleosi e broncopolmonite in serie. Ho ripreso a giocare seriamente solo due anni fa, quando da 2.4 sono stato declassato 2.5, ma in breve tempo sono passato 2.3 e quest’anno 2.2. A quel punto è arrivato il momento di iniziare la mia avventura a livello internazionale”.

Ti alleni a Biandronno con il maestro Eugenio Rossi. Chi sono gli altri componenti del tuo staff e su quali aspetti state lavorando?

“Esatto. Mi alleno nel circolo Isola Virginia e sono seguito appunto dal maestro Eugenio Rossi e dal preparatore atletico Giovanni Amarelli, ma la figura più importante è sicuramente quella di mio padre, Massimo, anche lui maestro, che mi segue in tutto ed è il mio punto di riferimento per qualsiasi cosa. C’è molta armonia tra tutto lo staff e molta libertà sul lavoro da fare, ognuno si fida di quello che si sta facendo. In campo sto cercando di essere più incisivo con il servizio e con il dritto, mentre a livello atletico sto cercando di mettere su qualche chilo di muscoli. Si lavora tranquillamente e senza pressioni di alcun genere”.

Sei un italiano “atipico”, dato che prediligi i campi in cemento. Descrivi il tuo modo di giocare

“Come hai giustamente detto preferisco il cemento, perché sono cresciuto su superfici rapide. Penso che il mio miglior colpo in assoluto sia la risposta al servizio, con la quale riesco spesso a far partire lo scambio a mio favore, mentre devo ancora salire al servizio, soprattutto con la prima palla ed essere più concreto con il diritto, poiché a volte concedo troppi gratuiti con questo fondamentale”.

Nel 2019 ci sarà la rivoluzione nel circuito con l’introduzione dei tornei ITF Transition Tour. Qual è la tua idea su questi cambiamenti?

“Sinceramente non è ancora molto chiaro su come evolverà il tutto. Da quel che ho capito i cambiamenti avranno lo scopo di agevolare i giocatori di bassa e media classifica in modo che possano arrivare più facilmente a premio, ma per far stare in piedi tutto devono organizzare circa 6-7 challenger a settimana. Vedremo, appena sarà attuato il tutto, se sarà un bene o meno”.

Qual è la programmazione per quest’estate?

“Quest’estate giocherò solo Futures per cercare di guadagnare più punti possibili. Adesso sarò impegnato negli altri 2 Itf a Kuala Lumpur, poi l’intenzione è di giocare anche i tre tornei in Indonesia, però stiamo ancora valutando questa opzione”.

A quale giocatore ti ispiri? E a chi credi di somigliare come modo di stare in campo?

“Il mio idolo è sempre stato e sempre sarà Roger Federer, mentre in campo credo di assomigliare a Gilles Muller, mancino come me, colpi piatti e spesso viene a rete”.

Un pronostico su Wimbledon. Chi vince e quale sarà la sorpresa del torneo?

“Secondo me a Londra parte sempre favorito per la vittoria Federer, ma la sorpresa potrebbe farla Tsitsipas, l’ho visto giocare molto bene in questi giorni, infine mi dispiace per la sconfitta di Kyrgios, per me il più forte tra i giovani”.

Quali obiettivi hai per questo 2018 in termini di classifica e gioco?

“L’obiettivo n°1 di quest’anno era iniziare a fare esperienza a livello internazionale, chiaramente adesso in termini di classifica spero di entrare presto nei 1000. A livello di gioco invece mi accorgo che devo ancora salire per essere competitivo contro i 300/400 Atp, sicuramente giocare partite del genere mi aiuterà tantissimo nel mio obiettivo”.

Classica domanda di rito. Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Il sogno è quello di entrare nei primi 100 Atp, ma non mi dispiacerebbe anche calcare i campi di Wimbledon..”

Antonio Galizia


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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