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Nate Robinson, il piccolo grande uomo della NBA

Nate Robinson, il piccolo uomo da Seattle | Undici anni nella NBA, dal 2005 al 2016, tre vittorie nella gara delle schiacciate (2006, 2009 e 2010)…

Nate Robinson vs Yao Ming

Nate Robinson vs Yao Ming

Di solito un giocatore di basket lo si immagina dotato di un’altezza vertiginosa e di una struttura fisica da semidio, ma per tutti i cestisti, o aspiranti tali, Madre Natura ha riservato tale dono? Per ogni appassionato di basket viene difficile immaginare un campione NBA – come LeBron James o Yao Ming – di dimensioni “umane”, ma nella storia di questo sport c’è stato qualcuno che con i suoi 175 cm è stato in grado di scrivere un pezzo di storia di questa disciplina. 

Nate Robinson, il piccolo uomo da Seattle

Undici anni nella NBA, dal 2005 al 2016, tre vittorie nella gara delle schiacciate (2006, 2009 e 2010), tre gare con almeno 40 punti (tutte in maglia Knicks, contro Atlanta, Indiana e Portland, il suo massimo in carriera a quota 45) e una stoppata indimenticabile su Yao Ming (lui, più o meno 170 centimetri, contro i 228 del gigante cinese). “Tutto molto bello” avrebbe detto Bruno Pizzul, ma la realtà con la quale ha fatto i conti il nostro protagonista è davvero così bella? A rispondere alla nostra domanda sarà lo stesso Nate. 
“Non ho mai visto la mia altezza come un problema, non importa lo sport che avrei fatto, fossi stato un boxeur sarei stato come Floyd Mayweather, sarei stato uno dei migliori della storia nell’NFL. O calcio, baseball, qualsiasi sport. Penso che avrei potuto essere un campione in tutto perchè credo fortemente in me stesso. Viene tutto da dentro. Devi sentirti a posto come persona, prima di tutto”. Eppure in un passo del suo libro autobiografico racconta di quando era un sophomore alle high school – a circa 16 anni quindi – e di quando in un estate crebbe di ben 12 centimetri arrivando a misurare 1,75. Come poi gli disse la dottoressa che lo misurò, lui si fermò lì. 
“Ho sempre avuto il complesso di Napoleone, quel legnetto sulla spalla – nella cultura americana il “chip on a shoulder” è un’espressione idiomatica usata quando qualcuno freme per chiudere dei conti in sospeso: quando due persone erano in conflitto, uno dei due portava un legnetto sulla spalla e se l’altro l’avesse toccato per farlo cadere a terra sarebbe partita una rissa – ed ho imparato ad usare questa energia in modo positivo”.
Un giocatore fantastico, un personaggio sensazionale che ha saputo divertirsi e al contempo farci divertire facendo la cosa che più ama: giocare a basket. Questo è Nathanael Cornelius Robinson, un esempio per tutti i “non alti” ma “all’altezza” di realizzare i propri sogni. 

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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