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    Trasforma lo scooter elettrico in bici fissando due pedali: la Polizia lo multa!

    Lo scorso 5 novembre, intorno alle 16.30 di pomeriggio, i poliziotti di pattuglia nel Centro Storico di Modena si sono insospettiti notando un signore anziano in sella a uno scooter elettrico con due pedali fissati al mezzo. Una volta fermato il conducente, gli agenti hanno evidenziato come lo scooter avesse un acceleratore sul manubrio e che a pedali fermi il motore non si fermava.
    Pensava fosse diventata una bici a pedalata assistita…
    In pratica, il signore, un 73enne modenese, ha spiegato di aver acquistato il mezzo tramite una televendita, ed era convinto che bastasse applicare due pedali per trasformare lo scooter in una bicicletta a pedalata assistita. La legge italiana in realtà dice tutt’altro: per essere considerata bicicletta, l’azione propulsiva del motore elettrico di un veicolo deve avvenire esclusivamente quando siano già stati azionati i pedali, e inoltre si deve interrompere se il ciclista smette di pedalare. In sostanza, non basta semplicemente fissare due pedali.
    Ekooter, lo scooter elettrico da 100 km d’autonomia è anche un trolley
    Il protagonista dell’episodio avrebbe dovuto anche consultare l’articolo 50 del Codice della Strada, che considera velocipedi “le biciclette a pedalata assistita, dotate di un motore ausiliario elettrico avente potenza nominale continua massima di 0,25 kW, la cui alimentazione è progressivamente ridotta ed infine interrotta quando il veicolo raggiunge i 25 km orari o prima se il ciclista smette di pedalare”.
    Sanzione salatissima
    In definitiva, quello del 73enne era un ciclomotore a tutti gli effetti. La Polizia locale ha quindi potuto accertare che lo scooter era sprovvisto di copertura assicurativa e mancata immatricolazione, senza dimenticare che il conducente viaggiava senza casco. Risultato: multa da 951 euro e sequestro amministrativo del mezzo. 
    Il boom delle biciclette tra incentivi Covid e sostenibilità…ma la sicurezza? LEGGI TUTTO

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    Covid, tra mascherina e numero massimo di passeggeri: le nuove regole in auto

    Con le nuove indicazioni arrivate dal governo, restavano alcuni dubbi sugli spostamenti in auto nelle varie zone d’Italia. Soprattutto riguardo i comportamenti all’interno dell’abitacolo e la possibilità di viaggiare in più persone. Le misure per contrastare l’epidemia da Covid-19 sono state specificate anche per gli automobilisti.
    MASCHERINA OBBLIGATORIA 
    Il governo ha inserito, nella sezione riservata alle domande frequenti (Faq), le risposte a tutti i dubbi. Le indicazioni sono le stesse per ognuna delle tre zone – gialla, arancione e rossa – in cui è stata divisa la penisola: viaggiare con persone non conviventi si può. Tutti i passeggeri hanno l’obbligo di indossare la mascherina, tranne nel caso in cui l’auto sia dotata di un separatore fisico tra i sedili anteriori e posteriori; in questo caso, senza mascherina, è consentita la presenza di una sola persona avanti e una dietro. Nei casi più comuni, invece, il massimo di persone in auto è di una davanti – naturalmente il conducente – e due passeggeri per ogni fila posteriore (se si trattasse di un nove posti, nella zona posteriore potrebbero entrare quattro persone).
    Bonus mobilità: al via nuovi rimborsi per bici e monopattini
    COSA CAMBIA TRA LE ZONE
    Quello che cambia a seconda del “colore” della zona sono gli spostamenti consentiti. Dalle 22 alle 5, su tutto il territorio nazionale, sono proibiti tutti gli spostamenti ad eccezione di particolari necessità e previa autocertificazione. Nelle zone gialle, gli spostamenti sono comunque sconsigliati ma possibili in orari diurni senza certificare la motivazione. Nelle zone arancioni sono vietati gli attraversamenti regionali – salvo sempre motivi di lavoro, salute o necessità. Per quanto riguarda le zone rosse, invece, tornate in una situazione molto simile al lockdown di marzo, sono vietati gli spostamenti fuori dal proprio comune.   
    Nuovo Dpcm: concessionari sempre aperti, quando serve l’autocertificazione? LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Iannone: “Grande ingiustizia, motivazioni prive di senso logico”

    ROMA – “Oggi ho subito la più grande ingiustizia che potessi ricevere. Mi hanno strappato il cuore separandomi dal mio grande amore”. Così Andrea Iannone commenta sul suo profilo Instagram la notizia della sospensione per 4 anni confermata dal TAS. “Le motivazioni sono prive di senso logico e con dati di fatto sbagliati. Per questo ci sarà luogo e tempo opportuni… perché di certo non mi arrendo”, aggiunge il pilota abruzzese dell’Aprilia. “Sapevo di affrontare i poteri forti – scrive ancora Iannone – ma speravo. Speravo nell’onestà intellettuale e nell’affermazione della giustizia”. “In questo momento soffro come di più non potrei. Ma chi ha cercato di distruggere la mia vita – prosegue – presto capirà quanta forza ho dentro il cuore. La forza dell’innocenza e soprattutto… la coscienza pulita”. “Una sentenza può modificare gli eventi ma non l’uomo”, conclude Iannone.
    Aprilia vicina a Iannone
    “Aprilia Racing prende atto della decisione del Tas di Losanna e della sanzione di quattro anni ad Andrea Iannone. I valori etici e sportivi ai quali Aprilia Racing da sempre si ispira non consentono alcuna tolleranza verso pratiche vietate dai regolamenti e impongono l’accettazione e il rispetto delle sentenze anche se, questa volta, si tratta una decisione dura, che pare andare oltre quello che le carte, le evidenze scientifiche e persino la precedente sentenza emessa dalla Federazione Internazionale lasciavano presagire”. Così invece la casa di Noale sulla sentenza del Tas di Losanna. “Aprilia Racing – si legge nel comunicato – ha scelto, fin dall’inizio di questa vicenda, di rimanere accanto al suo pilota e per coerenza anche in questo momento gli è solidale, avendo creduto e continuando a credere nella sua buona fede”. “Le sentenze si rispettano e si accettano anche se molti elementi di questa decisione destano perplessità, anche dal lato prettamente scientifico”, ha dichiarato Massimo Rivola, amministratore delegato di Aprilia Racing. “Non siamo pentiti di essere rimasti vicini ad Andrea e, anzi, gli siamo vicini anche in questo momento. Questa vicenda, con i suoi tempi così lunghi, ha danneggiato pesantemente Aprilia Racing e le nostre strategie per questa e le prossime stagioni, ora però dobbiamo guardare avanti e abbiamo il dovere di trovare velocemente una soluzione di alto livello, che sposi il progetto iniziato con Andrea e che ci permetta di continuare la nostra crescita, che c’è ed è evidente”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Iannone: “Subita grande ingiustizia, ma ho coscienza pulita”

    ROMA – “Oggi ho subito la più grande ingiustizia che potessi ricevere. Mi hanno strappato il cuore separandomi dal mio grande amore”. Così Andrea Iannone commenta sul suo profilo Instagram la notizia della sospensione per 4 anni confermata dal TAS. “Le motivazioni sono prive di senso logico e con dati di fatto sbagliati. Per questo ci sarà luogo e tempo opportuni… perché di certo non mi arrendo”, aggiunge il pilota abruzzese dell’Aprilia. “Sapevo di affrontare i poteri forti – scrive ancora Iannone – ma speravo. Speravo nell’onestà intellettuale e nell’affermazione della giustizia”. “In questo momento soffro come di più non potrei. Ma chi ha cercato di distruggere la mia vita – prosegue – presto capirà quanta forza ho dentro il cuore. La forza dell’innocenza e soprattutto… la coscienza pulita”. “Una sentenza può modificare gli eventi ma non l’uomo”, conclude Iannone.
    Aprilia vicina a Iannone
    “Aprilia Racing prende atto della decisione del Tas di Losanna e della sanzione di quattro anni ad Andrea Iannone. I valori etici e sportivi ai quali Aprilia Racing da sempre si ispira non consentono alcuna tolleranza verso pratiche vietate dai regolamenti e impongono l’accettazione e il rispetto delle sentenze anche se, questa volta, si tratta una decisione dura, che pare andare oltre quello che le carte, le evidenze scientifiche e persino la precedente sentenza emessa dalla Federazione Internazionale lasciavano presagire”. Così invece la casa di Noale sulla sentenza del Tas di Losanna. “Aprilia Racing – si legge nel comunicato – ha scelto, fin dall’inizio di questa vicenda, di rimanere accanto al suo pilota e per coerenza anche in questo momento gli è solidale, avendo creduto e continuando a credere nella sua buona fede”. “Le sentenze si rispettano e si accettano anche se molti elementi di questa decisione destano perplessità, anche dal lato prettamente scientifico”, ha dichiarato Massimo Rivola, amministratore delegato di Aprilia Racing. “Non siamo pentiti di essere rimasti vicini ad Andrea e, anzi, gli siamo vicini anche in questo momento. Questa vicenda, con i suoi tempi così lunghi, ha danneggiato pesantemente Aprilia Racing e le nostre strategie per questa e le prossime stagioni, ora però dobbiamo guardare avanti e abbiamo il dovere di trovare velocemente una soluzione di alto livello, che sposi il progetto iniziato con Andrea e che ci permetta di continuare la nostra crescita, che c’è ed è evidente”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Marc Marquez: “Rientro nel 2021, ora pensiamo al recupero”

    ROMA – Marc Marquez non tornerà in pista in questa stagione, ma nel 2021. Lo ha annunciato il pilota spagnolo della Honda attraverso un post sul suo profilo Twitter, dicendo definitivamente addio alla stagione in corso. “Non tornerò a competere in questa stagione. Dopo ver valutato la situazione del braccio con i dottori e con la mia squadra, abbiamo deciso che la cosa migliore sia tornare il prossimo anno”, ha scritto sui social Marquez. “Adesso bisogna portare avanti il processo di recupero. Grazie per i messaggi di vicinanza. Sono impaziente di tornare nel 2021”, ha aggiunto.
    La nota della Honda
    In contemporanea anche la Hrc è uscita con una nota sull’8 volte iridato. “Mentre il suo recupero continua, Marc Marquez e il Repsol Honda Team confermano che non parteciperà al resto della stagione 2020 della MotoGp e punta a tornare a correre nel 2021”. “Lavorando attraverso il suo programma di recupero e monitorando i progressi del suo braccio, Marc Marquez in collaborazione con Honda, il suo team e numerosi medici, ha deciso di ritardare ufficialmente il suo ritorno in azione fino al 2021”, conclude la nota. La stagione di MotoGp volge al termine, sono infatti due le gare ancora da disputare, il Gp di Valencia e quello del Portogallo. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Marc Marquez annuncia: “Torno in pista nel 2021”

    ROMA – Marc Marquez non tornerà in pista in questa stagione, ma nel 2021. Lo ha annunciato il pilota spagnolo della Honda attraverso un post sul suo profilo Twitter, dicendo definitivamente addio alla stagione in corso. “Non tornerò a competere in questa stagione. Dopo ver valutato la situazione del braccio con i dottori e con la mia squadra, abbiamo deciso che la cosa migliore sia tornare il prossimo anno”, ha scritto sui social Marquez. “Adesso bisogna portare avanti il processo di recupero. Grazie per i messaggi di vicinanza. Sono impaziente di tornare nel 2021”, ha proseguito. 
    La nota della Honda
    In contemporanea anche la Hrc è uscita con una nota sull’8 volte iridato. “Mentre il suo recupero continua, Marc Marquez e il Repsol Honda Team confermano che non parteciperà al resto della stagione 2020 della MotoGp e punta a tornare a correre nel 2021”. “Lavorando attraverso il suo programma di recupero e monitorando i progressi del suo braccio, Marc Marquez in collaborazione con Honda, il suo team e numerosi medici, ha deciso di ritardare ufficialmente il suo ritorno in azione fino al 2021”, conclude la nota. La stagione di MotoGp volge al termine, sono infatti 2 le gare ancora da disputare, il Gp di Valencia e quello del Portogallo. LEGGI TUTTO

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    MotoGp: Andrea Iannone sospeso per quattro anni

    LOSANNA – Andrea Iannone è stato sospeso, per la questione legata al doping, per quattro anni come stabilito dalla Corte di Arbitrato dello Sport (CAS). La squalifica ha inizio dal 17 dicembre 2019 ma tutti i risultati ottenuti dal pilota italiano, a partire dal 1° novembre 2019, sono da considerarsi decaduti. Inizialmente la sospensione per doping per Iannone era stata di 18 mesi.
    Out fino al dicembre 2023
    Il pilota di Vasto era stato trovato positivo al drostanolone in un controllo antidoping del 3 novembre 2019, in occasione del Gp di Malesia. Il 17 aprile di quest’anno, in primo grado, al pilota dell’Aprilia erano stati inflitti 18 mesi di stop. Iannone e il suo legale hanno sempre sostenuto la tesi della contaminazione alimentare e per questo era stato presentato il ricorso. Al tempo stesso la Wada aveva presentato un ricorso opposto in cui si chiedeva un aumento della sanzione.
    Il CAS ha stabilito che non sono state presentate prove sufficienti da parte di Iannone tali da dimostrare un reale problema di contaminazione della carne. Proprio per questo motivo è stato accolto il ricorso della Wada: la sospensione Iannone passa così da 18 mesi a quattro anni. LEGGI TUTTO

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    MotoGp: Andrea Iannone squalificato fino al 17 dicembre 2023

    LOSANNA – Andrea Iannone è stato squalificato per quattro anni come stabilito dalla Corte di Arbitrato dello Sport (CAS). La squalifica ha inizio dal 17 dicembre 2019 ma tutti i risultati ottenuti dal pilota italiano a partire dal 1° novembre 2019 sono da considerarsi decaduti.
    Nessuna prova valida
    Il pilota di Vasto era stato trovato positivo al drostanolone in un controllo antidoping del 3 novembre 2019, in occasione del Gp di Malesia. Il 17 aprile di quest’anno, in primo grado, al pilota dell’Aprilia erano stati inflitti 18 mesi di stop. Iannone e il suo legale hanno sempre sostenuto la tesi della contaminazione alimentare e per questo era stato presentato il ricorso. Al tempo stesso la Wada aveva presentato un ricorso opposto in cui si chiedeva un aumento della sanzione.
    Il CAS ha stabilito che non sono state presentate prove sufficienti da parte di Iannone tali da dimostrare un reale problema di contaminazione della carne. Proprio per questo motivo è stato accolto il ricorso della Wada: la sospensione Iannone passa così da 18 mesi a quattro anni. LEGGI TUTTO