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Femminile – Pochi mezzi economici, ma non manca la solidarietà

Femminile - Pochi mezzi economici, ma non manca la solidarietà

La pallacanestro rosa ha pochi mezzi economici ma questo non impedisce ai club di impegnarsi nel sociale, scrive stamani Michele Gazzetti sul Corriere della Sera nella pagina delle “Buone Notizie”. Ed ecco tre esempi.

Nel mondo del basket femminile non girano molti soldi. Gli sponsor latitano, la visibilità sui media è molto limitata. Una condizione che farebbe pensare alla concentrazione delle (poche) risorse per lo svolgimento dell’attività sportiva e invece ci sono molte realtà in giro per l’Italia che abbinano alla palla arancione un impegno verso i più deboli. D’altra parte la parità di genere è sinonimo di inclusione e la sinergia tra realtà può diventare un volano importante per far crescere tutto il movimento. Le declinazioni dell’attenzione per il sociale sono molteplici: si va dal baskin, una disciplina che si ispira al basket con squadre composte da atleti normodotati e con disabilità, alle campagne contro il bullismo, passando per l’attività capillare nelle scuole delle zone più disagiate delle città. C’è una frase che sembra il manifesto urlato all’unisono da tutte queste società capaci di fare sport spostando gli orizzonti: la lotta volta a rimuovere le molteplici forme di esclusione sociale non può essere delegata solo alle istituzioni, la solidarietà è soprattutto sentirsi tutti responsabili di tutti.

Le Mura Lucca. Guerra al bullismo «E chiediamo aiuto anche a Bonucci». La campagna «Stop Bullying» è un progetto di rilevanza sociale del Basket Le Mura Lucca, oltre che una delle sezioni presenti sul sito del club. Una risposta attiva a un episodio di bullismo a scuola nel 2018 che sembrava aver marchiato a fuoco la comunità lucchese.

Sanga Milano. Baskin con i disabili «Noi li chiamiamo i nostri supereroi». Franz Pinotti: I”l disabile, come il supereroe, ha una caratteristica che ha solo lui. Questo sport si adatta alla disabilità del singolo, è un gioco che risveglia le emozioni, che cambia la concezione di accoglienza. Credo che lo sport di squadra sia un laboratorio di relazioni umane.”

Milano Basket Stars. Nelle scuole difficili si insegnano canestri «per gli emarginati». Al fianco della società principale c’è una Onlus. Si occupa di portare il basket nelle scuole dove ci sono molti bambini che vivono l’emarginazione quotidianamente sulla loro pelle. Maurizio Tonella: “Non si può lasciare il basket solo a chi può pagarselo. È un’attività che può togliere i ragazzi dalla strada. Spesso vagano sui marciapiedi perché a casa danno fastidio, o non c’è posto.”

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