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    MotoGP, Jorge Lorenzo lontano dalla Yamaha: spunta l'ipotesi Aprilia

    ROMA – Il Mondiale di MotoGP 2020 deve ancora finire ma il mercato non si ferma mai. Così l’Aprilia, dopo l’annuncio a sorpresa della sostituzione di Bradley Smith con Lorenzo Savadori, potrebbe ritrovarsi nei box un altro “Lorenzo”.
    Yamaha e Aprilia
    Secondo Speedweek.com, Jorge Lorenzo sarebbe in trattative con l‘Aprilia per il ruolo di tester nel 2021. Un’indiscrezione tutta da verificare ma che darebbe continuità alle voci che vogliono il maiorchino in rotta con la casa di Iwata. Sarebbe questo per Lorenzo un ritorno al passato visto che con la Derbi ha debuttano in 125 mentre con la Casa di Noale ha vinto due mondiali in 250. L’Aprilia è delle squadre più attive anche perché, in teoria, il suo sarebbe l’unico sedile libero tra i team factory in attesa della sentenza su Andrea Iannone. LEGGI TUTTO

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    Tommaso Omobono Tenni: il Diavolo Nero e la sua leggenda

    Vincere è probabilmente la cosa che per un pilota conta più di tutto. Ma per Tommaso Omobono Tenni da Tirano sembrava ci fosse altro: la sua unica, vera, aspirazione nella vita era infatti andare forte in moto. Sempre più forte. In una folle corsa contro se stesso e i propri limiti, dove l’unica cosa che contava per davvero erano la velocità – pura, assoluta, sconsiderata – e un coraggio spinto ai confini estremi.
    Quello sguardo attonito del pubblico…
    Come quando, nel 1933, scatenato sul circuito Littorio di Roma in occasione del “Trofeo della Velocità”, schiantò a terra rovinosamente, mentre spingeva la sua Guzzi oltre ogni limite. Una botta micidiale che avrebbe steso un toro. Eppure – come raccontano le cronache dell’epoca – Tenni, benché malconcio, si rialzò e incurante del dolore, corse a riprendere la moto sotto lo sguardo attonito del pubblico. Alla fine, solo un guasto meccanico gli impedì di riprendere la gara.
    Obiettivo Tourist Trophy
    Ma fu nel 1937 che tutta la tempra di Tommaso Omobono Tenni venne fuori come cuoio duro. Mancavano 3 mesi alla trasferta al Tourist Trophy sull’isola di Man e l’allenamento era serratissimo. Tommaso scalava in moto a folle velocità i tornanti del Lario quando all’improvviso un carretto trainato da un asino gli si parò davanti. Fu uno scontro micidiale: una gamba fratturata ma soprattutto due dita del piede troncate di netto. Impassibile, senza batter ciglio, si racconta che il campione di Tirano le abbia raccolte e avvolse con cura in un fazzoletto, confidando nella possibilità che i medici dell’ospedale di Como gliele potessero ricucire.
    TT, il pensiero fisso
    La sua sola preoccupazione, la sua unica urgenza, era di non poter correre la gara sull’Isola di Man, alla cui vittoria aveva dovuto rinunciare due anni prima, beffato dalla nebbia e dall’incrocio di traiettoria con un corvo. Le dita rimasero mozze ma al via, Omobono Tenni, ci si presentò lo stesso.
    L’inizio della leggenda
     “Le notizie che mi pervengono da ogni zona del circuito concordano su un solo punto: Tenni sta curvando con pazzo abbandono, creando dubbi sul fatto che egli possa finire la gara in un pezzo solo”. Era l’inizio della leggenda di The Black Devil – il Diavolo Nero – il primo pilota non inglese che fu capace di vincere all’Isola di Man. Un italiano, sprezzante del pericolo e con due dita del piede mozzate.
    Uno dei piloti più forti della storia
    Coraggio. Genio. Follia. Le 239 gare corse all’inizio del secolo scorso da Tommaso Omobono Tenni – molte vinte e la maggior parte vissute da protagonista – rappresentano un numero davvero elevato, se rapportate a quell’epoca. Una carriera incredibile, un’epopea entusiasmante, che si interruppe purtroppo drammaticamente il 1° luglio del 1948, all’altezza della curva Eymatt del circuito di Berna, dove una Moto Guzzi fuori controllo, lanciata a forte velocità, andò letteralmente in frantumi. Termina così la vita di uno dei piloti più forti mai visti in sella ad una moto… forse il più forte di sempre. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Dovizioso ad un passo dalla Yamaha: sarà collaudatore

    ROMA – Il futuro di Andrea Dovizioso sarà svelato nei prossimi giorni. Scartata l’ipotesi Aprilia, le possibilità sono due: Honda e Yamaha. Nelle ultime ore sembra aver preso quota il ritorno nella Casa di Iwata. Secondo quanto riportato da Motorsport-Total.com, il tre volte vicecampione MotoGP potrebbe tornare al magazzino Yamaha dopo l’esperienza con il team satellite Tech3 nella stagione 2012. Dovizioso andrebbe a sostituire Jorge Lorenzo nel ruolo di collaudatore che sembra definitivamente intenzionato ad appendere il casco al chiodo. Escluse anche le ipotesi Aprilia e Honda per il pilota della Ducati. La prima non sembra aver convinto Andrea, nonostante le continue dimostrazioni di stima ricevute in questi mesi sia dall’amministratore delegato Massimo Rivola sia dal suo pilota di punta, Aleix Espargaró; la seconda perché il forlivese ha intenzione di coltivare la sua grande passione offroad e il rischio di infortuni non sarebbe ben gradito alla HRC. La decisione finale su quale costruttore assumerà “Dovi” come collaudatore per il 2021 dovrebbe essere presa “questa settimana”, secondo il manager Battistella. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Dovizioso nel mirino di Yamaha? A giorni la decisione

    ROMA – Il futuro di Andrea Dovizioso sarà svelato nei prossimi giorni. Scartata l’ipotesi Aprilia, le possibilità sono due: Honda e Yamaha. Nelle ultime ore sembra aver preso quota il ritorno nella Casa di Iwata. Secondo quanto riportato da Motorsport-Total.com, il tre volte vicecampione MotoGP potrebbe tornare al magazzino Yamaha dopo l’esperienza con il team satellite Tech3 nella stagione 2012. Dovizioso andrebbe a sostituire Jorge Lorenzo nel ruolo di collaudatore che sembra definitivamente intenzionato ad appendere il casco al chiodo. Escluse anche le ipotesi Aprilia e Honda per il pilota della Ducati. La prima non sembra aver convinto Andrea, nonostante le continue dimostrazioni di stima ricevute in questi mesi sia dall’amministratore delegato Massimo Rivola sia dal suo pilota di punta, Aleix Espargaró; la seconda perché il forlivese ha intenzione di coltivare la sua grande passione offroad e il rischio di infortuni non sarebbe ben gradito alla HRC. La decisione finale su quale costruttore assumerà “Dovi” come collaudatore per il 2021 dovrebbe essere presa “questa settimana”, secondo il manager Battistella. LEGGI TUTTO

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    Hyundai presenta la sua nuova auto elettrica per i bambini

    In principio erano a pedali, poi sono arrivate quelle a batteria. Le automobiline per bambini sono state il primo mezzo elettrico davvero di massa, e ora Hyundai punta ancora più in alto realizzandone una che non ha nulla da invidiare a una vera vettura. L’auto, che non ha un ancora un nome ufficiale, si ispira a una concept car della Casa, sfoggia un look aggressivo e moderno, e naturalmente ha un motore elettrico.
    Nuova Hyundai i20, la cittadina dall’animo sportivo
    Per spiriti coraggiosi
    La mini Hyundai pensata per i più piccoli è stata realizzata traendo ispirazione dalla concept 45 EV presentata l’anno scorso in occasione del Salone di Francoforte. Il suo design segue la filosofia “kinetic cube” e riprende in tutto gli stilemi della sorella maggiore, a partire della “V” scavata nella fiancata. A essere molto diverse sono però le dimensioni. La Casa coreana ha rilasciato una vera e propria scheda tecnica della vettura, che ne rivela la lunghezza di 1,38 metri, l’altezza di 82 cm e la larghezza di 68 cm.

    La Casa ha presentato questo mezzo con la serietà e la puntualità di un’auto tradizionale, dichiarando una velocità massima di 7 km/h solo per “gli spiriti più coraggiosi”, mentre l’autonomia non è stata ancora comunicata. Hyundai afferma che sta lavorando al sistema Emotion Adaptive Vehicle Control, per ricaricare il mezzo attraverso… le risate del conducente! È di ispirazione sportiva, conclude la Casa, la decisione di dotare l’automobilina di un solo sedile posizionato al centro dell’abitacolo.
    La piccola Hyundai, presentata in colore azzurro con dettagli arancioni, al momento è solo una concept car. Ma il Marchio coreano ha annunciato che ci saranno presto nuovi dettagli sui piani per garantire un piano di mobilità elettrica ai più giovani. Anche se, sicuramente, questa mini EV piacerà anche ai grandi.
    Hyundai i30 N restyling, novità doppia frizione e cavalleria extra LEGGI TUTTO

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    Ares S1 Project Spyder, V8 aspirato da 715 cavalli old style

    Via il tetto, da S1 in direzione barchetta. L’idea, in Ares Design, ha affiancato la progettazione della coupé e, adesso, si materializza in S1 Project Spyder. Dalle parti di Modena raccolgono gli ordini sui 24 esemplari, tiratura limitata per un’emozionale due posti che rinuncia al parabrezza e sfrutta l’aerodinamica per creare una bolla che isoli guidatore e passeggero.
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    La tecnica è invariata, c’è un motore V8 aspirato da 715 cavalli, derivazione Corvette – con elettronica e scarico realizzati su misura da Ares -, abbinato a un cambio doppia frizione 8 marce per spunti da fermo da 2”7 sullo zero-cento.

    Stile e aerodinamica si fondono
    Al di là della prestazione c’è il design, la ricerca aerodinamica che portato a sostituire il parabrezza con due deviatori di flusso, trasparenti, installati davanti al cockpit e sui quali i flussi d’aria corrono e vengono deviati per scavalcare l’abitacolo, garantendo una bolla che dia un certo “comfort” a chi dovesse scegliere di guidare senza casco e occhiali.
    Forme sinuose per la carrozzeria in fibra di carbonio, replicano le linee della coupé, confermano i terminali di scarico in posizione orientata verso l’alto, il ché consente di liberare spazio al retrotreno e sfruttarlo per generare deportanza dal fondo. Una coda simil-tronca, scavata al centro come sull’avantreno, tra gli archi passaruota che avvolgono sospensioni a doppi bracci oscillanti realizzati in alluminio forgiato e controllati elettronicamente nella variazione della rigidità con il sistema Magnetic Ride Control.
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    A bordo, rivestimenti in pelle Nappa e Alcantara in uno schema di fatto a due cockpit, tanto sono separati visivamente e nel design i sedili di guidatore e passeggero, che può contare su un piccolo display con le informazioni principali, dell’infotainment e della strumentazione. LEGGI TUTTO

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    Porsche Cayenne E-Hybrid: maggiore autonomia con la nuova batteria

    Vicini a quota 50. Porsche Cayenne E-Hybrid rinnova la componente elettrica dell’ibrido plug-in, lo fa intervenendo sul pacco batteria e sull’elettronica di controllo del recupero energetico e dell’utilizzo del motore termico per ricaricare la batteria.
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    Nel ciclo WLTP che simula l’utilizzo in ambito urbano – i cui dati sono mediamente superiori rispetto a un ciclo combinato per autonomia in modalità elettrica – Cayenne ibrida plug-in da 462 cavalli arriva a percorrere 48 chilometri, un incremento pari al 30% se confrontato con i valori garantiti dalla batteria da 14,1 kWh.
    Batteria nuova: le caratteristiche

    È il secondo incremento di capacità per l’ibrido plug-in Cayenne, declinato sia in carrozzeria classica che Cayenne Coupé, così come nella versione Cayenne Turbo S E-Hybrid (nella gallery). I 17,9 kWh (capacità lorda) sul Turbo S E-Hybrid vedono un’autonomia leggermente inferiore, di 42 km.
    Modalità E-Charge, le novità
    Un sostanziale intervento migliorativo, accompagnato da logiche riviste per la modalità di guida E-Charge, con la quale il motore elettrico opera da generatore e produce energia per ricaricare la batteria. Una produzione che avviene ricorrendo in parte all’utilizzo del motore termico – ricordiamo lo schema ibrido parallelo Porsche, con il cambio automatico Tiptronic sportivo 8 marce sul quale è installato il motogeneratore e innestato da un frizione di separazione sulla linea di trazione –. Il V6 turbocompresso benzina, da 3 litri, opera a carichi differenti con un apporto variabile nel ricaricare indirettamente la batteria.

    In cosa cambia la modalità E-Charge? I tecnici Porsche hanno variato la soglia massima di ricarica alla quale portare la batteria, dal 100% all’80%, per la semplice ragione che, ricaricare gli ultimi 20 punti percentuali, richiede tempi molto più lunghi – come per tutte le tipologie di batterie agli ioni di litio e simili, a partire dagli smartphone – in rapporto ai vantaggi che si hanno in marcia.
    Porsche Panamera, i restyling porta il super ibrido
    Ritocchi alle strategie elettroniche hanno interessato anche le modalità Sport e Sport Plus, nelle quali il recupero energetico vale 12 kW e la batteria ha sempre una carica minima necessaria per produrre il surplus di potenza dell’ibrido sui 340 cavalli del motore termico V6 di Cayenne E-Hybrid. Numeri che per Turbo S E-Hybrid sono di 680 cavalli nell’insieme e 550 cavalli dal V8 4 litri biturbo.
    Sfoglia il listino Porsche: tutti i modelli sul mercato
    Con Home Manager basta sovraccarichi
    Cayenne ibrida plug-in con la batteria potenziata è già ordinabile e può essere “completata” oltre che dalle soluzioni per la ricarica domestica, dall’Home Energy Manager, in grado di prelevare dalla rete l’energia necessaria alla ricarica dell’auto tenendo conto dei consumi dell’abitazione, evitando i sovraccarichi e prevedendo la possibilità di “attingere” all’energia generata da un eventuale sistema fotovoltaico. LEGGI TUTTO

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    Opel Corsa-e e Mokka-e, X Factor 2020 è a tinte elettriche

    X Factor, il talent show in onda ogni giovedì sera su Sky, anche per l’edizione 2020 vede confermata Opel come partner d’eccezione. Nello show canoro, uno dei più famosi e seguiti in Italia, oltre ai cantanti, sono protagonisti i modelli elettrici della gamma Opel.

    Ma la collaborazione tra il marchio tedesco e lo show televisivo si arricchisce anche di contenuti digitali, come “XF DI CORSA” – riassunto in 60 secondi delle puntate del talent – e l’immancabile “Confessionale dell’eliminato”, ovvero l’intervista a concorrenti eliminati e altri protagonisti. LEGGI TUTTO