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    Dakar 2022, la scossa Audi accende il deserto

    Cambiare non e? mai facile. Ci vuole coraggio, determinazione e un po’ di denaro. Questo almeno la vita delle persone normali. Se trasferiamo tutto nel mondo del business, il denaro necessario solitamente diventa una quantita? industriale. Figuriamoci in un universo come quello dell’auto dove il sistema ideativo e produttivo e? nato all’inizio del secolo scorso. Eppure l’auto sta cambiando, un po’ per scelta consapevole, un po’ per l’obbligo imposto dalle normative, soprattutto europee, che prevedono lo stop alla vendita di vetture con motore endotermico e ibrido a partire dal 2035. Gli analisti valutano che al 2030 gli investimenti dei costruttori nell’elettrificazione della mobilita? si aggireranno intorno ai 500 miliardi di dollari. Mostruoso.
    Cosi?, inevitabilmente, anche l’anima sportiva del prodotto auto sta seguendo questa metaformofosi: Formula 1, endurance, fino alla Formula E, dall’ibridizzazione all’elettrico puro, il percorso e? stato avviato. E a questo sommovimento generale non poteva sottrarsi nemmeno la Dakar. Entro il 2030 – in tutte le categorie – dovranno partecipare solo veicoli a bassissime emissioni. Ancora prima, dal 2026, la partecipazione dei piloti e?lite, cioe? i top driver di auto e moto, sara? ammessa solo a bordo di prototipi rigorosamente green. E allora tanto valeva portarsi avanti col lavoro.
    Cosa che Audi, che all’avanguardia della tecnica c’e? di default, ha fatto alla sua maniera portando sulle dune una vettura, cioe? un’astronave, rivoluzionaria da qualsiasi parte la si rivolti come l’Audi RS Q e-tron. Un debutto doppio alla Dakar e con una trazione puramente elettrica che segna una svolta epocale. Qualcuno si sta meravigliando che la RS Q e-tron stia incontrando qualche problema di gioventu? nel deserto. Ma l’errore e? madornale. Intanto, perche? gia? a meta? Dakar 2022, sono state centrate la prima storica vittoria con Sainz al terzo stage e altri due podi. Risultati pazzeschi, considerando che il progetto, non la macchina, ha appena un anno di vita, che la prima accensione dell’astronave risale appena al 30 giugno 2021 con poco piu? di 180 giorni per testare le tre vetture affidate al dream team costruito intorno a Peterhansel, Sainz (17 Dakar vinte in due) ed Ekstrom.
    Non a caso, l’Audi RS Q e-tron non ha partecipato ad altre gare prima della Dakar,. Insomma, per i miracoli bisogna rivolgersi da qualche al- tra parte. Anche perche?, l’Audi RS Q e-tron e? davvero un capolavoro di ingegneria meccanica ed elettronica. Quattro motori, tre elettrici, 2 MGU, una per asse dedicati alla trazione, un’altra a fungere da ricarica per la batteria ad alto voltaggio da 50 kWh (e 350 kg) coadiuvata in questo senso dal quarto motore un 2.0 TFSI quattro cilindri turbo a iniezione diretta di benzina, perche? nel deserto (come in citta?) non e?… facile trovare wallbox o colonnine per la ricarica. Una scelta d’avanguardia, quella portata avanti dagli ingegneri di Ingolstadt come da tradizione. Tecnicamente, la sintesi perfetta di tutte le gloriose esperienze sportive di Audi. Dai successi nei rally con la trazione quattro, a quelli nell’endurance con il primo ibrido vittorioso a Le Mans e senza dimenticare i successi a emissioni zero in Formula E. Un’avanguardia gestita peraltro dal team piu? vincente di sempre alla Dakar il Q Motorsport di Sven Quandt. L’avanguardia, proprio in quanto tale, deve pagare un prezzo con la complessita? di tutto il progetto trasferito nel deserto. Una potenza di sistema di 680 cv, necessita di protezioni dello stesso livello per evitare che i piloti possano avere problemi (eufemismo) con l’alta tensione su cui sono seduti a guidare. Dentro l’abitacolo ci sono 4 chilometri di cavi, sei sistemi di raffreddamento e un elabatorissimo sistema di protezione, che diventa tripla nel sottoscocca a difesa della batteria. Senza contare la tutela del powertrain e dei piloti che a bordo hanno 8-9 display tra cui uno, il Monitor ISO che li avverte real time di eventuali sbalzi della tensione.
    Un’astronave dal peso di 2 tonnellate. Non una piuma sul deserto, insomma. Ma dopo questo intelligente debutto, siamo sicuri che l’anno prossimo l’Audi stupira? con qualche altro effetto speciale, sicuramente piu? leggero. Cambiare il mondo, anche nel deserto, non e? facile e soprattutto non e? gratis. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez e il consiglio ai giovani: “A volte dimenticate i social network”

    ROMA – La prossima stagione si avvicina e Marc Marquez scalda i motori. Il pilota di Cervera ha cominciato infatti la preseason come testimoniato su Instagram, nonostante i problemi che lo hanno tenuto lontano dalla pista negli ultimi mesi. In una recente serie realizzata da Red Bull sul pilota di Ama Pro Motocross Jett Lawrence, lo spagnolo è tornato anche a parlare, seppur non sulle sue condizioni fisiche: “È importante capire che non si possono vincere tutte le gare – dichara -. A 17 o 18 anni pensi di riuscire a dominare sempre. Ma è impossibile farcela ogni domenica. Il miglior consiglio è probabilmente quello di dimenticare completamente i social network durante le situazioni difficili o nel corso di un weekend complicato”.
    La convivenza con il fratello
    Il fratello di Marc, Alex Marquez (a sua volta in MotoGp con il team LCR targato Honda), è sempre stato una figura importante per l’otto volte campione del mondo: “Viviamo insieme – prosegue – e sarà così finché non avremo una fidanzata con cui trasferirci. Comunque in generale, quando siamo reduci da una gara, Alex e io analizziamo il weekend e il risultato. Poi, però, dal lunedì alla domenica successiva niente più motori tra gli argomenti delle nostre conversazioni”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Marquez: “A 18 anni pensi di poter vincere sempre, ma è impossibile”

    ROMA – Marc Marquez scalda i motori verso la prossima stagione. Il pilota di Cervera ha cominciato infatti la preseason come testimoniato su Instagram, nonostante i problemi che lo hanno tenuto lontano dalla pista negli ultimi mesi. In una recente serie realizzata da Red Bull sul pilota di Ama Pro Motocross Jett Lawrence, lo spagnolo è tornato anche a parlare, seppur non sulle sue condizioni fisiche: “È importante capire che non si possono vincere tutte le gare – dichara -. A 17 o 18 anni pensi di riuscire a dominare sempre. Ma è impossibile farcela ogni domenica. Il miglior consiglio è probabilmente quello di dimenticare completamente i social network durante le situazioni difficili o nel corso di un weekend complicato”.
    Il fratello Alex
    Il fratello di Marc, Alex Marquez (a sua volta in MotoGp con il team LCR targato Honda), è sempre stato una figura importante per l’otto volte campione del mondo: “Viviamo insieme – prosegue – e sarà così finché non avremo una fidanzata con cui trasferirci. Comunque in generale, quando siamo reduci da una gara, Alex e io analizziamo il weekend e il risultato. Poi, però, dal lunedì alla domenica successiva niente più motori tra gli argomenti delle nostre conversazioni”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Guidotti e l'addio alla Ducati: “Non era il momento migliore”

    ROMA – La nuova avventura in Ktm non può che affascinare Francesco Guidotti, il quale però, allo stesso tempo, mostra già un pizzico di nostalgia nell’aver lasciato la Ducati. Il team manager si dice soddisfatto in ogni caso del lavoro svolto nel 2021: “Vincere titoli come ha fatto Davide Brivio è qualcosa di speciale. In Pramac avevamo esigenze diverse. Abbiamo vinto il campionato a squadre indipendenti con le nostre risorse limitate, Zarco è stato il miglior pilota indipendente, Jorge Martin il Rookie dell’anno. Abbiamo contribuito a far vincere il titolo costruttori a Ducati. Forse non era il momento migliore per lasciare la squadra, perché il prossimo anno potrebbe andare ancora meglio“, le sue parole. 
    Gli elogi a Bagnaia
    Ktm rappresenta qualcosa in più per Guidotti, almeno per quanto riguarda gli stimoli: “Dal mio punto di vista è un passo avanti, perché la prospettiva per i prossimi anni è una sfida diversa. Per me c’erano solo due opzioni: o restare o andare e avevo una vasta scelta. Vorrei avere questo tipo di problema ogni anno. Bagnaia? E’ un campione, deve solo iniziare la prossima stagione allo stesso livello in cui ha chiuso l’anno scorso. Fabio Quartararo ha fatto allo stesso modo, come ogni altro pilota che ha vinto un titolo. Deve dare il meglio di sé anche quando non può salire sul podio“, conclude.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Guidotti: “Forse non era il momento migliore per lasciare la Ducati”

    ROMA – Francesco Guidotti è sicuramente affascinato dalla nuova avventura che lo aspetta in Ktm, ma allo stesso tempo mostra già un pizzico di nostalgia nell’aver lasciato la Ducati. Il team manager si dice soddisfatto in ogni caso del lavoro svolto nel 2021: “Vincere titoli come ha fatto Davide Brivio è qualcosa di speciale. In Pramac avevamo esigenze diverse. Abbiamo vinto il campionato a squadre indipendenti con le nostre risorse limitate, Zarco è stato il miglior pilota indipendente, Jorge Martin il Rookie dell’anno. Abbiamo contribuito a far vincere il titolo costruttori a Ducati. Forse non era il momento migliore per lasciare la squadra, perché il prossimo anno potrebbe andare ancora meglio“, le sue parole. 
    “Bagnaia un campione”
    Ktm rappresenta qualcosa in più per Guidotti, almeno per quanto riguarda gli stimoli: “Dal mio punto di vista è un passo avanti, perché la prospettiva per i prossimi anni è una sfida diversa. Per me c’erano solo due opzioni: o restare o andare e avevo una vasta scelta. Vorrei avere questo tipo di problema ogni anno. Bagnaia? E’ un campione, deve solo iniziare la prossima stagione allo stesso livello in cui ha chiuso l’anno scorso. Fabio Quartararo ha fatto allo stesso modo, come ogni altro pilota che ha vinto un titolo. Deve dare il meglio di sé anche quando non può salire sul podio“, conclude.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Vinales: “Non ho niente di negativo da dire sulla Yamaha”

    ROMA – Maverick Vinales torna a fare riferimento alla Yamaha dopo l’addio tribolato. Lo fa con contorni tutt’altro che duri a distanza di qualche mese dalla separazione con il team giapponese. Ora lo spagnolo si è accasato all’Aprilia, uno dei team più in crescita dell’ultimo biennio: “Voglio parlare solo bene della Yamaha, non ho niente di negativo da dire. La moto è ad un ottimo livello e ho sempre detto che era fantastica. Ma non sapevamo perché non riuscivamo a farla funzionare, a volte ero imbattibile e altre ultimo. Stavo impazzendo“, le sue parole. 
    “Voglio qualcosa di più”
    Le motivazioni allo spagnolo non mancano. Con la casa di Noale vuole tornare ad assaporare i piani alti della classifica: “Vincere è bello, ma voglio provare qualcosa in più – commenta a The Race -. Voglio sentire una squadra attorno a me, ed è per questo che mi sono trasferito. Una squadra italiana è diversa da una giapponese. Amavo il team nipponico, ma avevo bisogno di un po’ più di calore attorno a me, un maggiore supporto in moto e fuori. Aleix è stato importante per il mio trasferimento, perché abbiamo un buon rapporto e parliamo spesso durante i viaggi. Ma ciò che mi ha fatto decidere è stata l’atmosfera e la passione. Voglio portare il team al top, è una cosa che mi motiva molto. Voglio fare qualcosa di speciale, non quello che fanno gli altri”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Vinales: “In Yamaha impazzivo. A volte ero imbattibile, altre ultimo”

    ROMA – Maverick Vinales torna a parlare della Yamaha. Lo fa con contorni tutt’altro che duri a distanza di qualche mese dalla separazione con il team giapponese. Ora lo spagnolo si è accasato all’Aprilia, uno dei team più in crescita dell’ultimo biennio: “Voglio parlare solo bene della Yamaha, non ho niente di negativo da dire. La moto è ad un ottimo livello e ho sempre detto che era fantastica. Ma non sapevamo perché non riuscivamo a farla funzionare, a volte ero imbattibile e altre ultimo. Stavo impazzendo“, ammette. 
    Le parole di Maverick
    Le motivazioni allo spagnolo non mancano. Con la casa di Noale vuole tornare ad assaporare i piani alti della classifica: “Vincere è bello, ma voglio provare qualcosa in più – commenta a The Race -. Voglio sentire una squadra attorno a me, ed è per questo che mi sono trasferito. Una squadra italiana è diversa da una giapponese. Amavo il team nipponico, ma avevo bisogno di un po’ più di calore attorno a me, un maggiore supporto in moto e fuori. Aleix è stato importante per il mio trasferimento, perché abbiamo un buon rapporto e parliamo spesso durante i viaggi. Ma ciò che mi ha fatto decidere è stata l’atmosfera e la passione. Voglio portare il team al top, è una cosa che mi motiva molto. Voglio fare qualcosa di speciale, non quello che fanno gli altri”.  LEGGI TUTTO

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    Stoner: “Non vedo debolezze in Pedro Acosta, mi ha impressionato”

    ROMA – Casey Stoner dimostra di essere ancora piuttosto interessato al motomondiale, come confermano i giudizi mai banali espressi in questi mesi. L’ultima intervista l’ha rilasciata nel documentario di Dazn ‘Yo, pilota: una vita contro il tempo’, dove ha speso parole al miele nei confronti di uno dei più grandi talenti delle classi inferiori: “Sono un grande fan di Pedro Acosta. Ne avevo sentito parlare prima di questa stagione, ma è stato quando l’ho visto nelle prime gare che mi ha impressionato. Non solo per i suoi risultati, perché può succedere, ma per il suo atteggiamento, il suo livello di maturità”, ha dichiarato Stoner. 
    Gli elogi di Stoner
    Acosta si prepara alla sua prima stagione in Moto2 dopo aver vinto il Mondiale di Moto3: “Non vedo debolezze in Pedro Acosta – prosegue Stoner nel suo giudizio -. Sa come competere, sa come combattere, non ha bisogno di aver avuto un grande weekend fino a quando la gara non arriva per essere fiducioso. Fa tutto con grande discrezione e rimane calmo in situazioni di stress”. LEGGI TUTTO