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Serie A, i protocolli sanitari: per i massaggiatori mascherina obbligatoria

Non è ancora dato sapere quando il calcio ripartirà. Ma una cosa è già sicura: i suoi primi passi verso il ritorno alla normalità saranno doverosamente molto prudenti. I protocolli sanitari sono già noti. Soltanto dopo il via libera delle autorità governative e sanitarie si conosceranno quelli di sicurezza e organizzativi da seguire: per i viaggi delle squadre in aereo, in treno o in pullman, per i movimenti dello staff e di tutto il personale a contatto con le squadre, dai magazzinieri ai cuochi. Per la sanificazione di spogliatoi, docce, mense, centri sportivi, alberghi, foresterie e sedi di ritiro. Per gli allenamenti. Ma anche per i trattamenti medici e fisioterapici, una consuetudine di qualunque squadra professionistica. Tra le indicazioni per i dottori e per i fisioterapisti ce ne sarà una particolare: quella di utilizzare le mascherine durante le sedute. Anche se tutti – atleti e staff – saranno monitorati perfettamente, è infatti verosimile un’ulteriore misura di prudenza. Per i massaggi e le terapie, data la distanza per forza di cose inferiore a quella consigliata per evitare l’eventuale contagio reciproco, verrà infatti consigliato l’utilizzo delle mascherine, anche se la tipologia del dispositivo di protezione (Ffp2 o Ffp 3) è da stabilire: prematuro dirlo ora. Agli stessi atleti potrebbe essere suggerito di indossarla.Le linee guida della commissione scientifica Nel frattempo, durante l’assemblea di Lega di serie A, il presidente dei medici sportivi italiani, Maurizio Casasco, ha illustrato il senso delle linee guida per la ripresa dell’attività, dettate dal comitato scientifico di cui fanno parte, oltre a Casasco stesso, il professor Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, Ranieri Guerra, dg dell’Oms, Fabio Pigozzi, presidente internazionale di medicina dello sport, e Sergio Pecorelli, presidente della Fondazione Lorenzini. Il punto di partenza è netto: la precedenza nell’accesso ai test e ai dispositivi connessi, dai tamponi ai kit per gli esami sierologici agli esami clinici stessi, va ovviamente agli ospedali, ai medici, agli infermieri e a chi è in prima linea nella lotta alla pandemia. Nel sistema sanitario italiano, già sovraccaricato dall’emergenza, gli sportivi sono cittadini qualsiasi e non avranno alcun canale preferenziale. La premessa necessaria ha introdotto l’approfondimento del testo del comitato scientifico. Casasco ha fornito il chiarimento in veste di presidente dei medici dei quattro sport professionistici riconosciuti in Italia: calcio, basket, ciclismo e golf. E’ tuttavia improbabile che le altre discipline non si uniformino alle indicazioni.Visite più approfondite, ma il calcio viene dopoLa procedura è chiara. Ogni atleta verrà sottoposto innanzitutto al tampone e gli eventuali positivi saranno sottoposti a isolamento. Per tutti gli altri ci sarà un prelievo di sangue, dal cui esito nascerà la suddivisione dei negativi al tampone in tre gruppi, per la ricerca degli eventuali anticorpi. Gli anticorpi IgM, presenti nella fase iniziale dell’infezione, rivelano che il contagio è stato recente o in corso. Gli IgG, invece, restano nel sangue più a lungo. Da qui le tre categorie. Atleti con IgM negativo e IgG positivo: immunizzati e pronti per l’allenamento con i compagni nella stessa condizione. Atleti con IgM e IgG entrambi positivi: per loro serve il tampone, che può definitivamente escluderne la contagiosità. Atleti con IgM e IgG entrambi negativi: non hanno mai “incontrato” il coronavirus e vanno sottoposti a tampone ogni quattro giorni. Per gli atleti contagiati saranno necessari esami approfonditi, simili a quelli dell’idoneità agonistica rilasciata a inizio stagione. Dato lo sforzo intenso cui è sottoposto un atleta professionista, agli esami cardiologici e polmonari, alla spirometria e all’ossigenazione, sarà di prassi l’holter per 24 ore. La Tac verrà eseguita, su indicazione specifica, soltanto a seconda dei casi. Il tutto in attesa di notizie dagli Usa, dove l’agenzia del farmaco sta testando un nuovo kit per il test Rna, esame sierologico utile a capire subito sia se l’infezione è attiva sia se sono presenti gli anticorpi: potrebbe sostituire o affiancare il tampone, velocizzando lo screening anche degli atleti. Naturalmente soltanto dopo chi ne ha diritto per primo. Perché lo sport, stavolta, non ha la priorità. 


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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