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Speciale “Sognando Londra”: Berrettini si racconta

Il 2019 è stato un anno d’oro per Matteo. “La prima esperienza bella che mi ricordo è stato l’esordio in Coppa Davis, a febbraio. Ho fatto una partita molto buona in Australia con Tsitsipas. Ho perso in 4 set. Ma la prima vera gioia dell’anno è stato l’esordio con vittoria contro l’India. E’ una cosa che mi porterò sempre dentro”.

Poi Roma. “Sono arrivato a Roma molto carico. Ho giocato due buone partite con Pouille e Zverev e mi ricordo il centrale infiammato. Me lo porterò sempre dentro. L’anno prima avevo perso sempre con lui quindi c’era un po’ di sana voglia di vendetta. E poi la partita con Schwartzman che è stata molto difficile. Però anche lì c’è stata una bella rivincita a Wimbledon”.

Capitolo Londra. “Sono arrivato a Wimbledon con grande fiducia. Tutti i quattro i match, nonostante la sconfitta con Roger, mi li porterò dentro. In tutte le partite c’è stato qualcosa di speciale. Con Bagdhatis sapevo che era il suo ultimo torneo. Era strano. Io ero al secondo Wimbledon, lui era all’ultimo torneo. Guardavo le sue partite da piccolo, mi ricordo ancora la finale in Australia. E’ un giocatore che ho sempre ammirato molto. E’ stato emozionante. Avevo i brividi io alla fine quando tutti applaudivano e lui regalava i vestiti e le racchette…”

Poi arriva la partita con Diego Schwartzman. “Assurdo. Lui giocava molto bene, mi dava molto fastidio. Ha un gioco che si incastra male con il mio. Risponde tanto, si muove molto bene. Ho annullato 3 match point in maniera molto coraggiosa. Sono stato molto fiero di me. Ho lottato fino all’ultimo punto. Al quinto era una lotta di nervi, ho tirato fuori tutte le energie che avevo. E’ una delle partite più significative dell’anno”.

Nel turno successivo Berrettini raccoglie soltanto cinque giochi contro Roger Federer. “Ero arrivato molto carico, con molte aspettative e molta fiducia. Però fisicamente cominciavo a risentire. Probabilmente avrei perso lo stesso con Federer, ma fisicamente mi ha surclassato. Però sarei potuto essere più pronto. Ma va bene così. Ho imparato tanto da quella partita che mi porterò dentro per sempre.

Poi l’infortunio e l’US Open. “Mi sono fatto male alla caviglia dopo Wimbledon e quindi non mi aspettavo di trovarmi così bene allo US Open. Mi ricordo che, fisicamente, il giorno peggiore è stato il giorno dopo il match con Gasquet. La prima partita 3 su 5 dopo l’infortunio e ho pensato chi sa come starò alle prossime partite. Le partite successive sono state lotte pazzesche. Quella che mi porterò dentro di più è quella con Monfils. Sul centrale la prima volta, i quarti. Ancora mi viene la pelle d’oca. Non è un punto d’arrivo perché ho 23 anni, ma è qualcosa che ti fa sentire bene. La partita con Nadal, come quella con Federer, mi ha insegnato tanto. Quella con Nadal forse mi ha insegnato ancora di più. Per un set, un set e mezzo ho giocato alla pari”.

Destinazione Paradiso, anzi, Londra. Conosci? “Ci sono stato l’anno scorso con l’Atp. E’ un palcoscenico importante. Un evento pazzesco. Fa strano dirlo, fa altrettanto strano parlarne. E fa strano pensarci. Però adesso sono in ballo. Quindi perché no? Io lo sogno, ci provo. Se non dovesse arrivare comunque sarà una stagione pazzesca”.

“Sognando Londra ”, in onda venerdì 20 settembre alle 22 e sabato alle 13.45 su Sky Sport Arena 


Fonte: https://sport.sky.it/rss/sport_tennis.xml


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