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    Horizon e IrenGo, nuovo multiutiliy store a Parma

    TORINO – Horizon Automotive, primo mobility hub in Italia, consolida la sua partnership con IrenGO, società del Gruppo Iren dedicata alla mobilità elettrica di aziende, privati e enti pubblici, attraverso l’apertura di un nuovo multiutility store a Parma. La nuova apertura è stata supportata dal lavoro di WeMay, società del Gruppo Seitel e partner di Iren, che si occupa di promuovere il marchio attraverso diverse attività, come l’apertura di nuovi punti strategici, innovativi e moderni e attività di agenzia e consulenza per i clienti. WeMay ha supportato Iren e l’apertura del nuovo mobility store di Parma, occupandosi dell’allestimento e delle risorse e focalizzando l’attenzione verso il cliente, con l’obiettivo di fargli vivere un’esperienza agevole ed accogliente.
    TRE SEDI – Quel che unisce le tre società, Horizon Automotive, IrenGO e WeMay, è la volontà di essere al passo con i tempi, accompagnando il cliente verso la scelta di veicoli 100% green e quindi verso un futuro più sostenibile, supportandolo inoltre nella decisione dell’infrastruttura più idonea per la ricarica. Dunque una mobilità integrata, che unisce il veicolo, l’infrastruttura ed i servizi. La sede di Parma va ad aggiungersi ad altre due già presenti sul territorio Emiliano-Romagnolo, quella storica di Reggio Emilia, e quella di Modena. LEGGI TUTTO

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    Suzuki S-Cross, la nuova generazione arriva in Italia: ecco i prezzi

    Solo ibrida
    Presentata alla fine di novembre, la seconda generazione di Suzuki S-Cross arriva oggi nelle concessionarie, e non solo. Il brand nipponico ha infatti previsto la possibilità di prenotare il suo Suv anche online, tramite il web store Suzuki Smart Buy. Per farlo, è sufficiente configurare la vettura, scegliendo versione, allestimenti, colore e concessionaria di consegna, versando un acconto di 500 euro. In questo modo, è possibile recarsi dal venditore fisico per stipulare il contratto solo in un secondo tempo.
    La nuova S-Cross punta tutto sull’ibrido L’unica motorizzazione disponibile sul modello è la 1.4 Boosterjet hybrid, con sistema mild da 48V e potenza di 139 cavalli, abbinabile alla trazione integrale o solamente anteriore. Due gli allestimenti previsti dalla Casa: Top+, disponibile solo con cambio manuale, e Starview, offerta invece con la sola trasmissione automatica. Per entrambe le versioni, gli equipaggiamenti sono completi, seguendo la filosofia di Suzuki che riduce al minimo gli optional a pagamento.
    Di serie, su tutte le S-Cross, cerchi in lega da 17”, fari full Led, clima bizona, telecamera posteriore, schermo touch da 9”, predisposizione Apple CarPlay e Android Auto, Bluetooth e numerosi sistemi di sicurezza attiva come il cruise control adattivo e il riconoscimento dei pedoni. La versione Starview aggiunge, oltre al cambio automatico, il tetto in vetro apribile e l’ADAS “failafila”, l’adaptive cruise control con funzione stop&go.
    Ecco i prezzi per l’Italia
    Il listino della nuova S-Cross parte da 28.890 euro per la Top+ a trazione anteriore, che sale a 31.390 euro per la versione 4×4. La Starview invece costa 31.190 euro per l’anteriore e 33.690 per l’integrale, entrambe abbinate con la trasmissione automatica a 6 marce. Unico optional disponibile è la vernice metallizzata da 650 euro. Fino alla fine dell’anno, permutando o rottamando un’altra auto, sarà poi possibile acquistare la Top+ al prezzo di lancio di 25.890 euro.
    La Casa giapponese offre di serie “3 Plus Suzuki”, che prevede 3 anni di garanzia (o 100mila km), con 3 anni di assistenza stradale in collaborazione con Allianz Global Assistance e 3 anni di controlli gratuiti. Come opzione si può scegliere “Suzuki Smile”, che estende la garanzia di ulteriori 2 anni (trasferendola, in caso di vendita dell’auto, al nuovo proprietario). Infine, è disponibile “Suzuki No Problem”, che include l’auto sostitutiva in caso di furto, rimborso taxi e altri servizi per proteggere l’auto.
    Nuova Suzuki S-Cross, come cambia rispetto alla passata generazione LEGGI TUTTO

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    Horizon e IrenGo sempre più green: nuovo multiutility store a Parma

    Nuovo multiutility store a Parma, un nuovo punto di consulenza che nasce dalla collaborazione sempre più forte tra Horizon Automotive e IrenGo, oltre al supporto di WeMay (società del gruppo Seitel). L’unione delle forze ha dato vita a questo nuovo hub nel quale il cliente è al centro di tutto: verrà guidato e supportato nella ricerca del veicolo elettrico più adatto alle sue esigenze.
    Una solida partnership
    Horizon Automotive, mobility hub per il noleggio e IrenGo, ramo del Guppo Iren dedicato alla mobilità elettrica per privati e aziende, stringono ancor di più la loro partnership. L’obiettivo principale dell’apertura di questo terzo store Horizon in Emilia Romagna (gli altri due sono presenti a Modena e a Reggio Emilia) è quello di rimanere al passo con i tempi in un’epoca in cui la mobilità green si fa sempre più importante, oltre alla volontà di accompagnare l’utente nella scelta del veicolo e dell’infrastruttura idonea alla ricarica.
    “L’inaugurazione di questo nuovo e-mobility store a Parma è un ulteriore passo in avanti per Horizon. Siamo orgogliosi di espandere la nostra partnership con Iren, che condivide con noi l’attenzione verso il cliente e verso un futuro più green”, ha commentato Giuseppe Contieri, Indirect Sales Manager di Horizon Automotive. Presente all’evento anche Roberto Vezzosi, CEO del Gruppo Seitel, il quale si è detto molto soddisfatto di questa partnership in continua espansione: “Abbiamo accolto Horizon con grande entusiasmo, è un’azienda con la quale condividiamo molti obiettivi, come la mobilità elettrica. Le offerte Horizon si inseriscono con coerenza nei nostri store e ci permettono di rispondere a tutte le esigenze dei nostri clienti”.
    Horizon lancia l’assistente personale: ecco Drive it Easy LEGGI TUTTO

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    MotoGp: operazione riuscita per Jorge Martin

    ROMA – Intervento riuscito per Jorge Martin, finito sotto i ferri alla clinica Dexeus di Barcellona. Il pilota spagnolo, che nel 2021 ha esordito in MotoGp con il team Pramac, ha aspettato il termine della stagione per farsi operare. Nel Mondiale appena terminato, l’ormai ex rookie aveva dovuto saltare quattro Gp (Portogallo, Spagna, Francia e Italia) dopo aver rimediato a Portimao una frattura alla mano e una al malleolo. Nonostante i problemi, Martin ha ottenuto tre podi e una vittoria nella sua prima stagione in classe regina.
    Il commento di Martin
    A dare la notizia della riuscita dell’intervento chirurgico è stato lo stesso Martin, tramite una foto postata sui social in cui si trova in clinica. “Operazione fatta – ha scritto nella didascalia -. Mi sento bene e non vedo l’ora arrivi il 2022. Grazie per tutti i messaggi”. Nel 2022 lo spagnolo correrà ancora con la Ducati del team Pramac, cercando di migliorare il già importantissimo risultato ottenuto all’anno d’esordio in MotoGp. LEGGI TUTTO

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    MotoGp: Jorge Martin operato con successo

    ROMA – Jorge Martin è stato operato con successo dal dottor Mir alla clinica Dexeus di Barcellona. Il pilota spagnolo, che nel 2021 ha esordito in MotoGp con il team Pramac, ha aspettato il termine della stagione per finire nuovamente sotto i ferri. Nel Mondiale appena terminato, l’ormai ex rookie aveva dovuto saltare quattro Gp (Portogallo, Spagna, Francia e Italia) dopo aver rimediato a Portimao una frattura alla mano e una al malleolo. Nonostante i problemi, Martin ha ottenuto tre podi e una vittoria nella sua prima stagione in classe regina.
    Il post di Martin
    A dare la notizia della riuscita dell’intervento chirurgico è stato lo stesso Martin, tramite una foto postata sui social in cui si trova in clinica. “Operazione fatta – ha scritto nella didascalia -. Mi sento bene e non vedo l’ora arrivi il 2022. Grazie per tutti i messaggi”. Nel 2022 lo spagnolo correrà ancora con la Ducati del team Pramac, cercando di migliorare il già importantissimo risultato ottenuto all’anno d’esordio in MotoGp. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Dall'Igna: “Bagnaia pronto per vincere il mondiale”

    ROMA – Non è arrivato il tanto agognato titolo piloti, ma la stagione della Ducati è stata di assoluto livello tanto da trionfare nel mondiale costruttori. Per Gigi Dall’Igna, però, Francesco Bagnaia già dal 2022 ha tutte le carte in regola per diventare campione iridato. “Pecco ormai è un grandissimo campione – spiega il direttore generale di Ducati Corse ai microfoni Sky -lo dicono i risultati ottenuti. Mi stupisce il suo continuo migliorare, anche quando sembra sia impossibile. Ha vinto quattro delle ultime sei gare, un risultato strepitoso. Direi che è sicuramente tra i potenziali vincitori del Mondiale 2022: vincerà solo uno, ma lui sarà tra quelli che potranno vincere”.
    “Le aspettative sono alte”
    Per Dall’Igna l’intero team è pronto a fare il definitivo salto di qualità dopo la crescita del 2021. “Il finale di stagione a Valencia, con i tre piloti in parata alla bandiera a scacchi è stata un’emozione, sicuramente una delle più belle giornate della carriera. I nostri piloti hanno terminato in crescendo: le quattro vittorie nelle ultime sei sono state meravigliose, contando anche la caduta di Bagnaia a Misano. Noi ora ci sentiamo preparati bene per fare l’ultimo passo e le aspettative solo alte. Vincere il Mondiale è difficile, ma tutti ci metteremo l’anima per riportare il titolo piloti in Ducati, visto che manca da troppo tempo”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, la rivelazione di Brivio: “In Yamaha c'era chi osteggiava l'arrivo di Rossi”

    ROMA – Forse è stata la manovra sportiva più determinante nella storia della MotoGp. Nel 2004 Valentino Rossi passò dalla Honda alla Yamaha, lasciando una moto forte, con la quale aveva già vinto tre mondiali in classe regina, e abbracciando – letteralmente al buio – il progetto di Masao Furusawa e Davide Brivio. L’arrivo del Dottore però, come racconta Brivio, fu all’inizio osteggiato. “In un primo momento – ha svelato l’attuale team manager di Alpine in Formula 1 – c’era una corrente che la pensava in questo modo: se Rossi avesse vinto, sarebbe stato solo merito suo, mentre se avessimo fallito, allora la colpa sarebbe ricaduta solo sulla moto”. Poi la svolta: “Fu Masao Furusawa a convincere la dirigenza Yamaha, spiegando loro che era indispensabile avere un pilota top per puntare al mondiale”. 
    Rossi: progetto top secret
    Le trame per ingaggiare Valentino Rossi erano però già avviate da tempo. E a rivelarle è proprio l’ex team manager di Yamaha e Suzuki: “Già durante il mondiale del 2003 io e Rossi ci vedevamo. Il problema era dove, perché nel paddock eravamo sotto gli occhi di tutti. A Brno, ad esempio, ci incontrammo nella tenda della clinica mobile. Alla fine, però, ci fu l’accordo a Donington Park e Rossi fu costretto a entrare nel box col cappuccio per non farsi riconoscere e vedere la moto”. L’albo d’oro racconta cosa ha significato per la Yamaha l’arrivo di Rossi, che ha vinto quattro mondiali sotto la scuderia di Iwata, arrivando a ribaltare le gerarchie nella classe regina e a lasciare un ricordo indelebile. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, il retroscena di Brivio: “Rossi nel 2004 non era gradito in Yamaha”

    ROMA – È stata probabilmente la svolta nella carriera di Valentino Rossi in MotoGp. Nel 2004 il 46 passò dalla Honda alla Yamaha, lasciando una moto forte, con la quale aveva già vinto tre mondiali in classe regina, e abbracciando – letteralmente al buio – il progetto di Masao Furusawa e Davide Brivio. L’arrivo del Dottore però, come racconta Brivio, fu all’inizio osteggiato. “In un primo momento – ha svelato l’attuale team manager di Alpine in Formula 1 – c’era una corrente che la pensava in questo modo: se Rossi avesse vinto, sarebbe stato solo merito suo, mentre se avessimo fallito, allora la colpa sarebbe ricaduta solo sulla moto”. Poi la svolta: “Fu Masao Furusawa a convincere la dirigenza Yamaha, spiegando loro che era indispensabile avere un pilota top per puntare al mondiale”. 
    Rossi incappucciato
    Le trame per portare Valentino Rossi nel team di Iwata erano però già avviate da tempo. E a rivelarle è proprio l’ex team manager di Yamaha e Suzuki: “Già durante il mondiale del 2003 io e Rossi ci vedevamo. Il problema era dove, perché nel paddock eravamo sotto gli occhi di tutti. A Brno, ad esempio, ci incontrammo nella tenda della clinica mobile. Alla fine, però, ci fu l’accordo a Donington Park e Rossi fu costretto a entrare nel box col cappuccio per non farsi riconoscere e vedere la moto”. Il resto è storia, con il Dottore che poi vinse quattro titoli in Yamaha e che portò la casa di Iwata a risultati impensabili prima del suo avvento. LEGGI TUTTO