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    GP Francia, Smith protagonista nelle libere, Valentino Rossi chiude ottavo

    LE MANS – Piove a Le Mans e così le prime prove libere del Gran Premio di Francia di MotoGP stravologono un po’ le gerarchie. Bradley Smith, in sella alla sua Aprilia numero 38, è protagonista assoluto facendo segnare il tempo di 1:43.804 precedendo di 0.154 Johann Zarco sulla Ducati Avintia. La terza piazza se la aggiudica Danilo Petrucci, in sella alla Ducati ufficiale, lontano 0.220 dalla vetta del venerdì mattina. Valentino Rossi termina invece in ottava posizione a sette decimi dall’inglese.
    Miller ai piedi del podio
    Le moto di Borgo Panigale mostrano i muscoli sulla pista francese dimostrandosi a proprio agio sull’asfalto bagnato. Jack Miller, Pramac, e Andrea Dovizioso, Ducati Factory, si piazzano al quarto e quinto posto. Nella top ten del venerdì mattina si inseriscono anche Maverick Viñales (Yamaha), Morbidelli (Petronas), Crutchlow (LCR Honda) e Pol Espargaró (KTM). LEGGI TUTTO

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    GP Francia, Smith vola nelle libere bagnate, Valentino Rossi ottavo

    LE MANS – Le prime prove libere di MotoGP del Gran Premio di Francia si svolgono sul bagnato e vedono Bradley Smith protagonista assoluto. Il pilota dell’Aprilia vola con il tempo di 1:43.804 precedendo di 0.154 Johann Zarco sulla Ducati Avintia. La terza piazza se la aggiudica Danilo Petrucci, in sella alla Ducati ufficiale, lontano 0.220 dalla vetta del venerdì mattina. Valentino Rossi termina invece in ottava posizione a sette decimi dall’inglese.
    Ducati protagoniste
    Le moto di Borgo Panigale mostrano i muscoli sulla pista francese dimostrandosi a proprio agio sull’asfalto bagnato. Jack Miller, Pramac, e Andrea Dovizioso, Ducati Factory, si piazzano al quarto e quinto posto. Nella top ten del venerdì mattina si inseriscono anche Maverick Viñales (Yamaha), Morbidelli (Petronas), Crutchlow (LCR Honda) e Pol Espargaró (KTM). LEGGI TUTTO

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    Mercedes-AMG GT Black Series, Stella a tre Punte da brividi: ecco come va

    Un giorno di libertà (vigilata). Libertà dal vincolo della sostenibilità, dall’elettrico, dall’ambiente e dall’inquinamento. Perchè, una volta tanto, vale la pena tornare al passato, cioè scendere in pista, infilarsi il casco e pestare sto’ benedetto pedale del gas, leggi acceleratore, e inquinare il giusto, quello che si è sempre fatto – e in misura infinitesimale rispetto agli altri agenti inquinanti – mentre ci si diverte a correre su un tracciato come quello del Lausitzring.
    Mostro da corsa
    Dove il divertimento, tanto per cominciare, sta nella presa di confidenza con lo “Squalo con le ali” che ci accoglie all’ingresso. Quella immensa bocca, cioè griglia della Mercedes AMG GT-Black Series, la… cattiveria fatta macchina, sesta figlia legittima di una famiglia, quella Black Series, che Mercedes Amg ha iniziato a costruire dal 2006 (SLK 55, SLS, CLK 63, SL 65e C63, le altre sorelle). Un Dna senza alternative: bisogna far paura, fuori e dentro le piste. E con quella “faccia” là, il risultato è garantito. Anima sportiva, in corpo sportivo perchè è quella l’ispirazione e quella la destinazione, a meno che non vogliate presentarvi al bar con questa belva acquattata che sembra un’astronave in decollo anche quando è ferma.

    Ricca di piccoli, grandi dettagli aerodinamici, dal generoso splitter inferiore alle enormi prese d’aria sui parafango davanti, come le altre prese d’aria dietre ruote anteriori e  minigonne, fino all’”esagerato” alettone posteriore regolabile e dotato di un’ala mobile superiore in grado di inclinarsi di 20 gradi. Un pacchetto aerodinamico completatio da fondo piatto, sottoscocca rivestito ed estrattore inchiodano la vettura all’asfalto anche a 250 km/h con 400 kg di carico aerodinamico. E senza dimenticare quei due artigli sistemati alle estremità dei paraurti che uniti ad altrettanti convogliatori d’aria contribuiscono invece all’equilibrio generale, diminuendo la resistenza all’avanzamento.
    Il V8 più potente di sempre
    E poi c’è lui, sua maestà il motore, tanto possente e violento che solo quel “paracadute” aerodinamico appena descritto poteva aiutare a gestirlo insieme all’elettronica. Il cuore giusto al posto giusto: un 8 cilindri biturbo da 4 litri, capace di scatenare qualcosa come 730 cv (intorno ai 6.800 giri) e ben 800 Nm di coppia massima. Il più potente di tutti i tempi per AMG (145 cv in più rispetto al record in gamma della Casa di Affeltarbach).
    Sembra una GT3
    E qui comincia il divertimento totale, la libertà, almeno per un giorno. Perchè il surplus di potenza arriva da tanti accorgimenti, uno su tutti: l’albero motore piatto che genera un comportamento da 4 cilindri: il sound diventa roco, ruvido e la rispostà è praticamente immediata. In 3”2 si toccano i 100 km/h, con altri 6” scarsi i 200 km/h, per una punta massima di 325 km/h.
    Tutto “legato” dal cambio 7G doppia frizione speedshift dct AMG, che si fatica ad avvertire per quanto sono veloci i cambi di marcia. Sulle curve del Lausitzring, questa AMG GT Black Series è stata un po’ volutamente imbrigliata ma la sensazione di potenza infinita, eppure controllata, non ci ha lasciati nemmeno per un attimo. Sorprendendoci per la stabilità anche ad alta velocità in curva, dove la mole di questa “belva” da corsa, resta compatto e agile senza esitazione. Grazie anche all’impianto frenante carboceramico, agli ammortizzatori a ghiera con regolazione adattiva che adatta appunto le sospensioni di ogni ruota a situazioni di marcia, velocità e condizioni della strada/pista, agli pneumatici Michelin Sport Cup 2I.
    Listino esclusivo
    Il listino si avvicina ai 360.000 euro, non esattamente per neopatentati: ma chi insegue oggetti del genere sa a quello cui va incontro. Perchè dentro di roba, oltre quella già descritta, ce n’è davvero tanta. Alluminio e carbonio a profusione, Alcantara sulla plancia, sedili a guscio da corsa, il controllo di trazione su dieci livelli e il doppio schermo digitale: strumenti da 12”3; centrale da 10”25  e altri più piccoli sul tunnel per regolare dinamica di guida, sospensioni e sound del motore. Del resto, la libertà, come si dice, non ha prezzo. LEGGI TUTTO

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    Brescia, città dal passato glorioso

    Per arrivare a un museo, con una chiesa alle spalle, bisogna superare un chiostro e poi un altro e un altro ancora; dentro, c’è tutta la storia di una città. Santa Giulia, a Brescia, è molto più di uno spazio espositivo: è un piccolo mondo che, tra affreschi e giardini contemplativi, croci monumentali e corredi funebri, mosaici e antiche domus, racconta le vicende cittadine dai primi insediamenti preistorici all’Età veneta, passando per l’Alto Medioevo e l’epoca delle Signorie. Un luogo che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel contesto del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del Potere (568-774 d.C.)” che include, oltre a quello di Brescia, anche altri sei siti italiani (Spoleto, Benevento, Cividale del Friuli, Castelseprio Torba, Campello sul Clitunno e Monte Sant’Angelo) che un tempo furono i più importanti ducati longobardi del nostro Paese. Una grande, diacronica, area monumentale dove convivono in un mirabile equilibrio epoche e stili lontani. Il complesso monastico di Santa Giulia fu fatto erigere nel 753 dall’allora duca Desiderio, futuro sovrano, su un’area già occupata in età romana dalle Domus di Dionisio e delle Fontane, e comprende la Basilica di San Salvatore e la sua bella cripta con colonnette in stile misto, la cinquecentesca chiesa di Santa Maria in Solario con il coro rinascimentale dove le monache, nascoste, cantavano inni al Signore. Uno stretto passaggio conduce all’oratorio romanico di Santa Maria in Solario, che custodisce la croce rivestita di gemme di Re Desiderio, capolavoro dell’oreficeria carolingia. E infine c’è una sala vuota. Per ora. È la cella orientale del tempio romano di Santa Giulia che l’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg ha trasformato in una stanza nuda con un piedistallo cilindrico in marmo di Botticino illuminato da una lampada che ricorda la luna: qui, entro la fine del 2020, tornerà dopo anni di restauri l’icona di Brescia, la statua bronzea del I sec. d.C. della Vittoria Alata.

    Legato alla stessa epoca un altro tesoro artistico, l’area di Brixia, il Parco archeologico della Brescia romana, anch’esso sotto l’egida dell’Unesco. Una teoria di edifici di culto, come il Santuario tardo repubblicano, e pubblici, come il teatro e il Capitolium eretto per volontà dell’imperatore Vespasiano nel 73 d.C. Spicca, tra tutti, il Tempio Capitolino con tre celle dedicate a Giove, Giunone e Minerva e una quarta, di un precedente tempio, che custodisce uno straordinario ciclo di affreschi.

    Non si può lasciare Brescia però senza aver speso un po’ di tempo nel suo salotto buono, la rinascimentale piazza della Loggia, il luogo più veneziano della città, perfetto per proporzioni spaziali tra le lunghezze dei lati della piazza e il volume dei portici. Qui affacciano la Loggia, il cinquecentesco Palazzo notarile con un bel portale scolpito, la quattrocentesca casa Vender, il Monte di Pietà e la Torre dell’Orologio. Nell’arcata sotto l’orologio, una stele in marmo ricorda i morti dell’attentato terroristico del maggio 1974. LEGGI TUTTO

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    Arte italiana in viaggio: con Stefano Accorsi in sella alla MV Agusta

    De Gregori lo cantava in tempi non sospetti: “Viva l’Italia”. E “Viva l’Italia” è anche il nostro motto, l’incipit di un racconto che esce dai nostri canoni motociclistici. Il nostro Paese è crogiolo di identità, culture, tradizioni e dialetti che affondano le radici in secoli e secoli di storia. A volte dimentichiamo (o meglio, sottovalutiamo) chi siamo e da dove veniamo. Ma il nostro io profondo è lì, sottotraccia, non svanisce. Torna e ritorna, con il suo carico millenario, in tutto ciò che facciamo, spesso in modo silenzioso. Ma è vivo, presente. Forse anche per questa presenza l’Italia e gli italiani, con tutti i loro pregi e difetti, rappresentano un unicum. Un laboratorio culturale e artistico che non ha eguali. E che spazia in ogni settore, da quello industriale a quello artistico.

    Una parola – arte – che trova le più svariate declinazioni ed è il filo conduttore di questo esperimento: arte è musica, pittura, teatro, cinema… ma anche motociclette, quando l’oggetto in questione è firmato MV Agusta. Mezzi “scolpiti” da artisti ispirati che per l’occasione abbiamo fatto guidare da un altro artista, l’attore Stefano Accorsi. Che ci ha accompagnato in un percorso personale e culturale da quella che fu la “sua” Scuola di Teatro di Bologna, di Alessandra Galante Garrone, al Teatro della Pergola di Firenze…”
    Dalle MV Agusta al cinema: il viaggio con Stefano Accorsi

    Le righe ache avete appena letto è l’inizio dell’articolo che troverete nel prossimo numero di In Moto in edicola il 17 Ottobre nel quale è raccontata una giornata molto particolare che abbiamo trascorso insieme all’attore Stefano Accorsi in sella alle MV Agusta Rush 1000 (un’anteprima assoluta) e Superveloce 800. Due moto sportive, di classe, caratterizzate da un’estetica unica e da finiture superlative. Un test che si è svolto sulle curve dell’Appennino tra Bologna e Firenze alla vigilia della distribuzione dell’ultimo film dell’attore bolognese, dall’8 ottobre nelle sale: “Lasciami Andare”. Diretto da Stefano Mordini, con la partecipazione di Valeria Golino, Maya Sansa e Serena Rossi, “Lasciami Andare” è un dramma psicologico che ha come protagonista silenziosa una Venezia invernale e tinta di mistero. La prova della maturità di un attore che nella vita privata coltiva una spiccata passione per i motori, in particolare per le due ruote. 
    “Lasciami andare”: l’ultima fatica dell’attore bolognese
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    Marco (Stefano Accorsi) e Anita (Serena Rossi) scoprono di aspettare un figlio. Finalmente un raggio di luce nella vita di Marco, messa duramente alla prova dal dolore per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la prima moglie Clara (Maya Sansa). Improvvisamente però, nella vita di Marco e della sua ex moglie, irrompe Perla (Valeria Golino), la nuova proprietaria della casa dove la coppia abitava fino al tragico incidente. La misteriosa donna sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la voce di un bambino che tormenta sia lei che suo figlio. Marco si ritrova così combattuto tra i legami del passato e un futuro ancora da scrivere.
    Riding estremo con MV Agusta: è ‘Pursuit of Happiness’ LEGGI TUTTO

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    GP Francia, Mir: “Possibile combattere per il mondiale”

    LE MANS – “Ora è bello essere qui a lottare per il titolo con Quartararo. Siamo molto vicini, combattere per il Mondiale è possibile”. Lo spagnolo Joan Mir, secondo nella classifica iridata di MotoGP, è fiducioso nella possibilità di lottare per la corona iridata alla vigilia del Gran Premio di Francia in programma domenica prossima.
    Vittoria a un passo
    Lo spagnolo della Suzuki, a secco di vittorie ma in costante ascesa nelle ultime gare, ammette di guardare alla corsa di Le Mans con fiducia: “Noi siamo competitivi e veloci, la vittoria è alla portata di mano. Sono concentrato per ottenere una vittoria e portare a casa punti” ha ammesso Mir nella tradizionale conferenza stampa.
    Quasi al top della forma
    Il compagno di squadra Alex Rins è apparso anche lui sorridente dopo i tanti guai avuti a inizio stagione: “In Suzuki i rapporti sono belli, è come essere in una famiglia” le parole del pilota spagnolo. “Sul mio infortunio alla spalla posso dire che sono quasi al 100%. Non sento male, ma per questo problema ci si dovrebbe fermare per 2-3 mesi. Ovviamente non l’abbiamo fatto perché ci troviamo in una stagione intensa di gare. Alla fine della stagione farò di tutto per recuperare”. LEGGI TUTTO

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    Kia Stonic, per il crossover ecco la versione GT Line

    Kia Stonic è stato appena rinnovato ma è già tempo di un’altra novità: arriva l’allestimento dinamico, classico di tutta la gamma, con possibilità di essere accoppiato con tutti i motori del modello. Il crossover urbano diventa, quindi, Kia Stonic GT Line e si fa più vistoso e accessoriato.
    Ovviamente anche con le versioni elettrificate del 1.0 T-GDI da 100 e 120 cavalli abbinato al sistema mild hybrid 48V con la intelligent Manual Transmission o l’automatico DCT a doppia frizione.
    Silver, argento, è la tonalità che domina nei dettagli della carrozzeria. Che presenta verniciatura bi-colore (la livrea del tetto e del piccolo alettone posteriore è riproposta dal montante anteriore e dalle prese d’aria sotto la calandra)  nuovi paraurti, prese d’aria più grandi, la calandra con una finitura specifica e i fari a Led. L’estrattore posteriore alloggia i doppi terminali di scarico. LEGGI TUTTO

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    Nuova Audi e-tron GT, l'elettrica si mostra

    La gamma e-tron di Audi si appresta ad aggiungere un nuovo tassello, ad una famiglia di vetture che muta in modo radicale l’ideale di prestazione. È l’elettrico l’unico protagonista, ma non sono solo i Suv a beneficiarne. Infatti il brand dei Quattro Anelli ha in rampa di lancio la nuova e-tron GT, coupé a quattro porte realizzata sulla medesima piattaforma di Porsche Taycan, con cui condivide parte della componentistica e della meccanica.
    Diverse invece sono le strade quando si tratta di produzione. Audi ha infatti allestito un reparto dedicato presso la fabbrica di Neckarlsum, polo di eccellenza all’interno del Gruppo, specializzato nella lavorazione di materiali come l’alluminio. Elemento che fa parte del complesso Audi e-tron GT, accoppiato però con l’acciaio alto resistenziale. Una soluzione, quella di accoppiare elementi differenti, che fa riferimento al modello dual-frame (una pratica di uso comune soprattutto nel segmento premium e sportivo).

    Insieme alla R8
    La particolarità del modus operandi della catena di costruzione della nuova e-tron GT, è che sia condivisa con quella di una altra vettura Audi ad alte prestazioni: la R8. Due automobili agli antipodi sotto il profilo meccanico, che possono invece convivere quando si tratta di processo produttivo. I modelli sono infatti movimentati dagli stessi carrelli e da un’unica monorotaia elettrica sospesa. La cosa particolare è che per progettare tutti i processi di assemblaggio della nuova e-tron GT sia stata impiegata esclusivamente la realtà virtuale. Lungo la linea ci sono 34 robot dediti al montaggio della vettura. L’auto si completa in 36 cicli di lavoro, ciascuno dei quali comporta un tempo di 15 minuti. In alcune fasi l’uomo affianca i robot. Come ad esempio nel comparto dove vengono applicati parabrezza e lunotto della e-tron GT.
    Questione di sound
    Al di là di come viene costruita, una parte della progettazione che ha meritato uno studio approfondito è certamente quella del rumore. Va da sé che una vettura elettrica sia particolarmente silenziosa. Per questo il sound artificiale che viene costruito in modo puntuale si pone l’obbiettivo di valorizzare in qualche modo la vettura, enfatizzando anche l’aspetto sportivo.
    Il Sound Designer di Audi, Rudolf Halbmeir è, tra le altre cose, un musicista. Dopo aver analizzato il suono di diversi strumenti musicali, ha scelto una strada decisamente più alternativa, più vincolata al rumore che alla musica “tradizionale”. Lui stesso ha infatti dichiarato: “Ho visto un tubo di plastica per terra. Era lungo tre metri e con un diametro di 80 millimetri. Ho posizionato un ventilatore a un’estremità e da quella opposta ho ascoltato il suono che ne derivava. Era un suono speciale, profondo e intenso. Ho capito immediatamente che avevo trovato la base sonora che cercavo”.
    Per quanto la storia possa apparire stravagante, prima di giungere alla definizione definitiva del suono da associare alla e-tron, c’è stato un profondo lavoro di ingegnerizzazione. Di fatto sulla sportiva Audi il “rumore” non si limita ad una sola frequenza e a un solo grado di intensità. Ma muta in funzione del fatto se si stia accelerando oppure no, ma anche se si viaggia a velocità costante. Condizioni che da un certo punto di vista riprendono il modo di “suonare” di un motore termico.

    L’esperienza acustica può essere “amplificata” optando per il pacchetto audio opzionale. La conformazione di tale sistema prevede due centraline con amplificatore posizionate nel bagagliaio a gestire il sound digitale dentro e fuori l’abitacolo. Oltre all’altoparlante esterno anteriore, Audi e-tron GT viene dotata di uno speaker nella zona posteriore e di due altoparlanti interni.
    Di serie invece, come prescritto dalla normativa vigente, l’avvisatore acustico (AVAS o Acustic Vehicle Alert System) che segnala i movimenti della vettura a bassa andatura. Il suono emesso dall’AVAS viene prodotto da un altoparlante collocato nella zona anteriore dell’auto.
    Coronavirus, nuovo DPCM ottobre 2020: in auto senza la mascherina obbligatoria LEGGI TUTTO