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Tokyo2020: Le medaglie olimpiche della pallavolo italiana

TOKYO – L’Italia del volley si appresta a disputare i Giochi Olimpici di Tokyo con le Nazionali maschili e femminili, andando alla ricerca di quella medaglia d’oro che ancora manca nella già più che fornita bacheca azzurra.
L’esordio della nazionale maschile in un’Olimpiade risale al 1976 e precisamente ai giochi di Montreal. Un esordio non proprio fortunato, dal momento che si concluse con tre sconfitte su tre gare disputate ma che servì per dare il via al medagliere olimpico azzurro che recita tre argenti (1996, 2004, 2016) e tre bronzi (1984, 2000, 2012).

Per poter festeggiare la prima medaglia bisognerà quindi attendere il 1984 quando a Los Angeles, in occasione della ventitreesima edizione dei Giochi Olimpici, la nazionale guidata dal Prof. Silvano Prandi e dal suo fido scudiero Nerio Zanetti, conquistò la medaglia di bronzo dietro al Brasile di Bebeto e agli Stati Uniti di Doug Beal. E pensare che noi a quella Olimpiade non dovevamo nemmeno esserci dal momento che la Bulgaria ci aveva estromessi battendoci durante il girone di qualificazione olimpica. Fu solo grazie al boicottaggio del blocco sovietico (in reazione al boicottaggio statunitense alle Olimpiadi di Mosca del 1980) che avvenne il ripescaggio della squadra italiana.

Italia alle Olimpiadi di Los Angeles 1984

Prandi e Zanetti costruiscono quella nazionale sull’asse Torino – Parma: Franco Bertoli, Pupo Dall’Olio, Giancarlo Dametto, Guido De Luigi, Fabio Vullo, Giovanni Errichiello, Gianni Lanfranco, Andrea Lucchetta, Pier Paolo Lucchetta, Marco Negri, Piero Rebaudengo e Paolo Vecchi sono i dodici atleti convocati dai nostri selezionatori. Cinque giocatori della Santal Parma (Negri, P. Lucchetta, Errichiello, Lanfranco e Vecchi), quattro della Robe di Kappa Torino (Dametto, Rebaudengo, De Luigi, Vullo) e i soli Dall’Olio, Andrea Lucchetta e Franco Bertoli provenienti dalla Panini di Modena. Quest’ultimo, appena trasferitosi nella città della Ghirlandina dopo sei anni di grandi successi, trascorsi sotto la guida Silvano Prandi, a Torino.

Partiamo nel migliore dei modi battendo con un bel 3-1 l’ostico Canada di John Barret, Glenn Hoagg e Paul Gratton. Proseguiamo con un perentorio 3-0 alla Cina e soccombiamo contro i funambolici Giapponesi. Battendo per 3-0 il debole Egitto e approfittando della debacle del Giappone che subisce un inatteso 0-3 dal Canada ci qualifichiamo per le semifinali grazie ad un miglior quoziente set come seconda del girone. Ad attenderci troviamo il Brasile di quel De Freitas Paulo Roberto, detto Bebeto, che sarà poi grande anche in Italia, scrivendo pagine indimenticabili a Parma, con l’allora Maxicono dei primi anni ’90. Troppo forti i sudamericani per i nostri portacolori, con l’estroso Wiliam Da Silva in cabina di regia ad alzare palloni rapidissimi per i bomber Montanaro, Renan Dal Zotto, Rajzman e Xandò. Nella finale per il bronzo ritroviamo il Canada e con una grande prestazione rifiliamo ai rocciosi nordamericani un netto 3-0 che ci regala la nostra prima medaglia Olimpica. Un risultato storico per la nostra pallavolo e l’Italvolley come unico team italiano a vincere una medaglia negli sport a squadre di quell’olimpiade.

Bisognerà attendere dodici anni per festeggiare la seconda medaglia Olimpica azzurra, e precisamente nell’edizione a stelle e strisce di Atlanta 1996.
La nazionale italiana, che nel frattempo è diventata due volte campione del mondo sotto la guida di Julio Velasco, arriva a questa Olimpiade dopo aver vissuto la grande delusione di Barcellona 1992, nella quale gli azzurri si erano presentati come i grandi favoriti per l’oro. Peccato che dopo un esaltante girone di qualificazione, quando tutto sembrava rispettare il copione, l’emergente nazionale olandese in un drammatico quarto di finale ci elimina con un 3-2 che sa tanto di beffa. L’Italia si arrende ed esce di scena non solo senza l’oro, ma senza neppure potersi giocare argento e bronzo.

Ad Atlanta ’96 il team azzurro arriva con la fama della più grande nazionale mai vista nel mondo della pallavolo. Andrea Gardini, Marco Meoni, Pasquale Gravina, Paolo Tofoli, Samuele Papi, Andrea Sartoretti, Marco Bracci, Lorenzo Bernardi, Luca Cantagalli, Andrea Zorzi, Andrea Giani, e Vigor Bovolenta, rappresentano un mix tra veterani (Giani, Bernardi, Zorzi, Cantagalli, Bracci, Gardini) e giovani emergenti (Meoni, Sartoretti, Papi, Gravina). Una vera corazzata, a detta di molti addirittura imbattibile.

Percorso netto con cinque vittorie in altrettante partite nel girone di qualificazione, Argentina strapazzata nei quarti di finale e un netto 3-1 agli jugoslavi in semifinale. La sera del 4 agosto 1996 sembra proprio essere arrivato il momento della rivincita contro gli uomini di Coach Alberda che ha portato con sé in terra statunitense i seguenti dodici atleti: Latuhihin, Held, Rodenburg, Görtzen, Schuil, Zwerver, Bas van de Goor, Posthuma, Van der Meulen, Blangé, Grabert, e Mike van de Goor. Ma contro ogni pronostico saranno proprio questi ultimi a spuntarla, mettendosi al collo la medaglia d’oro, e impedendo alla straordinaria Italia di Velasco, ribattezzata poi come “la generazione di fenomeni” di sugellare con l’oro un ciclo forse irripetibile della pallavolo italiana.

Quattro anni dopo sarà Sidney2000, incantevole metropoli australiana, ad ospitare la ventisettesima edizione dei Giochi Olimpici. L’Italvolley parte per l’Australia sotto la guida di un nuovo C.T., Andrea Anastasi, con la speranza di puntare ad una medaglia. Il tecnico di Poggio Rusco propone una nazionale più che collaudata formata da Andrea Gardini, Marco Meoni, Pasquale Gravina, Luigi Mastrangelo, Paolo Tofoli, Samuele Papi, Andrea Sartoretti, Marco Bracci, Simone Rosalba, Mirko Corsano, Andrea Giani e Alessandro Fei. I dodici partono bene. Nessuna sconfitta nel girone di qualificazione e vittoria per 3-1 nel quarto di finale contro i padroni di casa dell’Australia. Ma la doccia fredda arriva in semifinale con la cocente sconfitta per 0-3 da parte della Jugoslavia (che sarà poi medaglia d’oro della manifestazione) del CT Zoran Gajic, che può schierare campioni del calibro di Slobodan Kovac, Nikola Grbic, Vladimir Grbic, Andrija Geric, Goran Vujevic, Ivan Miljkovic, e Veljko Petkovic. Il nostro sestetto si rifarà infliggendo un netto 3-0 ai gauchos argentini nella finale di consolazione, risultato che garantirà ai nostri portacolori una più che onorevole medaglia di bronzo.

La ventottesima edizione dei Giochi Olimpici – Atene 2004 – è quella della grande chance di Gian Paolo Montali, diventato nel frattempo CT azzurro, per provare a portare il tanto agognato oro in Italia. Anche se, ad onor del vero, dopo anni di presenza olimpica nelle vesti di squadra favorita, il gruppo azzurro non parte accreditato con i favori dei pronostici. Montali convoca Luigi Mastrangelo, Valerio Vermiglio, Samuele Papi, Andrea Sartoretti, Alberto Cisolla, Ventzislav Simeonov, Damiano Pippi, Andrea Giani, Alessandro Fei, Paolo Tofoli, Paolo Cozzi e Matej Cernic e dopo una girone con risultati alterni il gruppo azzurro elimina prima l’Argentina e poi, in una semifinale giocata magistralmente, la fortissima nazionale Russa con un netto 3-0.
In finale ci aspetta il Brasile di Bernardinho, una nazionale straordinaria che tra le sue fila schiera atleti del calibro di Giovane Gávio, André Heller, Maurício Lima, André Nascimento, Sérgio dos Santos, Nalbert Bitencourt, Gustavo Endres, Rodrigo Santana, Ricardo Garcia, e Dante do Amaral, autori di un gioco spettacolare quanto efficacie. Una squadra forte e compatta quella verdeoro, senza punti deboli, destinata a raccogliere gloria e trofei negli anni a venire. L’Italia di Giampaolo Montali gioca una finale di grande sacrificio, molto accorta tatticamente e al massimo delle proprie possibilità, senza però riuscire a infastidire più di tanto lo squadrone sudamericano, tornando nel Belpaese con appesa al collo la medaglia d’argento.

Toccherà proprio ad un allievo di Gian Paolo Montali, Mauro Berruto da Torino, guidare la spedizione azzurra alle Olimpiadi di Londra 2012. Per l’Italia pallavolistica l’inizio del secondo decennio del ventunesimo secolo rappresenta un momento di transizione e di rinnovamento. I dodici atleti che il nostro selezionatore porta con sé nella capitale britannica sono Luigi Mastrangelo, Simone Parodi, Samuele Papi, Michal Lasko, Ivan Zaytsev, Dante Boninfante, Cristian Savani, Dragan Travica, Alessandro Fei, Emanuele Birarelli, Andrea Bari e Andrea Giovi. Una nazionale senza grandissime ambizioni ma che grazie ad un gruppo coeso e determinato si regala la soddisfazione di eliminare i favoritissimi Stati Uniti nei quarti di finale con un monumentale 3-0. In semifinale c’è il Brasile ad attendere Mastrangelo e compagni, gara da cui usciamo sconfitti per tre set a zero; troppa la differenza tra le due squadre. Ma il gruppo azzurro è solido e in sole quarantotto ore ricarica le batterie e al Earls Court Exhibition Centre, davanti a dodicimila spettatori, schianta la Bulgaria guidata in panchina da Nayden Naydenov e dal nostro Camillo Placì con Zaytsev, Mastrangelo e Papi sugli scudi. Vittoria quest’ultima che ci regala un terzo posto e un bronzo piuttosto insperato alla vigilia.

Ed eccoci all’estate 2016, con Gianlorenzo Blengini, subentrato il 1° agosto 2015 a Mauro Berruto sulla panchina azzurra, a guidare la spedizione azzurra all’Olimpiade di Rio 2016. È un’Italia di seconda fascia quella che si presenta alle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro, considerata dalla maggior parte degli addetti ai lavori inferiore a nazionali quali Brasile, Polonia, Russia e Stati Uniti, e da alcuni anni incapace di vincere in Europa e nel mondo. Il gruppo azzurro è composta da Daniele Sottile, Luca Vettori, Osmany Juantorena, Simone Giannelli, Salvatore Rossini, Ivan Zaytsev, Filippo Lanza, Simone Buti, Massimo Colaci, Matteo Piano, Emanuele Birarelli e Oleg Antonov e i punti di riferimento sono il giovane regista Simone Giannelli, il fuoriclasse naturalizzato italiano Osmany Juantorena, l’opposto Ivan Zaitsev, e capitan Birarelli, centrale poco appariscente ma di grande esperienza e sostanza. Gli azzurri, ben preparati dal nostro Ct, mettono in mostra una pallavolo di ottimo livello chiudendo il girone di qualificazione al primo posto. Un sorteggio benevolo ci mette di fronte l’Iran nei quarti di finale che brutalizziamo con un netto 3-0 ma il vero capolavoro Blengini e i suoi ragazzi lo compiono in una semifinale vietata ai deboli di cuore, quando al termine di un drammatico tie break, hanno la meglio di una mai doma squadra statunitense. Per la pallavolo italiana è la terza finale Olimpica, e per la prima volta ribaltando ogni pronostico della vigilia.
L’avversario, il 21 agosto 2016 al Ginásio do Maracanãzinho, o semplicemente Maracanãzinho, l’arena indoor di Rio de Janeiro capace di contenere oltre undicimila spettatori, è il plurimedagliato Brasile allenato da Bernardinho. Una squadra sempre fortissima ma in leggero calo rispetto alla squadra che sta ininterrottamente dominando le scene mondiali dal 2002. Brasile che i nostri azzurri si sono permessi di battere per 3-1 nella gara del girone di qualificazione. La finale però sarà tutt’un’altra partita e pur vendendo cara la palle i nostri portacolori non riusciranno a spuntare nemmeno un set. Tre a zero per i cariocas il risultato finale. Un risultato bugiardo, con i parziali 25-22, 28-26, 26-24 a testimonianza di quanto la partita sia stata in realtà equilibrata e combattuta palla su palla, ben al di là del risultato finale.
Ancora una volta la pallavolo italiana si deve “accontentare” di una pur lusinghiera medaglia d’argento, confermando la tradizione avversa riguardo l’oro olimpico.

Maledizione che, capitan Ivan Zaytsev e compagni, proveranno a sfatare a breve per avvicinare l‘Italia del volley maschile ad altre grandissime nazionali quali Brasile, Stati Uniti ed Ex Unione Sovietica, capaci di conquistare ben tre ori Olimpici nel corso della loro storia.

I medagliati azzurri ai Giochi Olimpici
Los Angeles 1984 – Medaglia di bronzo
Bertoli, Dall’Olio, Dametto, De Luigi, Erricchiello, Lanfranco, Andrea Lucchetta, Pier Paolo Lucchetta, Negri, Rebaudengo, Vecchi, Vullo. All. Prandi.

Atlanta 1996 – Medaglia d’argento
Bernardi, Bovolenta, Bracci, Cantagalli, Gardini, Giani, Gravina, Meoni, Papi, Sartoretti, Tofoli, Zorzi. All. Velasco.

Sidney 2000 – Medaglia di bronzo
Bracci, Corsano, Fei, Gardini, Giani, Gravina, Mastrangelo, Meoni, Papi, Rosalba, Sartoretti, Tofoli. All. Anastasi.

Atene 2004 – Medaglia d’argento
Cernic, Cisolla, Cozzi, Fei, Giani, Mastrangelo, Papi, Pippi, Sartoretti, Simeonov, Tofoli, Vermiglio. All. Montali.

Londra 2012 – Medaglia di bronzo
Zaytsev, Fei, Lasko, Savani, Mastrangelo, Travica, Bari, Giovi, Papi, Parodi, Boninfante, Birarelli. All Berruto

Rio 2016 – Medaglia d’argento
Antonov, Birarelli, Buti, Colaci, Giannelli, Juantorena, Lanza, Piano, Rossini, Sottile, Vettori, Zaytsev. All. Blengini.


Fonte: https://www.volleyball.it/feed/


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