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Dino Meneghin e quel Torneo delle Contrade assai poco amichevole

Dino Meneghin e quel Torneo delle Contrade assai poco amichevole

Gli americani hanno inventato il basketball, ma del basketball non hanno inventato tutto. Molto prima che si tirassero fuori la Summer League (Orlando 2001) e l’arcinoto The Basketball Tournament (2014), un torneo amichevole, che poi alla fine di amichevole aveva ben poco, ha furoreggiato in Italia fra il 1973 e il 1982: la Coppa Affogasanti ovvero Il Torneo delle Contrade di Siena.

Dino Meneghin non ha partecipato alle prime edizioni. Veniva disputato alla fine del campionato prima che gli americani tornassero a casa e in quei giorni i migliori italiani erano già con la Nazionale. Nel 1978 gli azzurri avrebbero partecipato ai Mondiali nelle Filippine ma solo nel mese di ottobre; e nel 1982 l’Italia disertò i Mondiali di Calì in Colombia.

Così nel 1978 arrivò in città pensando di partecipare a uno di quei tornei “estivi” tanto utili per tenersi in forma quanto amichevoli nel gioco e nell’agonismo. Era la quinta edizione, perciò il torneo era rodato. Jim McGregor, un noto agente, ci portava i suoi talenti americani e molti di loro ci ricavavano un ingaggio per la stagione seguente, visto il numero di dirigenti di società che venivano a vederli.

La rivalità tra le Contrade senesi, perché ogni squadra iscritta faceva capo a una di loro benché formalmente espressione delle società di contrada luogo di incontro dei contradaioli, era sempre più accesa ogni anno che passava, e figuriamoci la voglia di vincere. I big stranieri del campionato venivano estratti a sorte come i cavalli del Palio e questo, nella simbologia cittadina, è un grande onore.

Dino si era accasato nella Duprè, la società di contrada dell’Onda, e aveva come compagni Zanatta, De Rossi, Zonta e Fucile, come allenatore Alfredo Barlucchi. Anche se le altre squadre avevano tra le loro fila gente come Ossola, Bariviera e Iellini oppure Cerioni, Crippa e Corno oltre ad americani come Ricky Brown e Rocky Costa.

“Altro che amichevole!” ricorda “C’era una grande passione, una grande attesa. Le squadre erano costituite da grandi giocatori ed era proprio diventato quasi una Summer League, perché c’erano gli americani nuovi, che le squadre volevano testare e dove gli atleti volevano farsi vedere.

Un torneo, secondo me, organizzato molto bene e veramente competitivo. La cosa mi aveva sorpreso.”

Il pubblico. “Era davvero un torneo molto seguito. Tanto pubblico (alla finale c’erano 4.000 persone, ndr) e ambiente contagioso.”

Onda. “Con Zanatta arrivammo nella contrada dell’Onda, una cosa fantastica, c’era anche Bruno Bogarelli con la famiglia. Abbiamo vissuto anche l’atmosfera un pò goliardica, visitato la sede della contrada, conoscendo tanti personaggi straordinari – ce n’era uno fantastico chiamato Spago – e dove tutti, devo dire, ci hanno trattato con grande amore.

Abbiamo giocato due volte, poi ci hanno anche invitato per i quattro giorni del Palio facendoci vivere le sensazioni della contrada, le emozioni. Vivendo insieme cena, pre-palio… l’ho ancora nella mente. Quando seguo il Palio, il mio cuore batte sempre per l’Onda.”

In finale l’avversaria fu la Due Porte, società di contrada della Chiocciola, di Giulio Iellini. Che a tre minuti dalla fine, come ricorda Roberto Morrocchi, fu colpito al naso e, pur sanguinante, volle rimanere in campo per vincere a tutti i costi. “Eravamo tutti arrivati senza l’intenzione di giocare delle finali di coppa. Invece ci eravamo trovati con tantissima pressione addosso, con la voglia delle contrade di vincere il torneo, e la cosa era sorprendente. Se chi giocava ci teneva a vincere, i propri tifosi ci tenevano tantissimo!” spiega SuperDino.

Il 1982 è stata l’ultima edizione del torneo. Dino Meneghin ci torna una seconda volta – naturalmente con la maglia dell’Onda – in una squadra da scudetto. C’erano infatti Franco e Dino Boselli, Benevelli, Ponzoni, Magnifico, Malagoli, Davis, Fischietto, Pressacco, Mottini e Giustarini.

“Cappero, non era male come squadra! Pensando cosa sono stati quei giocatori lì, sicuramente una squadra assortita bene. Anche quella è stata una bellissima esperienza di vita vissuta insieme, mangiando il classico cibo toscano, trattati come dei principi.” Ma anche lì la vittoria sfuggì in finale contro il Leone, società di contrada dell’Istrice, che mise in campo Ezio Riva, Sylvester, Speicher, Zampolini, Bertolotti, Ardessi, Rodà, Tomassi, Brunamonti, Ferracini, Cagnazzo e Dolfi.

Si potrebbe riorganizzare una cosa del genere oggi? “Penso che potrebbe essere un’idea. Bisognerebbe trovare lo spazio, vedere se le società ti danno i loro giocatori perché magari preferiscono gestirseli loro e non darli in “gestione” a un allenatore o che si facciano male. Lo vedrei come un torneo giovanile per provare nuovi talenti in tornei misti. Penso potrebbe essere interessante, si potrebbe vedere del bel basket, vedere quello che potrebbe essere il nostro futuro. Con un pizzico di pressione delle contrade, lo vedrei bene.”

Per le locandine si ringrazia basketsiena.it

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