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    Gp Repubblica Ceca, Rossi: “Problema non stare tra i primi 10”

    BRNO – “Il mio ritmo non è poi così male, ma durante il giro con la gomma morbida non ero abbastanza veloce per rimanere nella top 10, quindi questo è un problema. Dobbiamo sfruttare la FP3 di domani mattina per ottenere un posto tra i primi 10 ed entrare in Q2”. Lo ha detto Valentino Rossi al termine del venerdì di prove libere del Gran Premio della Repubblica Ceca, chiuso con il dodicesimo tempo.

    Valentino Rossi in pista anche la prossima stagione
    Condizioni difficili, problema degrado gomme
    “E’ una situazione difficile e queste sono condizioni difficili. L’asfalto presenta dei dossi e il livello di grip è basso. In particolare soffriamo il degrado delle gomme al posteriore – ha detto ancora il pilota pesarese, come si legge sul sito ufficiale della Yamaha – dopo alcuni giri perdiamo qualcosa. Penso che risolvere questo problema sia la chiave per un buon risultato domenica”.  LEGGI TUTTO

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    Honda Jazz, ecco il cuore ibrido con una tecnologia da Formula 1

    Il motorsport come vetrina per mostrare al mondo le proprie abilità di costruttore, ma soprattuto come laboratorio per sviluppare tecnologie da applicare alla produzione di serie.
    Questa era l’ambizione di Soichiro Honda, il fondatore della Casa giapponese che da piccolo sognava di vincere un campionato del mondo con una vettura progettata da lui, diventata la filosofia che ha guidato il marchio fin dalla sua nascita.
    Infatti, il debutto nelle corse è stato immediatamente successivo alla produzione del primo veicolo a marchio Honda, l’N360, nato nel 1963. Un battesimo del fuoco vincente, avvenuto nel GP del Messico del 1965, con la vittoria di Richie Ginther sulla RA272.

    F1 ibrida, occasione di crescita
    L’inizio di una crescita costante, che ha portato la Casa ad essere la protagonista negli anni ’80 della Formula 1, come fornitrice di motori, nell’epoca dei V6 Turbo. Decade d’oro, con l’apice toccato nel Campionato del Mondo del 1988, quello delle 15 vittorie su 16 gare della McLaren MP4/4 di Senna e Prost, spinta dal propulsore del Sol Levante.
    Percorso poi interrotto, ma ripreso nel 2015 grazie alla nuova linfa offerta dalla massima serie delle competizioni motoristiche passata alla propulsione turbo-ibrida. Sponda che ha offerto il link di collegamento con la linea di serie e quindi l’opportunità di sviluppare, in pista, tecnologie da applicare alla produzione, per raggiungere l’obiettivo di mettere in commercio, entro il 2022, una gamma completamente elettrificata in Europa.
    Esempio? La nuova Honda Jazz. Certo, sotto al cofano non c’è la Power Unit che spinge le Red Bull RB16 di Max Verstappen e Alex Albon e le AlphaTauri AT01 di Pierre Gasly e Daniil Kvyat, ma le somiglianze sono più di quelle che pensate.
    Come funziona una power unit di F1
    Un motore di F1 è un oggetto meraviglioso e complicato. Il 1.6 V6 endotermico, è abbinato a due sistemi di recupero di energia che recuperano le dispersioni dalle frenate e dai gas di scarico, che stoccano l’energia in un pacco batterie per rilasciarla su richiesta per fornire un ulteriore boost di potenza e ridurre il turbo lag. Il tutto gestito dagli ingegneri al muretto, che consigliano costantemente al pilota, quale mappa motore usare per sfruttare al massimo recupero e boost in tutte le fasi di gara.

    Dalla pista alla strada
    In F1, ovviamente, la declinazione dell’ibrido trova la sua massima espressione nella prestazione, ma questo principio ha trovato applicazione nel sistema e:HEV, cuore della Jazz, passando dal “massima prestazione in ogni condizione” a “massima efficienza in ogni condizione”.
    Il sistema della Jazz si basa su due motori elettrici, uno fonte di moto principale, l’altro con funzione di generatore del pacco batteria agli ioni di litio, sul 1.5 i-VTEC e una trasmissione a scatto fisso.

    Ma mentre Verstappen ha l’ingegnere di pista a suggerirgli la modalità giusta da usare, sulla Jazz c’è un’unità di controllo della potenza che, in base a velocità e condizioni di guida, imposta la trazione più efficiente, gestendo il passaggio tra elettrico, ibrido e termico in maniera fluida.
    In pratica, la vettura, a basse velocità soprattutto in città, si comporta da EV perché mossa dal solo motore elettrico. Quando l’andatura sale, si passa in Hybrid drive, con la PCU che attiva il 1.5, che alimenta il generatore che a sua volta fornisce potenza alle batterie che alimentano il motore. La terza modalità, Engine drive, si attiva al passaggio alla sola trazione a benzina attraverso il collegamento con una frizione tra motore e ruote anteriori.
    Principi simili, funzioni diverse, ma che hanno nell’esperienza acquisita in ricerca e sviluppo in F1 la base comune.

    La tecnologia non si ferma
    Infatti, come racconta Toyoharu Tanabe, direttore tecnico Honda F1: “La produzione ha intrapreso la strada dell’ibrido, ma anche se l’applicazione della tecnologia in F1 è diversa da quella di serie, le somiglianze sono molte. Parlo di software più che di hardware perché è proprio nella gestione della parte elettrica e delle batterie che avviene lo scambio di informazioni più proficuo tra gli ingegneri delle due aree. Ci sono tante chiavi di sviluppo che possono essere applicate non solo per il futuro, ma anche nel presente. La tecnologia non si ferma e stiamo studiando nuove idee per il futuro. Non siamo mai soddisfatti, continuiamo ad andare avanti per migliorarci sempre”. LEGGI TUTTO

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    Nuova Cadillac Lyriq, il lusso di un SUV-coupé tutto full electric

    L’obiettivo è ambizioso, ridefinire il concetto di lusso delle auto americane: se alla portata o meno, lo dirà il mercato, unico vero giudice del mondo dell’automobilismo. Di certo Cadillac Lyriq è destinato a far parlare di sé. La Casa di Detroit sforna la sua full electric in configurazione SUV-coupé. Lo fa nella forma di un concept, almeno in maniera ufficiale: in quella ufficiosa, l’80 % degli elementi che vediamo saranno quelli della versione di serie, per una produzione che non dovrebbe partire prima del 2022, e che al massimo vedrà un’anticipazione al 2021 per il solo mercato asiatico.
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    PIATTAFORMA ELETTRICA: 480 KM D’AUTONOMIA

    Lyriq è costruita sulla piattaforma modulare di General Motors con propulsione Ultium da 100 kWh: grazie ad essa, i vertici Cadillac promettono un’autonomia di oltre 480 km con una carica completa, con la ricarica rapida che aggiunge altri 150 kW.
    Prevista la trazione posteriore e quella integrale per altre varianti ad alte prestazioni, e il sistema di assistenza alla guida Super Cruise3. All’interno dell’abitacolo, tutto è pensato per favorire il comfort e la praticabilità di guida dell’automobilista, anche a livello di infotainment e connettività. Elementi, questi ultimi, contraddistinti dallo schermo curvo da 33″ dall’altissima risoluzione grafica e l’head-up display.
    I LED COME ELEMENTI STILISTICI, E CHE SILENZIO…
    Passeggeri che vengono accolti a bordo dalle coreografie create dalle luci a LED, che in Lyriq diventano la parte più in evidenza degli esterni. Linee spigolose e pulite, con uno spoiler sul tetto che dichiara l’attenzione rivolta all’aerodinamica. Peculiarità di Lyriq è la griglia del frontale in “Black Crystal”, che si unisce ai LED verticali, mentre nella zona posteriore i fanali alternano la configurazione orizzontale-verticale per sfociare poi nel montante.
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    Inoltre, Cadillac ha sviluppato per la prima volta una tecnologia di cancellazione del rumore attraverso microfoni e accelerometri, mentre il sistema audio, più chiaro e nitido grazie all’utilizzo di 19 altoparlanti, è stato realizzato in collaborazione con AKG Studio. LEGGI TUTTO

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    GP Repubblica Ceca, Quartararo: “Morbidelli più veloce in tutto”

    BRNO – “Io mi sento veramente bene con la moto, il problema è quando la gomma cala. Abbiamo avuto un grip molto strano. È la prima volta che sento che la gomma cedere ogni giro che passa: l’obiettivo numero uno per domani per me è sapere se possiamo migliorare in questo”. Fabio Quartararo è soddisfatto a metà dopo le prove libere del venerdì del Gran Premio della Repubblica Ceca di MotoGP in cui le Yamaha Petronas hanno dettato legge: “Morbidelli per me è il più veloce di tutti oggi” confessa El Diablo ai microfoni di Sky Sport. “Al momento è quello che è andato più veloce in tutto. Mi aspettavo qualcosa di meglio dalle Ducati, anche se sappiamo che in gara poi è diverso” conclude l’attuale leader del mondiale.
    Mescola da scegliere
    Sprizza ovviamente di gioia Franco Morbidelli dopo la prima giornata di libere: “Sono molto soddisfatto di questa prima tornata, siamo partiti con il piede giusto. A Jerez eravamo veloci e anche qui lo siamo”. Il pilota italiano guarda già avanti, in ottica Gran Premio: “Siamo messi bene nel giro secco ma dal punto di vista del passo dobbiamo capire quale gomme usare per qualifica e gara”. E sull’infortunio occorso nelle libere 1 a Francesco Bagnaia, che ha riportato una frattura alla tibia: “Mi dispiace un sacco per Pecco, una caduta così non ci voleva. Spero che guarisca presto e lo abbraccio forte” chiude Morbidelli. LEGGI TUTTO

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    GP Repubblica Ceca, Quartararo: “Moto ok, il problema sono le gomme”

    BRNO – “Io mi sento veramente bene con la moto, il problema è quando la gomma cala. Abbiamo avuto un grip molto strano. È la prima volta che sento che la gomma cedere ogni giro che passa: l’obiettivo numero uno per domani per me è sapere se possiamo migliorare in questo”. Sono le parole di Fabio Quartararo al termine delle prove libere del venerdì del Gran Premio della Repubblica Ceca di MotoGP in cui le Yamaha Petronas hanno brillato: “Morbidelli per me è il più veloce di tutti oggi” confessa El Diablo ai microfoni di Sky Sport. “Al momento è quello che è andato più veloce in tutto. Mi aspettavo qualcosa di meglio dalle Ducati, anche se sappiamo che in gara poi è diverso” conclude il leader del mondiale.
    Felicità Morbido
    Sprizza ovviamente di gioia Franco Morbidelli dopo la prima giornata di libere: “Sono molto soddisfatto di questa prima tornata, siamo partiti con il piede giusto. A Jerez eravamo veloci e anche qui lo siamo”. Il pilota italiano guarda già avanti, in ottica Gran Premio: “Siamo messi bene nel giro secco ma dal punto di vista del passo dobbiamo capire quale gomme usare per qualifica e gara”. E sull’infortunio occorso nelle libere 1 a Francesco Bagnaia, che ha riportato una frattura alla tibia: “Mi dispiace un sacco per Pecco, una caduta così non ci voleva. Spero che guarisca presto e lo abbraccio forte” chiude Morbidelli. LEGGI TUTTO

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    Vespa PX by Polini, la prova: vado al massimo!

    Quanti ricordi legano tutti noi alla Vespa. “Chi Vespa mangia le mele” è uno dei claim pubblicitari divenuti col tempo un modo di dire comune. Se non avevi la Vespa, caro mio, andavi in bianco. Lo cantava anche Vasco nella canzone “Bollicine”, ricordate? In qualche regione d’Italia ci si è spinti addirittura oltre: “Vespare” ha assunto il significato di viaggiare, di solito in vacanza, ma anche di prodigarsi in quella pratica che oggi viene chiamata petting… ci siamo capiti: chi aveva la Vespa era tra quelli giusti, gli altri eran fuori.
    Da allora però sono cambiate tante cose, forse in meglio o forse in peggio, ma la Vespa è ancora un modello venduto e apprezzato. Rispetto alla PX di una volta è quasi irriconoscibile. Ha il controllo di trazione, un motore 4 tempi ecologico e silenzioso, il variatore, una carrozzeria stondata…oggi però non guideremo nulla di tutto ciò.
    Un giorno di gloria
    Test, Vespa PX by Polini: vado al massimo! | le immagini Abbiamo a disposizione una fiammante Vespa PX anni 70 elaborata in ogni bullone da Polini. Giusto per anticiparvi qualcosa: il monocilindro due tempi ha una cilindrata di 187 cc, carburatore da 30 mm…
    Polini è un’azienda con sede ad Alzano Lombardo (BG) che fin dalla sua nascita progetta e produce kit di elaborazioni per mezzi a due ruote, specialmente scooter. Cilindri, marmitte, variatori, impianti frenanti…ce n’è per tutti. Ed ecco che arriviamo alla Vespa PX. Piaggio ne ha venduti milioni di esemplari in tutto il mondo e Polini ne ha elaborate una buona parte. Nel loro catalogo ci sono un’incredibile quantità di componenti dedicati alla Vespa PX 125 e 150.
    Polini e il suo kit
    Abbiamo cilindro/testa in alluminio disponibile in due cilindrate, con testa a doppia candela e 8 punti di fissaggio. Il kit è disponibile con corsa standard (57 mm, cilindrata 178 cc) oppure aumentata fino a 60 mm (cilindrata 187 cc: cambia l’albero motore). Il cilindro è raffreddato ad aria ma grazie all’alluminio e al disegno delle alette, la temperatura del motore rimane più bassa rispetto al motore di serie. L’alettatura è maggiorata per avere una miglior dispersione del calore e la guarnizione della testa è in acciaio siliconato.

    Il costo del gruppo termico da 60 mm è di 378,75 euro + IVA. Come nei motori da gara, la biella è ricavata dal pieno al fine di migliorare la resistenza alle sollecitazioni. Non può mancare il carburatore da 30 mm (fuso in lega d’alluminio, con valvola piatta in lega cromata) con relativo collettore lamellare, venduto a un prezzo di 290 euro + IVA. A completare la parte termica c’è la marmitta, rivista nella conformazione del collettore e delle paratie interne. È realizzata a mano con saldature a gas inerte e costa 123,81 euro + IVA. Per quanto riguarda l’accensione invece, Polini ne propone di due tipi: digitale o analogica. Il modello digitale è composto da uno statore a due poli, volano a magneti, centralina, bobina, ventola di raffreddamento e pick-up ed è estremamente semplice da regolare. Offre quattro mappature per adattarsi ai diversi tipi di motore. Non manca nemmeno il kit per la trasmissione, che comprende una crociera rinforzata (indispensabile su motori Vespa preparati) e ingranaggi del cambio più lunghi, in particolare i due rapporti primari per aumentare la velocità massima.
    Piccola “bestia”
    Giro di chiave, avviamento a pedale e il piccolo mostro prende vita. La nostra Vespa di oggi è equipaggiata con tutti i kit a disposizione: il monocilindro due tempi da quasi 200 cc (187 a esser precisi) scalpita dalla voglia di scatenarsi. Il minimo vagamente irregolare è un presagio di prestazioni tremende e manco a farlo apposta è esattamente ciò che ci aspetta. Ma prima, va detto che pur con un motore così spinto ed elaborato, la Vespa è rimasta trattabile. Ai bassi regimi infatti ha un’erogazione fluida e lineare, non trasmette strattoni imprevisti. Ma superata una certa soglia è meglio tenersi forte.

    Il rumore si fa via via più minaccioso e il regime sale sempre più rapidamente, proprio come la spinta. C’è un deciso cambio passo a metà del range di giri utile, e anche se siete abituati all’accelerazione di un maxiscooter, rimarrete sorpresi. La piccola Vespa PX, equipaggiata anche con pneumatici sportivi, volta in un fazzoletto, aiutata anche dal peso contenutissimo. Un animale indomito, che però grazie ai dischi maggiorati è anche sicura: la frenata è decisa e intensa, al pari di un moderno scooter sportivo. Se avete sempre desiderato più verve dalla vostra vecchia Vepsa, Polini ha ciò che fa per voi.
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    GP Repubblica Ceca, Quartararo si riprende, solo dodicesimo Rossi

    BRNO – Fabio Quartararo e la Yamaha Petronas alzano la voce dopo qualche piccolo problema in mattinata. Il francese, leader del mondiale, mette tutti in riga nelle seconde libere sul circuito di Brno dove domenica è in programma il Gran Premio della Repubblica Ceca di MotoGP. Il pilota francese, dopo i problemi della mattina, sigla un 1:56.502 che lo mette davanti al compagno di squadra Franco Morbidelli di appena sette millesimi. Il podio è chiuso da Miguel Oliveira sulla KTM staccato di 0.048. Valentino Rossi, con la sua Yamaha M1, dopo l’ottavo posto della mattina, fa un piccolo passo indietro e chiude in dodicesima posizione.
    Zarco ottimo quarto
    I primi dieci continuano a essere tutti molto vicini. Si conferma Johan Zarco con la Ducati Avintia, quarto, davanti a Vinales, con la Yamaha, e Mir con la prima delle Suzuki. I fratelli Espargaro si piazzano uno davanti all’altro mentre Nakagami, primo in mattinata, e Miller, sulla Ducati Pramac, chiude la Top Ten. Fuori dai dieci Dovizioso e Petrucci con le Rosse ufficiali di Borgo Panigale. LEGGI TUTTO

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    GP Repubblica Ceca, Quartararo alza la voce, Valentino Rossi dodicesimo

    BRNO – Sono Fabio Quartararo e la sua Yamaha Petronas a far segnare il miglior tempo nelle seconde libere sul circuito di Brno dove domenica è in programma il Gran Premio della Repubblica Ceca di MotoGP. Il pilota francese, dopo i problemi della mattina, sigla un 1:56.502 che lo mette davanti al compagno di squadra Franco Morbidelli di appena sette millesimi. Il podio è chiuso da Miguel Oliveira sulla KTM staccato di 0.048. Valentino Rossi, con la sua Yamaha M1, dopo l’ottavo posto della mattina, fa un piccolo passo indietro e chiude in dodicesima posizione.
    Bene i fratelli Espargaro
    I primi dieci continuano a essere tutti molto vicini. Si conferma Johan Zarco con la Ducati Avintia, quarto, davanti a Vinales, con la Yamaha, e Mir con la prima delle Suzuki. I fratelli Espargaro si piazzano uno davanti all’altro mentre Nakagami, primo in mattinata, e Miller, sulla Ducati Pramac, chiude la Top Ten. Fuori dai dieci Dovizioso e Petrucci con le Rosse ufficiali di Borgo Panigale. LEGGI TUTTO