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    Eccesso di velocità durante il lockdown costa caro: 33mila euro di multa

    Una bella collezione di 70 infrazioni al Codice della Strada e un totale di 33mila euro di multa sono stati i “regali” che gli agenti della Polizia locale di Verona hanno finalmente consegnato al “conducente fantasma”. Si tratta di un uomo italiano di 33 anni, residente in Campania, che nei mesi scorsi si è dato alla pazza gioia per le strade di Verona (anche nei mesi di lockdown!). Per molto tempo gli agenti non sono riusciti a scoprire l’identità del conducente, ma adesso l’uomo ha un grosso debito da saldare.
    Disabili in auto, ingresso libero nelle ZTL di tutta Italia
    Anche durante il lockdown
    In otto mesi, in cui sono compresi marzo e aprile 2020 durante i quali la circolazione era ridotta solo a spostamenti necessari e comprovati, a carico dell’uomo sono stati emessi 67 verbali per eccesso della velocità in tangenziale Nord (raggiunti i 130 km/h) e tre per passaggio irregolare in Ztl, sempre a bordo di una Renautl noleggiata. Numeri da record.
    La faccenda ha fatto insospettire gli agenti perché nonostante l’azienda di noleggio, come previsto dal Codice della strada, avesse sempre comunicato al Comando i dati di chi aveva in uso il veicolo, i verbali tornavano indietro. Il motivo? Il soggetto non risultava all’indirizzo segnalato. Finalmente, dopo mesi, l’uomo è stato intercettato a Bussolengo e gli sono stati notificati tutti e 70 i verbali.
    La beffa della nullatenente: possiede 315 auto ma ha il reddito Covid-19 LEGGI TUTTO

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    Basket, Varese: Ingus Jakovics torna in biancorosso

    VARESE – Varese riabbraccia Ingus Jakovics, che ha firmato un contratto fino al termine della stagione 2020-2021 con opzione per quella successiva. Play-guardia lettone classe 1993 di grande dinamismo, Jakovics torna in biancorosso dopo l’ottima esperienza dello scorso anno, risultando una delle migliori sorprese dell’annata biancorossa (9.8 punti e 1.8 assist di media a partita). “Siamo contenti di aver firmato Ingus perché è un ragazzo che ha sempre tenuto molto a tornare a Varese – le parole di Andrea Conti, general manager della Openjobmetis Varese – Ci ha dato moltissimo lo scorso anno da piacevole sorpresa e siamo consapevoli che possa diventare una bella conferma per il roster dell’anno prossimo. Continuiamo con la linea di avere in squadra giocatori molto motivati”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Super Marquez: pronto per il GP di Andalusia

    BARCELLONA – Adesso è ufficiale. Il campione del mondo della MotoGP Marc Marquez domenica sarà in gara nella seconda gara del Motomondiale 2020, in programma sulla pista spagnola di Jerez de la Frontera.
    In pista domenica prossima
    A soli due giorni dall’operazione all’omero destro, attraverso il proprio profilo ufficiale twitter, la Honda ha confermato le voci circolate già ieri pomeriggio: l’otto volte iridato intende gareggiare. “Dopo l’operazione svolta con successo martedì, Marc Marquez tornerà a Jerez” si legge in un tweet ufficiale della Honda pubblicato stamattina. Appena ieri il pilota era stato dimesso dalla clinica di Barcellona. Oggi stesso ci saranno le visite mediche ufficiali, prima del via libero definitivo. Il campione del mondo della MotoGP domenica scorsa aveva subito una brutta caduta durante il gran premio di Spagna a Jerez, prima prova del mondiale 2020. Caduta che ha provocato la rottura in più punti dell’omero destro, ma nessuna lesione muscolare.
    Martedì il pilota è stato operato dall’equipe del dottor Mir in una clinica di Barcellona e ieri è stato dimesso in ottime condizioni. Tanto che già ieri stesso erano circolate le prime voci sulla voglia del centauro spagnolo di tornare immediatamente in pista, senza aspettare -come nelle previsioni iniziali- la terza prova del mondiale a Brno, nella prima settimana di agosto. Stamattina il tweet della Honda con l’annuncio che dopo l’operazione di martedì, perfettamente riuscita, Marquez è pronto per correre già a Jerez. Il via libera definitivo però dovrà arrivare dai medici ufficiali della corsa.

    After a successful operation on Tuesday, @MarcMarquez93 is heading back to Jerez.
    — Repsol Honda Team (@HRC_MotoGP) July 23, 2020 LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez d'acciaio: domenica in gara a Jerez

    BARCELLONA – Adesso è ufficiale. Il campione del mondo della MotoGP Marc Marquez domenica sarà in gara nella seconda gara del Motomondiale 2020, in programma sulla pista spagnola di Jerez de la Frontera.
    In gara nel GP di Andalusia
    A soli due giorni dall’operazione all’omero destro, attraverso il proprio profilo ufficiale twitter, la Honda ha confermato le voci circolate già ieri pomeriggio: l’otto volte iridato intende gareggiare. “Dopo l’operazione svolta con successo martedì, Marc Marquez tornerà a Jerez” si legge in un tweet ufficiale della Honda pubblicato stamattina. Appena ieri il pilota era stato dimesso dalla clinica di Barcellona. Oggi stesso ci saranno le visite mediche ufficiali, prima del via libero definitivo. Il campione del mondo della MotoGP domenica scorsa aveva subito una brutta caduta durante il gran premio di Spagna a Jerez, prima prova del mondiale 2020. Caduta che ha provocato la rottura in più punti dell’omero destro, ma nessuna lesione muscolare.
    Martedì il pilota è stato operato dall’equipe del dottor Mir in una clinica di Barcellona e ieri è stato dimesso in ottime condizioni. Tanto che già ieri stesso erano circolate le prime voci sulla voglia del centauro spagnolo di tornare immediatamente in pista, senza aspettare -come nelle previsioni iniziali- la terza prova del mondiale a Brno, nella prima settimana di agosto. Stamattina il tweet della Honda con l’annuncio che dopo l’operazione di martedì, perfettamente riuscita, Marquez è pronto per correre già a Jerez. Il via libera definitivo però dovrà arrivare dai medici ufficiali della corsa.

    After a successful operation on Tuesday, @MarcMarquez93 is heading back to Jerez.
    — Repsol Honda Team (@HRC_MotoGP) July 23, 2020 LEGGI TUTTO

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    FCA, perquisizioni della Guardia di Finanza per frode su emissioni, il Gruppo: “Pronti a collaborare”

    Tre sedi FCA sono state oggetto di una perquisizione a opera della Guardia di Finanza, ordinata dalla Procura di Torino: si tratta di Mirafiori, Lingotto e del Centro Ricerche di Orbassato.
    Operazioni resa necessarie per l’indagine, coordinata dal pm Vincenzo Pacileo, scattata in seguito a un’inchiesta condotta dalla procura di Francoforte, che stavano investigando su una possibile frode in commercio.
    La tesi sostenuta dai PM tedeschi verte sulla possibilità che vetture e veicoli commerciali FCA e Iveco adottino software illegali per alterare i valori delle emissioni inquinanti, dando una lettura più bassa, per ottenere l’omologazione durante i test su strada.
    Motori sotto inchiesta
    Le famiglie di motori finite sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sono la “Family B”, ovvero i 1.3, 1.6 e 2.0 Diesel Multijet omologati come Euro 5 e Euro 6 e i Light e Heavy Duty 110 Multijet (F1AE3481G), 115 Multijet (250A1000), 150 Multijet (F1AE3481D) e 180 Multijet (F1CE3481E) utilizzati per i veicoli commerciali Fiat e Iveco.
    Dalla Germania fanno sapere che sarebbero circa 200.000 i veicoli interessati. L’operazione, coordinata a livello internazionale da Eurojust riguarda, nello specifico, l’operato tra il 2014 e il 2019, di 9 persone che vivono in Italia.
    Il Gruppo è disposto a chiarire
    Da FCA è arrivata la conferma delle perquisizioni e ha manifestato la propria volontà di collaborare per chiarire la vicenda: “In alcune sedi europee del Gruppo si sono svolti alcuni accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria nell’ambito di una rogatoria internazionale richiesta dalla magistratura tedesca”. Lo ha comunicato un portavoce del Gruppo in una nota “L’azienda – ha aggiunto – si è subito messa a disposizione degli inquirenti e ha fornito ampia collaborazione negli accertamenti. Fca sta esaminando i relativi atti per potere chiarire ogni eventuale richiesta da parte della magistratura”
    Alla stessa lunghezza d’onda la holding dei veicoli commerciali: “CNH Industrial conferma che in alcune sedi europee del Gruppo si sono svolti alcuni accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria nell’ambito di una rogatoria internazionale richiesta dalla magistratura tedesca. L’Azienda si è subito messa a disposizione degli inquirenti e ha fornito ampia collaborazione negli accertamenti. CNH Industrial sta esaminando i relativi atti per potere chiarire ogni eventuale richiesta da parte della magistratura”.
    Codacons, il commento
    Un caso spinoso, che arriva dopo le garanzie statali al prestito ottenuto tramite le agevolazioni contenute nel Decreto Rilancio e che ha scatenato la reazione del Codacons, impegnato da anni nella guerra giudiziaria iniziata con il Dieselgate marchiato Volkswagen. “Aprire indagini anche nel nostro paese e valutare la sospensione del maxi-prestito da 6,3 miliardi di euro chiesto da Fca all’Italia, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta della Procura di Francoforte che ha portato oggi a perquisizioni nei confronti di alcune società del gruppo Fca. A chiederlo il Codacons, pronto ad una battaglia legale se dall’indagine tedesca dovessero emergere irregolarità sul fronte delle emissioni.
    Crediamo che il prestito con garanzia statale debba essere sospeso fino a che l’azienda non dimostrerà di essere totalmente estranea alle accuse – afferma il Codacons – Nell’ipotesi in cui le accuse della Procura dovessero trovare fondamento, l’Italia si ritroverebbe a finanziare con soldi pubblici attività illecite di una società privata, e per questo il nostro Governo deve valutare la sospensione del finanziamento in attesa degli sviluppi dell’inchiesta.
    E se saranno accertate manomissioni sul fronte delle emissioni, siamo pronti ad avviare una guerra legale contro Fca a tutela degli automobilisti italiani che risulteranno coinvolti nella vicenda” conclude l’associazione.  LEGGI TUTTO

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    Milano, monopattini elettrici e incidenti: ipotesi casco obbligatorio

    Se a Roma le persone guidano il monopattino elettrico sul GRA e sull’A24, a Bari vanno avanti atti vandalici e i mezzi a due ruote vengono distrutti. Dovevano cambiare la mobilità urbana e, invece, i monopattini balzano ogni giorno agli onori della cronaca per gli incidenti che li vedono coinvolti. Incidenti che aumentano, settimana dopo settimana, e adesso stanno preoccuando anche la città di Milano, come sottolineano le parole del presidente dell’Automobile Club Milano, Geronimo La Russa, che definisce la questione “delicata e preoccupante”.
    “Aumentare la sicurezza su strada”
    Ben quattro incidenti gravi a luglio, in cui sono rimaste coinvolte persone che guidavano il monopattino. L’ultimo risale a un paio di giorni fa quando un uomo di 35 anni, alle 3.45 di notte, ha perso il controllo del mezzo, cadendo a terra. Si è reso necessario l’intervento del pronto soccorso e l’uomo è stato ricoverato in codice rosso.
    A preoccupare molto è la regola secondo la quale il casco è obbligatorio solo per i minori: la Regione Lombardia, visto il numero dei sinistri, sta seriamente pensando di proporre l’obbligo del casco per tutti. “È necessario porre in essere interventi di prevenzione e repressione per evitare che incidenti oggi gravi si trasformino in tragedie” continua La Russa. Quali soluzioni possono adottare al riguardo? Il presidente dell’Automobile Club Milano è chiaro: “Occorre una nuova strategia che coinvolga tutti gli attori interessati per porre in essere azioni mirate a implementare la sicurezza stradale per chi usa il monopattino (che non è un gioco), ma anche per chi si muove in auto, in bicicletta o a piedi”.
    Servono regole chiare e più responsabilità
    Mancano regole chiare e, purtroppo, gli utenti del mezzo non rispettano affatto (o non conoscono) le poche norme che riguardano i monopattini. Il simbolo della nuova mobilità sostenibile sta diventando un gioco pericoloso: un gioco, così pare essere percepito da chi lo utilizza. Serve al più presto una regolamentazione chiara, ma soprattutto occorre responsabilità da chi vi sale a bordo.
    Il boom delle biciclette tra incentivi Covid e sostenibilità…ma la sicurezza? LEGGI TUTTO

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    Lamborghini, ecco la Urus numero 10.000

    In un settore in cui la posizione di comando è scabilita dalla capacità di riuscire a vendere milioni di auto, 10mila vetture possono sembrare una cifra irrisoria. Eppure esistono Costruttori per i quali quello delle cinque cifre è un traguardo non scontato. Marchi specializzati in vetture di lusso e sportivi, che proprio dell’esclusività hanno fatto la loro forza. Come Lamborghini, che ha appena prodotto la sua Urus numero 10.000.
    Lamborghini Sìan Roadster, scoperta, potente e ibrida
    Una Lamborghini per l’uso quotidiano
    L’esemplare che ha permesso al Suv italiano di raggiungere quota 10mila è stato acquistato da un cliente russo. Configurata con tinta Nero Noctis Matt, questa speciale Urus è allestita con pacchetto carbonio sia esterno che interno e abitacolo bicolore Ad Personam nero e arancione.

    Il traguardo delle 10mila Urus prodotte è stato raggiunto in poco più di due anni. Con numeri che saliranno ancora: nel 2019, primo anno completo di produzione, dalla factory di Sant’Agata sono usciti ben 4.962 esemplari del Suv. La cui produzione ha richiesto un ampliamento delle linee produttive dell’impianto. Mai prima d’ora Lamborghini aveva avuto un modello dai numeri così importanti. Le vendite delle Aventador sono infatti stabili intorno alle circa 1.200 unità annuali, mentre anche la più popolare Huracan non ha mai raggiunto la soglia delle 3.000 vetture all’anno. Al momento la coupè V10 è il modello di maggior successo tra quelli di Sant’Agata Bolognese, dopo che nel 2019 ha battuto il record di 14.022 esemplari precedentemente appartenuto alla Gallardo.
    Il primo Suv di Lamborghini si è recentemente arricchita della una nuova gamma di colori, la Urus Pearl Capsule, e degli aggiornamenti portati in dote dal model year 2021. In attesa di nuove versioni, anche dotate di motorizzazione ibride.
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    Incredibile Marquez, prova il rientro a Jerez!

    ROMA – Incredibile Marc Marquez: a sole 24 ore dall’intervento all’omero destro – riporta Sky – il campione del mondo della MotoGp ha espresso l’intenzione di tornare a Jerez e provare a scendere in pista nelle prime prove libere di venerdì del Gp di Andalusia. Lo scenario è cambiato nel pomeriggio: ancora in ospedale, il pilota della Honda si è convinto di voler provarci, nonostante la placca sia stata inserita solo ieri.

    In attesa della Honda
    Dalla Honda, però, tutto tace: la scuderia giapponese non ha ancora autorizzato lo spagnolo perché sta ponderando i pro e i contro. Sarebbe un’impresa da leggenda, ma nel caso di un altro infortunio al braccio potrebbe compromettere la stagione. Nelle prossime ore la decisione. LEGGI TUTTO