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LBA – Sandro Gamba e L'Armani: gli errori segno di mancanza di personalità

LBA - Sandro Gamba e L'Armani: gli errori segno di mancanza di personalità

Ecco di nuovo, dall’attento spettatore di prima fila della partite dell’Olimpia Milano, il consueto articolo del martedì di Sandro Gamba, che dalle pagine de La Repubblica edizione Milano, esprime la sua opinione su quanto passa attraverso il Forum di Assago.

Passo indietro? Io direi proprio una piccola involuzione rispetto alla bella Armani che abbiamo ammirato fino a inizio mese. Quando, ho l’impressione, la squadra credeva un pizzico in più in quello che faceva, in quello che Messina insegna. Ora, lo sapete, io nel coach ho fiducia assoluta, per cui sotto attenzione credo ci siano i giocatori. Alcuni giocatori. Non credo che ciò che Ettore chieda – sacrificio, difesa di squadra, scelte intelligenti in attacco – sia impossibile da capire.

E allora? Appannamento fisico? Qualche acciacco (come l’ultimo capitato a Micov, come quello di Gudaitis) che ha rallentato la crescita? Può darsi. Altrimenti non si spiegano certi cali di pressione difensiva che regalano una circolazione di palla troppo fluida alle avversarie, certi sbandamenti sul lato debole che regalano tiri piedi per terra oltremodo comodi, certi difetti di comunicazione (anche a rimbalzo) che via via erano stati cancellati. In campionato e in Eurolega.

Vedo Messina che si muove in continuazione in panchina, con la sua faccia incazzosa: non se l’aspettava, questo nuovo passaggio a vuoto, e io con lui. Una spia di questa crisi di crescita? Contate i palloni che entrano in area e poi appoggiati fuori, pur senza contatti o situazioni di pericolo, i tiri passati per paura di prendersi una responsabilità. Contate gli errori di esecuzione, di palleggio, di passaggio, gravi se commessi ancora a dicembre.

Crisi di personalità, forse, e qui rientra il gioco sul minutaggio e il rendimento degli italiani. Il Della Valle che va a sprazzi, convincente quando ha un obiettivo e un compito preciso in difesa, troppo spesso assorbito in ritmi che non sono suoi. O Moraschini, che non è più un ventenne, che deve giocare con cattiveria a costo di fare cinque falli in cinque minuti. E Cinciarini che gioca meno (vero) ma anche perché non ha selezionato bene – nelle sue ultime uscite – cosa fare e cosa no.

Un po’ più di personalità, quella mostrata solo nel terzo quarto contro Reggio Emilia (mica Bill Russell, ma una mano sostanziosa alla causa), va chiesta a Tarczewki. Soprattutto in coppa, dove l’assenza di Gudaitis è più evidente. Impari finalmente, Kaleb, a giocare con i contatti, a non subirli soltanto, o il deficit nelle aree sarà cronico. Chiudo con la questione White. Insufficiente il rendimento del rosso, è evidente. Ma una squadra, mi insegna l’esperienza, non si cambia tanto per farlo. E cosa c’è in giro per migliorare davvero il livello?

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