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    McLaren 765LT, un gioiello di potenza

    Capita sempre di guardare le sigle delle McLaren e rendersi conto di quanto siano cervellotiche. Per una volta, invece, la Casa inglese ha voluto stare sul semplice: la McLaren 765LT non ha bisogno di spiegazioni, perché la sua sigla è sinonimo della sua potenza (erogata dal V8 4 litri di ultima generazione), ben 765 cavalli. Si tratta della più potente McLaren di serie omologata per le strade mai costruita. 
    La 765LT appartiene alla famiglia “long tail”, che sta per “coda lunga” (da qui l’acronimo LT nel nome), un marchio introdotto cinque anni fa da McLaren per identificare la versione più estrema e più vicino all’uso da pista dei modelli. Di fatto la 765LT è l’estremizzazione della precedente coupé 720S. È un’auto stradale, ma pensata soprattutto per divertirsi ogni tanto in pista. Ciò non significa che su strada non sia facilmente utilizzabile; è soltanto un po’ dura per via dei sedili in carbonio poco imbottiti e delle sospensioni rigide pensate per ridurre al massimo torsioni e rollìo in curva.

    Sfida alla Ferrari 488 Pista
    Simbolicamente si potrebbe definire la 765LT come la risposta McLaren alla Ferrari 488 Pista, che a sua volta è la versione estrema della 488 GTB. Stesso terreno di scontro, stesse strategie. Siccome McLaren ha una sfida competitiva aperta con la Ferrari – dai circuiti di F1 alle supercar stradali – prende sempre a riferimento come benchmark le auto del cavallino cercando di fare le proprie coupé sempre un poco più potenti e un pizzico più leggere delle Ferrari. Perciò se la Ferrari 488 Pista è nata con 720 cv, la nuova McLaren doveva averne per forza di più. Ecco perché i progettisti di Woking sono riusciti a  raggiungere il limite dei 765 cv.
    Più leggera e potente della 720S
    La 765LT è un’evoluzione estrema della 720S di tre anni fa, rispetto alla quale è più leggera (di 80 kg), più potente (di 45 cavalli) ma possiede anche un’aerodinamica migliore ed è dotata di maggiore deportanza. È interamente in carbonio: telaio e carrozzeria esterna. A questo si deve il peso record di appena 1229 kg a secco, ottenuto limando via grammi qua e là su ogni componente possibile: 18 kg risparmiati sui sedili, 22 kg sulle ruote, 10 kg eliminando l’impianto di aria condizionata (ma se la volete è un’opzione gratuita) e così via. La maggior potenza rispetto alla 720S invece non viene dalla cilindrata, che è uguale (V8 4 litri) ma da nuovi componenti come pistoni forgiati e diverse guarnizioni testata, e dalla nuova elettronica.
    Il look

    Il frontale della 765LT è abbastanza anonimo perché si confonde con le altre supercar McLaren, ma da dietro la riconoscerete facilmente per via dei quattro aggressivi terminali di scarico che fuoriescono sotto l’alettone. Un elemento di grinta inconfondibile ed esclusivo della 765LT. Tipico delle altre McLaren invece le porte che si aprono in avanti sollevandosi verso l’alto, a “farfalla”. Oltre che un vanto estetico, permettono di salire meglio a bordo.
    Abbiamo avuto la fortuna di provare la McLaren nella sua pista di casa, a Silverstone, nel tipico clima british fatto di pioggerellina fastidiosa e forte vento. Condizioni ideali per aumentare le difficoltà e per provare un bel po’ d’ansia all’idea di scaricare quasi 800 cavalli sull’asfalto bagnato con dei Pirelli PZero Trofeo di misura mastodontica sotto le ruote (305×30-20” posteriori) dalla grande tenuta ma più simili e degli slick che a gomme rain.
    Sound più cattivo

    Eppure la 765LT ha finito per stupirci per la confidenza che è riuscita a trasmetterci sull’asfalto viscido del tracciato inglese. La macchina va fortissimo. La potenza di 765 cavalli e il valore ancora più spaventoso della coppia motrice (800 Nm!) ti inchiodano al sedile quando acceleri a fondo. Tra l’altro anche il sound è cambiato: il rumore che si diffonde nell’abitacolo è molto più fragoroso e “cattivo”, non soltanto per merito dei quattro terminali di scarico ma anche del materiale con cui è realizzato l’impianto. Interamente in titanio, e non per fare più rumore ma per risparmiare quasi 4 kg di peso rispetto agli scarichi della 720.
    Accelerando da fermo, la 765LT schizza via come un missile. I numeri dichiarati fanno paura: 0-100 in 2,8 secondi (pensate che una F1 al via di un Gran Premio accelera da 0 a 100 in 2,3 secondi, mica tanto di meno…), i 200 all’ora li raggiunge in 7 secondi netti e tocca una velocità massima di 330 km/h. A Silverstone i 300 non li abbiamo visti sia perché la pista era bagnata, sia perché non esistono rettifili così lunghi per scatenare la massima velocità di un’auto stradale. Ma sul relativamente breve rettifilo dell’Hangar, quello che dalle curve Becketts va a Stowe e precede i box F1, si riusciva a inserire la settima marcia sopra i 260 km/h prima di attaccarsi ai freni e scalare in 4°marcia per affrontare la curva di Stowe. Davvero un bell’andare sul bagnato…
    Potenza spaventosa
    Nonostante le condizioni critiche e la potenza spaventosa, il bello della 765LT è che andando forte l’auto non mette apprensione ma dà fiducia. Infonde confidenza invece che paura. Perché non è nervosa né possiede reazioni insospettabili ma al contrario, reagisce a ogni comando del pilota in modo immediato e prevedibile. Certo, se schiacciate il gas un po’ troppo allegramente in uscita di curva nelle marce basse, la sentirete accennare a una derapata che però il controllo di trazione in posizione “track”, quello più estremo, riesce subito a domare senza penalizzare la trazione. Il cambio 7 marce doppia frizione a palette dietro il volante è praticamente istantaneo e la frenata dell’impianto carboceramico con dischi anteriori da ben 390 mm di diametro è eccellente. Sempre potente ma ben modulabile col pedale. Merito delle nuove pinze monofusione finora esclusiva della supercar McLaren Senna da pista e introdotte su questa 765. Sulle pinze c’è il marchio McLaren ma sono le italianissime Brembo: una garanzia.
    ERGONOMIA DA MIGLIORARE

    L’appunto maggior che possiamo fare a quest’auto è che le regolazioni della mappatura elettronica sono poco a portata di mano. Ferrari e Porsche hanno ormai spostato sul volante i manettini rotanti per scegliere la mappatura più adatta,  dove sono perfettamente a portata di dita. McLaren invece continua a tenere i pulsanti della mappatura sul tunnel centrale dove si deve distogliere lo sguardo dalla strada un attimo per selezionarli. E quando vai a 200 km/h in pista, in quei 3 o 4 decimi che impieghi a cercare il tasto e azionarlo, percorri più di 20 metri. Alla cieca.
    Insistiamo così tanto sul comportamento in circuito perché un’auto stradale di solito va rapidamente in affanno sia con le gomme che con i freni su una pista veloce da F1. Mentre la McLaren 765LT, in due lunghi stint di mezz’ora l’uno, non ha mostrato il minimo cedimento. Né di gomma, né di tenuta di strada. Se supera il banco-prova di un circuito così veloce, non andrà mai in crisi su qualsiasi strada. Per quanto impegnativa posa essere.
    Il carbonio della scocca è italiano
    La notizia che ci riempie un po’ d’orgoglio poi (che gli inglesi sono restii a far sapere) è che c’è tanto di italiano in questa McLaren. Il carbonio della scocca viene dall’Italia, alcuni componenti esterni, come lo splitter, sono fatti a Modena, i freni sono Brembo, i sedili in carbonio vengono dalla Sabelt. Persino due figure chiave dello sviluppo, come l’ingegnere responsabile della dinamica veicolo e il capo progetto del modello 765LT sono italiani. La 765LT è un giocattolo per pochi privilegiati: ne verranno costruite soltanto 765 nei prossimi due anni e la produzione 2020 (oltre 300 auto) è già tutta venduta. Perciò calciatori, finanzieri e quel ristretto gruppo di privilegiati che possono permettersi di spendere i 343.500 euro (iva compresa) del prezzo di listino per averla in garage si devono affrettare. Prima che vada sold out. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Usato poco il freno posteriore per la gomma”

    ROMA – “Possiamo essere contenti di quello che abbiamo fatto questo fine settimana, perché partendo dalla quattordicesima posizione siamo arrivati sesti. Ora dobbiamo migliorare la qualifica”. Pecco Bagnaia felice ma a metà dopo la rimonta nel Gran Premio di Catalogna che gli ha regalato il sesto posto finale in gara.
    Usato più il freno anteriore
    Il pilota della Ducati Pramac, come riporta il sito specializzato Crash.net, analizza un weekend vissuto tra alti e bassi: “All’inizio è stato molto difficile. Abbiamo cercato di apportare modifiche alla moto per adattarci meglio con il grip”, ha spiegato Bagnaia. “Ma, vista la mancanza di risultati, abbiamo deciso di tornare alla mia moto standard che si è rivelata migliore”.
    Il numero 63 di Borgo Panigale non solo si sta adattando meglio al pneumatico posteriore Michelin 2020 ma è anche quello che utilizza meglio l’apparato frenante: “Ho usato meno il freno posteriore perché in questa pista dava problemi. Quindi ho lavorato molto per essere forte in frenata, ma solo con quello anteriore: in questa ottica è stato fondamentale l’utilizzo del gas proprio per non stressare la gomma dietro”.
    Domani potrebbe arrivare l’annuncio che Bagnaia sarà ancora al fianco di Jack Miller ma nel team Ducati ufficiale nel 2021: “Aspettiamo fino a domani quando, penso, si saprà qualcosa sebbene io ancora non sappia nulla” ha concluso Bagnaia. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bagnaia: “Felice di ciò che abbiamo fatto al Montmelò”

    ROMA – “Possiamo essere contenti di quello che abbiamo fatto questo fine settimana, perché partendo dalla quattordicesima posizione siamo arrivati sesti. Ora dobbiamo migliorare la qualifica”. Pecco Bagnaia è soddisfatto dopo la rimonta effettuata al Montmelò dove ha compiuto una grandissima rimonta.
    Migliorare l’assetto
    Il pilota della Ducati Pramac, come riporta il sito specializzato Crash.net, analizza un weekend vissuto tra alti e bassi: “All’inizio è stato molto difficile. Abbiamo cercato di apportare modifiche alla moto per adattarci meglio con il grip”, ha spiegato Bagnaia. “Ma, vista la mancanza di risultati, abbiamo deciso di tornare alla mia moto standard che si è rivelata migliore”.
    Il numero 63 di Borgo Panigale non solo si sta adattando meglio al pneumatico posteriore Michelin 2020 ma è anche quello che utilizza meglio l’apparato frenante: “Ho usato meno il freno posteriore perché in questa pista dava problemi. Quindi ho lavorato molto per essere forte in frenata, ma solo con quello anteriore: in questa ottica è stato fondamentale l’utilizzo del gas proprio per non stressare la gomma dietro”.
    Domani potrebbe arrivare l’annuncio che Bagnaia sarà ancora al fianco di Jack Miller ma nel team Ducati ufficiale nel 2021: “Aspettiamo fino a domani quando, penso, si saprà qualcosa sebbene io ancora non sappia nulla” ha concluso Bagnaia. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Aprilia non si ferma: test privati a Barcellona

    ROMA – Ancora una giornata sul circuito del Montmelò. I due piloti dell’Aprilia Racing Team Gresini, Aleix Espargarò e Bradley Smith, dopo il GP della Catalogna, sono rimasti per svolgere una giornata di test privati. Espargarò e Smith hanno concluso il GP catalano, che ha visto trionfare Fabio Quartararo, rispettivamente in 12ª e 16ª posizione. “La casa di Noale è alla ricerca di ulteriori miglioramenti per rendere ancora più competitiva la RS-GP e, un giorno di test non può che aiutare a fare la differenza in vista delle ultime sei gare della stagione” riporta il sito ufficiale della MotoGp.
    Classifica MotoGp LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Aprilia ancora a Barcellona per test privati

    ROMA – Ancora una giornata sul circuito del Montmelò. I due piloti dell’Aprilia Racing Team Gresini, Aleix Espargarò e Bradley Smith, dopo il GP della Catalogna, sono rimasti per svolgere una giornata di test privati. Espargarò e Smith hanno concluso il GP catalano, che ha visto trionfare Fabio Quartararo, rispettivamente in 12ª e 16ª posizione. “La casa di Noale è alla ricerca di ulteriori miglioramenti per rendere ancora più competitiva la RS-GP e, un giorno di test non può che aiutare a fare la differenza in vista delle ultime sei gare della stagione” riporta il sito ufficiale della MotoGp.
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    FCA-PSA, ufficializzato il Cda di Stellantis

    Manca poco alla nascita di Stellatins, la nuova società nata dalla fusione di Fca e Psa. Ed è in queste ore che i due gruppi automobilistici hanno annunciato la composizione del nuovoConsiglio di amministrazione. Quanti membri ci saranno nel board? 11, con la maggioranza degli Amministratori non esecutivi che saranno indipendenti.
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    Cinque membri per parte
    Fca e il suo azionista di riferimento Exor hanno nominato cinque membri (tra cui John Elkann in qualità di Presidente), mentre Psa e due dei suoi azionisti di riferimento Epf/Ffp e BPIfrance ne hanno nominati altri cinque (tra cui l’amministratore senior indipendente e il vice presidente). Anche Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis sarà membro del consiglio di amministrazione.
    I consiglieri che faranno parte del nuovo Cds sono John Elkann (presidente), Robert Peugeot (vice presidente), Henri de Castries (amministratore senior indipendente), Andrea Agnelli (amministratore non esecutivo), Fiona Clare Cicconi (amministratore non esecutivo), Nicolas Dufourcq (amministratore non esecutivo), Ann Frances Godbehere (amministratore non esecutivo), Wan Ling Martello (amministratore non esecutivo), Jacques de Saint-Exupéry (amministratore non esecutivo), Kevin Scott (amministratore non esecutivo), Carlos Tavares (amministratore delegato).
    L’annuncio è stato fatto da Fca e Psa con una nota, sulla quale si legge che gli “amministratori indipendenti hanno background professionali differenti e portano significative prospettive ed esperienze di rilevanza per l’azienda, in linea con lo spirito dinamico e innovativo che caratterizza la creazione di questo nuovo gruppo”.
    FCA-PSA, più capitale per il nuovo gruppo Stellantis LEGGI TUTTO

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    Hyundai RM20e, l'elettrica sportiva Hyundai N alla prova

    Il motore rimane in posizione centrale, mentre la scocca è della Veloster. Ma Hyundai RM20e è diversa. E lo è per via di quella lettera che segue la sigla Racing Midship. Un prototipo diventato negli anni – con il progetto avviato nel 2012 – un laboratorio viaggiante per sperimentare tecnologie legate alle Hyundai sportive.
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    E l’elettrificazione sarà uno dei passaggi che affronterà Hyundai N, per proporre numeri da supercar in un modello che, nei piani del marchio, fino allo scorso anno, dovrà essere la punta di diamante della produzione. 
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    Hyundai coltiva la sportività N tradizionale, con il rinnovamento della i30; Hyundai ad annunciare il brand delle elettriche Ioniq, destinato a portare su strada l’esaltante concept Prophecy e la Concept 45.
    Prestazioni: i dati
    Il progetto RM20e dichiara 810 cavalli e 960 Nm, ottenuti da un motogeneratore in posizione posteriore-centrale, valori di potenza e coppia scaricati sulle ruote posteriori, elettrificazione in grado di portare tempi sullo zero-cento orari inferiori ai 3” e un 9”88 sullo 0-200 orari da supercar termica di un certo livello. La velocità massima del prototipo è superiore ai 250 orari.

    Più dei numeri, tuttavia, conta registrare lo sviluppo portato avanti con la collaborazione di Rimac Automobili. Nell’azienda croata, il gruppo Hyundai ha investito nel 2019 80 milioni di euro, tra apporti del marchio Hyundai e Kia. Rimac specialista nella realizzazione di motori e sistemi elettrici, alla recente cronaca per il possibile ingresso nella proprietà del marchio Bugatti.
    Sfoglia il listino Hyundai: tutti i modelli sul mercato
    Motore e batteria tradiscono, con l’architettura a 800 volt, quella che sarà la tecnologia – su piattaforma e-GMP (diversa ovviamente dal prototipo) destinata alle Hyundai elettriche dei prossimi anni, i modelli spiccatamente votati alla prestazione. RM20e alimentata da un pacco batterie da 60 kWh, da 605 volt nominali di tensione (705v di picco) e sistema di raffreddamento a liquido. LEGGI TUTTO

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    Q5 Sportback, la famiglia Audi ha un nuovo SUV coupé

    Q5 Sportback attinge alla moda del momento, dal punto di vista estetico: ecco che allora il nuovo SUV coupé di Audi mostra le ruote alte e il tetto basso. Dopo la grande Q8 SP e la compatta Q3 SP, ecco la media.
    La sostanza rimane la stessa. Mutuando le novità del recente restyling di Audi Q5, la Sportback ne conserva anche dimensioni e ingombri.

    Di fatto identica la lunghezza è di 4,69 metri, ai quali aggiunge solo otto millimetri. Paga un piccolo pegno alla forma più sinuosa il bagagliaio. Che offre in ogni modo una capacità adeguata: da 510 litri (550 la Q5) a 1.480 litri (1.550). Più che sufficiente per una famiglia media.
    Omaggio ai trionfi nell’Inferno Verde: Audi R8 Green Hell
    Senza dubbio il padiglione spiovente rende Q5 Sportback più dinamica. Il modello porta in dote Ovvero i nuovi gruppi ottici Oled,  il nuovo design del frontale, il rinnovato Audi virtual cockpit plus, con schermo da 12,3 pollici per la strumentazione e da 10,1” per il sistema di infotainment MIB3, altra novità del Gruppo. Q5 SP è predisposta per la comunicazione Car-to-X e sono presenti gli ADAS che garantiscono il secondo livello di guida assistita, comunque ulteriormente personalizzabile.
    L’assetto sportivo è di serie. A richiesta gli ammortizzatori idraulicie le sospensioni dinamiche adattive. Grazie alle quali si può alzare la vettura cdi 4,5 centimetri per l’off-road, abbassarla di 1,5 cm nella modalità Dynamic o abbassare il posteriore di 5,5 centimetri per facilitare il carico nel vano posteriore: un plus non banale.
    Motorizzazioni: prima il Diesel, poi le altre
    Iniziamente Audi Q5 Sportback sarà solo a gasolio mild hybrid, con il 2.0 TDI da 204 cavalli di potenza e 400 Nm di coppia abbinato un sistema a 12 V. L’alternatore starter permette di recuperare e immagazzinare energia. Restituendola: e permette di “veleggiare” quando si alza il piede dall’acceleratore e lo start/stop diventa operativo a 22 km/h. Il Diesel spicca per la doppia iniezione di AdBlue nei due catalizzatori SCR (Riduzione Catalitica Selettiva) posizionato uno dietro l’altro, che permette di abbattere le emissioni di ossidi di azoto fino all’80%. Diesel pulito, è bene riperterlo.
    Poi arriveranno il 2.0 TDI  da 163 cavalli, 3.0 V6 TDI con mild hybrid più avanzato a 48 V e al top la SQ5 TDI. I benzina saranno i 2.0 TFSI con mild hybrid 12 V e le plug-in ibridi ricaricabili con potenza da 299 e 367 cavalli a completare la gamma. LEGGI TUTTO