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Confermati gli europei giovanili, Velasco: “Creeremo un gruppo in quarantena”

Di Redazione

La Cev prova far a tornare alla normalità il nostro mondo e cambia idea confermando gli Europei giovanili, con la possibilità di farli giocare tra fine agosto e settembre

Dobbiamo creare una comunità chiusa. E allora dico genitori dei nostri atleti che questi saranno molto più sicuri con noi durante gli allenamenti che a casa..” Parola di Julio Velasco intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

Facciamo una premessa che vale sempre: noi ci muoveremo solo in assoluta ottemperanza delle leggi di autorità superiore siano esse governative o sanitarie. Detto questo quando si potrà vogliamo essere pronti a tornare in campo”.Stiamo lavorando a un protocollo federale, per poter riprendere l’attività giovanile: la nostra idea ­è quella di creare una sorta di quarantena per il gruppo che lavorerà in vista degli Europei di categoria“.

Ci va bene anche un albergo a due stelle, non abbiamo pretese. Anzi. Faremo noi le pulizie delle stanze, puliremo noi i palloni per l’allenamento e faremo noi la lavanderia della squadra. Vivremo in una sorta di comunità: una esperienza importante anche dal punto di vista umano e non soltanto tecnico. Ecco perché dico ai genitori che con noi i loro figli sono più “sicuri”. Chi viene in ritiro non potrà uscire, ma sarà in “comunità” per tutto il periodo. Coloro che restano in famiglia davvero non usciranno mai? Stiamo anche studiando un ritiro che sia il più vicino possibile alle esigenze delle famiglie: dato che non saranno possibili i trasferimenti con i mezzi pubblici cerchiamo delle località che siano funzionale ai convocati. E se i genitori non li potranno accompagnare in auto, saremo
noi ad andare a prendere i ragazzi, magari a metà strada”
.

In questi giorni le conference call con i tecnici delle nazionali giovanili si susseguono. Non tanto per stabilire quando si potrà riprendere (non prima della fine di giugno è facile ipotizzare), ma come si potrà farlo. “Come la maschile ha già fatto da un po’ anche noi del femminile inizieremo allenamenti attraverso le piattaforme digitali per cominciare la preparazione fisica e qualche esercizio tecnico da soli contro il muro” ­ spiega Marco Mencarelli, allenatore di Firenze e della Nazionale Cadette ­.

Poi quando sarà possibile ci si ritroverà in un collegiale con le stesse modalità del maschile.
Una comunità chiusa: il centro Pavesi? Sarebbe una soluzione perfetta anche perché una volta sanificati gli ambienti all’inizio del ritiro potremo svolgere una parte della attività all’aperto un’altra in palestra. Poi se la federazione individuerà un’altra struttura non ci saranno problemi. L’importante è che si possa tornare ad allenarsi”.

E al contrario di quello che si era immaginato in una prima fase ci si potrebbe allenare anche con le mascherine. “Rispetto ad altre discipline la pallavolo non ha certi problemi di alcalosi. Le azioni durano in media 6­8 secondi, ci sono 4­5 scambi sopra la rete. Si possono affrontare anche con le maschere sul volto, ne abbiamo parlato anche con Velasco”, aggiunge Mencarelli.

“Dipenderà poi dagli allenatori interrompere gli allenamenti un po’ più di frequente per consentire agli atleti di rifiatare, fra un’azione e un’altra. Ma mi spingo oltre, ­credo che forse con una maschera ad hoc , si potrebbe anche affrontare una manifestazione ufficiale. E’ chiaro che bisogna studiare la cosa, ma non è una ipotesi da scartare. Anche perché nella pallavolo l’unico momento di rischio è quello attacco­ – muro, per il resto molti degli altri esercizi, tipo battuta e ricezione, non prevedono nessun rischio, il distanziamento sociale è già implicito”.

Dopo un periodo di interruzione così lungo credo che siano necessarie almeno 8 settimane di lavoro anche per prevenire tutti quegli inconvenienti dovuti appunto a una lunga inattività­ ­non mi riferisco solo a rischio di prevenzione degli infortuni, ma anche a questioni più semplici come dolori muscolari o tendinei”.


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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