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    La top 10 delle città coi parcheggi più cari al mondo

    Nelle grandi città spesso ci lamentiamo di non trovare parcheggio, ma una volta trovato il rischio è di rimanere scioccati di fronte ai costi per la sosta delle auto. Il portafogli potrebbe alleggerirsi notevolmente e, stando ai dati elaborati dalla ricerca sui costi del 2020 di Fixter, l’Italia e le sue città non sono poi così care come invece sembrano. Basta fare il paragone con alcune località internazionali, da Manhattan a Londra, per vedere la differenza. Su Fixter è stata elaborata una top 10 dei posti più cari al mondo, comprendendo tutte le tipologie di parcheggio: dagli aeroporti alle zone più esclusive delle metropoli.
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    Le varie categorie
    Quando si parla di parcheggio si devono fare delle premesse. Il normale parcheggio per strada non può essere paragonato al posto auto di un condominio di lusso (che a Manhattan sembra sia stato pagato addirittura un milione di dollari) o alla sosta in alcune aree speciali, come i distretti dello shopping. Su questo versante, l’Europa non ha rivali: Amsterdam è al primo posto con 7,50 euro l’ora, seguita da Londra (5,83), Utrecht (5,53), Edimburgo e Mosca a pari merito al quarto (con 5,47 euro) e Ottawa (in Canada, a 4,83). La prima delle italiane è Roma, con 1,20 euro all’ora, al 54esima posto.
    Record assoluto, però, per Filadelfia. Il costo del parcheggio per assistere agli incontri sportivi è di ben 36,57 euro (quasi 43 dollari).
    Padova, parcheggia la Porsche sotto ai portici: “Avevo paura che si bagnasse” LEGGI TUTTO

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    Marsala e dintorni, un angolo di paradiso in Sicilia

    Il territorio Marsala, in provincia di Trapani, nasconde bellezze di ogni tipo. Paesaggi affascinanti accompagnati da tramonti da favola, saline e antiche testimonianze storiche per un viaggio che porta alla scoperta di una sorta di universo parallelo. L’itinerario parte da Capo Lilibeo, estrema punta occidentale dell’isola, da cui, seguendo la costa, si raggiunge la Riserva Naturale Orientata “Isole dello Stagnone di Marsala”, lungo una strada piacevole e panoramica, che lambisce le acque di un’affascinante laguna, tra colorate barchette di pescatori e piccoli pontili.
    Un luogo magico, in cui il tempo viene scandito dalla lavorazione del sale nelle caratteristiche vasche e dai tramonti infuocati, che tingono tutto di pura magia. Un paesaggio naturale di rara bellezza, quello dello “Stagnone” con le quattro isole che lo incorniciano: Mozia, Isola Grande, Schola e Santa Maria. Una laguna caratterizzata da acque tranquille, abitata sin dall’antichità; in particolare in epoca fenicia, come mostrano le preziose testimonianze sull’isola di Mozia. Poi, nel XV secolo, con la costruzione delle saline, lo Stagnone assunse l’aspetto peculiare che ancora oggi lo caratterizza, tra vasche, candide montagnelle di sale e operai al lavoro durante il giorno.Questo luogo, inoltre, è anche un importante sito di ripopolamento ittico: spigole, orate, triglie, saraghi e numerose altre specie, trovano tra le sue acque basse, calde e pulite, l’ambiente ideale per deporre le proprie uova. Ai bordi dei canali delle saline la vegetazione vanta salicornie, palme nane e giunchi, mentre numerose sono le specie di uccelli che sostano nella laguna, tra cui chiurli, anatre, folaghe, germani reali, aironi e falchi di palude.Ma è il tramonto il momento in cui un incantesimo sublime arriva ad avvolgere ogni cosa. Impossibile non rimanere sopraffatti dallo spettacolo della luce che rimbalza tra i cristalli di sale, di vasca in vasca, regalando infinite sfumature di colori, mentre il sole si immerge nelle acque del mare.

    Dall’Imbarcadero Storico G.Whitaker, in Contrada Spagnola, una rapida traversata in barca conduce sull’isola di Mozia, considerato uno dei siti archeologici più importanti in Italia. Le sue vicende sono legate alla colonia fenicia che vi si insediò nell’VIII secolo a.C. e che in breve tempo divenne una delle più ricche e floride del Mediterraneo, grazie alla posizione strategica che la poneva al centro di importanti rotte commerciali. Ma la sua ascesa fu spezzata improvvisamente, nel 397 a.C., dalla furia dell’esercito di Dioniso di Siracusa. Dopo la sconfitta, l’isola fu abbandonata e visse all’ombra della storia, finché, nel XVIII secolo, non iniziarono a riaffiorare i primi reperti fenici. In particolare, il gruppo scultoreo dei leoni in lotta col toro che oggi si trova al Museo Withaker, il cui nome deriva dall’archeologo che riportò alla luce i resti della città, ai primi del ‘900. È grazie a lui, se oggi si può andare alla scoperta del santuario di Cappiddazzu, della casa dei Mosaici, del Tofet, del Kothon e di tutte le testimonianze che rendono imperdibile una visita dell’isola.
    Infine una curiosità: ancora oggi, durante la bassa marea, è possibile scorgere la traccia della strada sommersa (circa un metro, un metro e mezzo d’acqua), che collegava Mozia alla terraferma, e su cui transitavano i grandi carri pieni di merci. LEGGI TUTTO

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    Da Lerici alla foce del Magra, tra borghi e antichi castelli

    Borghi incantati e boschi verdi dove il panorama toglie il fiato e lascia spazio alle emozioni. Tra il Golfo dei Poeti, o meglio di La Spezia, e il letto del fiume Magra una piccola parte di terra si allunga verso il mare e il cielo e crea un’oasi di verde che merita sicuramente il viaggio. A Lerici si arriva comodamente con la A12, uscita Sarzana, o con la Strada Statale 1, ovvero la via Aurelia. Qui, tra i caruggi dalle case colorate, il lungomare, il castello affacciato sulle banchine del porto, si respira la Liguria più classica, focaccia e Pinguino compresi. Prima di salire lungo la provinciale fino a Montemarcello, è d’obbligo una deviazione lungo la strada costiera fino a Tellaro, impervio e isolato come i borghi delle Cinque Terre. Dalla piazzetta, su cui si affacciano negozi e gelaterie, si scende a piedi fino al mare, tra lo scivolo pieno di barche e la chiesa di San Giorgio.
    Per salire a Montemarcello è necessario tornare verso Lerici e procedere in direzione La Serra, borgo autentico e raro, non ancora trasformato dal turismo, dove i bar alla moda e i ristoranti gourmet non sono ancora arrivati e il locale circolo organizza tutte le estati, a fine agosto, un’incredibile sagra della lumaca. La strada sale immersa nel verde e il panorama sul Golfo dei Poeti, con sullo sfondo Portovenere e le isole della Palmaria e del Tino, è davvero straordinario, specie al tramonto. Passato Zanego, una manciata di case nascoste nella macchia, il paese di Montemarcello è una sorpresa. Perfettamente restaurato, con le vecchie case trasformate in sofisticate dimore di vacanza, è un piccolo gioiello di stradine, stretti passaggi, scale e piazzette.

    Da qui, anziché proseguire fino ad Ameglia, consigliamo di imboccare la strada stretta e tortuosa che in un allegro gioco di curve piomba alle spalle di Bocca di Magra, sulla riva destra del fiume, proprio dove le sue acque si confondono con quelle del mare. Da queste parti per colazione, aperitivo e cena si va alla Capannina da Ciccio, una vera istituzione, che negli anni, più di sessanta, si è trasformato da capanna di canne a ristorante-galleria d’arte. Dopo aver costeggiando il Magra fino al ponte più vicino, prima di attraversarlo vale la pena di arrampicarsi per tre chilometri e arrivare al borgo di Ameglia, appollaiato in cima a un colle, con le case disposte a cerchi concentrici e mura di difesa del XIII secolo. 
    Oltrepassati il fiume e l’Aurelia, si sale quindi a Castelnuovo Magra, con i resti delle mura e del castello duecentesco e uno splendido “Calvario” attribuito a Brueghel il Vecchio. Ancora più su, ed ecco la frazione di Vallecchia, dove si gustano nella locale trattoria i piatti tipici della Lunigiana: testaroli, funghi, cinghiale e sgabei. Ultima tappa, la città di Sarzana, con i suoi due castelli e il borgo murato cinquecentesco rimasto quasi intatto. Il centro storico, tra Porta Parma e Porta Romana, lungo l’antico tratto della Via Francigena, è un concentrato di palazzi nobiliari arricchiti da pregevoli opere in ferro battuto, tradizione e vanto cittadino. LEGGI TUTTO

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    PSA, nel 2023 arriva la nuova piattaforma eVMP per l'elettrico

    La nascita di Stellantis è prevista entro la fine del primo trimestre del 2021. Ma per raggiungere la fusione con FCA, il Gruppo PSA sta costruendo un piano organizzativo ben definito, che emerge dalla semestrale del gruppo in cui sono compresi anche i dati finanziari relativi all’andamento nella prima metà del 2020 rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
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    Uno scenario sul quale nei giorni scorsi si è registrata l’interruzione momentanea dell’esame da parte della Commissione Europea degli effetti della fusione sulla concorrenza nel settore dei veicoli commerciali leggeri.
    Elementi in comune con la EMP2
    Sul piano industriale, in chiave di prodotto elettrificato – elettrico a batteria e ibrido plug-in –, poi, va rilevata la novità di una nuova piattaforma (in foto, Citroen e-C4, sviluppata su piattaforma e-CMP) sulla quale, nel 2023, verrà prodotto il primo modello, un suv di segmento C.
    La eVMP, questo il nome della piattaforma, verrà sviluppata con un ridotto impegno economico sul fronte della ricerca e sviluppo, grazie a un ricorso esteso a soluzioni dell’attuale piattaforma EMP2, moderna base dei modelli di segmento C e D del Gruppo PSA.

    Batterie tra i 60 e i 100 kWh
    Sarà possibile integrare la produzione nei processi attuali degli stabilimenti, senza richiedere grandi accorgimenti, quindi costi di adeguamento da sostenere. All’interno del passo potrà alloggiare pacchi batterie tra i 60 e i 100 kWh, un fronte sul quale si registra l’annuncio dell’impiego di moduli standard, altro punto chiave nell’ottica di contenimento dei costi. Vuol dire non dover prevedere moduli su misura per alloggiamenti dedicati in piattaforme progettate per motori termici.
    Le elettriche su piattaforma eVMP avranno un’autonomia di marcia che potrà spaziare tra modelli da 400 km fino a progetti da 650 km, con un singolo motore elettrico anteriore o trazione quattro ruote motrici e valori di potenza fino a 340 cavalli.
    La flessibilità della eVMP, frutto del carry over con la EMP2 delle termiche e ibride PSA, permetterà di offrire anche modelli ibridi.
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    Un passaggio tecnologico importante se letto nell’ottica di quel che sarà la nuova entità Stellantis e la presenza in portfolio di una piattaforma per l’elettrico di dimensioni compatte e medie, declinabile in più varianti di carrozzeria.
    I risultati finanziari
    Annunci a margine di risultati finanziari che hanno visto il Gruppo PSA chiudere il primo semestre 2020 con un fatturato di 25,1 miliardi di euro, in calo del 34,5% su base annua (-35,5% dalla divisione auto) e un margine operativo del Gruppo a 517 milioni di euro, crollato di -84,5% per le ripercussioni dovute alla pandemia di coronavirus. LEGGI TUTTO

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    Milano Monza Motorshow, la sicurezza al primo posto

    L’atteso Milano Monza Open-Air Motorshow, dopo lo slittamento causa Covid-19, si prepara a partire. Il coronovirus non ha solo posticipato il salone (che da giugno è slittato all’autunno 2020, dal 29 ottobre al 1° novembre), ma ha anche reso necessario un cambiamento di formula. Evitare assembramenti è al primo posto della lista di regole da rispettare, anche al salone dell’auto, nonostante la voglia di ripartire sia davvero tanta. 
    Milano protagonista in piazza
    E allora ecco che le due anime dei motori, produzione e motorsport, avranno la propria sede dedicata, ma sempre unita dalla passione per le quattro e due ruote.
    Milano e le sue 40 piazze saranno il centro della manifestazione, un salone a cielo aperto e gratuito per il pubblico. Attorno al Duomo saranno esposte le anteprime nazionali e le auto rappresentative delle case automobilistiche, una per brand. Per le vie e gli altri luoghi simbolo della capitale lombarda, le Case auto e moto esporranno le loro novità di prodotto su pedane tutte uguali, scoperte e illuminate, dando al pubblico la possibilità di conoscere e vedere i modelli attualmente in commercio, con particolare attenzione alle motorizzazioni green.
    Modelli che il pubblico potrà provare su strada, previa prenotazione su portale dedicato, nell’altra area comune della manifestazione che sarà al Castello Sforzesco: i test drive delle auto elettriche e ibride plug-in saranno in piazza Castello, quelli delle vetture full hybrid, mild hybrid e delle altre motorizzazioni si troveranno in piazza Sempione.
    Monza, anima racing
    L’Autodromo di Monza, invece, sarà uno spazio dedicato ai brand con le corse nel DNA e dove si svolgeranno le attività dei trackday delle Case e dei club di appassionati.
    Le dichiarazioni
    Racconta Andrea Levy, presidente Milano Monza Open-Air Motor Show: “La situazione attuale ci ha condotti a un’evoluzione del format della nostra manifestazione che, diventando diffusa su un territorio ampio come quello di Milano, scongiura i rischi di assembramento e regala alla città e a tutto il sistema automotive la possibilità di ripartire, con tutte le accortezze del caso. Le case automobilistiche, e anche quelle motociclistiche, avranno così la possibilità di mostrare al pubblico delle vere e proprie anteprime assolute e questo sarà possibile grazie al supporto del Comune di Milano, che ha sposato il progetto. L’Autodromo di Monza sarà per il tempio della passione, dove si daranno appuntamento i brand con l’anima racing, i collezionisti e i club, i quali si divertiranno girando sul circuito di Formula 1 e l’Anello Alta velocità”.
    Un’occasione importante che unisce i desideri di mettersi in gioco del sistema automobilistico italiano e della città di Milano, così come commentato da Roberta Guaineri, Assessore al Turismo del Comune di Milano: “Milano accoglie con entusiasmo questa manifestazione, una vetrina diffusa in molte zone della città per mettere in mostra il meglio della produzione automobilista internazionale, con particolare attenzione ai modelli più sostenibili ed ecologici. Un evento che sono certa contribuirà a rilanciare la nostra bella città nel mondo dopo mesi di blocco forzato per l’emergenza sanitaria”.
    Cosa c’è da sapere
    Il concept del Milano Monza Open-Air Motor Show si è modellato per far incontrare la voglia di ripartenza del settore automobilistico con l’attenzione necessaria in questo periodo: così le pedane avranno tutte un QR code con le informazioni sul modello fornite dai brand, in modo da evitare code per richieste informative, e saranno previsti percorsi con tenditori per separare ingressi e uscite dalle installazioni.
    Sul sito www.milanomonza.com sarà caricata una mappa della manifestazione, così che il pubblico possa orientarsi e stabilire i suoi percorsi preferiti di visita. Inoltre sul sito si troveranno anche le indicazioni per prenotare le prove di test drive in città di tutte le motorizzazioni, con particolare attenzione ai modelli elettrici, ibridi plug-in e ibridi.
    Nel Cortile del Castello Sforzesco il pubblico troverà prototipi e one-off dei più grandi carrozzieri che hanno disegnato la storia dell’automobilismo mondiale. Non mancherà la piazza dedicata al classico e al motorsport, con collezionisti e club che esporranno le auto più significative dell’automotive.
    Milano e Monza unite dalla passione per le quattro ruote ma non solo: con la Journalist Parade i più autorevoli giornalisti italiani e stranieri uniranno, idealmente, le due location della manifestazione con una sfilata che dal centro di Milano arriverà in Autodromo, una parata a bordo delle ultime novità delle case automobilistiche che li porterà a girare sia sul circuito di Formula 1 che sul circuito antico con le due sopraelevate. LEGGI TUTTO

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    Maserati Trofeo, si aggiungono anche Ghibli e Quattroporte

    Ghibli e Quattroporte sono quasi pronte per il loro ingresso nella famiglia Maserati Trofeo. Dopo Levante, quindi, anche la berlina e l’ammiraglia verranno presentate nello speciale allestimento.
    La presentazione
    Manca davvero poco, bisognerà aspettare il 10 agosto per vedere i due modelli che andranno a completare il tridente, è proprio il caso di dirlo, di punta della gamma. 
    Maserati ha lasciato un indizio “Scolpite dalla pura idea di velocità e guidate dalla passione per i motori V8. Solo le più potenti diventano Trofeo”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Molto soddisfatto del quinto posto a Jerez”

    JEREZ – “Il risultato è stato davvero buono. Sono contento e sono stato vicino al podio per tutta la gara”. Joan Mir non nasconde tutta la sua gioia dopo aver concluso al quinto posto il Gran Premio di Andalusia di domenica scorsa.
    Nessun dato
    Il centauro di Palma di Maiorca, come riporta il sito specializzato Crash.net, dopo essere uscito nella gara di esordio sempre a Jerez, si è riscattato sul circuito spagnolo eguagliando il suo miglior risultato in carriera nella MotoGP: “Il fatto che entrambe le Suzuki fossero uscite nel primo GP di Jerez ci ha penalizzato perché non avevamo dati. Peccato perché nel momento in cui mi trovavo in lotta con Nakagami a mezzo secondo dalle Yamaha ho avuto problemi all’anteriore”.
    Il pilota della Suzuki conferma come le alte temperature abbiano inciso: “Rimanere nella scia di altre moto, con le temperature dell’asfalto così alte non ci ha facilitato e alla fine ero sfinito. Sono però contento di aver finito la gara in quinta posizione” ha concluso Mir. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Temperature altissime a Jerez mi hanno sfinito”

    JEREZ – “Il risultato è stato davvero buono. Sono contento e sono stato vicino al podio per tutta la gara”. Il pilota della Suzuki, Joan Mir, è molto contento dopo essere giunto quinto, domenica scorsa, nel Gran Premio di Andalusia, seconda prova del Motomondiale 2020 di MotoGP.
    Ottima quinta posizione
    Il centauro di Palma di Maiorca, come riporta il sito specializzato Crash.net, dopo essere uscito nella gara di esordio sempre a Jerez, si è riscattato sul circuito spagnolo eguagliando il suo miglior risultato in carriera nella MotoGP: “Il fatto che entrambe le Suzuki fossero uscite nel primo GP di Jerez ci ha penalizzato perché non avevamo dati. Peccato perché nel momento in cui mi trovavo in lotta con Nakagami a mezzo secondo dalle Yamaha ho avuto problemi all’anteriore”.
    Il pilota della Suzuki conferma come le alte temperature abbiano inciso: “Rimanere nella scia di altre moto, con le temperature dell’asfalto così alte non ci ha facilitato e alla fine ero sfinito. Sono però contento di aver finito la gara in quinta posizione” ha concluso Mir.

    MotoGP, Top e Flop: i migliori e peggiori del Gp d’Andalusia VIDEO LEGGI TUTTO