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    MotoGP, proposta di matrimonio di Miller alla fidanzata: “Ho messo il ginocchio a terra in un modo diverso”

    ROMA – Jack Miller è pronto al grande passo: il pilota della Ducati ha infatti chiesto alla fidanzata di sposarlo. L’annuncio è arrivato, come di consueto, sui rispettivi profili social. Prima, Miller, con la sua solita ironia, ha pubblicato un post in cui i due sono ritratti sulle spiagge di Miami, dove si trovano per qualche giorno di riposo prima dell’impegno in Argentina per il terzo round del mondiale di MotoGP. “Ho messo a terra il ginocchio in un modo diverso, oggi. Questa volta è stato decisamente molto più pauroso, ma sono così fortunato ad averti. Ti amo e non vedo l’ora di passare le nostre vite assieme”, la didascalia. 
    La risposta della fidanzata
    Non si è fatta attendere la risposta della fidanzata, l’australiana Ruby Adriana Mau, che dal proprio profilo ha replicato, con tanto di foto in cui indossa l’anello: “Un sogno che diventa realtà, un milione di volte sì. Non vedo l’ora di essere tua moglie. Ti amo più di ogni altra cosa”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Haro e il retroscena su Stoner: “In Ducati per una firma di Checa su un tovagliolo”

    ROMA – La storia recente della MotoGP vede tra i suoi protagonisti più splendenti Casey Stoner, a partire dal binomio perfetto formato con Ducati. Il pilota australiano, dopo un anno da rookie con la Honda del team Lcr, è approdato nella scuderia di Borgo Panigale nel 2007, vincendo subito il titolo di campione del mondo della classe regina. Eppure, il modo in cui si è arrivati alla firma del contratto è stato abbastanza rocambolesco. A raccontare l’episodio è Oscar Haro in un’intervista rilasciata al canale Twitch di Nico Abad: “Livio Suppo (in quegli anni dirigente Ducati) voleva ingaggiare Stoner, ma Casey aveva un contratto biennale con Hrc. Dopo un incontro in Portogallo, Cecchinello è venuto incontro alla sua proposta: ‘So che il sogno di Casey è quello di diventare un pilota ufficiale. Non ho intenzione di rovinargli la vita, anche se è legato a noi per un altro anno'”. Il problema, a questo punto, era quello di trovare un pilota per il team Lcr: Sete Gibernau, infatti, non era intenzionato ad accettare la sistemazione.
    La mossa di Ramon Forcada
    Lo spagnolo, due volte campione iridato, aveva un ingaggio troppo elevato: “Gli abbiamo spiegato che eravamo una squadra satellite e non avevamo un budget infinito, ma avrebbe potuto gareggiare con una Honda gommata Michelin. Lui si è impuntato e abbiamo lasciato perdere”, spiega Haro. Che quindi rivela l’intuizione di Ramon Forcada, che ha proposto il nome di Carlos Checa: “Era al bar dell’hotel. Gli ho chiesto se voleva guidare la nostra moto. Mi ha chiesto se fosse una Honda gommata Michelin, la migliore in quel momento. Quando ho annuito, mi ha detto: ‘Dammi un tovagliolo e firmiamo’”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Haro: “Stoner in Ducati grazie ad una firma di Checa su un tovagliolo”

    ROMA – Casey Stoner-Ducati, un binomio che ha segnato irrimediabilmente la storia moderna della MotoGP. Il pilota australiano, dopo un anno da rookie con la Honda del team Lcr, è approdato nella scuderia di Borgo Panigale nel 2007, vincendo subito il titolo di campione del mondo della classe regina. Eppure, il modo in cui si è arrivati alla firma del contratto è stato abbastanza rocambolesco. A raccontare l’episodio è Oscar Haro in un’intervista rilasciata al canale Twitch di Nico Abad: “Livio Suppo (in quegli anni dirigente Ducati) voleva ingaggiare Stoner, ma Casey aveva un contratto biennale con Hrc. Dopo un incontro in Portogallo, Cecchinello è venuto incontro alla sua proposta: ‘So che il sogno di Casey è quello di diventare un pilota ufficiale. Non ho intenzione di rovinargli la vita, anche se è legato a noi per un altro anno'”. Il problema, a questo punto, era quello di trovare un pilota per il team Lcr: Sete Gibernau, infatti, non era intenzionato ad accettare la sistemazione.
    L’intuizione di Forcada
    Lo spagnolo, due volte campione iridato, aveva un ingaggio troppo elevato: “Gli abbiamo spiegato che eravamo una squadra satellite e non avevamo un budget infinito, ma avrebbe potuto gareggiare con una Honda gommata Michelin. Lui si è impuntato e abbiamo lasciato perdere”, spiega Haro. Che quindi rivela l’intuizione di Ramon Forcada, che ha proposto il nome di Carlos Checa: “Era al bar dell’hotel. Gli ho chiesto se voleva guidare la nostra moto. Mi ha chiesto se fosse una Honda gommata Michelin, la migliore in quel momento. Quando ho annuito, mi ha detto: ‘Dammi un tovagliolo e firmiamo’”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Valentino Rossi: “Il motomondiale non mi manca. Biaggi? Ci siamo riavvicinati”

    ROMA – Valentino Rossi, dopo il ritiro dalla MotoGP, ha cominciato una nuova vita. Letteralmente, vista la nascita, proprio il giorno dell’inizio della stagione 2022 del motomondiale, della figlia Giulietta. “Sono tornato in ospedale il sabato mattina e ho guardato le prove con Giulietta in braccio“, ha spiegato nell’intervista rilasciata a Il Giornale. Un evento, la nascita della figlia, che gli ha permesso anche di riavvicinarsi con vecchi rivali: “Stoner mi chiede della bambina, ci siamo anche visti. E mi sono persino riavvicinato a Max Biaggi, ora ci salutiamo, parliamo bene l’uno dell’altro. Io non ero nessuno e lui era il numero uno in Italia e uno dei più forti al mondo e ho cominciato a rompergli le scatole. Ero una carogna (ride). Ma adesso tutto è passato, ci siamo riavvicinati. È stata una bellissima rivalità sportiva“, spiega ricordando gli inizi. 
    La nuova avventura sportiva
    Il Dottore è ormai prossimo al debutto nel Fanatec GT WCE, con la prima gara nel weekend dall’1 al 3 aprile a bordo della sua Audi R8 GT3 a Imola. “Restare a casa senza far nulla sarebbe stato devastante dopo 26 anni. Sono curioso di vedere quello che riuscirò a fare… In fondo nasco come pilota di auto, ero sui kart da bambino, poi sono passato alle moto. Per fortuna“. In programma, però, anche un ritorno nei box della MotoGP previsto al Mugello, in veste di team owner del Mooney VR46: “Sarà un po’ difficile, perché devono mettermi da qualche parte, non posso stare senza fare nulla“. LEGGI TUTTO

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    Milano vince il derby con Varese, la Virtus risponde battendo Reggio Emilia

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    Milano fa suo il derby contro Varese
    L’Olimpia Milano rialza la testa e batte l’OpenjobMetis Varese 95-77: avvio sprint della squadra di Messina che chiude il primo quarto in vantaggio 20-6 e nel secondo aumenta il distacco dai rivali andando al riposo lungo sul 54-32: sono i canestri di Mitoglu e Tarczewski a fare la differenza per Milano, con Varese che nonostante Vene e Woldetensae non riesce a rientrare in partita. Ampie rotazioni per Messina, che grazie al tiro dalla media di Ricci a metà terzo quarto manda a referto tutta la squadra. Con l’Olimpia sul +30, il quarto e ultimo periodo diventa solo una formalità: Shields e compagni chiudono sul 95-77 finale. Non basta alla squadra di Roijakkers la buona prova di Woldetensae, autore di 18 punti. 
    Milano: Biligha 6, Grant 7, Mitoglu 14, Baldasso 12, Alviti 7, Melli 2, Tarczewski 13, Ricci 2, Hall 7, Daniels 12, Shields 5, Datome 8. 
    Varese: Beane 14, Woldetensae 18, Sorokas 11, Librizzi 4, Ferrero 5, De Nicolao 0, Vene 10, Reyes 4, Virginio 9,  Caruso 2, Zhao 0. 
    La Virtus Bologna batte 78-70 Reggio Emilia: decisivo Weems
    Non si fa attendere la risposta della Virtus Bologna, che centra la sua nona vittoria di fila battendo 78-70 l’UnaHotels Reggio Emilia alla Segafredo Arena. La squadra di Scariolo, senza Teodosic e Belinelli infortunati, parte bene già dal primo quarto con i 12 punti iniziali di Weems che guidano le V nere sul 22-14. Nonostante i pochi cambi a disposizione (indisponibili Olisevicius, Candi e Diouf) la squadra di Caja nel secondo quarto riesce a contenere i tentativi di allungo di Pajola e compagni, e il divario, al riposo lungo, resta quasi immutato: +9 Bologna sul 34-25. Al rientro in campo Reggio si avvicina fino al -3, ma ancora un ottimo Weems riporta i padroni di casa a +8 in un amen. Sale in cattedra Hackett, che con le sue giocate riporta Bologna al vantaggio in doppia cifra, ma una tripla di Cinciarini e un canestro di Hopkins consentono ancora ai reggiani di restare a contatto ed affacciarsi all’ultimo quarto sul -9. Convincente il rientro in campo della squadra di Caja, che torna nuovamente a -4, Hackett e Shengelia però non perdono lucidità e con due canestri di fila regalano ancora il +8. Un parziale firmato Johnson-Strautins regala però il -1 a Reggio, ma ancora Weems con un gioco da tre punti ridà fiato a Scariolo, che vede Shengelia chiudere virtualmente i conto con un gancio a 30” dalla fine, piazzando il +6: finisce 78-70 dopo i tanti giri dalla lunetta nei secondi finali.
    V.Bologna: Mannion 2, Pajola 1, Hervey 8, Sampson 4, Weems 24, Tessitori 5, Alibegovic 0, Ruzzier 0, Ceron 0, Shengelia 15, Hackett 10, Cordinier 5. 
    Reggio Emilia: Baldi Rossi 4, Strautins 10, Crawford 6, Cinciarini 9, Johnson 14, Thompson 5, Hopkins 14, Carta 0, Colombo 0, Larson 8.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Pol Espargaro: “Mandalika è stata una perdita di soldi e tempo”

    ROMA – Non è andato come sperato l’ultimo weekend di MotoGp per la Honda. Sul circuito di Mandalika, la casa giapponese ha infatti perso Marc Marquez, dichiarato unfit dopo una spaventosa caduta, mentre non è andata oltre il 12° posto con Pol Espargaro. Tra le cause di questa disfatta sicuramente la strategia, dato che la carcassa portata da Michelin per combattere il grande caldo non ha sortito gli effetti sperati. Basti pensare che su questo tracciato Pol Espargaro era stato il più veloce nei test pre-stagionali, mentre in occasione della gara non è mai stato in lotta per le posizioni di vertice. Ai microfoni di Motorsport, dunque, lo spagnolo ha analizzato quanto accaduto.
    Il pensiero di Espargaro
    “Quando siamo arrivati qui a Mandalika, ciò che avevamo fatto nei test non aveva più importanza. Abbiamo lavorato duramente nel corso delle prove per poi fare cose totalmente diverse in gara. Venire qui in inverno è stato uno spreco di tempo e soldi”. Espargaro prova comunque a guardare il bicchiere mezzo pieno: “Nonostante un weekend da incubo siamo sesti in campionato, distanti appena 10 punti dalla vetta, perciò non è così male”. Archiviata la tappa in Indonesia, per Pol è tempo di pensare all’Argentina, sede del prossimo Gp: “Dobbiamo voltare pagina e focalizzarci sul prossimo impegno. E’ importante analizzare cosa non ha funzionato così da migliorare in futuro”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Pol Espargaro: “Abbiamo perso tempo e soldi a Mandalika”

    ROMA – Inizio di stagione in MotoGp a due facce per Pol Espargaro, protagonista di un bel terzo posto nel Gp inaugurale in Qatar, ma solo 12° sul circuito di Mandalika. Non è stato sicuramente fortunato il weekend in Indonesia per la Honda, che ha dovuto fare i conti con l’infortunio di Marc Marquez, dichiarato unfit dopo una spaventosa caduta, ma anche con una strategia tutt’altro che vincente. La carcassa portata da Michelin per combattere il grande caldo non ha infatti sortito gli effetti sperati. Basti pensare che su questo tracciato Pol Espargaro era stato il più veloce nei test pre-stagionali, mentre in occasione della gara non è mai stato in lotta per le posizioni di vertice. Ai microfoni di Motorsport, lo spagnolo ha analizzato quanto accaduto.
    La frustrazione di Pol
    “Venire qui in inverno è stato uno spreco di tempo e soldi. Abbiamo lavorato duramente nel corso delle prove per poi fare cose totalmente diverse in gara. Quando siamo arrivati qui a Mandalika, ciò che avevamo fatto nei test non aveva più importanza”. Archiviata la tappa in Indonesia, Espargaro pensa già all’Argentina, sede del prossimo Gp: “Dobbiamo voltare pagina e focalizzarci sul prossimo impegno. E’ importante analizzare cosa non ha funzionato così da migliorare in futuro. Nonostante un weekend da incubo siamo sesti in campionato, distanti appena 10 punti dalla vetta, perciò non è così male”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Lorenzo: “Avrei ottenuto risultati migliori se la sera fossi andato a dormire prima”

    ROMA – Tre titoli in MotoGp e tante stagioni a lottare per le posizioni di vertice hanno reso Jorge Lorenzo uno dei migliori piloti degli ultimi anni nella classe regina. Lo spagnolo, che si è ritirato dall’agonismo nel 2019 lasciando un vuoto fra gli appassionati, ai microfoni di Dazn Espana ha fatto un bilancio della sua carriera, ammettendo in particolare un limite che non gli ha permesso di esprimere tutto il suo potenziale. “Andavo a letto davvero tardi. Era il mio punto debole”. Così Lorenzo, che poi ha raccontato le difficoltà incontrate nell’arco della sua carriera.
    Le parole di Lorenzo
    “Probabilmente con un paio d’ore di sonno in più avrei ottenuto più energia in gara e di conseguenza risultati migliori. Mi distraevo facilmente e andavo a dormire troppo tardi” ha ammesso Lorenzo. Un altro difetto del campione spagnolo era la ricerca della perfezione: “Ero un perfezionista e questo mi si è rivoltato contro perché quando si perde la felicità, di conseguenza si perde il rendimento. Nel 2019 ho sofferto molto dato che le cose non andavano come volevo. Sono entrato in una sorta di depressione. Qualche anno prima mi era successa una cosa simile e, per farvi fronte, partivo per un viaggio qualche giorno prima così da visitare le città ed arrivare al circuito più motivato”. Queste dunque le parole di Jorge, che all’età di 34 anni ha iniziato una nuova avventura e si occuperà del commento tecnico per alcuni Gp su Dazn Espana. LEGGI TUTTO