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LBA – Sardara piccona Armani, Petrucci applica il “divide et impera”

LBA - Sardara piccona Armani, Petrucci applica il "divide et impera"

Certamente agli addetti ai lavori non è sfuggito quanto la separazione tra Livio Proli e il gruppo Armani sia stata traumatica nel marzo scorso, per i tempi strettissimi nella maison e per i modi come poi si è trascinata per quanto riguarda l’Olimpia Milano fino a giugno. Confermata poi dalla radicale scelta dell’arrivo di Messina che ha capovolta tutta l’Olimpia. Forse la massa non se ne è accorta, chissà. Alle finzioni del volemose bene dei comunicati stampa non crede più nessuno.

Certo il buyout per prendere Alen Omic, un onesto pivot senza alcuna delle caratteristiche di Arturas Gudaitis che sarebbe andato a sostituire, grida vendetta per la sua entità (300.000 euro) e la sua insipienza tecnica e forse a qualcuno ha fatto immaginare anche retroscena peggiori e consiglieri nell’ombra non proprio cristallini. Chissà.

In Legabasket si alza il tiro ogni giorno che passa. Quorum mancato per l’approvazione del bilancio. Baraldi che spara a zero sugli assenti non giustificati. Sardara che via Gazzetta dello Sport propone Livio Proli alla presidenza di LBA incurante della presenza di Bianchi. Ma sapendo perfettamente di fare un dispetto a Giorgio Armani (se non se ne rende conto, siamo davvero in pessime mani…) rimettendo in sella il giubilato.

Questo appena dopo aver bruciato sè stesso come candidato nella precedente assemblea a dispetto del regolamento, e già in potenziale conflitto di interessi se Torino dovesse salire in serie A. Ed è rimasto scottato dal progetto di autoprodursi televisivamente le partite che è stato – per fortuna come abbiamo dimostrato con i conti alla mano – bocciato.

Se tutto questo non vi basta per non volere Proli alla guida di LBA, ricordate che nel febbraio 2014 fu il proponente del nome di Ferdinando Minucci allo stesso ruolo. Lì però si salvò la forma “prendendo atto che Valentino Renzi, a scadenza, non si sarebbe ricandidato”. E sempre per fortuna, dopo essere rimasto in pectore per due mesi, i noti avvenimenti del maggio successivo decisero che non era il caso: il buon gusto non bastava a fargli evitare certe scelte.

In tutto questo contesto il buon presidente della Dinamo in estate aveva incassato il sostegno incondizionato del presidente federale Petrucci (“E’ un genio”). Un bell’assist per far discutere ad ogni decisione arbitrale favorevole (o contraria, ovviamente) presa in partita nei confronti del Banco di Sardegna. Oggi si rivela quale grimaldello per applicare il detto con cui nei vari secoli, prima con Filippo il Macedone, poi con l’Impero Romano fino agli Asburgo si dettò legge nel mondo occidentale per centinaia di anni: “divide et impera”.

In effetti il commissariamento di LBA è stato dichiarato magistralmente attraverso le colonne della Gazzetta dello Sport. Una Legabasket litigiosa è facile da comandare e la stessa Rosea ci ha avvertito che la contromossa di un candidato comune tra Olimpia e Virtus Bologna sarebbe già in rampa di lancio. La divisione fa terra bruciata, mentre in alto si eleva la voce del padrone. Che non è l’etichetta discografica.

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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