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L'equità sportiva non esiste nella pallacanestro italiana

L'equità sportiva non esiste nella pallacanestro italiana

Il Coronavirus farà la sua strada, il partito dell’annullamento della stagione 2019-20 e quello della ripresa a tutti i costi con campione d’Italia e retrocessioni faranno la loro. Ma per favore, tra gli argomenti per validare la propria scelta non usate più il termine “equità sportiva”.

Nella pallacanestro italiana l’equità sportiva non esiste più da decenni. Praticamente nessuna squadra finisce un campionato con gli stessi giocatori della prima giornata. Periodicamente nella presentazione delle gare, gli allenatori mettono in guardia se stessi, i propri giocatori e i tifosi che l’avversario di turno non si sa come si schiererà in campo e si attende il venerdì dopo le 12:00 per conoscere i nuovi tesseramenti. Non c’è stato un venerdì senza novità nemmeno in questa stagione.

In una intervista odierna a La Prealpina, Toto Bulgheroni afferma che non esiste equità sportiva se tutte le squadre non scenderanno in campo con i roster completi all’ 8 marzo. Perché non quelli del 4 gennaio, ultima di andata? Dopo quel momento la Pallacanestro Trieste – solo per fare un esempio – ha inserito nel roster Ricky Hickman, Riccardo Cervi, Deron Washington… ha così rivoluzionato il gruppo – ci sono state anche delle partenze (Elmore, Janelidze) – che ha dovuto offrire un contratto da professionista a Iacopo Demarchi, un 1999, per rispettare il regolamento.

Dov’è l’equità sportiva con il mercato praticamente sempre aperto? La nostra morale, dunque, vuole depennare l’argomento tra quelli usati per i pro e contro su una eventuale ripresa del campionato. Se sarà fatto, sarà doveroso anche riaprire mercato e visti perché ognuna possa scendere in campo nelle migliori condizioni possibili.

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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