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    MotoGp, Binder: “Vorrei essere più veloce nelle libere e nella qualifica”

    ROMA – Il 2021 di Brad Binder in MotoGp ha avuto una costante. Il pilota sudafricano della KTM ha infatti più volte faticato nelle prove libere e nelle qualifiche, mentre in gara si è scatenato. È successo ad esempio in Austria, dove Binder ha trionfato sotto la pioggia, vanificando così la pole position di Jorge Martin, poi arrivato terzo. In vista della prossima stagione però il classe 1995 vorrebbe migliorare questo aspetto: “Mi piacerebbe essere più veloce a partire dal venerdì. Una volta trovato questo feeling, sarò in grado di portarlo con me ogni giorno in pista” – queste le sue parole, riportate dal sito MotorSport Total.
    L’uomo della domenica
    Binder, al suo secondo anno in MotoGp, ha però detto: “È come se il 2020 e il 2021 fossero un’unica stagione da rookie”. Forse, complice la pandemia da Covid-19 che ha interrotto anzitempo la sua annata d’esordio, il sudafricano considera un tutt’uno il suo primo biennio in classe regina, dove finora ha collezionato due vittorie (Brno 2020 e Spielberg 2021). Le soddisfazioni però non sono arrivate in Qualifica, dove il pilota della KTM non è mai riuscito a piazzarsi nelle prime cinque posizioni. “Meglio essere lento nelle Libere e nelle Qualifiche, piuttosto che esserlo di domenica”, ha concluso scherzando. LEGGI TUTTO

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    MotoGp: Marc Marquez sarà assente alla presentazione della nuova Honda

    ROMA – Marc Marquez non sarà presente alla presentazione della Honda per il Mondiale 2022 di MotoGp, che si svolgerà alle ore 11 di venerdì 14 gennaio. Il pilota di Cervera, che ha saltato le ultime gare della stagione prima per una caduta e, successivamente, per il ritorno della diplopia, non sarà presente all’evento in cui verrà svelata la nuova moto di HRC “per concentrarsi sul suo recupero e sulla preparazione prestagionale”, come riportato dalla stessa Honda in comunicato.
    Il calvario di Marquez
    Marquez è reduce da due anni molto duri; prima la pandemia e l’inizio di stagione posticipato a luglio, poi la caduta di Jerez che lo ha costretto a tre interventi chirurgici e allo stop fino alla primavera del 2021, per concludere con il finale di stagione alle prese con altre difficoltà. Adesso, l’obiettivo di Marquez può essere solo quello di ritrovare le condizioni per tornare in pista, vista la precarietà della situazione negli ultimi mesi. Intanto, però, il Cabroncito sembrerebbe aver cominciato la preparazione in vista del rientro. LEGGI TUTTO

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    Street Hawk, nel 1985 Honda tra fantascienza e ipervelocità

    Che sia grande o piccolo schermo, le moto hanno sempre occupato un ruolo da protagoniste nelle avventure di film e serie tv. Fedeli compagne di agenti di polizia, eroi mascherati o villain, sono addirittura arrivate a sconfinare nella fantascienza, come nel caso di Street Hawk, serie andata in onda nel 1985 che racconta le vicende del poliziotto Jesse Mach e del suo “Falco solitario”, una moto basata sulle Honda dell’epoca, ma rielaborata in chiave fantascientifica.
    Il Falco solitario aveva anche le armi
    Mach conduce una doppia vita: relegato alla scrivania di giorno, mascherato e in sella alla moto di notte, per andare a caccia di criminali e in cerca di vendetta per la morte del suo migliore amico. Sono diverse le Honda su cui lo vediamo: nella puntata pilota è su una XL500, poi sostituta da una XR500 e, infine, per salti e scene rocambolesche la sua compagna è una CR250. Tutte appositamente trasformate e modificate (di futuristico i modelli giapponesi dell’epoca avevano davvero poco): vengono addirittura armate, quindi dotate di mitragliatrici e lanciamissili, e arricchite di tecnologie all’avanguardia. Va da sé che l’aspetto rispetto alle Honda standard viene decisamente cambiato. Senza parlare dell’ipervelocità, caratteristica distintiva del Falco solitario, che permettere di spingere la moto fino a velocità inimmaginabili.
    Jason Momoa dirige sette cortometraggi per Harley-Davidson LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Martin punta la Ducati Factory: “Voglio esserci nel 2023”

    ROMA – Jorge Martin ha le idee chiare: il suo obiettivo è salire in Ducati ufficiale a partire dalla prossima stagione. Il pilota spagnolo, che ha esordito in MotoGp nel 2021, è reduce da una grande stagione nonostante un infortunio che lo ha tenuto fuori diverse gare. “La prima vittoria di Pramac in 25 anni. Mi sentivo una rock star in quel periodo dell’anno – ha detto ai microfoni di “The-race.com” parlando del suo primo successo in classe regina -. Se facciamo un’0ttima preseason, se riesco a capire un po’ meglio la moto, se riesco a concentrarmi un po’ di più sul mio stile, allora possiamo lottare per i primi cinque. Sono realista, l’obiettivo è di essere nel team ufficiale entro il 2023″.
    Il commento di Martin
    “La differenza principale nei team risiede nella nazionalità di chi ci lavora – ha detto Martin -. Dipende se sono giapponesi o italiani o di altri posti. Ma è bello lavorare con gli italiani, perché sono molto veloci e hanno sempre buone soluzioni. Forse non sempre buone, ma veloci, ed è importante provare le cose ed essere preparati per ogni situazione. Penso che lo stile italiano sia più simile allo spagnolo, più mediterraneo, più affettuoso con le persone e si adatta di più al mio tipo di personalità”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Petrucci: “Ho sbagliato, non dovevo scegliere Ducati e KTM”

    ROMA – Danilo Petrucci, ormai ex pilota di MotoGp, ha ancora qualche rimpianto per la sua carriera. Vincitore della quinta tappa della Dakar 2022, il ternano ha parlato del suo recente passato nella classe regina, dove non è riuscito a esprimere a pieno il suo potenziale. “Io e Iker (Lecuona, ndr) all’inizio del 2020 – ha detto Petrucci a Speedweek.com – abbiamo ricevuto ben altre garanzie da KTM. La moto non si è sviluppata durante l’anno, c’è stato solo qualche cambiamento al telaio per il Gran Premio del Sachsenring. Negli ultimi due anni, ho avuto come la sensazione di aver sbagliato squadra con Ducati e KTM. Se mi guardo indietro, avrei dovuto fare diversamente”.
    Due anni di sfortuna
    Petrucci ora si è lanciato in una nuova avventura, che gli sta regalando più di qualche soddisfazione. Il pensiero del pilota laziale è però sempre rivolto agli ultimi due anni della sua carriera, passati tra Ducati e KTM. “Nel 2020 la KTM era la moto migliore in griglia, ma nel 2021 sfortunatamente non era più così. Per due anni, quindi, non sono stato nel posto giusto”. Il passaggio di Francesco Guidotti, ex team manager di Ducati Pramac, alla KTM, non lascia però indifferente Petrucci “Mi sarebbe piaciuto – afferma – lavorare ancora con lui e Sterlacchini”. È infatti proprio in Ducati, con a fianco Guidotti e Sterlacchini, che l’italiano ha avuto le sue più grandi soddisfazioni, come il suo sesto posto nel 2019, ad oggi il suo miglior piazzamento in MotoGp. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Petrucci: “Ducati e KTM? Ho sbagliato io a sceglierle”

    ROMA – Qualche rimpianto nella mente di Danilo Petrucci, ex pilota di MotoGp, resta ancora. Vincitore della quinta tappa della Dakar 2022, il ternano ha parlato del suo recente passato nella classe regina, dove non è riuscito a esprimere a pieno il suo potenziale. “Io e Iker (Lecuona, ndr) all’inizio del 2020 – ha detto Petrucci a “Speedweek.com” – abbiamo ricevuto ben altre garanzie da KTM. La moto non si è sviluppata durante l’anno, c’è stato solo qualche cambiamento al telaio per il Gran Premio del Sachsenring. Negli ultimi due anni, ho avuto come la sensazione di aver sbagliato squadra con Ducati e KTM. Se mi guardo indietro, avrei dovuto fare diversamente”.
    Doppia sfortuna
    Petrucci ora si è lanciato in una nuova avventura, che gli sta regalando più di qualche soddisfazione. Il pensiero del pilota laziale è però sempre rivolto agli ultimi due anni della sua carriera, passati tra Ducati e KTM. “Nel 2020 la KTM era la moto migliore in griglia, ma nel 2021 sfortunatamente non era più così. Per due anni, quindi, non sono stato nel posto giusto”. Ora che Francesco Guidotti, ex team manager di Ducati Pramac, è il nuovo numero uno di KTM, Petrucci afferma: “Mi sarebbe piaciuto lavorare ancora con lui e Sterlacchini”. I tre hanno collaborato per anni in Ducati, dove il pilota italiano ha raccolto il suo miglior piazzamento il MotoGp, finendo la stagione 2019 al sesto posto.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Martin: “Voglio il team Factory”

    ROMA – “La prima vittoria di Pramac in 25 anni. Mi sentivo una rock star in quel periodo dell’anno. Se facciamo un’0ttima preseason, se riesco a capire un po’ meglio la moto, se riesco a concentrarmi un po’ di più sul mio stile, allora possiamo lottare per i primi cinque. Sono realista, l’obiettivo è di essere nel team ufficiale entro il 2023”. Jorge Martin ha le idee chiare: il suo obiettivo è salire in Ducati ufficiale a partire dalla prossima stagione. Il pilota spagnolo, che ha esordito in MotoGp nel 2021, è reduce da una grande stagione nonostante un infortunio che lo ha tenuto fuori diverse gare. 
    Le parole di Martin
    “La differenza principale nei team risiede nella nazionalità di chi ci lavora – ha detto Martin ai microfoni di “The-race.com” -. Dipende se sono giapponesi o italiani o di altri posti. Ma è bello lavorare con gli italiani, perché sono molto veloci e hanno sempre buone soluzioni. Forse non sempre buone, ma veloci, ed è importante provare le cose ed essere preparati per ogni situazione. Penso che lo stile italiano sia più simile allo spagnolo, più mediterraneo, più affettuoso con le persone e si adatta di più al mio tipo di personalità”. LEGGI TUTTO

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    Dakar 2022, Laila Sanz e Maurizio “Jerry” Gerini: raddoppio vincente

    Già, perchè due come Laia Sanz e Maurizio Gerini con le moto ci sono nati e cresciuti e sarà difficile tenerli lontani per sempre dal loro primo amore. Anche se Laia, catalana di Corbera de Llobregat, con le due ruote a motore sembra avere un conto da regolare. Ci è praticamente nata sopra, quando il papà a soli due anni le mise tra le mani la sua Beta. Da quel momento sono passati altri 34 anni e lei non ha mai smesso di correre e vincere: 14 titoli mondiali vinti nel trial (e 10 europei), 6 nell’enduro, 11 Dakar all’attivo con le moto, oltre questa che sta vivendo a bordo di un’auto. Tre volte di fila vincitrice della classifica femminile, 6 volte su 11 all’arrivo e come miglior risultato nella generale, il 9° posto del 2015. Insomma, un fenomeno, forse anche per quel cognome che richiama l’idolo di generazioni di ragazzi spagnoli, ovvero Carlos Sainz Senior. I due però non hanno una goccia di sangue in comune, ma la passione e il talento, sicuramente sì. Al punto che Carlos l’ha voluta accanto a sè nel team Acciona-Sainz del campionato di Extreme-E, per poi spingerla con vigore al salto del fosso verso l’auto nella sua ex squadra, quella Mini appunto.
    Dakar 2022, la scossa Audi accende il deserto
    La spinta giusta al momento giusto, perché Laia era in crisi con il suo amore per la moto: “Era il momento di cambiare dopo l’ultima Dakar nella quale non mi sono divertita – ha raccontato -. Pensavo più al rischio che a correre forte. Magari fossimo stati ancora in Sudamerica, con l’impronta più “enduristica” della Dakar, avrei fatto sicuramente una fatica enorme a lasciare le moto. Ma qui, in Arabia è tutto molto più veloce e divertente. Alla fine ognuno sceglie la sua strada quando si sente di fare determinate scelte. Non è mai facile ma bisogna trovare la forza e così è successo a me: forse ha influito anche aver dovuto superare il morbo di Lyme dopo la puntura di una zecca, proporio alla Dakar”.
    E qui scatta il “colpo di fulmine” con Maurizio Jerry Gerini, 36 anni di Chiusanico, cioè Imperia. Anche lui motoclista convinto già 4 Dakar alle spalle a bordo della sua Husqvarna. In realtà, i due già si conoscevano e stimavano reciprocamente da tempo. Poi quando Laia ha avuto in mano l’offerta della Mini sono arrivati i primi segnali social, poi un paio di whatt’s app e infine la proposta indecente.
    “La colpa è tutta sua – ammette Maurizio – perchè quando mi ha detto ‘Dai Jerry, abbiamo questa opportunità, non perdiamola…’, io avevo già un accordo in tasca. Poi ci ho pensato bene, sono andato da chi aveva avuto fiducia in me, che ha capito la situazione e mi ha lasciato decidere liberamente e lo ringrazio. In un paio di giorni parlando con le persone a me vicine mi sono reso conto di tutto. Quando mi sarebbe ricapitata una fortuna del genere…? Detto questo, tagliare il cordone ombelicale con le moto sarà difficile. L’anno scorso ero uscito orizzontale in barella a causa di un incidente con un… cespuglio (dopo aver salvato la vita al pilota indiano Santos Chunchunguppe Shivashankar con un massaggio cardiaco nda) e penso che qualcosa sulle due ruote la farò ancora”.
    Dopo la sesta tappa, i due “piccioncini” sono ventiseiesimi nella classifica generale, subito dietro, guarda un po’ l’Audi RS Q e-tron del mentore Carlos Sainz, ma la Mini di Laia e Jerry è di vecchia generazione… Seguiteli, vi sorprenderanno.
    Per la cronaca, il Ministro degli Esteri francese Le Drian in un’intervista ha chiesto agli organizzatori della Dakar di sospendere l’evento per rischio di terrorismo dopo l’esplosione di una vettura di assistenza del team Sodicars Racing lo scorso 30 dicembre a Jeddah, che ha coinvolto e ferito 6 persone, una delle quali ha perso le gambe. La risposta degli organizzatori è stata negativa anche se sono state rafforzate le misure di sicurezza.  LEGGI TUTTO