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Modena Volley: Ciamarra “Il triplete è stato l’anno sportivo più bello della mia vita”

Di Redazione

Professione scout man e uno dei protagonisti del leggendario triplete di tre stagioni fa di Modena Volley: Roberto Ciamarra, 38 anni, si racconta in un’intervista alla “Gazzetta di Modena”, che vi riportiamo qui di seguito.

Il triplete è stato l’anno sportivo più bello della mia vita, poi vincere con la maglia di Modena all’interno del Pala Panini ha un sapore speciale. Quell’anno è stato magico anche per le relazioni che si erano create tra staff e squadra, tutte cose che spero di ritrovare adesso”.

Ciamarra, classe 1982, ritornerà a monitorare tutte le statistiche di Modena per i prossimi tre anni dopo una parentesi a Trento. “Il mio ritorno è stato inaspettato, la situazione è cambiata dopo l’esonero di Stoytchev. Sono tornato a Modena per la mia famiglia e perché al Pala Panini mi sento a casa. L’annodi Trento è stato importante perché ho imparato tante cose, però mi sono reso conto di sentirmi più modenese di quanto pensassi. In questa città ho amici ed è perfetta per la mia compagna e nostro figlio (Giovanni, 1 anno ndr). Modena è Modena perché dentro ci sono dei contenuti. C’è uno stile che contraddistingue Modena”.

Ciamarra da quattro anni segue Andrea Giani in nazionale ed è stato scoutman prima della Slovenia e poi della Germania. “Sono nato a Spoleto dove, a 16 anni, sono entrato nel mondo del volley facendo l’addetto stampa; poi a 18 ho iniziato a fare lo scout man. A Spoleto mi ricordo anche di un ragazzino di 8/9 anni che giocava contro il muro della palestra e rispondeva al nome di Ivan Zaytsev, perché suo padre allenava la prima squadra”.

Spoleto, Terni, Cortona, Città di Castello, Modena e Trento. Adesso di nuovo il Pala Panini che, durante la stagione, lo vede lavorare 12 ore al giorno. “In campo ci vanno i giocatori, ma la strada che traccia lo staff è importante. Inoltre penso che nel 2018 la tecnologia sia fondamentale nello sport. Da Velasco mi aspetto di imparare tantissimo, è una persona che ha una visione del volley e della vita più alta della media. Il giocatore più forte che ho analizzato? Tanti, ma quello che mi ha fatto emozionare di più è stato Earvin Ngapeth…”.


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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