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    Formula 1, Binotto: “La nuova power unit ci sta dando un vantaggio”

    ROMA – Una Ferrari in netta crescita, questo è quanto apparso ai tifosi della Rossa nell’ultimo GP di Istanbul. Le prestazioni di Leclerc, quarto ad un passo dal podio e la rimonta di Sainz, giunto ottavo partendo dalle retrovie, hanno tuttavia un comune denominatore, il nuovo sistema ibrido, come sottolineato da Mattia Binotto al sito ufficiale della F1. “Ci sta dando un piccolo vantaggio. Non voglio quantificarlo sul tempo del giro perché dipende dalla pista ma certamente ci sta avvantaggiando. Se guardo anche alle qualifiche Charles ha fatto segnare il quarto tempo più veloce. Dietro di lui erano molto vicini e sono abbastanza sicuro che un paio di posizioni sarebbero state perse senza quella specifica”.
    “Aumentare l’esperienza in vista del 2022”
    L’obiettivo per il team principal della Ferrari è aumentare le prestazioni per la prossima stagione prendendo questo finale di stagione come un periodo per analizzare al meglio il nuovo sistema. “Quando abbiamo introdotto il nuovo sistema a Sochi, con Charles abbiamo subito detto che il primo obiettivo era cercare di aumentare la nostra esperienza in vista del 2022. Ecco perché l’abbiamo introdotto il più presto possibile, cercando di fare in fretta, prendendoci anche qualche rischio. Ovviamente per noi è chiaro che abbiamo bisogno di chilometraggio in pista e fare la nostra esperienza prima del 2022 quando le power unit saranno congelate”, ha concluso Binotto. LEGGI TUTTO

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    F1, Wolff: “Quarto ICE di Hamilton a rischio, potremmo doverlo cambiare”

    ROMA – Toto Wolff ha parlato della decisione di montare il quarto ICE sulla monoposto di Lewis Hamilton nel Gran Premio di Turchia, sedicesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il sette volte campione del mondo è partito dall’undicesima casella in griglia, per via della penalità di dieci posizioni dovuta al cambio del motore a combustione interna. “La sostituzione dell’ICE? Non è stata una decisione tattica, abbiamo riscontrato alcuni parametri non promettenti provenienti dal motore a combustione interna e un ritiro in gara sarebbe un killer per il nostro campionato”. 
    Possibile un altra sostituzione
    Wolff ha poi aggiunto che il quarto ICE potrebbe non durare fino a fine stagione, costringendo il team a un altra sostituzione e, di conseguenza, a un’altra penalità: “Il quarto elemento potrebbe durare sino al termine della stagione, ma potrebbe anche arrivare il momento in cui pensiamo che possa valere la pena di montare un nuovo ICE, perché quello utilizzato lo reputiamo a rischio. È qualcosa che valuteremo strada facendo”. LEGGI TUTTO

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    F1, Wolff: “Potremmo dover sostituire di nuovo il motore a Hamilton”

    ROMA – “La sostituzione dell’ICE? Non è stata una decisione tattica, abbiamo riscontrato alcuni parametri non promettenti provenienti dal motore a combustione interna e un ritiro in gara sarebbe un killer per il nostro campionato”. Queste le parole di Toto Wolff, ai microfoni di Sky Sport, sulla decisione di montare il quarto ICE sulla monoposto di Lewis Hamilton nel Gran Premio di Turchia, sedicesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il sette volte campione del mondo è partito dall’undicesima casella in griglia, per via della penalità di dieci posizioni dovuta al cambio del motore a combustione interna.
    Possibili altre penalità
    Wolff ha poi aggiunto che il quarto ICE potrebbe non durare fino a fine stagione, costringendo il team a un altra sostituzione e, di conseguenza, a un’altra penalità: “Il quarto elemento potrebbe durare sino al termine della stagione, ma potrebbe anche arrivare il momento in cui pensiamo che possa valere la pena di montare un nuovo ICE, perché quello utilizzato lo reputiamo a rischio. È qualcosa che valuteremo strada facendo”. LEGGI TUTTO

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    F1, Brawn: “Un disastro per Hamilton se non si fosse fermato”

    ROMA – Ross Brawn ha parlato nella consueta analisi dopo il Gran Premio di Turchia, valevole per la sedicesima tappa del Mondiale 2021 di Formula 1. Il direttore generale e responsabile sportivo del progetto F1 si è soffermato sulla strategia di Lewis Hamilton, che è andato in contrasto con il team sul pit stop effettuato nella seconda parte di gara: “Ancora una volta le squadre hanno dovuto affrontare una difficile decisione tattica. In questi scenari fai affidamento al tuo giudizio, all’esperienza e alle sensazioni. Come visto nel caso di Lewis, c’è stata un’iniziale resistenza dall’abitacolo a rientrare per il pit. Quanto queste situazioni non sono nette e dal pilota ti arriva un un rinvio, è facile per un team rinunciare a quella che sente essere la decisione corretta. Il pilota è in una bolla, ha bisogno di darti informazioni ma quel che non possono vedere sono tutti i dati che alimentano il muretto. Nel caso di Lewis, se non si fosse fermato e le gomme fossero finite o se fosse tornata una leggera pioggia, sarebbe precipitato in classifica e sarebbe stato un disastro”, analizza Brawn, in una sintesi del “non si possono vincere tutte le gare”.
    Sul duello per il titolo
    Brawn ha poi parlato della lotta al titolo tra Max Verstappen e Lewis Hamilton: “Tutti sappiamo come i punti siano fondamentali a ogni passaggio della stagione, ma quando entri in questa fase, ti concentri su ogni singolo punto. Dovresti farlo per tutto l’anno ma non è la stessa cosa quando arrivi alle ultime gare, nelle quali ogni cosa è più intensa e sai che se sbagli non c’è tempo per recuperare”. LEGGI TUTTO

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    F1, Brawn: “Se Hamilton non si fosse fermato, sarebbe stato un disastro”

    ROMA – “Ancora una volta le squadre hanno dovuto affrontare una difficile decisione tattica. In questi scenari fai affidamento al tuo giudizio, all’esperienza e alle sensazioni. Come visto nel caso di Lewis, c’è stata un’iniziale resistenza dall’abitacolo a rientrare per il pit. Quanto queste situazioni non sono nette e dal pilota ti arriva un un rinvio, è facile per un team rinunciare a quella che sente essere la decisione corretta”. Queste le parole di Ross Brawn nella consueta analisi dopo il Gran Premio di Turchia, sedicesimo appuntamento stagionale della Formula 1. Il direttore generale e responsabile sportivo del progetto F1 si è soffermato sulla strategia di Lewis Hamilton, che è andato in contrasto con il team sul pit stop effettuato nella seconda parte di gara: “Il pilota è in una bolla, ha bisogno di darti informazioni ma quel che non possono vedere sono tutti i dati che alimentano il muretto. Nel caso di Lewis, se non si fosse fermato e le gomme fossero finite o se fosse tornata una leggera pioggia, sarebbe precipitato in classifica e sarebbe stato un disastro”, analizza Brawn, in una sintesi del “non si possono vincere tutte le gare”.
    Sulla lotta Verstappen-Hamilton
    Brawn ha poi parlato della lotta al titolo tra Max Verstappen e Lewis Hamilton: “Tutti sappiamo come i punti siano fondamentali a ogni passaggio della stagione, ma quando entri in questa fase, ti concentri su ogni singolo punto. Dovresti farlo per tutto l’anno ma non è la stessa cosa quando arrivi alle ultime gare, nelle quali ogni cosa è più intensa e sai che se sbagli non c’è tempo per recuperare”. LEGGI TUTTO

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    F1: torna il Gran Premio del Sudafrica? Ipotesi Kyalami

    ROMA – La Formula 1 potrebbe presto tornare protagonista in Africa dopo un assenza di parecchi anni. A lanciare l’indiscrezione è Warren Scheckter, amministratore delegato del Gran Premio del Sudafrica e figlio di Jody Scheckter, campione del mondo nel 1979. Il circuito indicato è quello di Kyalami, ma potrebbe volerci almeno un anno e mezzo prima di rendere il tutto ufficiale. “Rispetto ai circuiti cittadini individuati,la scelta più sensata resta quella di Kyalami, per la sua storia e per la sua immediata disponibilità ad ospitare questo evento – ha detto Scheckter -. Negli ultimi anni, cominciando da Chase Carey, abbiamo accolto i vertici della F1 con visite all’autodromo, favorendo l’incontro di questi ultimi con i membri del nostro Governo per poter avviare le trattative”.
    L’annuncio di Schekter
    “Abbiamo già dimostrato di saper accogliere grandi eventi di rilevanza internazionale come i Mondiali di calcio nel 2010, ed un Gp è quello che serve per rilanciare l’immagine del Sudafrica non solo dal punto di vista sportivo, ma anche turistico e culturale – ha aggiunto Scheckter -. Noi siamo pronti. L’anno prossimo,discuteremo nuovamente sull’opportunità di riportare il Sudafrica in F1, con l’obiettivo diufficializzare il rientro all’inizio del 2023” – ha concluso. LEGGI TUTTO

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    F1: Kyalami si candida per il ritorno del Gran Premio del Sudafrica

    ROMA – La Formula 1 torna in Africa? L’ipotesi è stata lanciata da Warren Scheckter, amministratore delegato del Gran Premio del Sudafrica e figlio di Jody Scheckter, campione del mondo nel 1979. Il circuito indicato è quello di Kyalami, ma potrebbe volerci almeno un anno e mezzo prima di rendere il tutto ufficiale. “Rispetto ai circuiti cittadini individuati,la scelta più sensata resta quella di Kyalami, per la sua storia e per la sua immediata disponibilità ad ospitare questo evento – ha detto Scheckter -. Negli ultimi anni, cominciando da Chase Carey, abbiamo accolto i vertici della F1 con visite all’autodromo, favorendo l’incontro di questi ultimi con i membri del nostro Governo per poter avviare le trattative”.
    Le parole di Schekter
    “Abbiamo già dimostrato di saper accogliere grandi eventi di rilevanza internazionale come i Mondiali di calcio nel 2010, ed un Gp è quello che serve per rilanciare l’immagine del Sudafrica non solo dal punto di vista sportivo, ma anche turistico e culturale – ha aggiunto Scheckter -. Noi siamo pronti. L’anno prossimo,discuteremo nuovamente sull’opportunità di riportare il Sudafrica in F1, con l’obiettivo diufficializzare il rientro all’inizio del 2023” – ha concluso. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Il nostro sport dovrebbe aiutare di più a diffondere messaggi di uguaglianza”

    ROMA – Sebastian Vettel ha parlato in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di “The-Race”. Il pilota tedesco, spesso protagonista di battaglie fuori dal circuito di Formula 1, cerca sempre di sensibilizzare il pubblico sulle tematiche ambientali e sociali. Questo è il mio modo di pensare, e sono felice di esprimere la mia opinione, come di ascoltare quella degli altri – ha detto -. Per salvaguardare la nostra vita e il futuro su questo pianeta, è necessario prendersi cura dell’ambiente. Per quanto concerne i diritti umani e l’uguaglianza, in Formula 1 siamo molto lenti ad appoggiare questo cambiamento. Io sono felice di parlare delle ingiustizie”. L’ex Ferrari ha anche spiegato come, secondo lui, bisognerebbe comunicare in paesi con situazioni difficili in questi settori: “Ci sono argomenti troppo importanti per essere trascurati. Capisco che i paesi hanno regole diverse, governi diversi e scenari differenti, e non posso parlare per tutti i paesi. In alcune di queste nazioni andiamo là e stendiamo un bel tappeto rosso con bei messaggi. Ma penso che più delle parole, siano necessarie azioni”.
    Il commento di Vettel
    “Non so quale sia il modo migliore per comunicare, ma sento che il nostro sport potrebbe esercitare una maggiore pressione ed essere d’aiuto nel diffondere messaggi di uguaglianza – ha aggiunto Vettel -. Il problema principale è che lo sport, così come i paesi, sono governati da individui, e come tali hanno opinioni diverse, che arrivano da esperienze diverse. Sarà difficile, ma è necessario trovare le persone perfette che possano governare il nostro sport e che siano in grado di trovare la strada giusta per il futuro. C’è inoltre un enorme interesse finanziario. Io penso che ad un certo punto le persone avranno bisogno di chiedere a loro stesse: “Lo sport ha una ‘bussola morale’ e dunque può dire di no a determinate cose, oppure bisogna dire di sì ad ogni mega affare dietro l’angolo?’ Questo è il grande disegno che deve stare dietro tutto”. LEGGI TUTTO