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Serie B – Coronavirus: chi il medico se lo può permettere e chi no

Serie B - Coronavirus: chi il medico se lo può permettere e chi no

Noi tutti sappiamo che sino alla giornata di Venerdì 3 Aprile qualsiasi evento sportivo dovrà tassativamente essere svolto a porte chiuse. E noi tutti sappiamo che le varie squadre di Serie A, seppur controvoglia, hanno dovuto chinare il capo a questa decisione, rinunciando agli incassi delle gare casalinghe (la media stagionale sfiora i 62.000 euro con punte di 192.000 e punte di 29.000), oltre ovviamente ai rimborsi parziali degli abbonamenti, per concludere il campionato nelle scadenze prefissate e non intralciare il preolimpico.

Ma c’è un piccolo dettaglio del decreto ministeriale emesso ieri che a molti è passato inosservato: il comma C dell’articolo 1 obbliga le società a farsi carico, per mezzo del proprio personale medico, dei controlli sanitari necessari ad evitare la diffusione del coronavirus tra gli atleti e chiunque altro sia presente alle sessioni degli allenamenti o alle partite. In pratica il “medico in campo” per magazzinieri e dirigenti.

Ora, è chiaro che le società professionistiche (Serie A e Serie A2) siano attrezzate, ma dalla Serie B in giù come stiamo messi? Non mi sembra difficile intuire che pochi team possano garantire questo servizio.

Ed infatti già diverse squadre dei campionati regionali hanno annunciato il rinvio dei loro match in programma questo week-end. Oltre al danno anche la beffa dunque.

Nel frattempo il presidente della Fip Gianni Petrucci ha nuovamente inviato una missiva al ministro dello sport Spadafora chiedendo provvedimenti straordinari inerenti sgravi ed aiuti economici in generale.

In attesa di sviluppi, per dirla alla Troisi, non ci resta che piangere.  

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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