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Quei tempi che l’Urania Milano non deve sbagliare, in campo e fuori

Un time out di coach Villa

Un time out di coach Villa

Due punti, due partite. Perse al Palalido dall’Urania Milano contro San Severo alla prima giornata (81-82) e ora contro Ferrara (71-72). Poi c’è quell’altra sconfitta per un solo possesso, sempre in casa, contro Udine (68-71). E come contro San Severo e Udine, anche contro Ferrara i Wildcats sono arrivati a giocarsi (e perdere) la volata finale dopo aver dissipato un vantaggio che avrebbe potuto aprire a tutto un altro risultato e di conseguenza a una differente classifica dopo quattro turni di Campionato. Ingenuità di una neo-promossa? Non solo, perché nell’unico successo a Mantova (a sua volta sul filo di lana, 69-71) Benevelli e compagni hanno dimostrato di potersela assolutamente giocare nella seconda serie nazionale. C’è invece anche e soprattutto una scelta sbagliata dei tempi di gioco, come ha lucidamente analizzato lo stesso coach Davide Villa dopo l’ultimo ko: “Ci sono partite in cui bisogna sapere gestire il ritmo e anche all’interno dello stesso match ci sono momenti in cui occorre saper rallentare, magari addirittura rinunciando a tiri che sono i tuoi, ma che in quel momento – se non messi – rischiano di essere due volti dannosi”. Frenare per poi riaccelerare, insomma, evitando quella concitazione che finisce sempre per mandare fuori giri il motore offensivo. Come accaduto anche contro la Kleb Basket Ferrara di coach Leka, che dopo il successo esterno non ha avuto problemi a rivelare un piano partita decisamente essenziale: togliere di mezzo il prima possibile Reggie Lynch. Pensato, fatto, perché il lungo americano è caduto mani e piedi nei trappoloni degli emiliani, e senza che questi ultimi dovessero nemmeno dissimularli più di tanto. Risultato: la miseria di 13 minuti di gioco, con 3 punti e 1 solo rimbalzo per un giocatore che, sempre secondo coach Villa, “si basa troppo sulle sue esclusive doti atletiche in fase difensiva e non ha ancora capito che da questa parate dell’Oceano vige tutto un altro metro arbitrale”.

Se già dall’imminente turno infrasettimanale di Forlì (mercoledì 30 ottobre, palla a due alle 20,30) tutta l’Urania dovrà imparare ad adattare i tempi di gioco alle diverse situazioni, per Lynch c’è allora anche la necessità di calarsi il prima possibile nella nuova realtà, perché quello di A2 non è ovviamente un torneo in cui si può pensare di regalare uno straniero agli avversari senza poi finire per pagarne le conseguenze. Una verità che potrà anche creare qualche pressione in più al 25enne cestista statunitense, ma dalla quale non si può prescindere.

Anche l’Urania, intesa come società, dovrà poi saper gestire i tempi per entrare ancora più in sintonia con la città. Promossa nella seconda serie nazionale proprio quando il Comune di Milano aveva la necessità di animare lo storico impianto dopo anni di tormentata ristrutturazione, quella del presidente Ettore Cremascoli si è infatti ritrovata a essere la squadra giusta nel posto giusto. Ma deve appunto fare in modo che lo sia anche il momento. In altre parole, fermo restando che le vittorie sono da sempre la migliore pubblicità per attirare il pubblico, il secondo club della metropoli – proprio come si sta già adoperando per rendere sempre più gradevoli i tanti intervalli di una partita di basket – deve mettere in atto senza indugio qualsiasi iniziativa che possa contribuire ad aumentare le presenze sugli spalti del Palalido. “Chi ha tempo non aspetti tempo”, recita il proverbio. E seguirlo può solo essere vincente, in campo e fuori.

Paolo Corio

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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