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Lega A – Sandro Gamba all'Olimpia Milano: senza carattere la società del silenzio

Lega A - Sandro Gamba all'Olimpia Milano: senza carattere la società del silenzio

L’intervento di Sandro Gamba su La Repubblica edizione Milano merita come sempre l’attenzione di tutti. “Difficile perfino cominciare a scrivere. Dura non deprimersi, pure per uno come me abituato a ribellarsi alle cose che non vanno. Però, dopo l’eliminazione di giovedì, dopo i fischi pesanti di domenica, è complicato essere ottimisti. Anche davanti a certi discorsi, a certe domande che mi rivolgevano in parterre: coach, torna lei ad allenare? Sì, manca dumà quell.

Ma che desolazione quest’altro rovescio interno con Sassari. Sotto per tutta la partita, a parte un fugace vantaggio di 13-11 a inizio partita, sempre a subire. E sarebbe questo il carattere di una grande squadra che voleva vincere in Europa e vuole lo scudetto in Italia? Queste, le inesistenti reazioni di carattere, di una squadra che non sa metterla sulla cattiveria agonistica, sui contatti, sull’atletismo, sull’aggressione sportiva? Io continuo a sentire certi commenti nel dopopartita sulla stanchezza fìsica e mentale, quando ogni appassionato di basket sa che la stagione, per chi ha i mezzi dell’Olimpia, la si programma ad agosto sapendo già tutti gli impegni, come dosare gli sforzi, come arrivare al massimo a ogni partita e nel momento chiave della stagione. Chi è che prova a tappare la falla, qui? Cinciarini, lui lo sforzo non lo lesina mai, ma non basta. Micov, va bene, c’è stato lui nel momento dell’unica rimonta, ma poi? Vogliamo ancora parlare dell’ennesima brutta apparizione di Mike James, del suo atteggiamento intollerante e intollerabile, della sua difesa scandalosa che quasi lo batterei io in uno contro uno? Vogliamo parlare di una difesa ormai senza più aggettivi, di quegli accenni di pressing che non danno fastidio a nessuno, dell’ennesimo partitone di un lungo avversario (questa volta Cooley) che non trova nessuna opposizione in area? Io ci aggiungerei il tanto decantato attacco, senza schemi, senza comunicazione fra giocatori?

Tocca alla società sbattere il pugno sul tavolo. Ogni tanto va fatto, quando le cose vanno così male come adesso. Una voce potente. Non dico debba essere quella del signor Armani, che già ha il suo da fare e le sue grane con l’azienda, ma uno col potere per farlo. A Milano ci siamo ormai abituati alla società del silenzio. Unica in Italia. Non va mica bene.”

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