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    GP Repubblica Ceca, stop per Bagnaia: tibia fratturata

    BRNO – Brusco stop per Francesco Bagnaia. Il giovane pilota della Ducati Pramac è caduto verso la fine delle prime prove libere del Gran Premio della Repubblica Ceca e, come affermato dal suo team ai microfoni di Sky Sport, ha riportato la frattura della tibia. Bagnaia dovrà essere operato e andranno valutati i tempi di recupero. La Ducati Pramac, per i due appuntamenti austriaci al Red Bull Ring, dovrà pensare a un sostituito e il primo nome della lista è quello di Michele Pirro.

    Bagnaia out per due gare
    Dopo la visita dei medici della Clinica Mobile, Bagnaia è stato accompagnato all’ospedale di Brno per fare una risonanza magnetica. “Pecco sta facendo la risonanza magnetica, aspettiamo di vedere il risultato per avere un quadro generale. Sicuramente non correrà qui e la vedo davvero dura per l’Austria. Prima di creare qualche notizia falsa o che possa essere fraintesa, aspetteremo i risultati della risonanza magnetica così che il medico possa dirci che cosa sta succedendo”, ha detto Francesco Guidotti, team manager del Pramac Racing.
    Il pilota Ducati Pramac resta ottimista
    “Per fortuna non c’è interessamento dei legamenti, diciamo che poteva andare peggio. Domani andrò ad operarmi ad Ancona e pare che ci siano speranze che io possa tornare nella seconda gara in Austria””, ha detto lo stesso Francesco Bagnaia. “Capita nel nostro sport di farci male – ha aggiunto il pilota italiano ai microfoni di Sky Sport – stavolta è toccato a me”. LEGGI TUTTO

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    GP Repubblica Ceca, Bagnaia cade e si frattura la tibia

    BRNO – Doccia fredda per Francesco Bagnaia e la Ducati Pramac. Il 23enne di Torino è caduto in mattinata durante le prove libere del Gran Premio della Repubblica Ceca e, come riportato dal suo team ai microfoni di Sky Sport, ha subito la frattura della tibia. Bagnaia dovrà essere operato e andranno valutati i tempi di recupero. La Ducati Pramac, per i due appuntamenti austriaci al Red Bull Ring, dovrà pensare a un sostituito e il primo nome della lista è quello di Michele Pirro.

    MotoGP, Top e Flop: i migliori e peggiori del Gp d’Andalusia VIDEO
    Bagnaia probabilmente out per due gare
    Dopo la visita dei medici della Clinica Mobile, Bagnaia è stato accompagnato all’ospedale di Brno per fare una risonanza magnetica. “Pecco sta facendo la risonanza magnetica, aspettiamo di vedere il risultato per avere un quadro generale. Sicuramente non correrà qui e la vedo davvero dura per l’Austria. Prima di creare qualche notizia falsa o che possa essere fraintesa, aspetteremo i risultati della risonanza magnetica così che il medico possa dirci che cosa sta succedendo”, ha detto Francesco Guidotti, team manager del Pramac Racing.
    Il pilota Ducati Pramac resta ottimista
    “Per fortuna non c’è interessamento dei legamenti, diciamo che poteva andare peggio. Domani andrò ad operarmi ad Ancona e pare che ci siano speranze che io possa tornare nella seconda gara in Austria””, ha detto lo stesso Francesco Bagnaia. “Capita nel nostro sport di farci male – ha aggiunto il pilota italiano ai microfoni di Sky Sport – stavolta è toccato a me”. LEGGI TUTTO

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    Valle d’Aosta – Adrenalina ad alta quota: gli sport estivi

    Alpinismo

    Superare i propri limiti guardando in faccia le grandi montagne, aggrappandosi alle rocce, scoprendo gli itinerari che portano ad ammirare vette e panorami dalla bellezza indescrivibile. Probabilmente è questo che muove gli appassionati di alpinismo alla scoperta dei percorsi più impervi ed emozionanti della Valle d’Aosta. Va ricordato che tutti i percorsi alpinistici richiedono esperienza di alta montagna e che è consigliata la presenza di una guida alpina.

    Trekking: oltre 5.000 Km di percorsi escursionistici
    Oltre 2.000 sentieri ben tracciati conducono a laghi alpini, valichi montani, bivacchi e rifugi. La Valle d’Aosta si apprezza camminando nel silenzio di paesaggi maestosi, dove l’energia della natura rigenera tutti i sensi.
    Ne sono un esempio i percorsi delle due Alte Vie, trekking di più giorni per ammirare l’intreccio perfetto tra l’architettura naturale delle Alpi, il risveglio della flora e della fauna (camosci, stambecchi e aquile in volo) e la vita negli alpeggi. L’Alta Via n.1 si sviluppa ai piedi dei massicci del Monte Rosa, del Cervino e del Monte Bianco mentre, l’Alta Via n.2 si snoda nei territori del Parco Nazionale del Gran Paradiso e del Parco Regionale del Mont Avic.
     
    Il Cammino Balteo è invece un itinerario ad anello di quasi 350 Km, percorribile in entrambi i sensi, che porta l’escursionista in un viaggio nella cultura e nella storia attraverso un territorio costellato di antichi borghi e imponenti castelli, immerso in un variegato paesaggio che alterna boschi e pascoli ad orti e vigneti. Il tracciato si sviluppa principalmente nel fondovalle e sui versanti di media quota con un’altitudine compresa tra i 500 e i 1900 metri s.l.m., praticabile quindi per buona parte dell’anno.
    Il Cammino si articola in 23 tappe di circa 4-6 ore ciascuna che possono anche essere percorse in più riprese o, eventualmente, interrotte usando il trasporto pubblico. Ogni tappa è un invito alla scoperta, muovendosi a piedi lungo sentieri ma anche su strade sterrate e tratti asfaltati, attraverso villaggi e siti di interesse culturale e naturalistico. Una proposta per tutti, adatta agli sportivi ma anche a chi vuole camminare senza fretta, lasciandosi tentare dalle molteplici opportunità che invitano alla sosta. Rilassarsi nella natura, gustare i prodotti locali, visitare siti archeologici, chiese e musei: il Cammino Balteo è un diario di viaggio da scrivere passo dopo passo.

    Per rievocare, invece, sensazioni e immagini che i pellegrini vivevano nel loro viaggio verso Roma, basta percorre a piedi le tappe della Via Francigena: si cammina tra borghi antichi e splendidi castelli, suggestive chiese e importanti vestigia dell’epoca romana, sempre circondati dal profilo delle Alpi. Lungo il percorso si incontrano anche numerose zone di coltura di vigneti pregiati (a Nus, Chambave, Arnad e Donnas) e località celebri per i prodotti DOP come il prosciutto di Bosses e il lardo di Arnad. Il cammino si articola in cinque tappe e ha inizio al Colle del Gran San Bernardo, a 2.450 metri di altitudine, in territorio svizzero; scende lungo la vallata omonima verso Aosta (580 m), capoluogo della regione e cittadina ricca di storia e di testimonianze del passato, e procede poi lungo la valle centrale fino a Pont-Saint-Martin, dove esce dalla Valle d’Aosta e prosegue in Piemonte.

    Un altro tour interessante, di circa 13 ore complessive di cammino, è quello del Mont Fallère che, partendo da Saint-Oyen o da Étroubles, nella valle del Gran San Bernardo, sale verso il rifugio Mont Fallère e, costeggiando in quota il versante sud della montagna, scende fino al rifugio Chaligne, dove è possibile pernottare. Da qui, con andamento dapprima pianeggiante, poi in discesa, l’itinerario riconduce al borgo di Étroubles e quindi a Saint-Oyen. Il tracciato è percorribile altrettanto agevolmente in senso inverso.

    E per ammirare da vicino il Monte Bianco e il Monte Cervino? Nel primo caso il trekking proposto si articola in 7 giorni, attraverso tre paesi e sette valli: il Tour du Mont-Blanc è un magnifico percorso    che si snoda tra Italia, Francia, Svizzera  con tappe di varia durata. Se si preferisce il Cervino, invece, si può scegliere Il Giro del Cervino, itinerario che permette di camminare, in modo graduale a diverse altitudini, ammirando tutti gli spettacolari versanti del Cervino, attraverso 6 valli e 3 diverse culture (l’alto Vallese di lingua tedesca, il Vallese centrale francofono e la Valle d’Aosta, italiana).

    Oltre ai trekking di più giorni, sono molte non solo le proposte di camminate da effettuare in giornata, in autonomia, ma anche le gite guidate, organizzate dalle guide naturalistiche/escursionistiche, che offrono la possibilità di apprezzare appieno il paesaggio e le bellezze naturali, nonché gli aspetti etnografici e topografici dei luoghi in cui si svolgono le escursioni.

    Per gli escursionisti più tecnologici, il geonavigatore dei sentieri della Valle d’Aosta consente di vedere la rete dei sentieri di tutta la regione su foto satellitare o carta tecnica, di cercare gli itinerari per località e di creare un percorso personalizzato selezionando le singole tratte di sentiero ed esportandone poi i tracciati (da usare con i comuni apparecchi GPS – tracciato .gpx – o da visualizzare con Google Earth – tracciato .kml).

    Mountain Bike: percorsi escursionistici nella natura o tracciati adrenalinici in discesa

    Servono pochi e semplici elementi per trasformare il soggiorno in Valle d’Aosta in un viaggio da ripetere e ricordare: una bicicletta, una passione sfrenata per lo sport e tanta voglia di pedalare. Più di 1.000 chilometri tra itinerari sterrati e sentieri asfaltati aspettano solo di divertire e di mettere alla prova le capacità dei ciclisti più appassionati.
    La Valle di Cogne, un angolo di natura incontaminata nel cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso, rappresenta la meta perfetta per escursioni a due ruote a vari livelli. Da non perdere è l’itinerario panoramico n° 2, Gimillan e Epinel (Variante Costa del Pino), un percorso di 15 km (23km con variante) e con un dislivello di 350 m (500 con variante). L’itinerario, salendo lungo la vecchia strada comunale che porta al Museo della miniera e al Villaggio dei minatori, conduce alle frazioni di Montroz e Gimillan,  (variante: da Montroz, salendo lungo la strada poderale, si può raggiungere il sito minerario di Costa del Pino, dove si trova l’ingresso per le visite guidate alla miniera del ferro di Cogne), per poi scendere percorrendo i sentieri 23, 2D e 23A, costeggiando la Casaforte  di Tarambel, in patois valdostano Tor de Mougne, un leggendario rudere medievale sino a Epinel. Da qui si risale fino alla frazione Crétaz e poi alla località Buthier dove, attraversato il prato di Sant’Orso, si ritorna al punto di partenza.

    Tra i migliori itinerari per MTB, ci sono anche i percorsi Monterosa bike, ai piedi del Monterosa, in particolare il n°4, la Discesa Ostafa. Si tratta di un itinerario della durata di circa due ore e di media difficoltà, che diventa più facile nel momento in cui si utilizzano gli impianti. Si parte dal paese di Champoluc con la telecabina Champoluc-Crest e, una volta arrivati al Crest, con una pedalata di 50 metri si raggiunge la partenza della telecabina Crest-Alpe Ostafa III. Giunti a questa seconda telecabina, si percorre in discesa la strada interpoderale che dalla località di Ostafa porta direttamente al Crest.

    Diverso il percorso che parte dalla località di Porliod: 34 km lungo le piste di fondo invernali, un tracciato che esplora il vallone incontaminato di Saint-Barthélemy, nel comune di Nus. Un itinerario, senza particolari difficoltà, che si snoda su strade sterrate toccando vari alpeggi e con vista panoramica, sul versante opposto della valle, sul Monte Emilius e sulla conca di Pila fino al ghiacciaio del Rutor.

    Per i freerider più esperti, dotati di grande tenacia e sfrenata passione, il downhill e l’enduro sono gli sport perfetti per vivere emozioni indimenticabili. Tantissimi gli itinerari da scoprire, tra i quali quello che da Pila conduce direttamente ad Aosta attraverso discese adrenaliniche e panoramiche. Si può scegliere anche La Thuile che con la sua mtb natural trail area offre percorsi di vario livello e difficoltà oppure Breuil-Cervinia, che propone per tutti gli appassionati di mountain bike la salita con la bicicletta a Plateau Rosà, dove lungo il tracciato della maxiavalanche è possibile giungere fino a Cervinia, percorrendo oltre 10 km di nevai, morene e praterie. Qui i freerider più audaci potranno sperimentare, ad esempio, il Dark Trail, un percorso di quasi 10 km dal livello tecnico nero e dalla durata – utilizzando gli impianti – di circa 45 minuti.

    Bici su strada: tutti in sella!
    Pedalare sui dolci pendii, tra vigneti e castelli, oppure faticare risalendo verso i grandi valichi alpini. Il ciclismo su strada, in Valle d’Aosta, propone variegati itinerari: divertenti, panoramici, accessibili a tutti o per esperti. Da segnalare, nelle principali località turistiche, la possibilità di affittare biciclette elettriche a pedalata assistita per consentire anche ai meno allenati di affrontare serenamente i pendii della regione.

     
    Per un itinerario in sella alle due ruote che impegni poco più di un’ora è consigliabile l’itinerario che da Morgex – vecchio borgo della Valdigne – raggiunge La Thuile, passando per il Colle San Carlo; oppure, per chi ha voglia di pedalare per circa tre ore, quello che da Saint-Vincent – località famosa soprattutto per la presenza del Casinò ma che vanta anche preziose testimonianze del passato – risale il Col de Joux, percorrendo una delle strade più panoramiche della regione. Da qui scende nel versante opposto fino a Brusson, nella Val d’Ayas, per poi proseguire verso il fondo valle toccando i paesi di Challand-Saint-Anselme e Challand-Saint-Victor. Si rientra a Saint-Vincent passando da Verrès, località dominata dall’imponente castello, e da Montjovet.     

              
    Interessante è anche la pista ciclo-pedonale Sarre – Fénis, un facile itinerario lungo la Dora Baltea, nei dintorni della città di Aosta, per passeggiare, correre o pedalare in tranquillità.
    Il tracciato si snoda da Sarre a Fénis, attraversando i comuni di Gressan, Charvensod, Aosta, Pollein, Brissogne, Saint-Marcel e Nus. Prevalentemente pianeggiante, l’itinerario è adatto alle famiglie che desiderano effettuare piacevoli pedalate all’aria aperta, lontano dal traffico. La pista collega varie aree sportive, servite da parcheggi, consentendo di entrare ed uscire in più punti del tracciato e di abbinare altre attività di svago alla fruizione del percorso ciclo- pedonale. A breve distanza da alcuni punti di accesso alla pista si trovano siti di interesse culturale e centri abitati dove trovare bar, ristoranti, sistemazioni alberghiere e altri servizi. Particolare è l’attraversamento di un’area naturalistica protetta, la Riserva Naturale zona umida di Les Iles, che rappresenta il più importante sito regionale di sosta e alimentazione per gli uccelli migratori. Arrivati a Fénis è consigliata la visita al suo celebre castello.

    Sci estivo

    Esistono gli eterni sognatori e tra questi gli eterni sciatori. Ecco perché in Valle d’Aosta lo sci non è uno sport invernale ma un vero stile di vita da praticare anche in estate. A Breuil-Cervinia le grandi discese sulla neve sono infatti sempre possibili salendo ai 3.500 metri di Plateau Rosà. La stagione estiva ha preso il via il 20 giugno e si protrarrà fino al 27 settembre.
    Raggiunta Plateau Rosà, ai piedi del Cervino, non resta dunque che indossare gli sci e l’attrezzatura adatta per godere dello sport invernale per eccellenza con il sole estivo sul volto: 25 km circa di piste adatte a tutte le esigenze tecniche, sci alpino e anche snowboard, nel comprensorio sciistico estivo più grande d’Europa.

    Arrampicata e vie ferrate
    Una palestra sotto l’azzurro intenso del cielo e il verde acceso delle praterie alpine. Quando le giornate si allungano, le pareti rocciose con le loro crepe naturali e le loro rientranze, disegnano percorsi emozionanti capaci di regalare incredibili vedute sulle bellezze naturali di questa regione.

    Territorio ricco di fascino e di avventura, la Valle d’Aosta offre agli appassionati e ai curiosi arrampicate su pareti naturali e vie ferrate da vivere in compagnia delle guide alpine – sempre pronte a garantirne la sicurezza.

    Tra le pareti naturali più affascinanti, la palestra di Molliet – situata nella piccola ed incontaminata Valgrisenche. Nel primo settore, che si incontra lungo il sentiero di accesso, si trovano le vie più facili, ideali per i primi passi, mentre il settore sinistro presenta vie più complesse. L’attività richiede comunque esperienza tecnica e la presenza di una guida alpina.

    Per gli escursionisti preparati, le vie ferrate rappresentano la possibilità di oltrepassare i propri limiti per entrare direttamente nell’universo verticale dell’alpinismo. A differenza infatti dell’arrampicata, la via ferrata prevede percorsi attrezzati artificialmente con funi ed altri appigli utili e richiede preparazione fisica ed un’adeguata attrezzatura (moschettoni, casco ed imbragatura).

    Un esempio per tutte, a Rhêmes-Notre-Dame – incantevole borgo nella zona del Gran Paradiso – si trova la ferrata di Casimiro, un percorso emozionante che attraverso diverse combinazioni permette a tutti di immergersi in un paesaggio suggestivo tra ponti tibetani e arditi passaggi.

    Inoltre, la Valle d’Aosta offre anche una dozzina di pareti artificiali e strutture d’arrampicata, perfette per migliorare la tecnica già acquisita o per iniziare ad approcciarsi a questo nuovo sport.

     Sport d’acqua

    Le acque bianche della Dora Baltea e dei torrenti alpini della Valle d’Aosta riservano discese entusiasmanti, con rapide e scivoli naturali. Ci si può divertire con il rafting a bordo di gommoni e accompagnati da guide specializzate, oppure praticando l’hydrospeed è possibile sfidare le acque di fiumi e torrenti con una tavoletta. Il kayak fluviale con chiglia arrotondata è maneggevole e adatto per manovre rapide e precise in spazi brevi, mentre la canoa canadese, invece, si distingue dal kayak per l’uso di una sola pala.

     Sport dell’aria
     

    All’uomo piace volare. È questo il più grande sogno che da sempre dimora nella mente umana, ecco perché tra le esperienze sportive che arricchiscono la Valle d’Aosta, gli sport dell’aria continuano ad affascinare grandi e piccini.
    Con il naso all’insù non è raro imbattersi in coloratissime mongolfiere, alle quali si affiancano altre attività come il volo a vela, a motore e il volo in elicottero. É grazie alla morfologia del territorio e anche alle nuovissime tecnologie anche il volo in parapendio è sempre più diffuso, merito anche degli attrezzi biposto.             

     
    Che si parta dall’aeroporto di Aosta “Corrado Gex”, dalle basi per i voli in elicottero o che si salga in cielo in mongolfiera, sembrerà quasi di poter toccare con un dito le cime delle montagne circostanti.             

    Golf

    La Valle d’Aosta accoglie gli amanti del green grazie ai suoi numerosi circuiti e campi pratica per l’allenamento, che permettono di praticare questo sport immersi negli spettacolari e unici panorami alpini. Ai piedi delle grandi vette, il Golf Club del Cervino è uno dei percorsi più alti d’Europa e si sviluppa a fianco del torrente Marmore, nei pressi del centro abitato di Breuil-Cervinia, mentre in media montagna si trova il Golf Club Gressoney Monte Rosa, a 200 metri dal centro di Gressoney-Saint-Jean, dove la valle svela lo spettacolare panorama del ghiacciaio del Monte Rosa; qui ogni buca è diversa per le caratteristiche tecniche ma anche per l’ambiente circostante, dal Torrente Lys, dalla pendenza del fairways, dalla presenza del bosco o da una spettacolare cascata. I panorami mozzafiato del Monte Bianco si possono invece ammirare dal Golf Club Courmayeur et Grandes Jorasses; la Club House, nata come riserva di caccia, è stata recentemente ristrutturata preservando il classico stile della baita di montagna. LEGGI TUTTO

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    Utilitarie e compatte: “piccole” grandi Mazda

    Quando lo spazio a disposizione è poco, devi aguzzare l’ingegno. Un vero e proprio mantra per i giapponesi “di città”, da sempre abituati a sfruttare al meglio il poco spazio disponibile nelle affollate metropoli del Sol Levante. Un’attitudine, in campo automotive sublimata in uno stile minimal e hypertech, votato all’efficienza e alla praticità, che Mazda ha saputo far suo sin dalle origini; senza mai arrivare a sacrificare quel fattore emozionale – estetico e funzionale – alla base della sua produzione. In altre parole, l’arte di saper rendere grandi anche le “piccole”, che sin dagli esordi ha caratterizzato lo sviluppo e la commercializzazione delle utilitarie e delle compatte della Casa di Hiroshima. 

    IL PRIMO SUCCESSO FU UNA MICROCAR
    Già nel 1940, Mazda aveva realizzato il prototipo di una piccola berlina capace di restituire sensazioni tipiche di auto di maggiori dimensioni. Ma bisogna attendere il 1960, per vedere concretizzarsi l’ingegnosa capacità del marchio di dar vita a mezzi di piccole dimensioni, ma dalla grande personalità; modelli che sarebbero diventati un pilastro centrale della sua produzione.Compatta, due porte, forme da coupé. La mitica R360 spuntava meno di quattrocento chili sulla bilancia (380 il dato dichiarato) e raggiungeva i 90 Km/h di velocità massima. Ma soprattutto, questa microcar di successo rappresentò un lucido esempio di quella capacità nella ricerca stilistica e tecnologica, che ha forgiato negli anni il DNA di Mazda, caratterizzandolo come produttore di mezzi emozionali, mai scontati, e divertenti da guidare.

    Il motore a quattro tempi era più silenzioso, pulito e parco nei consumi, rispetto ai due tempi usati dalla concorrenza. Un V-twin da 360 cm3 (all’epoca c’erano dei limiti imposti dal governo giapponese per questo genere di auto) capace di appena 16 CV, che però, grazie al peso ridotto (risultato raggiunto utilizzando leghe leggere in alluminio e magnesio), consentiva comunque una guida spigliata e divertente. Oltre al motore a quattro tempi, la R360 vantava anche un tecnologico cambio manuale e semiautomatico opzionale a quattro velocità, il primo convertitore automatico di coppia del Giappone.
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    EVOLUZIONE DELLA SPECIE
    La Mazda Carol, che seguì nel 1962, arrivò prima in versione a due porte, per poi affermarsi come la berlina a quattro porte più compatta del mondo. Nonostante una lunghezza analoga alla R360 Coupé, l’aspetto della Carol era caratterizzato dal passo più lungo e dal lunotto posteriore invertito, che aumentava lo spazio interno; inoltre, la robusta carrozzeria monoscocca e le sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, la rendevano particolarmente confortevole in marcia. Replicando il successo della R360, la Carol divenne una hit immediata raggiungendo la quota di due terzi del segmento delle microcar in Giappone nel 1962.
    LA COMPATTA PER LA “FAMILIA”
    In un repentino consolidamento della gamma auto, nel 1963 esordisce la compatta Mazda Familia, disegnata da Giorgetto Giugiaro e proposta in 3 varianti: berlina, wagon e coupé. Un modello di successo, versatile, capace di ospitare a bordo 5 persone e improntato alla massima praticità, che fu rinnovato nel 1967, e l’anno seguente fu reso disponibile anche con il motore rotativo. Noto come Familia Rotary/R100, il propulsore a doppio rotore da 100 CV permetteva di coprire il quarto di miglio in 16,4 secondi e di raggiungere una velocità massima di 180 km/h. La R100 fu anche una delle prime Mazda rotative esportate in Europa (insieme alla Mazda RX-2), sebbene fossero più popolari i meno costosi modelli Familia con motore a pistoni. 
    VOCE DEL VERBO HATCHBACK
    Era il 1977, quando sul mercato esordiva la Mazda 323. Dallo spiccato stile europeo, si trattava di una hatchback proposta in versioni a tre o cinque porte e in seguito come wagon. Il modello più longevo e più venduto di Mazda fino a oggi, che nella seconda metà degli anni ‘80 fu proposto anche in potenti versioni di serie, da quelle a quattro ruote motrici, alla 323F (prodotta dal 1989 al 1998, una fastback a cinque porte sportiva “da famiglia” con fari a scomparsa), fino alla 323 con motore V6 uscita nel 1994. 
    PICCOLE FUORI, GRANDI DENTRO
    Di una taglia più piccola, la Mazda 121, introdotta nel 1986, seguì le prime Mazda nel fatto di apparire grande all’interno nonostante i soli 3,5 metri di lunghezza esterna. Fra le soluzioni tecniche, spiccava il divano posteriore scorrevole dotato di un meccanismo azionabile sia dal bagagliaio che dai sedili stessi. NEL 1996 arriva poi la Mazda Demio, un’utilitaria minivan con maggiore spazio per la testa, configurazione variabile dei sedili e portellone posteriore molto ampio. Ribattezzata Mazda2 nella maggior parte del mondo, la generazione successiva (2002-2007) ne ha mantenuto le linee pulite mentre aggiungeva in Giappone una versione e-4WD dotata di un motore elettrico che agiva sulle ruote posteriori per migliorare la trazione.
    MAZDA3
    Dopo 36 anni di onorato servizio, nel 2003 la 323 lascia il posto alla compatta Mazda3, dotata di un inedito accento prestazionale. In particolare la versione MPS da 260 CV (2006-2013), che poteva arrivare a 100 km/h in circa 6 secondi, per una velocità di punta prossima ai 250 km/h. La Mazda3 ha rappresentato un passo avanti in termini di design e comfort con opzioni come i sedili in pelle e i fari allo xeno, solitamente riservate a vetture molto più costose.

    MAZDA2, IL SALTO!
    Nel frattempo, la Mazda2 di nuova generazione, arrivata nel 2007, adottava una forma a due volumi più compatta e aerodinamica; al contempo diminuiva il peso e migliorava la dotazione tecnica: i 100 kg in meno sulla bilancia e le sospensioni migliorate fecero crescere prestazioni e agilità. Già Nel 2012 in Giappone ne è stata offerta una versione elettrica a batteria a tiratura limitata, primo “laboratorio” esperenziale per la crossover elettrica MX-30 che ha esordito quest’anno.

    INNOVAZIONE AL POTERE
    La tecnologia Skyactiv è arrivata per la prima volta sulle piccole Mazda nel 2013 con la terza generazione della Mazda3 e, un anno dopo, con il lancio della nuova Mazda2. Utilizzando materiali inediti e una nuova tecnologia intelligente, la gamma totalmente rinnovata per motori, trasmissioni, carrozzerie e telai ha migliorato tutti gli aspetti in termini di prestazioni, efficienza e sicurezza.Entrambi i modelli sono stati sottoposti anche a una revisione stilistica totale secondo il linguaggio di design Kodo, minimal e raffinato. Allo stesso tempo, Mazda ha portato l’ergonomia dell’abitacolo a un nuovo livello con il suo concetto di interni umanocentrici, in cui tutto è studiato per migliorare la vita a bordo di guidatore e passeggeri. I progressi nell’ingegneria continuano ancora oggi con il sistema ibrido Mazda M Hybrid disponibile su entrambi i modelli, che riduce significativamente il consumo di carburante. C’è anche lo Skyactiv-X, il primo motore a benzina di serie al mondo con accensione per compressione che combina i vantaggi del benzina con quelli dei diesel.
    Tutta la gamma Mazda: il listino completo LEGGI TUTTO

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    GP Repubblica Ceca, Nakagami primo nelle libere, ottavo Valentino Rossi

    BRNO – Takaaki Nakagami, in sella alla Honda LCR, si dimostra il più veloce nelle prime libere del Gran Premio della Repubblica Ceca di MotoGP. Il pilota giapponese fa segnare il tempo di 1:57.353 precedendo di 0.011 la Suzuki di Joan Mir. Sul terzo gradino del podio si piazza Pol Espargaro con la KTM staccato di 0.039. Valentino Rossi, con la Yamaha M1, chiude in ottava posizione a 0.293 mostrando di trovarsi subito a suo agio su una pista che lui ama tanto.
    Quartararo solo tredicesimo
    Pochissima differenza tra i piloti scesi in pista visto che i primi dieci sono racchiusi in soli 4 decimi. Joan Zarco, con la Ducati Avintia, si ferma ai piedi del podio mentre Maverick Vinales è quinto con la prima delle Yamaha. Dovizioso e Petrucci, con le due Rosse ufficiali, si piazzano in sesta e settima posizione mentre Morbidelli, Yamaha Petronas, e Cal Crutchlow, Honda LCR, chiudono la Top Ten. Fabio Quartararo, leader del mondiale, è solo tredicesimo. LEGGI TUTTO

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    GP Repubblica Ceca, Nakagami vola nelle libere, Valentino Rossi ottavo

    BRNO – Takaaki Nakagami, con la Honda LCR, vola nella mattina di Brno nelle prime libere del Gran Premio della Repubblica Ceca di MotoGP. Il pilota giapponese ferma il cronometro a 1:57.353 e precede di 0.011 la Suzuki di Joan Mir. Sul terzo gradino del podio c’è Pol Espargaro con la KTM staccato di 0.039. Valentino Rossi, con la Yamaha M1, chiude in ottava posizione a 0.293 mostrando di trovarsi subito a suo agio su una pista che lui ama tanto.
    Tempi strettissimi
    Pochissima differenza tra i piloti scesi in pista visto che i primi dieci sono racchiusi in soli 4 decimi. Joan Zarco, con la Ducati Avintia, si ferma ai piedi del podio mentre Maverick Vinales è quinto con la prima delle Yamaha. Dovizioso e Petrucci, con le due Rosse ufficiali, si piazzano in sesta e settima posizione mentre Morbidelli, Yamaha Petronas, e Cal Crutchlow, Honda LCR, chiudono la Top Ten. Fabio Quartararo, leader del mondiale, è solo tredicesimo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Il prossimo anno sarò con Ducati, ma non so in quale squadra”

    ROMA – Vicino al podio nella seconda gara di Jerez de la Frontera, Pecco Bagnaia ha confermato alla vigilia del weekend di Brno che sarà un pilota della Rossa anche nel 2021. “Il mio obiettivo era di rimanere in Ducati, perché tre anni fa avevamo fatto una scommessa insieme e io volevo fare il mio debutto in MotoGP con la Ducati. Non ho ancora firmato un contratto, ma sono contento perché so che resterò con loro anche nel 2021” ha detto Bagnaia. “Anche se non so ancora in quale squadra”, ha poi aggiunto l’ex campione del mondo di Moto2. “Al momento sto cercando di essere veloce e costante. Bisognerà continuare come abbiamo fatto a Jerez e vedere cosa succederà. L’importante è riuscire comunque ad essere una delle Ducati più veloci, se non la più veloce. Questo è l’obiettivo principale”, ha proseguito il pilota italiano.
    Podio mancato a Jerez
    “A Jerez ero quello più efficiente nella fase di frenata ed ingresso. Le piste non sono tutte uguali. Vedremo qua, dove comunque ci sono delle frenati importanti, nelle quali si può fare la differenza, quindi cercheremo di adeguare la stessa cosa anche a questo tracciato”. Mentre per quanto riguarda la rottura del motore della sua Ducati che gli ha tolto un podio in cassaforte ha spiegato: “Non so cosa sia successo, ma è un qualcosa a cui io non devo pensare. Il mio lavoro è andare in moto, poi ci sono i tecnici per vedere queste cose. Ovviamente vorrei sapere se si tratta di un problema che potrebbe ricapitare o meno. Una volta che so quello, però, non ho neanche troppa voglia di approfondire il discorso. Ormai tanto è andata così”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Nel 2021 resto in Ducati, ma non so in quale team”

    ROMA – Vicino al podio nella seconda gara di Jerez de la Frontera, Pecco Bagnaia ha confermato alla vigilia del weekend di Brno che sarà un pilota della Rossa anche nel 2021. “Il mio obiettivo era di rimanere in Ducati, perché tre anni fa avevamo fatto una scommessa insieme e io volevo fare il mio debutto in MotoGP con la Ducati. Non ho ancora firmato un contratto, ma sono contento perché so che resterò con loro anche nel 2021” ha detto Bagnaia. “Anche se non so ancora in quale squadra”, ha poi aggiunto l’ex campione del mondo di Moto2. “Al momento sto cercando di essere veloce e costante. Bisognerà continuare come abbiamo fatto a Jerez e vedere cosa succederà. L’importante è riuscire comunque ad essere una delle Ducati più veloci, se non la più veloce. Questo è l’obiettivo principale”, ha proseguito il pilota italiano.
    Podio mancato a Jerez
    “A Jerez ero quello più efficiente nella fase di frenata ed ingresso. Le piste non sono tutte uguali. Vedremo qua, dove comunque ci sono delle frenati importanti, nelle quali si può fare la differenza, quindi cercheremo di adeguare la stessa cosa anche a questo tracciato”. Mentre per quanto riguarda la rottura del motore della sua Ducati che gli ha tolto un podio in cassaforte ha spiegato: “Non so cosa sia successo, ma è un qualcosa a cui io non devo pensare. Il mio lavoro è andare in moto, poi ci sono i tecnici per vedere queste cose. Ovviamente vorrei sapere se si tratta di un problema che potrebbe ricapitare o meno. Una volta che so quello, però, non ho neanche troppa voglia di approfondire il discorso. Ormai tanto è andata così”.

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