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Errani-Bertens, la commedia dell'arte nel tennis

PARIGI – La commedia dell’arte. Dove il tennis meglio riesce. La sofferenza umana. L’accusa di recitazione. L’impossibilità di vincere. Nel match Errani-Bertens c’è tanto di quello che il tennis è, offre come sport. Un match femminile, secondo turno di un Grande Slam. Una ragazza che è stata forte, Sara Errani. Un’altra che è di tendenza in questo momento, Kiki Bertens. Il pronostico è per quest’ultima, ma il campo regala un’altra storia. E quella più forte è in difficoltà. E cosa succede? Mostra sintomi, problemi fisici. Sembra zoppa, muoversi su una sola gamba. Ma resiste. Eppure corre. Ma lo sguardo resta dolorante. Parliamo di Kiki Bertens. E cosa succede nell’altra rivale? L’influsso c’è, inutile negarlo. Sara Errani, per quanto esperta e navigata di lungo corso, non può non vedere. Non tenerne conto. Le due si prendono per sfinimento. Tre ore e una manciata di minuti. Alla fine prevale l’olandese. Che cade a terra. Non va a salutare l’avversaria, come da consuetudine. Che non l’aspetta. Prende la sua roba e se ne va. Poi l’altra si rialza, si siede. Dietro l’asciugamano scoppia in pianto e singhiozzi. Ecco i sanitari. Il ghiaccio. Le urla di dolore. Le smorfie. La sedia a rotelle. Sì, la Bertens esce su una sedia a rotelle (e quasi ci cade).
E’ stato uno dei match del giorno al Roland Garros. E la foto sulla sedia a rotelle fa storia. Come le frasi del dopo partita. Che meritano una lettura. Ecco il testo della sceneggiatura.
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